La morte di Giacomo Cometti rinnovatore del mobile italiano

La morte di Giacomo Cometti rinnovatore del mobile italiano La morte di Giacomo Cometti rinnovatore del mobile italiano La notizia della morte di Giacomo Cornetti, avvenuta ieri pomeriggio, sarà appresa con un senso di pena profonda da tutti gli artisti piemontesi che per oltre trent'annf ebbero contatti più o meno vivi, ma — data la bontà e la rettitudine dell'uomo — sempre cordiali, con la sua appassionata e convinta operosità di arredatore, di decoratore, di disegnatore e costruttore di mobili. Rimpiangeranno soprattutto 11 Cornetti i non pochi scultori, pittori, architetti nostri i quali, costituendo sotto la sua guida la Sezione Piemontese delle due prime Biennali d'Arte Decorativa di Monza diedero un impulso vigoroso a quéste-grandi rassegne del gusto contemporaneo (poi tramutate nelle Triennali di Milano) che tanto hanno giovato per la propaganda dell'arte moderna nel pubblico ancor legato a stanche tradizioni ed a vecchi esempi stilistici. Anima di queste Sezioni, come segretario di un Comitato presieduto da Leonardo Blstolfi, fu infatti lo scomparso: sia come organizzatore, sia come esposltore di ambienti geniali e simpatici, limpidi e sobri pur nei loro ricordi « floreali », già moderni per una loro quasi definitiva razionalità, quali le sale da pranzo e le camere da letto comparse appunto a Monza nel 1923. Questi mobili erano il risultato di un lungo lavoro di fantasia e di selezione iniziato intorno ai principio del secolo, ed i cui primi frutti erano apparsi nella memorabile Esposizione d'Arte Decorativa torinese del 1902, la quale clamorosamente segnò il principio in Italia della battaglia per l'arte moderna. Trionfavano allora i mobili di Uugatti, dd Quarti, di Ducrot, di Basile, di Richard, di Ceruti, straricchi di decorazioni: quelli' del Cornetti, pur principiante, si distinguevano per una maggiore semplicità, per un più serrato rigore stilistico; e giustamente poteva scrivere allora Vittorio Pica; « E' da segnalare fra i piemontesi il Cornetti, un valente scultore, che, consacratosi con nobile fervore alle arti applicate, ha fatto in breve tempo, nella costruzione dei mobili, grandi progressi pigliando onorevolmente posto in prima linea, e che potrà farne di assai maggiori se saprà sottrarsi all'influenza tedesca ». Come scultore, infatti, aveva iniziato la sua carriera artistica Giacomo Cornetti, dopo aver stu- diato all'Albertina col Tabacchi e esser passato poi nello studio del Bis tolti; e qual fosse la sua valentia lo dimostra ancor "oggi il suo bel Ritratto della Madre, conservato nel suo studio. Per la grande Esposizione torinese del '98 egli aveva anche provvisto il gruppo decorativo'delle Tre Sture per la fontana monumentale, ed opere varie, fin dalla prima giovinezza, Inviava regolarmente alle mostre specialmente torinesi. Lavorava per Leonardo Bistolfi, traducendo i marmi dai gessi, con abilità grandissima, con un senso acuto della difficile tecnica che il maestro abbandonava volentieri al suol aiuti. Fra la sua produzione personale e la collaborazione con il Bistolfi, egli avrebbe potuto farsi un buon nome nella cosi detta « arte pura ». Ma s'era nel tempi del trionfante tolstoismo: l'arte doveva anzitutto essere sociale, andare verso il popolo (in un senso diverso dall'odierno italiano e fascista), riuscire ad ogni modo una forma di apostolato. Idealista convinto, il Cornetti abbracciò quel partito spirituale: più ohe artista volle essere artigiano; più che creatore di ritmi plastici vagheggiò di riuscire un fabbricatore di belle, gustose ma '« utili » cose.. E divenne mobiliere ed arredatore. Vantava con orgoglio il suo artigianato. Si compiaceva della sua perizia manuale, esaltava la « bella materia », la perfetta esecuzione, la polita rifinitura. Settantenne, ancora fantasticava au forme nuove, su combinazioni pratiche che conservassero sempre forma di arte. Uomo di guati semplici nella vita, era in sede estetica incontentabile. Senza dubbio 1 suoi mobili conservarono sempre, in maggiore o minore misura,.l'Impronta stilistica dell'epoca Kbertu nella quale s'era svolta la sua prima attività; e soprattutto furono sempre i mobili più di uno scultore che di un architetto: nel senso che l'elemento decorativo — anche dissimulato — sempre prevalse su quello strutturale. Ma Giacomo Cornetti rimane tuttavia un innovatore, un uomo che seppe anticipare i tempi, che svolse una notevole Influenza nell'arte decorativa Italiana, è come tale va ricordato e salutato nell'ora triste della sua scomparsa, questo artista originale e genuinamente italiano, fondatore col Bistolfi della « Società degli Amici dell'Arte » e di varie scuole professionali, lavoratore instancabile e tenace, morto povero dopo aver fatto belle tante case di ricchi. mar. ber.

Persone citate: Bistolfi, Ceruti, Cometti, Ducrot, Giacomo Cornetti, Leonardo Bistolfi, Leonardo Blstolfi, Quarti, Vittorio Pica

Luoghi citati: Italia, Milano, Monza