Il Manzoni canonizzabile?

Il Manzoni canonizzabile? L'interessante proposta di un sacerdote torinese Il Manzoni canonizzabile? A colloquio col prof. don Cojazzi TI Popolo d'Italia ha riportato dall'Osservatore Romano del 29 dicembre scorso una proposta del prof. don Antonio Cojazzi, in dotto salesiano cosi noto e caro ai torinesi per le sue preclare virtù di insegnante e di Ispirato indagatore di santità, perchè venga iniziato il processo informativo sulle virtù di.Alessandro Manzoni. Ci slamo recati nel bel liceo di Valsalice, dove risiede questo insigne cultore di studi manzoniani, che per primo curò l'edizione completa delle < Osservazioni sulla morale cattolica », e abbiamo tentato di fare quel che in isti!e curiale si chiama la parte del diavolo. — Dunque, professore, lei parla d'un Manzoni canonlzzabile? — Non solo ne parlo ora — ci ha cortesemente edotti don Cojazzi — ma ne parlai sin dal dicembre del 1933 in un articolo apparso Sullo stesso Osservatore, ove esponevo un mio vecchio convincimento, frutto d'un trentennio e più di studi sulle opere e sulla vita dei grande scrittore: se egli fosse vissuto in tempi di maggior interesse per la religione, il suo nome figurerebbe da tempo nel canone dei santi. — E perchè scrisse l'articolo (proprio nel dicembre del '33? — Perchè allora, In occasione del Natale, rievocai,un abbozzo di un nuovo Inno .al.'Natale che 11 Manzoni aveva tentato per la morte della sua angelica consorte, Enrichetta Blondel, che ebbe luogo proprio il giorno della Natività. In quell'abbozzo il poeta si rivolgeva al Redentore quasi per chiederai come mal avesse permesso un tale lutto in una tale festa. E si fa rispondere che l'amore è terribile come la -morte, perchè la trasfigura in un" piano divino. Massimo d'Azeglio, - genero del grande lombardo, racconta in una lettera al Cantù d'aver assistito a quella morte, prima della quale il Manzoni raccolse i nove figliuoli e li invitò a pregare per l'inferma, soggiungendo: « preghiamo anche per X e per Y che ci hanno fatto molto male. Cosi, perdonando loro, possiamo sperare che Iddio esaudisca la nostra preghiera ». Mi era facile, ricordando questo episodio poco noto, richiamare l'attenzione sulle virtù del Manzoni di cui già sin dal 1923 avevo documentato in tutti gli aspetti teologici, morali, carismatici, liturgici,, sociali, ecc., il pensiero cristiano nel libro « Manzoni apologista », e l'ineffabile, saldissima relazione fra questo pensiero, la sua arte e la sua vita. — Un vero schema di processo di beatificazione... — SI; sipuò dir tale, perchè quando la Chiesa prende in esame la.vita di.un cristiano esamina prima se ha praticato le tre virtù teologali — fede, speranza e. carità — e le quattro virtù cardìnall — prudenza, giustizia, t*nV — E a lei pare che il Manzoni le abbia praticate? Non ebbe la sua giovinezza scapestrata, non fece anche lui, per dirla alla Don Rodrigo, « la sua carovana » ? — SI, ma prima di quel 1810 che appunto segna il suo ritorno alla fede. Ritorno, non conversione, perchè l'autore dei Promessi Sposi ebbe un'educazione cristiana nei collegi dei Sòmaschl e dei Barnabiti nel quali fu certamente praticante. E dopo averci parlato, dando¬ cene l'esatta portata e documentandone le fonti, del cosidetto miracolo di S. Rocco, avvenuto il 2 aprile 1810, giorno delle nozze di Napoleone I con Maria Luisa, allorquando, smarrita la moglie nella calca parigina, Alessandro riparò, affranto e angosciato, nella chiesa di S. Rocco e qui indirizzò a Dio la domanda: « Se esisti, rivelati a me, e salva la mia Enrichetta! », dopo la quale, ottenuta la rivelazione divina, usci di chiesa credente e ritrovò la moglie sana e salva. — Il miracolo di S. Rocco — continua l'intervistato — a ricordo del quale, il 21 dicembre scorso, venne solennemente murata in un pilastro di quella chiesa una significativa lapide, alla presenza del Cardinale Arcivescovo di Parigi e del Nunzio Apostolico, non fu un colpo di fulmine, ma piuttosto una grazia che illuminò una intelligenza Che s'andava preparando attraverso severi studi, correlativi alle conferenze Che un sacerdote italiano, Don Dégola, teneva alla consorte che desiderava passare e.passò dal cristianesimo calvinista al cristianesimo cattolico, e una volontà che desiderava ardentemente la fede. — Dunque, una vera figura di santo? — Queste dichiarazioni appartengono alla Chiesa che ad riguardo e severissima nel suol processi. Possiamo desiderare, e gli italiani di oggi, gli Italiani del tempo fascista, cosi vicini e sensibili agli eterni valori dello spirito, non possono non condividere l'augurio, che l'Università Cattolica di Milano prenda l'iniziativa di istituire il processo informativo sulla vita 6 le virtù del Manzoni. Esso non Implica nessuna dichiarazione di santità o meno: è l'istruttoria di un processo, la quale è sempre utile, almeno come documentazione. L'autore degli « Inni sacri » non ebbe una vita movimentata: ma nell'ambito della famiglia, nel grandi dolori che lo colpirono, nella vita che condusse in piena coerenza con le dottrine cristiane 'professate, dimostrò di essere un cristiano ohe io non esito a definire eroico. Anche 'perchè, in pieno '800, ci voleva del coraggio a essere praticante alla maniera integralisslma quale fu quella dd Alessandro Manzoni. Concludendo, non ho che da ripetere quello ohe già scrissi sull'organo della Santa Sede. Il senso di meraviglia ohe può nascere dal^a mia proposta deriva dalla sopravvivenza'di un concetto tutto fantastico e archeologico della santità: Piace figurarsi il Santo come un perfettissimo. Di perfettissimo non v'è olle Dio. La Chiesa presenta, 1 suoi alfieri uri poco come i primi della classe, 1 modelli per l'imitazione e l'emulazione di quelli ohe vengono pigramente nelle seconde •Ile.' •' •• "-»£•-• -—*-»•■*- Gli avvocati del diavolo sono sconfitti.... Ringraziamo don Cojazzi della sua tanto esauriente delucidazione, e ci congediamo da lui, scendiamo da Val Salice, pienamente convinti che una seconda e maggior gloria possa posarsi sulla figura Immortale del caro e grande Manzoni, lieti ohe della bella iniziativa si sia fatto auspice e patrono affettuoso un dotto religioso di cui Torino si onora. Leo Pestelli

Luoghi citati: Milano, Parigi, Torino