Italia e Germania

Italia e Germania Italia e Germania Mussolini: Due nazioni che credono nelle forze dello spirito Berlino, 3 gennaio. H fascicolo di gennaio della Neue lAnie dedicato completamente all'Italia, di cui abbiamo dato una breve notizia sabato sera, è uscito ieri. Vi hanno collaborato eminenti uomini politici, pubblicisti e scrittori dei due Paesi fra cui il senatore Volpi, l'on. Bonoml, Angelo Gatti, Rosso di San Secondo, Mirko Ardemagni, Herbert Borch, Riccarda Huch e altri. Il fascicolo si apre con le seguenti parole, del Duce: « L'Italia e la Germania sono due Nazioni che credono nelle forze dello spirito. Qa questo Credo costruiscono l'avvenire. Mi compiaccio cordialmente con la « Neue Linie » ohe di questa forza creatrice della nostra vita nazionale fa il ©entro del suo numero speciale dedicato all'Italia. Solo quei popoli ohe si conoscono e si comprendono possono essere gli annunciatori e i creatori del nuovo ordine europeo i). Seguono alcune dichiarazioni di Goebbels. «L'amtcteto /ra lo Germania e l'Italia — scrive il ministro della propaganda del Reich — non è un interessato accordo di due nazioni come troppo spesso furono le intese politiche di altri tempi. Essa invece è sorretta da uno spirito nuovo e affine che ha il suo fondamento nella storia e nella forza propria dei due Popoli. Questo spirito venne richiamato in vita e reso operante nella storia dall'azione di due «omini sorti in ore gravi. Saluto perciò il numero della Neue Linie dedicato all'Italia giacchè esso si propone di mostrare il volto della giovane Italia e dietro ad esso quello « eterno» dei popolo italiano». Il numero speciale contiene anche una intervista che il Ministro delia Cultura Popolare on. Alfieri ha concesso al direttore della rivista . berlinese. Accennando ai rapporti fra i due Paesi il Ministro ha fra l'altro detto: « L'asse Berna-Berlino non è e non deve essere solo un asse politico; è anche sopra tutto un asse morale, spirituale e colturale. Hitler e Mussolini non sono solamente i Capi, le viventi e geniali espressioni di due grandi costruzioni di due grandi epoche poli Oche che tanti molteplici aspetti hanno in comune» ma sono altresì gli esponenti di due grandi Nazioni civili che sul piano culturale trovano e ancor più troveranno motivi di intesa, di comprensione, di creazione altrettanto fecondi come quelli che hanno consentito l'intesa sul piano, politico». La politica monetaria e lo spirito dì Versaglia Un articolo del dottor Schacht Berlino, 3 gennaio. Il presidente della Relchsbank dott Schacht ha scritto per la rivista dell'Accademia per il diritto germanico un articolo destinato a suscitare grande interesse negli ambienti politici e finanziari. Schacht ricorda che il sistema della valuta oro fu introdotto ed applicato su vasta scala già prima della guerra. Esso non è una invenzione capitalistica nè un dogma, ma soltanto un mezzo tecnico opportuno per l'ordinamento monetario internazionale e per le relazioni economiche tra gli Stati. L'introduzione di questo sistema si basava, soprattutto, sulla fiducia che nessun Stato potesse modificare la base aurea della sua valuta e con ciò violare le regole esistenti. Nel dopoguerra si è tentato invano di trovare un nuovo ordinamento per la situazione monetaria internazionale. H ricorso alle divise auree fu soltanto una mezza misura. Gravissime furono le ripercussioni della politica completamente sbagliata delle nazioni vincitrici. E' certo, dichiara Schacht che 11 tempo non è ancora maturo per poter attuare un nuovo ordinamento dei rapporti monetari internazionali. Bisogna che lo spirito di Versaglia, non solo politicamente ma anche economicamente, sia superato: bisogna prima di tutto sanare la situazione dei debiti internazionali, trovare un migliore regolamento per quanto riguarda le proprie materie prime, regolamento intimamente legato con la necessità di restituire alla Germania le sue colonie. Solo cosi si potrà por fine alla crisi economica generale. Ma qualunque sia per essere la forma Che assumerà l'ordinamento monetario in avvenire, Schacht è convinto che si dovrà sempre rimanere sulla base oro. Il sistema che è stato proposto, della valuta indice, è da escludere, come pure quello della valuta-argento o del bimetallismo. L'oro intanto è la base più appropriata e sicura in quanto ancora oggi è l'unico mezzo di pagamento riconosciuto in campo internazionale e non può essere sostituito da nessun altro. Naturalmente, continua Schacht, le banche di emissione devono agire secondo il regolamento delle valute auree. tgpIig