L'ammasso obbligatorio

L'ammasso obbligatorio L'ammasso obbligatorio del granoturco n prezzo stabilito in L. 88 II ql. -- Prodotto sottratto alla speculazione ■■ Contributo alla Indipendenza economica e alimentare Brillanti, tome è noto, sono stati 1 risultati conseguiti dalla coltura granaria per effetto dell'azione promossa dall'insieme dei provvedimenti imperniati sulla Battaglia del Grano cosi decisamente impostata con oculata visione delle nostre necessità economiche ed alimentari fino dai primi anni di Governo Mussoliniano. Non poteva perciò mancare, man mano che andava creandosi la nuova struttura corporativa di tutta la Nazione, un analogo vigilante interessamento per la coltura del granoturco, il cereale dopo il grano di maggiore importanza per superficie investita ed entità della produzione complessiva. Fu cosi che nel Concorso del Grano e dell'Azienda Agraria al granoturco fu riservato un posto notevole e che nel frattempo anche dalla Confederazione Fascista dei Lavoratori dell'Agricoltura fu indetto un concorso per la migliore coltivazione del granoturco, mentre venivano intensificati dalla Stazione di Maiscoltura di Bergamo gli studi per la ricerca di varietà più produttive e più adatte alle diverse condizioni ambientali. Ma, come per il grano, anche per il granoturco tutto ciò non era sufficiente a stimolare una intensificazione della coltura: era necessario dare agli agricoltori la sensazione che questo cereale sarebbe stato sottratto a manovre speculative e che per esso sarebbe ' stato corrisposto in qualunque momento un equo prezzo corrispondente al corso di produzione. La Corporazione dei Cereali perciò nell'ultima sua riunione sotto la presidenza del Duce stabili l'ammasso obbligatorio del granoturco, fissando in L. 98 il q.le il prezzo da corrispondersi ai produttori. Ora che il raccolto in alcune repioni d'Italia si sta effettuando e che nel Piemonte esso è prossimo ad effettuarsi, è interessante rilevare l'efficacia, che tale provvidenza indubbiamente avrà sull'incremento della coltura del granoturco. Il dott. Facca nell'ultimo numero della rivista « Autarchia », attiva palestra di studi di ogni nostro problema autarchico, ci segnala le vicende subite dalle quotazioni del granoturco dal 1913 in poi con oscillazioni fortissime, che non potevano non recare pregiudizio ad un costante interessamento degli agricoltori verso la coltura del granoturco. Infatti dalle L. 18 del 1913 si passa ad un massimo di L. 123 nel 1925 per discendere a L. 51 nel 1933. Si risale poi gradualmente negli anni successivi, Balvo un lieve regresso nel 1937, a L. 90 nel 1938, prezzo quest'ultimo fissato in sede corporativa, ma che, essendo il prodotto lasciato al libero commercio, non veniva, con danno dei consumatori e senza nes¬ sun vantaggio dei produttori, praticato dagli speculatori, i quali effettuavano vendite a L. 10-15 in più del prezzo stabilito. E quanto danno risentisse l'agricoltura da quest'ultimo fatto è facile constatare, riflettendo che solo il 50 per cento della produzione rimane presso gli agricoltori per i bisogni loro e delle aziende, mentre la parte restante, impiegata non solo per l'alimentazione umana, ma in larga misura per usi zootecnici, passava finora attraverso il commercio. Occorre inoltre tener presente che la produzione, la quale annualmente oscilla intorno al 30 milioni di quintali ed è ottenuta dalla coltivazione di circa un milione e mezzo di ettari (con una produzione unitaria media di q.li 20 Ha, assai bassa in confronto a quelle che sono le possibilità di una coltura razionalmente praticata) non è sufficiente al fabbisogno Interno calcolato sul 32-35 milioni di quintali all'anno e che, per le necessità specialmente dell'industria zootecnica, è destinato ancora ad aumentare. Ingenti quantitativi debbono quindi annualmente essere importati dall'estero per valori complessivi, che talvolta si avvicinano ai cento milioni di lire. Attuata la politica degli ammassi anche per il granoturco, avverrà perciò, come per gli altri prodotti ammassati, che gli agricoltori, avendo la sicurezza di collocare ad uh prezzo rimunerativo la propria merce, saranno indotti ad ottenere un maggior tornaconto economico non da fallaci fenomeni speculativi (cosa da cui del resto esulano gli agricoltori), ma da maggiori produzioni unitarie, che una tecnica appropriata può dare. Le modalità dell'ammasso sono state stabilite in accordo tra il Ministero dell'Agricoltura e il Comitato Tecnico Corporativo dei Cereali, che specificatamente per l'attuazione pratica si varranno del settore della Cerealicoltura della Federazione dei consorzi tra i produttori dell'agricoltura; tali modalità dovranno tener conto delle particolari caratteristiche del prodotto da ammassare e delle disponibilità di locali adeguatamente attrezzati. In Piemonte, dove la coltura del granoturco occupa 150.000 ettari e dà una produzione di circa 4 milioni di quintali, gli agricoltori considereranno opportunamente i vantaggi derivanti dall'ammasso del granoturco cosi come predisposto e sapranno trarne le conseguenze per intensificare nel prossimo anno la produzione di questo ■ cereale, contribuendo, anche con il relativo incremento dell'industria zootecnica, all'autarchia alimentare della Nazione quale è voluta dal Duce. Carlo Bondon

Persone citate: Carlo Bondon, Duce, Facca

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Piemonte