Troppo brillante

Troppo brillante Troppo brillante Essere moglie e madre è cer-| t, ,ii| tlIKIIIIIIIIIIItIKIIIIMtMIIIIllllllllio bellissimo — diceva Ginevra—ma non basta a una donna, quan-'do essa ha una personalità. Igabile. E aveva dovuto avvezzarsi per tempo a respirare in una atmosfera di successo. ad avere Parlava per se, perchè lei ceil'aveva la personalità, era inne-1sempre, intorno, gente che l:am-mirava, la lodava, le riconosceva un fascino speciale, una forza diattrazione tutta sua. Così, fin da fanciulla. Tanto che al suo ma-Ilimonio con Gaddo, la gente erarimasta estremamente stupita :una stella Come lei che prodiga-iiitori erano rimasti estremamen-te stupiti quando il giovane ave- va'avanzato la sua domanda, e, illesi alla sprovvista, per non ri- gpondere subito con un no scor- tese, avevano chiesto tempo per riflettere. E riflettendo avevan dovuto riconoscere che Ginevra aveva già ventiquattro anni e chela domanda di Gaddo era preci- samente la prima. Come mai. con tanti vagheggini intorno, tanti animiratorif... — La verità è,—disse la ma- dre, non senza amarezza — che tu sei troppo brillante in tutto, nel tuo genere di bellezza, nella conversazione, nel gioco, neg'iva luce, solo con un volger d'occhi, sposare un giovane oscuro, semplice, serio, modesto, senza proprio niente di notevole!... , Del resto, anche Ginevra e i suoi ge¬ te, superiore a loro. Ec<:o perchè sports. E gli uomini hanno pau-ra di una moglie troppo brifian-finora nessuno ti ha chiesta. — Dev'essere certo così — am- mise il padre, rhe dava sempre i:„ ragione alla moglie. -| —Bisogna'dunque ammettere| llll IlIMIlllIMMIIDIIIIMMIMIMItKKIlMIIIIltlll lF ——concluse Ginevra—che Inni-1 -' co a non avere paura di me e| IGaddo, e che sarebbe bene Io |a e eisposassi, a scanso di rimanere zi-j-1 tella. E così aveva fatto. _ IEra stato del resto un matri-.imonio felicissimo, quantunque1-,Gaddo avesse seguitato a non ave- a Ire nessuna paura delle qualità i, troppo brillanti della moglie, au-a zi, forse per questo. Che uomo-latrano, diceva Ginevra a se stes- ajsa le poche volte che pensava ai:: marito, un uomo incredibilmente I-! occupato, taciturno, un po' tra-sognato, che in casa non si faceva sentire. Quando c'era qualcuno in salotto egli faceva il suo dallacucina, per uscire, e non vederenessuno. — Che orso I... — ella -1diceva, ma in fondo era conten-- ta che non si facesse vedere, la', gente l'avrebbe trovato troppo- meschino a suo confronto e leir- ne avrebbe sofferto. Lui no, per-r che sembrava considerare tutten quelle visite, quelle conversazio- a >>i, quei comitati, quelle ritlllio- e'", co" l'indulgenza silenziosa che i- certuni hanno verso i giochi dei n fanciulli. Cu uomo singolare, ri- ti poteva a se stessa Ginevra, bco- tendo il capo pero doveva rieo- a- noscere eh egli era pieno, verso e di 'ci, di delicate premure e che o, non avrebbe potuto essere più a amorevole di quel che era stato, 'ijalla nascita del loro piccolo Sii-, l ¬ è Silvanoera un giovinetto silenzio- u-'vano. n-1 E gli anni eran passati. Oraso, studioso, un po' trasognato em- disposto anche lui a fare il giroe Ideila cucina per uscire ed evitare ii i. „u_ ......... :_ Ila gente che stava in salotto. Qualcuno, quando poteva veder-iIlo, diceva: — Carino!... Tuttoii[suo padre... — e sembrava voles-1 1 ee sottintendere, con rammarico, j iche non aveva ereditato neppuri I una delle qualità brillanti deliacadre. I A !ei questo faceva dispiacere. ] e| Qne peccato!... Ella avrebbe vo-jlF I 11 11 ( 1 T f ' . i-1 luto che suo figlio avesse i sue e| CPSSi che aveva avuto lei, e che| o | crescevano ancora, anche se il i-jfj01.e Jejla sUa gioventù era pas-I salo e non si potesse più dire che:_ Ifosse il desiderio di conquistare i-. una bella donna a farla ricercare. ! e1 Anzi, pensandoci davauti allo!e- specchio, con lo prime rughe e i|à primi fili bianchi evidenti al suou-!esame spietato, provava un seuso|oidi trionfo anche più profondo, [s- una specie di esaltazione orgoglio-[aijsa: non era solo la sua bellezza,jte I nè la sua vivacità a farla centro!a-Idi tanti assedi, se man mano che ia ' passavano gli anni questi assedi !no diventavano sempre più stringen-a|ti e appassionati... rej Quell'estate Silvano era già ala ; mare dalla nonna e Ginevra nonn-isi era ancora mossa, assediata co-a'm'era ancora una volta, da unpo■ gruppo di amici e di amiche cheei'sembravano non poter muover un r-!passo, accettare un invito, pren-tejdere una decisione senza di lei, fa- o- re uria gita, nulla.. o- — Mi par quasi di essere uua he prigioniera — ella disse una vol-ei ta alla fine del desinare, porgen- i- do la tazza del caffè al marito, e o- sul viso, un poco appassito, leo- brillava quella specie di luce Fa- so Una davant i alla quale Gaddo ave- he va sempre abbassato gli ocelli,iù giacché, secondo l'opinione di Gi-o, |nevra, egli era di quelli che uoni-jpossono sopportare la luce, un o- egli disse, bevendo il caffè ada-Ipoco come le talpe. rai — Ti trovo pallida, stanca e;gio — dovresti andare a raggiun-rojgere Silvano. re — Ti dico che mi sento prigio ..: i o i ..i. o.Invera ! Semina che abbiano fame idi me. Mi vogliono divorar vivaiitutti: i Melzi, i Dorini, i Lucci... 1 Egli posò la tazza, parve esi- j tare, noi alzò gli occhi e questa i volta la fissò bene in viso dicen- co, con voce quieta: _ i I — E' inutile che quei signori ] ti tengano prigioniera. Tanto non jposso far niente nè per i Dorini,! ne per i Melzi. Sarebbe anzi bene | lo sapessero per non farti perderei dell'altro tempo. Se vuoi io posso ;Iscriverglielo, cosi questa storia :sarà finita... Ginevra lo guardava come se ! fosse impazzito. |! —Ma che cosa dici ? | —^la sì, cara, i bovini voglio- no un posto per il loro figlio mi- |nore, i .Melzi pel loro genero; in [quanto ai Lucci vogliono uu a- [vauzamento per il loro maggiore jche ho avuto la debolezza di as-! sumere, sempre per riguardo a ite. Ma adesso basta, è gente in- ! saziabile quella, non ai contentalmai. Bisogna che tu impari a di- fenderti un poco cara, ormai non sei più una bambina. n! —Che cosa vorresti dire, Gad- -!dol... Che stavano intorno a me 'per ottener qualcosa da te?... e; - Appunto. n ^ — -Ma non e possibile!... JNon -,è vero... Ma tu sei forse una po-- tenza !... | .— No, che potenza !... Non far-a mi ridere. Ma sai, avendo lavo- -jralo molto, ed essendomi cònqui- - stato un posto di una. certa ini- e portanza, mi credono influente e e; non potendo aggrapparsi a me, - che non mi lascio pescare, si ag- - grappano a te. ,! — Ma... ma da quanto questo -ìdura? ni — Da un pezzo, cara, da un n pezzo... stentava a -: la frontecon la mano.^Aliora an- Ella rimase lì che ritrovare il respiro. -jche quelli e quegli altri, ancne icoloro che semrr-- e anche coloro che sembravan considerar-a la regina della loro ra?a, dellaoro vita, l'avevano considerata aisemplicemente uno scalino su cui salire per arrivare a suo marito, a quell'uomo silenzioso, schivo. a modesto, che non ai faceva sin- tire e, senza che nemmeno lei se ine accorgesse, era diventato in- i fluente, importante, forte, po- n lente... ,! — Oh. Gaddo... e —Te l'ho detto: sei stanca. Co ei mineia a preparare i bagagli, stao ; sera ti aiuterò a finirli. E domat- Al mare ti ripo- a lina partenza serai. e Al mare ella si riposava. Sta- | va nel giardino sola, e non finiva inai di pensare a suo marito, a- sè, al passato, al presente. Non - usciva, non riceveva nessuno, n Quando vedeva suo figlio passare - per andare p tornare dalla spiage gia, sorrideva con dolcezza e or-,soglio, e diceva dentro di sè: — a tome sou felice che rassomigli a - Gaddo!.,. a! E la gente che non vede e che -'non sa distinguere l'orpello daln l'oro, badava a dire: — Povera Ginevra, si è spenta, — proprio- adesso, quando la vera luce si e era fatta in lei. I Carola Prosperi I„ , , „„ £ n

Persone citate: Carola Prosperi I, Lucci, Melzi

Luoghi citati: Ginevra