Nel paese dei santi inumani di Angelo Nizza

Nel paese dei santi inumani SULLE GEME DELL'APOSTOLO DI TAESO Nel paese dei santi inumani nelle chiese la folla non uede l'officiante che compie il rito dietro l'alto muro dell'iconostasi; prega, inuece, seguendo i canti dei diaconi che leggono su enormi libri a caratteri manoscritti, antichi quanto la Cristianità SALONICCO, agosto. « Grazia a voi e pace. Noi ren-1 diamo sempre grazie a Dio peri tutti voi, ricordandoci continua-] mente di voi nelle nostre orazioni, memori della operante fede vostra e della laboriosa carità- e della cn-i stante, speranza in Gesù Cristo 3i-\ jrnor Nostro, nel cospetto di Dio e< Padre nostro, come quelli che co-! nasciamo, fratelli amati da Dio, lai vostra elezione, perocché il nostro] Vangelo presso di voi fu non nclla\csola parola, ma anche nella virtùìqe nello Spirito Santo, e in granì lpienezza, come sapete, poiché noiìslo scriveva Paolo da Atene ai fratelli di Tessalonica. Al dir dell'Apostolo essi parrebbero quindi specchi di virtù, e anche i loro discendenti potrebbero oggi menar vanto delle incondizionate lodi che l'evangelizzatore fece ai padri loro, grano rigoglioso e mondo, senza il loglio della parabola. Tuttavia il Santo protettore di Tessalonica non è Paolo, e i tessalonicesi non lo ricordano col nome di una chiesa se non accostandogli Pietro, quasi a fargli dividere tanto onore. San Pnlo è dimenticato Prima Ai venir qui non conosce- — -.1 jummorraa, voi per vostro bene ». dUonqueste parole di caldo affet-\lssupAdndo Santi inumani. L'unico rap- presentato in atto di ferire era per ■me San Giorgio. Ma poiché sottoìla lunga ed acuminata lancia siìtorceva il verde repellente drago,' simbolo dei peccati e delle impu-\rità, consideravo il grande Santo guerriero (o guerriero Santo, come più vi piace) come un buon soldato della Causa cristiana. Vidi qui invece un Santo a cavallo e munito di lancia come San Giorgio, ma in atto di ferire un uomo, un bulgaro infedele e traditore, sia\ .... .. „- ipure, ma sempre un uomo, appai' tenente a quella miriade di infe-\deli e di peccatori per i quali il Re- [protettore di ^satanica,m7rti-\rizzato nel 307 d. C. e sepolto nel-,la città, in quella grande chiesa ìche bruciò nel 1917 e che ora si\sta ricostruendo in una pietra grigia e in certi mattoni rossi così nuovi da far rabbrividire. La tomba del Santo esiste ancora. Un tempo, raccontano i papas (preti ortodossi) sgorgava dal sepolcro una fontana di olio santo. Ma il giorno stesso dell'ingresso del turco Amurad conquistatore, si inaridì. Paolo, l'evangelizzatore è caduto nel dimenticatoio. Si conserva un grande blocco dì pietra verde dal quale la leggenda vuole che egli predicasse la buona novella, nella chiesa di San Giorgio, già tempio pagano, poi moschea musulmana, oggi monumento spoglio, disador- no, saccheggiato, unico tempio non consacrato alla fede dopo la riconquista greca. Cosi obliano i popo li. E di Paolo non rimane altro segno. E tutto ciò stringe il cuore nt •- U di tristezza, specie se si leggono\nle due tenere, quasi, materne epi-ì fstole dell'impetuoso uomo di Tar-\pso, ai figli diletti del suo cuore, '.aLa chiesa maggiore della città,} auno dei primi centri cristiani, am-\epiamente redenti col martirio, è aAghia Sofia, il tempio ove la do-',smenica si raduna la gente più ben,fscvestita per le funzioni. Da questi riti si compreiide quanto sia vecchia la Chiesa d'Oriente e lontana dalle abitudini e dalla vita dei giorni nostri, come racchiusa nelle consuetudini del primo oscuro Medio \ dEvo bizantino. Le funzioni, che pertpnoi cattolici si riducono a unajemezz'ora di messa per i greci du-usglrana dalle nove alle undici e mez-\ eza senta soste, tanto che moltals gente ha smesso di praticare. Nel a■vasto tempio un cordone verde te- vìso a metà della navata centrale nìdivide gli uomini dalle donne. Il>b' Sancta Sanctorum non è visibile d\che attraverso un'esigua porta' aperta nella iconostasi, sulla quale sono dipinti nel più puro stile bizantino, col Salvatore e con la Vergine i più vecchi Santi della Cristianità: Zaccaria ed Elisabet- ggrms.,mta, Gioacchino ed Anna, t dodici, Apostoli e poi Stefano, Nicola, \Anastasio, Agapio Anania, Basi-' fl,,',Hr, c T>n-nìi,1c-r.\,£> IC/i n I > io. I ilio, Cirillo e Pantaleone. Santi ieratici dal si\ratici dal volto impenetrabile, [/reddo, paradisiaco e quindi Ionia-1 \nna lampada ad. olio e sfilano i fe-^,deli per baciare i piedi dell'ini ma _ ìgine, là ove \contatto di mille bocche. E i geni l'icona è consunta dal cn l i a o , tori con trasporto alzano i loro bambini affinchè depongano le labbra proprio nel luogo ove alcuni di vernice; Il diàcono alla De Musset Questa folla rimane due ore e mezza a pregare nella Chiesa, senza vedere l'officiante, che compie il rito dietro l'alto muro della ico nostasi, e seguendo invece il can to e le preghiere che si rimbalzano da due tribunette laterali i can - j tori ed i diaconi, gli occhi fissi su n\enormi libri a grossi caratteri ma- ganti prima uno sconosciuto hai lasciato il segno del bacio por-'tandosi via infinitesime molecole ' o e intnoscritti, che paiono antichi quanto la Cristianità. Tutte queste cerimonie e special-, Unente la lontananza, la separa zio-i t>o\ne neua dei fedeli dal celebrante, in-ì fanno pensare ad. una religione di u-\preparazione, ad un periodo dV f'.aspettazione di neofiti non ancora in,} ammessi a seguir da vicino i riti; n-\e i gesti sacri; come i canti esegui-ìdè a cnn voce nasale sono a mezzan-',strada fra l'invocazione salmodia-ìdn,fa del muezzin islamico e il no-\dstro nobile gregoriano veramente] tcelestiale. Come presso gli ortodos-\ni a o \ diventar nasale, di testa, stridula, rtper ,luua piacevole. E fra un canto aje l'altro — durante tutto l'Ufficio -u.j alternano i salmi e le laudi — si russi, questi cantori di chiesa ìtgreca vengono da una scuola ove]ela voce è rigidamente educata a -\ escono i diaconi a leggere le epi- alstole> „ Vnnacìo della domenica e l altre preghiere, Chi legge questa - volta, e un diacono giovane. Ha e nat.Uralmente i capelli lunghi la Il>barha fluente, castana con riflessi e dorati. Somiqlia a un De Mnsset a' e a a - giovane. Penso a Venezia, a George Sand, al dottor Pagello. Legge rivolto dalla parte delle donne. Come si sa, i papas greci possono sposarsi. E' noto però che gli archi.,mandriti e i patriarchi venqono ci, cem ^elusivamente fra i monaci a, eadlrcb-' mà rfj ce/iharo. Qmato diaco o. I _ . . ^ . eacpslratse i preti che hanno fatto voto dilaino lettore non sarà mai archiman- adnHa finito di leggere. Fa il tri- 'ae, drita a-1 e-^J">. *"» * »•«» •■«#> Per » ffreci.ld_ Tutti, anche i fedeli, ne fanno tre\ii al co' (lesto trasversale contrario al'd- 'so bni nostro e cioè da destra a sinistra. E' con me un muratore che ho trovato la mattina presto nel cantiere della costruendo chiesa di San e nie o n an su a- Croce ortodosso: •— Cristo diede ai giudei che lo crocefiggevano, prima la mano destra. Il segno di Croce si fa col pollice, l'indice e il medio uniti per ildai Demetrio. Mi fa da compagno e da| r-'guida. E' entrato nella chiesa disle Sunto Sofia precedendomi. ha com-\'prato due candelotti di cera gial-'la, uno per sè e l'altro per me, e\li ha accesi di fronte ad una icona', di S. Basilio che, a suo dire, rida la vista ai ciechi. Vedo benissimo senza occhiali. Ora ho la vista as- sicurata pei' il resto dell'esistenza, Il muratore mi spiega il Segno dil indicare che non c'è che un Dio invmtre persone. Quando sono entrato sono stato t>en attento ad imitare la mia guida in tutti i gesti. Chiesa che vai, usanza che trovi. Non ho quindi fatto la genuflessione, ma mi sono inchinato piegandomi in due. Solo nel giorno di Pentecoste gli orto-\adossi si genuflettono. Ma, del re-lnnte, quante e quante usanze sono'adiverse fra noi cattolici e gli orto-\jdossi, che pure hanno la quasi to-;italità delle credenze in comune con'-rnoi, che siamo eredi di quella cat-'.pdclttltolicità che portò a Roma Pietro e Paolo a soffrire il martirio, Il dissidio pel pane azzimo Il pane che il celebrante consa- sdAmtgera al d, là dell'iconostasi non è'azzimo. L'uso degli azzimi è una\fdelle fonti di dissidio che dividono la Chiesa di Roma da quella d'Oriente. Noi affermiamo che Gesù consumò la cena con i discepoli benedicendo e spezzando il pane sPbazzimo all'uso ebraico. I greci di-\icono che, non essendo ancora so-i rpravvenuto il tempo pasquale, Ge-\lsù impiegò del pane ordinario. Con Sla genuflessione e con gli azzimi, ! drigorosamente banditi, metteremo]altre consuetudini: il battesimo per\striplice immersione, il matrimonio! ani preti, ia comunione interdetta']ai fanciulli, l'astinenza al mercoìe dì oltre che al venerdì. Questa astinenza è ora obbligatoria poiché] alle leggi della fede si sono aggiun-' decreto del governo di Metaxas^interdice al mercoledì la vendita della carne, importata dalla Jugo-, slavia. Ne beneficiano così la sa-. l r iute del corpo, quella dell'anima e la bilancia degli scambi. Igiene, fe- j de e patriottismo. C'è tutto. ] | dietro l'iconostasi il celebrante scontinua il rito. La messa non vie- I\ne detta su di un altare di forma 'tumulare come i nostri, ma su di.\un tavolo ricoperto da un lino. Il ', momento divino della Consacrazio- ne non è annunciato da ncssun suono di campanello. La transu- stanziazione awiene sensa che i fedeli se ne accorgano. Il miraco-llo, tanto grande da far tremare gli angeli, non scuote gli uominiche gremiscono il tempio e seguo-no invece il canto nasale dei dia-coni Le usanze sono la forma. Venia-mo alia sostanza del dissidio /raRoma « l'Oriente. Le cause sonotre: la supremazia papale, la que-stione dello Spirito Santo, il purga-torio. Un monaco del Monte Athos —uno di quei frati pellegrini che.sene vanno mendicando di convento in convento — un pazzo che. a quanto mi dissero, era stato as- snlto come tale dalla imputazionedi omicidio su un altro frate, uninvasato che si portava sul petto, legata al collo, un'enorme croce difèrro, quando senti (stavo in unalibreria che i monaci hanno aperto a Kariès) che ero cattolico, mi in vestì con un insulto: Papista! Conosceva questa sola parola di italiano. Se non avessi saputo da tempo che i dissidi dogmatici non servirono che di pretesto alla Chiesa di Costantinopoli per sottrarsi alla supremazia papale e che la differenza di lingua congiunta all'odio dei Greci contro i Latini, rese la separazione facile, avrei compreso che la questione era quanto mai chiara ed elementare e che è inutile studiare l'ingarbugliata storia dei concilii, delle lotte, degli eccidi, delle scomuniche, delle eresie e delle bestem- vmie profferite dai settari integrali alla maniera bizantina. «Alla mia niera» poiché si tratta di pitture abbastanza recenti. Risalgono al j600 o poco più. Tutte traggono ;ispirazione dagli affreschi del gio'riosissimo Manuel Panselinos, il 'pittore che coprì di leggende, di dell'uni e dell'altra parte Dietro l'iconostasi il celebrante continua il rito. Senza passare il limite che divide l'un sesso dall'altro, percorro la navata destra del tempio guardando su per i muri letteralmente coperti di affreschi storie, di miti cristiani le pareti dei più antichi conventi del Monte Athos, e che lasciò in eredità ai monaci un manuale, ove è detto tutto: dalle proporzioni della figura umana agli attributi distin'ivi di ogni Santo o Santa daraf\f'""rare- Un ornale dy PMura sacra in perfetta regola. Pitture ermetiche e simboliche Le pitture dei templi sono i libri degli illetterati. Su questi muri \i greci ortodossi vengono a legge i re la meravigliosa storia di Gesù, \le leggende e i miracoli dei primi Santi della Cristianità. Non c'è ! dubbio che queste pitture ingenue ]siano fatte per il popolo, sebbene \sotto il primitivismo si celino tal ! volta simboli astrusi, dal conte'mito quasi ermetico, ma sempre ]sublime di significato. Ecco una crocefissione. Ai piedi della Croce IICLé] è aperta un fossa piena di ossa ' umane, sulle quali cola il sangue s^che afferma essere stata piantala a la Croce, sul Golgota, proprio nel -, punto della sepoltura di Adamo -. Infatti, nell'affresco, il primo a le¬ rte varsi in piedi è un vecchio dalla - j lunghissima barba bianca. Il son ] gite divino riscatta direttamente \ re l'uomo che commise la prima colpa. ~ - IL allegoria va oltre, segue la Ieta genda che la croce fosse tagliata i. nel legno di un albero cresciuto l sulla tomba di Adamo, o, peggio, -Un quello stesso albero del bene e nldel male, simbolo del peccato. Qua-\le popolano potrà comprenderla? il Ripenso alla idilliaca, serena sem-1 plicìtà del Vangelo di Matteo, di e [Marco, di Luca. Quante strane soni]vrupposizioni, quanto simbolismo, o-\quante astruserie questa Chiesa di a- j Oriente ha sovrapposto alla Ban (p/icità evangelica! Comprendo, daa- i vanti a questo affresco, come Paoraj/o sia stato dimenticato, come di o \ lui non rimanga che una debole e- ! traccia nella città che evangelizzò, a-1 Ora esce il celebrante, fa un gi \ro con un turibolo ad incensare i — ', fedeli. Nella grande Chiesa si leva e 1,n canto. o Esco. Seguo il viale, appena a , tracciato, della grande piazza As- ristotelos, i cui palazzi hanno ane'rr»a da nascere. Giungo sulla via n'Egnatìa sul margine della quale, o, dentro un avvallamento del terdi<ren°- è una cappelletto detta della a\APPari^oì'° di Santa Sofìa. Era o .Questa la chiesa ove i greci, nei nds\cssdppsalunghi secoli della dominazione | turca, allorché i loro grandi lem \pli erano stati trasformati in mo i I *chee> venivano a pregare. a n a e i e, e - Entro. Davanti ad una grande icona della Vergine tutta coperta di una lamina d'oro che non lascia trasparire del dipinto se non il voi-1 to e le mani di Maria e del Figlio,iarde una lampada. La vecchiétta] che fa da custode della chiesuo- la per nulla ricca, dai pochi e po- veri fedeli, ni sì accosta e mi illu-\etra in francese i titoli di nobiltà-dell'immagine: — Da quindici secoli questa lampada arde. Non è mai stata spenta. Angelo Nizza Le strane cupole delle chiese greche: Sant'Elia a Salonicco

Persone citate: Anania, De Musset, George Sand, Gesù, Greci, Monte Athos, Pagello

Luoghi citati: Atene, Kariès, Roma, Salonicco, Sofia, Venezia