II "Messia" che prese il turbante di Angelo Nizza

II "Messia" che prese il turbante omccc I 4P wOa gWgj ài Sai II "Messia" che prese il turbante Al sabato mattina davanti alla sinagoga i vecchi "sefardim-,, ciarlano in dialetto catalano - La storia di Sabbatai Cevi che osò pronunciare il nome di Dio ed ebbe soldi e adepti per propagare la sua " novella „ SALONICCO, agosto. Ogni sabato la piazzetta della sinagoga di Bet Saul (casa di Saulle), ombreggiata da grandi annosi alberi, si popola di vecchietti in bombetta, in nero cappelluccio tondo o addirittura in berretta. Stanno cosi seduti buona parte della mattinata a ciarlare fra loro gestendo animatissimamente, con una vivacità che stona con le loro barbe bianche e la palese tarda età. Dall'interno del tempio viene il cicaleccio delle donne che parlano anch'esse animatamente sedendo nelle gallerie superiori. In fondo, presso un velario azzurro ri carnato in lsToro a strani segni, sotto la stella di Salomone che si pro-|fila nella grata di rame, dalla qua- j le il sole sfora abbagliante, rlpro- ducendone il disegno sul pavimentto, un vecchio in occhiali legge | cantilenando la Thora. | Entrano a piccoli gruppi, i Ie- i deli, e si salutano con piccoli in-! chini. Stanno a crocchi, conoscenti : con conoscenti, amici con amici, | ricchi con ricchi, poveri con poveri; seggono sulle sediuccie impagliate e, presi i libri che porge loro una specie di sagrestano, iniziano la lettura cantata dei vecchi salmi. Non pare un luogo ove ri I 'a 1 Un luOgO di ntTOVO _ si venga per pregare, questo, ma'un grande ambiente riparato dal i sole, ove ci si trovi a parlare di [affari, a combinare matrimoni, al leanze di famiglie e di Interessi. Ecco infatti un nuovo venuto che si accosta ad un crocchio: uno solo dei lettori continua, gli altri sospendono il canto per salutarlo, stringergli lungamente la mano, chiedergli forse notizie della famiglia, di affari e di altre faccende. Il Dio di Abramo, di Isacco e dl Giacobbe non è più terribile e vendicativo come un tempo, si vede; si è allenato alla pazienza. Può aspettare! Il canto sarà continuato dopo. Non ha nulla di bello, questo canto: è una cantilena che si prolunga su dl una nota per salire ad un tratto In un gorgheggio stridulo e ridìscendere monotona sullo stesso registro, mentre le parole si sgranano veloci dalle labbra grosse, spesse, distintivo della tribù di Simeone, cosi come 11 naso a becco, gli occhi ovati, i grandi piedi e le grandi mani sono i segni palesi dl appartenenza alle tribù di Giuda, di Beniamino e di Zàbulon. Cinque bambini con il berretto delle scuole greche sono nel primo banco; stanno composti, silenziosi, con l'aspetto un po' triste dell'infanzia malaticcia. Sono gli unici che non si agitano, che quasi non ognunoper conto proprio. E, senza che questa strana discorde preghieracessi, entra un rabbino con ber- retto a pera di velluto nero, gran de veste dalle ampie maniche, bar sentono il coro discorde" di tutti iquesti crocchi che cantano salmi diversi su motivi diversi, ognunoba nera .occhiali d'oro. Entra a passo lento, fa il piccolo inchino rituale e quindi sale i gradini di una specie di alta predella posta in mezzo alla navata centrale, qua si in fondo, presso la porta. Trae da un armadietto un ventaglio esi pone, sempre con estrema calma, a sedere su dì una vecchissima poltrona sgangherata, coperta di uno stinto tessuto a fiorami, rotto in più punti, che lascia sfuggire il crine e le molle, come un povero mobile che possa vantare ampiamente diritto alla giubilazióne e al riposo in un onesto solaio. Si fa vento, il rabbino, si fa vento e non bada a quanto gli avviene in-1torno; reclina il capo sul petto e |chiude gli occhi. SI direbbe che\dorma, se il ventaglio non avesseìquel regolare, calmo movimento clic la gialla ossuta mano destra gii imprime. Non dorme, medita, il rabbino dal naso sottile, dalla bar- ba nera e lucida come l'antracite, |dalle spalle incassate, segno distin tivo della tribù di Issachar. E' un sefardim purissimo, come lo sono tutti i suoi fedeli, abitanti del rione dl Kalamaria, la parte nuova dl Salonicco, coperta di ville e di giardini, ove abita la gente facoltosa. E infatti i fedeli della sinagoga di Bet Saul sono i più ricchi fra 1 40 mila e più ebrei che abitano a Salonicco: i rimasti degli 80 mila censiti nel 1912. Neppure uno di questi ebrei par- I falangisti ellenici, pattuglia di punta nella lotta antisemita a il yiddinch, l'esperanto della Diapora nell'Europa centro-orientale. Tutti parlano lo .«ponto/, il dialetto degli ebrei disseminati lungo le coste del Mediterraneo, quello spaniel che si sente sulle bocche dei mercanti in certi fondachi di Barcellona, nei fonduk di Algeri o Alessandria diEgitto, o al Gran Bazar di Istanbul ove, nelle novantadue viuzze di quello strano I mercato coperto, la metà circa delle botteguccie è in mani ebraiche. Chi sa lo spagnolo (e nessuno qui sospetta che sia nota una lingua di un Paese che non ha rapporti jcon la Grecia e che non ha turi-1sti) comprende perfettamente que-1sti sefardim e, nel contrattare con essi una merce, se tiene gli orec-chi aperti, può benissimo cogliere a volo gli avvertiménti che il ne-goziante e l suol famigliari si co^ municano ad alta voce, senz'om- successive offerte ^a seco" e secoli sono qui e nel paese hanno profonde radici, sebbene 11 governo di Metaxas sembri osteggiarli; sebbene i mercanti greci facciano loro da qualche anno una guerra serrata, giungendo a preferire, piuttosto che mettersi in rapporto con ebrei, anche più costose merci tedesche che bra di sospetto, e regolarsi in con-seguenza nel fare o non fare le i... offrono la matematica certezza dinon passare per mani intermedia- rie ebree. Hanno qui profondissi-me radici, commerci avviati (11 trenta per cento dei traffici è in loro balia). I greci ancora 11 chiamano cifut, nome infamato, tipicamente turco e divulgato dai turchi in tutto l'Oriente. Il Governo dittatoriale, salito al potere il 4 agosto 1936, ha determinato, specie nei primi tempi, l'esodo di molti ebrei e troncato le ali ad ogni nuova iniziativa commerciale di quelli rimasti to sale V in terra ellenica, i Specialmente in seno alla * Giovi-inezza Ellenica», il movimento o-|stile all'elemento ebraico è più pa-lese. Fra gli inni del falangisti gre-: ci uno dei più cantati dice testual-i mente: M1/ . 'Iti i« Vattene, Clfut ! »}* Se ti piace, cifut, ripassa ancora di qui. Ti prenderanno i falangisti e ti bastoneranno a sangue e verrai condotto alla Croce Rossa. Avanti, cifut, vattene, va via di qui, se no ti metteremo sot- cantano ie Testualmente cosi Giovinezze elleniche, sfilando'ogni domenica dinanzi ai negozi chiu-si, ove, su grandi insegne, spicca-nó i più noti nomi degli ebrei spa-gnoli trapiantati in Oriente. Ma in tutti questi secoli che seguirono la loro fuga dalla Spa- assal più difficili di questo. Nessuna meraviglia, quindi, che essil'ondata antisemita che special mente in Macedonia è quanto mai forte, oggi, sostenuta sotto sotto i:""";: '"ta stessa "salonicM" |u rtrelCo ft^S=u eDrel Jlann° passato momenucomoon^ano di fronte al-non Sl scompongano di fronte al-,nnr n„ -^WrtVr.~n"ti iS? SnJM^a^JS^^^L^m.cl di questa razza. La domenicama fnrinnr, Hi >,nU »^<,n«.n=,v,n0 rt»igi godono di una snapenmone delprlma di Natale a Salonicco i ne-gozl godono di una sospensione del riposo festivo. Proprio nel 1938, intaie domenica, doveva avvenire da parte di falangisti in borghese, la distruzione di molti negozi Per un pelo la cosa non duta. Il giorno precedente, è l^Jte im talo» dà provwsamente, 11 governatore de 1- la Macedonia, senza aspettare i-struzioni da Atene, ordinava la chinali™ B-pnorato nói „„„n,i a!1i SKIinolL^'rS^da!» rovina P°P°laZ10ne 6 bralC " dalla rovina. Gli ebrei di Salonicco hanno izassato, dicevo, ben altre traver- vie, specie sotto il dominio turco, v governanti mandati dal Sultano I pi odiavano e li disprezzavano pro-jnondamente. Hagi-Kalfa, sapiente'surco di Costantinopoli e gran te-{roriere di Amurad IV, scriveva;cproprio su Salonicco queste paro-1 qe: « Il grande numero di ebrei è {pina macchia per la città, ma il jtprofitto che si trae dai loro com- smerci fa chiudere un occhio ai ve- nrl credenti ». Non mancavano pe-ltrò, malgrado questa interessata, evantina tolleranza, le persecuzioni, l massacri, i saccheggi nelle case ebree. Gli ebrei ne videro di belle particolarmente attorno alla fine del '600, dopo il movimento creato in tutto l'Oriente mediterraneo da Sabbatai Cevi, figura quasi sconosciuta agli Italiani, ma di tale interesse, di cosi significativa luce, da meritare che se ne faccia menzione. Sabbatai è stato l'unico falso cftmessia dell'era volgare che abbia1 avuto un certo seguito e abbia la- sciato, dopo la sua morte, degli a- depti, provocando nel mondo e- bralco del suo tempo un movlmen- to tanto importante da far aprire gli occhi al Gran Turco e ai Vene- ziani, a Califfi e a Pascià. Fece rumore. Con astuzia e colpi di sce- na, con teatralità e gigglonerla, iseppe polarizzare l'attenzione di;tutti i suoi contemporanei. Ma vai imeglio raccontare in breve la sua|vita. I Nella seconda metà del '600,!Mentre ancora in Spagna infieri-vano le persecuzioni antisemite, mentre 1 turchi tenevano sotto undi ferro specialmente gli giogo ebrei, anche se marrani (cioè convertiti) specialmente ad opera dei cabbalisti e fra questi di Luria e di Vital, In tutte le comunità ebraiche si aspettava il messia. Anche le credenze cristiane e gli studi in-to,'no all'Apocalisse joannita pre | vedevano attorno al 1666 la coniIParsa dell'Anticristo; anche le 'profezìe musulmane avevano proI^S8-10 nei maomettani la creden za cM un Mal>di (agitatore e con-'dottiero) dovesse venire intorno aquegli anni ad impugnare la bas¬idiera verde del Plofeta e capeg-W^',tan,toM "^:^Himico. Una grande aspettazione, In-somma, era in tutto l'Oriente. Leg-isende e P^ezie, credenza e su-1perstizionl al incrociavano fino acreare quell'ambiente propizio a-gli avvenimenti estremi e al sor-igere di figure alle quali facilmen- ì"» 11 P°P°'° ignorante avrebbe do-«WWffi* meravigliose fa-Ì^ misteriosi poteri % autorità,, " I >. > i . | // nome Jahv.é incontrastata, i ' Nel 1628 era nato a Smirne Sab- | batai. figlio di Mardocheo Cevi, J5^^^n^TSmS«^f^1 som dotato m «n-lhSffi 2 Ili Zn . quasi femminea, di temperamento Jps copatico, già erudito e nella Thorl e ne la cabbala, entrò come „i-„„L . • l ^fSiM 2Xj?5ff£ stmi[.nfa j^'n.f^J fu |na e specialmente dall ammira- zione dei fedeli che si entusiasma- vano al suono della sua bellissimavoce, talmente fu invasato dalle profezie che annunciavano la ve nuta dell'aspettalo, che si convin- se di poter operare miracoli e si ritenne il messia stesso. Fu cosi che un giorno di festa del 1648, quando la Sinagoga era gremita, pronunciò ad alta voce il sacro tetragramma, il nome di Jahvé. Fu sconfessato, bandito dalla coralinita, cacciato. E riparò a Costantinopoli ove conobbe Abraham Ja chini, che diventò suo adepto e gli forni un prezioso antico manoscritto ove la descrizione del messia a venire era in tutto il suo ritratto. Col prezioso documento, Sabbatai Cevi venne a Salonicco (1651) ove rimase otto anni e cominciò 5 IS^3^ferenarato ad B^Mollierè^Ifa^ose! mPochi erano IKbmtt ■£me, rocni erano gii abitanti gre-composta in massima parte :l. pòchi"! tùrck°LA~popóìazro'nedimarrani (allora questa^città era, con Livorno ed Amsterdam,11 ri-fugio degli ebrei) influenzati dal- le teorie di Luna e di Vital, lo riconobbe come inviato da Dio.^o- me taumaturgo, come messia. Eb- be allievi, adepti, denari. Anche nel a Sinagoga tessalonicese vollesfidare l'alto consesso rabbinico eil nome di Dio. Mi-pronunciare —...„ ~. nacciaio di morte, riparò ad Ate-ne e quindi ad Alessandria d E-gitto, ove un ricchissimo ebreo glim!s? a disposizione quanti «ua tnm.vole affincllè continuasse la predicazione in Palestina. Ad A- Mandria, Sabbatai assunse du^ «egretari. Nathan di Ganza, fur-1 bissimo ed eloquentissimo che gli preparava le circolari da spedire alle comunità ebraiche di tutta Europa, e Samuel Primo, giovane dottissimo che lo documentò e sulla legge mosaica, e sul Thalmud e sulla cabbala e sulle scienze moderne. era dett0 cne 1uest0 messia in riTrionfo e carcereahhinnNelle previsioni cabballstichtardo avrebbe dovuto, con matematica sicurezza, sposare unl™*""» • B«"™S*1 "^X'^tHal^btatafoaWtfè Siche fa sijdl Sabbatai Cevi ce anche '» »Hen°ra Poco f.ena: a^nra, una nel- ^m* prostituta ebrea, polacca'abitante ad Amsterdam che rag-|punse Livorno e quindi tierusa- lemme' ove ba. a ai .stava p. - c. °' Per .umr&"sl !" ma . °-|mo- Nella città che vide Gesù e -'Su0 Mf^irio, Sabbatai in compaà &"!a dl Sahra 31 aggirava «eguit dai segretari e da una coorte d. Si_ m.en.and? vlta Principescéll*!}!!?*??!™^™^" ;?'cimiteri, almeno per gli occhi demondo. v Nel 1666. l'anno famoso per i — 1,,^e. cabfla Prevedeva la ri Vel5Z?ne -del TeSSÌa' Sabbata Creflett,e glUn}° " nioraento di fa re qualcosa di grosso. Spedi 1 se ! o-retari a Damasco a nrenararo-l'faTazza" e Quindi conPUri rortro P'azza e quindi, con un corteo'magnifico, tra musiche e canti ìf-IS6 ,nS"««> nella ""tà dei Ca |hffl, ove la popolazione gli tribu tft onori imperiali, raccattando a {terra le monete che egli e Sahraigettavano a manciate. E, sebbeneJl tradizionalisti ebrei gli fossero contrari, Sabbatai, destituito ilgran rabbino, fece ingresso nellasinagoga damascena ove si dette a predicare, a cantare, a commet-tere stranezze. Tante stranezzeche il Kaimacan turco, senza com-plimentl, lo trasse in arresto e lo spedl, legato, a Costantinopoli. Quivi i turchi lo rinchiusero nel castello di Abìdos le cui finestremadreperla. Ma le inferriate, sia pure di rame e a vaghi disegni, sbarrano la strada verso la liber- tà, e Sabbatai continuò ad intrat-tenere corrispondenza con molte davano sul Bosforo. Essi ebbero per lui tuttavia un certo rispetto. La sua prigione fu dorata: tappeti per terra, mobili incrostati di comunità ebraiche, certo com'era di uscire ancora a predicare il suo verbo, E gli adepti fioccarono, anche a Costantinopoli. Circolò la voceche la sua persona emanasse luce e di notte, dietro pagamento di una moneta d'oro, molti e molti ebrei e musulmani si facevano portare in barca sul Bosforo perandare a « vedere la luce > che usciva da una finestra del castello [nidi Ahidos. Gli affari però si met-!vltevano male. Un altro Messia sor-1prse in Polonia e Sabbatai non rlu- gl sci per lettera a mettersi d'accor-1 nudo con il concorrente esc/ienasi. |un Diramò allora una circolare nella i e quale si definì il verbo incarnato, i suil re del mondo, e non mancò, di-ipu stesa avanti a sè una carta del- in l'orbe conosciuto, di dividere le fe terre, assegnando a sè e ai suoi | re fedeli domini e corone. B Il Sultano, già in grandissimiImfastidi per la guerra con Venezia, ' gdurata sanguinosissima a Cipro! dal 1664 al 1669 e della guerriglia e che ancora gli faceva sui mari la co gente veneta, per evitare le noie c e tagliar corto alla questione che g metteva a soqquadro i suoi do-jn mini, si fece condurre un giorno aSabbatai. E quando lo ebbe in-;nnanzi gli ingiunse, pena il carcere, 1a vita, di provare con un miraco-|frlo le sue qualità messianiche, prò- ; pmettendogli per contro di abbrac-jr|ciare la sua fede qualora il prò-;sdigio fosse avvenuto. Sabbatai scredeva di essere un taumaturgo. I pMa, come tutti coloro che lo ere-iddono, non lo era. Egli però, per ]aatavica accortezza, tra l'impossi-j bilità di far prodigi e l'idea di fi-l nire al fresco, scelse una terza vla: abbracciò la fede islamica e prese il turbante. L'astuzia non gli valse, come non gli valsero a nulla quattro anni trascorsi con un piede nella staffa musulmana e l'altro in quella messianica a suo uso e consumo. Il Sultano, che pure Io aveva preso in simpatia, infastidito dalle sue turbolenze lo fece gettare nelle celle del carce re di Elbassan e poi in quelle di Berat, ove Sabbatai Cevi, bellissi- mo campione patologico, morì nel giorno di Kiepur dell'anno 1674. t 3UOt adepti in tutto l'Oriente e specialmente quelli di Salonicco continuarono le loro strane prati cne religiose un misto di litur- gja ebraica, cristiana e musulmajna ^_ ma vennero a discussione, a parole violente e quindi alle ma;nj con gj; ebrei ortodossi. Nel , 1686 un eccidio notturno iniziato |fra je due parti in lizza e coni; piotato dai giannizzeri, fece corjrere per le strade di Salonicco il ;sangue dei figli di Abramo: un sangue denso, rosso, dall'odore I penetrante, sangue di quei sefaridi,,,, cne si ritengono gli eletti fra ]a «razza eletta*, j l Angelo Nizza

Persone citate: Berat, Bet Saul, Gesù, Giacobbe, Hagi, Luria, Samuel Primo