"Per favore, non entrare,,

"Per favore, non entrare,, Vita segreta delle spiaggie adriatiche "Per favore, non entrare,, Suore al mare : due per due, processionalmente, andavano verso l'acqua; ma il loro capo non era abbassato, i loro passi erano vivaci pur nell'impaccio dell'ampia tunica ; guardavano attente il sorgere del sole (DAL NOSTRO INVIATO) CATTOLICA, agosto. In un sito giulivo che non dico: la spianala delle monache. Con Barbara ci andammo di piattina, ancora l'alba non era suonata, si avvicinavano le vele arancione dei pescatori verso la Cattolica. Ancora l'alba non era suonata; ma il cielo, in fondo, era impallidito, il mare si colorava lentamente di smeraldo, lentamente, si colorava di smeraldo. La sabbia era di quel colore violacenere incomparabile, che assume soltanto in questi momenti fra il morire della notte ed il limitare del giorno, quando i fiori rabbrividiscono, e prima che il sole la indori. De-\serta la spiaggia, a perdita d'occhio. Sulla strada litoranea ogni tanto passava un'automobile, veloce. Deserta Ja spiaggia: ma ad un tratto udimmo dal fabbricato con le finestre cieche scendere sul silenzio un canto dolce, un fresco coro, ed io lo dissi subito al mio compagno: — Sono le suore che cantano il Mattutine. Inferriate tra ! fiori Ah perchè non festosa questa casa dove le suore di Maria San tissima convengono dai monasteri di tutta Italia — quelle bisognose di cura — per la stagione dei bagni di mare? Perchè così tetra? Così grigia, con le inferriate alle finestre inferiori, con i vetri appannati alle superiori; senza terrazze e senza belvedere? Quale severa Badessa ha approvato questa architettura da fortilizio? Eppure nel giro di terra che circonda la « Casa delle Suore di Maria Santissima », tanti erano i fiori: oleandri, garofani, ginestre, girasoli e margherite, e così festosi, e così vivacemente policromi, tanti erano che parevano cupole di fuochi d'artificio che un miracolo avesse fissato in materia fragrante al suolo. Ed i fiori ingentilivano quel sito che non dico, lo rendevano giulivo. Quanto alla spiaggia delle suore, a difendere la clausura non c'erano alte mura merlate, o gelosie di tendoni: una rete metallica circosc-.-iveva il vasto rettangolo di sabbia, ed un cartello da una parte e dall'altra diceva: « Per favore non entrare ». Pregati così gentilmente, io e Barbara non entrammo. Anzi, cercammo che in quel convento balneare non si accorgessero della nostra ricognizione, e mai discretezza fu cosi ben ripagata: che infatti vedemmo svolgersi lungo tutto il giro della giornata, dal Mattutino al Rosario, la vita balneare delle suore. Piena di immacolata poesia. Noi le vedemmo uscire dalla porta centrale della casa, subito dopo il canto del Mattutino. Come un ruscello nero e bianco, scorrere dalla casa verso la spuma delle onde, due per due, processionalmente. Ma il loro capo non era abbassato come di consueto, il loro incedere non era lento: guar- davano liete il sorgere del sole, i loro passi erano vivaci pur nell'impaccio dell'ampia tunica. Pure e serene si confusero fra loro, nacquero dalla piccola folla dei crocchi, sentimmo accendersi pacati conversari, ed ogni tanto l'argento di una risata suonare nell'aria. Un momento: e lc> campanella le richiamò in cappella per la Santa Messa. Sulla strada il traffico s'era infittito. Ora passavano biciclette, i carretti con le derrate, autocarri. Un fischio, e il treno. Un povero diavolo arrivò dal sentiero della coWina, si mise a sedere sui gradini della porta esterna della ca sa'con l'abito deìla Valenza sul volto Che fai? Tutti i giorni mi danno la minestra — rispose. — Prima mi davano anche il pane ed il coni panatico. Ma chi sa come, le no- tizie buone volano che le porta ingiro il vento, ed allora tutti i giorni ci ritroviamo qui in dieci, in dodici. Non potevano farci scialare a pranzo completo, in runti: ed ora ci danno solo la minestra. — Ma tu non hai una casa? Non hai da mangiare? — Si che ce l'ho. Ma la minestra queste suore la fanno più buona. Lo lasciammo ad attendere la tiepida e confortante minestra del- le suore, perchè queste intanto era-no ritornate sulla spiaggia. Que- sta volta vestite tutte di bianco,con cappelloni di paglia fiorenti- na. Tutte eguali, tutte eguali: e non avevano corda alle reni, noni distintivi dell'Ordine e la Crocesul petto. Quello, era il loro costa-me da bagno. . \La Vecchia Suora con I Orologio „ _ , .. , ì5*5*eliLontano dove incominciava la fila^ dei capanni già si vedeva la lenta],spola dei bagnini, e come per in-Ucanto fiorire dalla sabbia bionda]gli ombrelloni gialli verdi rossi,]bianchi, celestino strisciati di due colon, o addirittura arlecchineschii.chio signore: percHè fei vecchi signori sono . primi «accompagnarci le figliole, a balla-re ver voter noi ridire «ominiti- Z TAr&*£SS Oh al™}tempi! ». scendere in spiaggia; la sera prima non sono andati a ballare. E le vecchie signore? Le vecchie signore non hanno perduto l'abitudine, in spiaggie come queste, di Costume da bagno delle suore: nudo l'avambraccio, e la veste bianca così ampia da consentire „. „ . -rr- -i . ogm movimento. Vta il soggolo,]?» >,^„w„ 7„ „,./«„ r7„ „n '{le bende, la cuffia. Un cappellone]di paglia, in testa, l'ho detto, largo e spiegato come un'ala. Calzoni neri sino al ginocchio, gonfi. Si poteva pensare al costume che portarono le signorine di trent'an-]ni fa: ed anzi avevano in più i guanti di flio e le calze. Oggi in- vece! Questo costume pare aita- cronistico anche per una comunitàdi monache. , e , i r i . o a l a mi i o- Poi andarono in acqua. Non dicevano nulla, ma le più giovani avevano come una specie di ritrosia, un timore tutto candore, a lasciarsi bagnare dalle prime onde; poi d'un subito s'immergevano come a farsi del mare una liquida coltre azzurra. LÀ stavano, beandosi della tiepida carezza. Ed una vecchia suora con un grosso orologio in mano faceva il conto del bagno di ciascuna, poiché per le monache essendo il bagno di mare una cura, questa va fatta secondo le più rigide prescrizioni del medico, sincronizzate con le pratiche spirituali e religiose. Canto del Mattutino all'alba. Breve passeggiata sulla spiaggia. Messa semplice i dì feriali e cantata alla domenica. Indi colazione (una tazzina di caffè, una fettina di pane). Ringraziamento al Si-\ gnore per il buon inizio del di. Passeggiata in costume marino. Ba- n\gno di mare secondo le singole rn aed ? eiù la l- prescrizioni mediche. Sabbiature idem, ginnastica reattiva idem. Ricreazione. Esercizio spirituale di ringruziamento a Maria Santissima per il buon bagno di mare. Preghiera. Refezione. Coro. Riposo Ore 17 passeggiata al mare e sabbiature secondo prescrizione sani taria. Ritiro in cappella e preghiera. Ricreazione. Santissimo Rosario. Refezione. Ringraziaviento al Signore per la giornata. Ritiro in a-, cappella ed esercizi in coro. Rie- poso. o,] Sono stato bravo? Pensate che i- ho potuto ricostruire quasi fedel e mente il loro orario giornaliero, e. n'riprodurne quasi sempre il testo.] ei Due cose a tutta prima mi aorpre-\-'sero in esso: riservandogli obbe dienza, mai le suore avrebbero po- \tuto bearsi a due incomparabili o spettacoli che il Signore offre a ìtutte le sue creature: il levarsi del elisole dalla spiaggia; e le stelle d'o- ro, l'argentea luna sul mare, di se- a^ a] ,ra; quelle stelle e quella luna che n-Utanta ten«ezga nei mioH a]Ma- , )w HfletMo che i,] è . s^endore del so/e sor. e ^ „ ruJmticismo delVora ìn_ ii.ycantata che ri ie „ cje(o d|- sta. feSTftrW ^Zra dTbagM «L Mìal,bbia. Tutto U resto è fm- \minicolo. E se mai qualcuna di |esse ci tenesse ad osservare come ogni notte il cielo si illumina di lampade divine, e come s'iinporpoa-i™ l-°Z~zonte a] mattino: ^.stelle i- ed 'l pr,m0 sole Posaono forare ™}iÌaUe P*™"™ "e»e <""e c««JiE iudi e: e e dide, battere coi loro riflessi sui lettini di ferro smaltato, sul crocifisso nero che spalanca le sue braccia proprio sopra l'origliere, sul rametto d'ulivo benedetto che Suor intuii auiivo oe o,] M„j„„,„ 7 , , '{Modesta ha voluto intrecciare alla e] dj spine dj ^ Per veder meglio il sole Stelle buonissime, queste che le rlfi. e n-]suore guardano dagli spiragli rici i le persiane, alla sera. Stelle che n- non servono a dar ala ad alcun a- riferimento profano; per le suore à] esse son gli occhi degli angeli e I basta, tutt'al più ispirano una pre- ie le. o.] Io avevo ,etto ProPr'° la sera e-\tr}.^a'L^^f^J?eÌ^^^^lghiera suppletiva. Le stelle! Mail più puro pensiero fu loro indiriz- zato, al mare, di questo delle suore. e- li a el - - bella ragazza, una dichiaruzioneid'amore. « Cara Mariarosa, —seri-iveva il messere — diletta benefat-1 trice dei miei sogni, non vorrai tu|assentarti stasera appena un mo-!mento, (nessuno se ne accorgerà) j dal ballo del Grandotel? Andremo se H e . _ . M - di e di e e Jin spiaggia, sotto le stelle, ed ioliui icr a e ie n e e e- potrò finalmente dirti il vero fer-j'vore del cuor mio. - Pippo ». | Mariarosa rideva. Rideva per-! dche un'altra sua amica, Anyia,'aveva ricevuto una- dichiarazione] amorosa in cui le stelle lardella- vano la prosa, e che finiva cosi:\« Benedette le stelle, signorina An- nal Al loro puro fulgore voi sen-itirete da me commosse parole d'amore e forse potrò darvi quel bacio cui dall'ultimo lunedi di luglio — il giorno della finale di tennis, ricordate? — io anelo. Mario ». ari io pensando alle passeggiate]idilliache sotto le stelle, avevo con-]siderato che guai se quel fulgore celeste avesse illuminato veramente la spiaggia: quei ragazzi innamorati le avrebbero prese a sas- safe come le lampadine elettriche] nei vialetti di periferia, dove non\se ne trova mai una accesa a pa-\garla un milione, ed a romperle ci pensa chi arriva primo con l'innamorata. Del resto questo delle stelle non è Punico caso in cui la vita balneare delle suore sia all'opposto della vita balneare degli uomini e delle donne qualunque, Era quasi mezzogiorno: lonta no, il mare prospiciente la spiag già della Cattolica era popolato di mosconi, di canottini, di barche.iLe belle signore remavano coni languore o stavano al timone, le isignorine ci mettevano più ener-.già, maggior impegno; gli uomini dirisreraiio la navigazione e al ri-I torno pagavano il noleggio. Sulla spiaggia delle suore, invece, non c'erano mosconi arenati, nessunalbarca. Ma siccome il medico pre-1pósto a dirigere la cura evidente-\mente avevu prescritto la sanai ginnastica dei remi a qualche suo-jra, ecco sulla spiaggia tre canotti\da camera, di quelli coi remi al recupero elastico. Tre suoline gio-'vani giovani, dolci, remavano con impegno sulla sabbia, come se,avessero acceso una gara, e non avrebbero saputo mai chi di loro\sarebbe aiTivata la prima, e guar-\davano -il mare palpitante cosi vicino! — Suor Agnese, un poco più piano! Suor Agnese era infiammata nel volto dallo sforzo, ed accanita remava come se il canottino sfrecciasse verso il traguardo. — Suor Mansueta, siete voi che andate troppo adagio! — Anche suor Clara fa la remata placida come me, suor Agnese. a |n"to Si vfdev?. >ecchìa suora l*^S!t !!!*"."„_ .?e™~ ■ il — Facciamo cosi, assieme. Uno, - du-e, uu-no, du-e.... . Ah quella suor Agnese! Ogni\iveffa, quella con l'orologio in md- ino, che la chiamava e — dolce-i1 mente — Vammonlva. L'ammoniva '|perc'iè entrando nell'acqua aveva;!ataifo ruffe due le braccia, o per- j che a mezzogiorno s'era indugiata sullo spiaggia e guardava «verso li peccati». Quel modo di dire del- j'e suore «verso i peccati» riguar-\ | dava la prossima spiaggia mon-j! dona. O perchè, quasi uno scan-( 'da,°'. nella ricreazione del pome- ] "Og^o, oh suor Agnese che avete fatto!, la sua veste, il suo cappel\lone ai paglia spiccavano fra tut perchè aveva ristretto la cinta ide"a runica, perchè aveva rialza fo col ferro le ali del cappello di paglia? A quest'ultima osservazione vidi che suor Agnese rispondeva mansueta, ma ridendo; e forse — pensai — aveva risposto alla Superiora che le ali del cappel .]'? le aveva rialzate non per con- ]dannevfe wtin*° *} ^ per veder meglio il sole ed il mare. IA quell'ora, invece... IVerso sera, s„Ha strada passaÀ] rono ragazze vispe con loro vi-'\3pi compagni in bicicletta ed in \tand&m_ ceva suor Agnese. - Suor Clara! jAndiamo anche noi in bicicletta ? |— Suor Clara — sentii che di- — Oh si! CI farà bene! E suor Agnese entrò nella casa dopo poco ne uscì trascinando due e biciderfe da palestra: telaio, ma-jnubrio, pedali. Senza le ruote. Ma se avessero avuto bicicletteQvere non avrebbero fatto mille metri. Poiché la cdmpanellina del- ila cappella suonò, e le chiamava,,i per il Rosario. Ed era così dot-' ice, nel vespero dorato, sentire in- .vacare Stella mattutina ora proi nobis!... I Sulla spiaggia s'era rifatto il deserto. Che pace! Una suora, lenta, venne a ritirare gli attrezlzi ginnastici e prima di rientrare 1sol/evo gli occhi al cielo, ferma \stette a rimirarlo, come curiosa i di quello spettacolo. Poi sparì nelj/a casa, chiuse il portone in faccia \alle stelle. l Era l'ora in cui le signore scen'dono alle tavole dei Grandotel con le loro tolette migliori, luccicanti, ,e gli uomini pensano che bisogna pure passare la sera, e le signo\rine non si ricordano se l'hanno \pro'tiesso a Pippo o a Lauro, il l e . primo ballo... e * Buona sera contessa, buona sera commendatore, Signora buon appetito... ». .Rumore dei tappi in aria, delle stoviglie, delle posate. Chiacchiere, risatine, inchini. L'orchestra è allegra; violini e pianoforte, con un po' di trombetta, raccontano: « Passeggiando per Milano... ». Attilio Crepas Disegno di Barbara \ i l ttlisBpsmmfnfmdlemedn— — ! lar«svbitmntUbtl Come un ruscello nero e bianco verso la spuma delle onde... Il primo sole può filtrare attraversa la finostretta con la grata

Persone citate: Attilio Crepas, La Vecchia, Mattutino, Suor Agnese, Suor Clara

Luoghi citati: Cattolica, Italia, Milano