L'iniziativa della storia europea è nelle mani dell'Asse

L'iniziativa della storia europea è nelle mani dell'Asse DOPO L'ANNUNCIO DEL PATTO TEDESCO-RUSSO L'iniziativa della storia europea è nelle mani dell'Asse Eftetti e crollo della politica di accerchiamento - Situazione radicalmente modiii~ cata ~ Von Ribbentrop raggiungerà oggi Mosca partendo in aereo da Mnisberg Il colpo d'ariete Roma, 22 agosto. Fino a Ieri sera, nei circoli politici di Londra e di Parigi ai carezzava l'idea d'una Conferenza promossa dal Conte Ciano in vista di risolvere il problema di Danzica. Ancora nei commenti dei giornali si faceva la voce grossa, incoraggiando la Polonia a resistere alle pressioni germaniche, a fidarsi della politica delle grandi democrazie. In questo stato d'animo è giunta come un fulmine, nelle due capitali, la notizia del Patto di non-aggressione russo-germanico. A quel senso di fiducia e di calma che sarebbe regnata nelle grandi democrazie si sosti tuiva, di colpo, un'atmosfera di sgomento, di allarme che sta a sottolineare il duro colpo inferto alla politica democratica dal nuovo ed importante avvenimento che provoca la più profonda costernazione in coloro che s'illudevano di fare della Russia il rullo compressore contro la Germania hitleriana. Improvvisamente la situazione politica europea ha mutato, capovolgendosi in un _ nuovo aspetto politico, da cui balza chiara la sottile e positiva azione germanica. Basta dare una scorsa a quello che dice la stampa franco-britannica per rendersi conto del colpo mortale accusato sia da Parigi come da Londra, dove non mancano già le recriminazioni contro la politica fino a oggi seguita dai rispettivi Governi, e i più acerbi rimproveri contro la Russia che non si esita a definire come l'artefice del tradimento della pace e della libertà europee. Tutto ciò non ci meraviglia; sapevar.10 da un pezzo che le grandi democrazie consideravano la Russia come l'architrave inditogvpBqppdsPtcpdltFplsgltcRmRpdi quell'accerchiamento contro i Paesi totalitari, che dal 16 aprile a ieri ha tenuto tanto occupati ed in continuo movimento gli ambienti responsabili della politica franco - britannica. E' dunque naturale che al colpo d'ariete inferto a questi progetti andati in fumo ad opera dell'Asse, si reagisse contro l'idolo su cui poggiava il buon esito dei loro destini. Basta riandare qualche settimana indietro per apprendere dalla bocca dello stesso signor Chamberlain, che si giustificava di fronte alle opposizioni impa zienti di veder conclusa l'alleanza con i Sovieti, il vivo desiderio del Governo inglese di veder concluso al più presto l'accordo con la Russia. Oggi si può affermare che il sistema dell'accerchiamento è crollato. Francia e Inghilterra hanno perduto la parte più grossa del loro giuoco e si trovano sole, dinanzi a quegli impegni così gravosi, assunti quando ritenevano sicuro il contributo sovietico. L'avvenimento, però, se è foriero di nubi e di apprensioni in campo democratico, presenta i suoi aspetti chiarificatori nell'acuta fase politica del momento. In primo luogo tocca alla Polonia l'immediato compito di pensare seriamente a sè stessa, lungi da tutte quelle considerazioni che l'hanno portata ad un inspiegabile irrigidimento di fronte alle richieste germaniche per la questione di Danzica. Contrariamente a quanto dice un comunicato ufficiale polacco della notte scorsa, quando la notizia del Patto tra Mosca e Berlino è piombata inattesa ed imprevista a Varsavia l'accordo provoca uno squilibrio sensibilissimo nelle forze europee, ed è sciocco ostinarsi a ritenere che non debba influire sulla situazione e sull'atteggiamento della Polonia, come si afferma nella prima comunicazione di Varsavia. E' innegabile che il Patto russo-germanico, pur non escludendo antecedenti accordi della Russia, garantisce la Germania da ogni azione ostile da parte sovietica nel momento in cui a Varsavia si era in procinto di accettare l'aiuto russo. La Polonia isolata si viene a trovare così tra Russia e Germania, tra loro legate in un Patto di non aggressione. Risulta da ciò l'inderogabile necessità di Varsavia di rispondere alle domande germaniche con tutta la più larga e possibile comprensione, tenendo presente la sua posizione geografica, il suo solo interesse e la portata del fatto nuovo che deve essere valutato in tutte le sue eventualità politiche, che possono manifestarsi dal Baltico al- l'oriente Mediterraneo, proprio in quei settori dove la politica di accerchiamento aveva gettato le sue basi di punta. Varsavia, come logica conseguenza di questa situazione, dovrebbe quindi tagliar corto, e porsi risolutamente dinanzi a Berlino con un'unica volontà: quella d'intendersi direttamente per risolvere una volta per sempre quei problemi che oggi la dividono dalla Gei-mania. In caso contrario, l'avvenire della Polonia alla luce di questi eventi non ci sembra chiaro, ma decisamente avverso. I dirigenti polacchi dovrebbero ben ricor dare che l'ultima spartizione del cpcr, la Polonia non risale, poi ,aitempi immemorabili. I Francia e Inghilterra, colpite così duramente nei loro piani politici e militari, non possono che considerare estremamente rischiosa, e forse mortale ogni avventura. Se poi la follia irresponsabile dovesse avere il sopravvento, si tenga presente che Germania e Italia, potentemente armate in terra nel mare e in cielo, possono tener testa e stroncare ogni azione ed ogni attacco diretti contro di esse. Da un punto di vista ideoloè bene chiarire subito che gico . il Patto russo-germanico non ha niente di anormale. L'Italia Fa- , scista fu la prima Potenza, nel il924, a riconoscere i Sovieti. Il I corso della politica interna rus- sa non riguarda nè noi nè la Germania. Quello che può esse- re oggetto della nostra valuta- zione non è che la politica este- ra russa alla luce dei comuni in- teressi e secondo le contingenze] della situazione internazionale. Gli sviluppi dell'accordo germano-sovietico possono essere immediati. Ogni indugio da parte polacca risulta, quindi, fatale. A Varsavia, prima che altrove, ma anche a Londra e a Parigi conviene sia esaminato a freddo e con la massima com prensior l'attuale momento po litico; altrimenti il salto nel buio potrebbe essere mortale per tutti, Guido Baroni mento sulla base di un'assoluta giustizia storica che la situazione obbiettiva dimostra essere la sola condizione possibile della sua ta dipendenza e della sua stessa esi- o e e ri ti ti mme i a, e a i i a o a e e al el a i a e stenza, mentre d'altra parte non mancherebbe di fare il lecito posto ai suoi giusti interessi ed esigenze. Su quest'ultimo punto sintomatico è un articolo del Danziger Vorposten in cui si dimostra come senza il suo retroterra Danzica mancherebbe delle sue possibilità di vita; è questo in sostanza il lecito e giusto rovesciamento della tesi stessa polacca per cui Danzica è lo sbocco necessario del suo retroterra polacco, che veramente in seguito a lunghe e secolari formazioni storiche è nella massima parte popolato di tedeschi; in ogni modo se è giusto, come il Fuhrer ha sempre promesso alla Polonia, che sia riconosciuto a Danzica un punto di sbocco per il suo necessario respiro economico, è altrettanto giusto che i polacchi non siano messi in condizione di bloccare Danzica e di privarla delle sue possibilità di vita e di respiro. Tutti i giornali del Reich recano poi stamane intere pagine di descrizione e di illustrazione militare e tecnica, appoggiate da un largo materiale documentario e fotografico, delle formidabili opere di fortificazione occidentale create dalla volontà di Adolfo Hitler. Da queste pubblicazioni risulta — come la Frankfurter Zeitung, per citare un solo giornale, fa a un dipresso rilevare — che l'efficienza, la formidabilità e la sicurezza di queste gigantesche fortificazioni sono perfette e assolute, cosicché si può oramai affermare che nemmeno un soldato passerà mai questa barriera e che la Germania è non soltanto per ora ma nei secoli assolutamente sicura dietro questa gigantesca muraglia di fortificazioni. Le constatazioni odierne dei giornali non si limitano però soltanto a questo aspetto della questione, più volte rilevato nella stampa del Reich sulla base di esaurienti constatazioni ufficiali, ma mirano sopra tutto a farne rilevare un altro aspetto, l'aspetto cioè di liberazione e disponibilità di riserva che questo fatto non mancherà di avere come sua ripercussione nella generale economia della difesa te desca: con un numero relativa mente piccolo cioè di forze umane di difesa, la direzione tedesca — al contrario di quanto avvenne nell'ultima guerra — acquista una libertà di decisione e di manovra assoluta, la quale le permetterà di lanciare il grosso della sua massa difensiva dovunque le piaccia, cosi da rendere la forza militare di difesa e di offesa tedesca, nel presente rapporto di forze europee, assolutamente imparagonabile e insuperabile. dgIKlmmmpsgcgiGiuseppe Piazza

Persone citate: Adolfo Hitler, Chamberlain, Conte Ciano, Danziger, Guido Baroni, Von Ribbentrop