Ignorato castello del mille

Ignorato castello del mille A.ile porte cff Torino Ignorato castello del mille Dai Principi Orsini di Roma a D'Azeglio Pos?°,no 5?n^!Si*L1,t*^S™v5, Ad una quindicina di chilometri dalle porte di Torino sorge l'antichissimo castello di RivaTta, de) quale mai si parla, per quanto presenti dei caratteristici dati cheIIcastello di Rivalta fu costruito ver80 ranno 1000 e conserva an.cora di quell'epoca ferrigna l'asproP™ un rialzo di terreno poco so^^QotQt,t„ ,„ ,ri„ÌT,„ „a^a„„a carattere in alcune delle sue torri e nell'imponenza della muraglia di cinta a cui il tempo e le intemperie, nevi, pioggie, vento, uragani, hanno dato l'aspetto e il colore dei macigni indistruttibili. Quando le fronde degli alberi secolari non ne celano le asprezze delle linee architettoniche il turrito castello sembra ancora la superba rocca medioevale pronta al dominio, all'offesa e alla difesa. Fondato so¬prastante la vicina campagna, ilcastello ripete nei particolari dellacostruzione le piante dei castellipiemontesi di quell'epoca. Unaspessa muraglia corre attorno aciglio della spianata: sul filo des^ nei pUntf ritenuti più vulne-ft.bili dall'arte militare di quei tempi, sorgevano le torri robuste emerlate, congiunte fra di loro con passaggi di ronda. Circondato fino verso la metà del secolo XVIII da un fossato ampio e profondo, fuper quasi tutto l'evo medio unafortezza inespugnabile. Un pontein cotto sostituisce oggi l'anticoponte levatoio ed immette ne! ca-stello attraverso il torrione, necui atrio furono i sedili di pietra sui quali sedevano i consiglieri deComune in occasione delle loro adunate. E' rimasta quasi Intatta l'antichissima torre della primitiva fortezza, per quanto la merlatura guelfa, colle caratteristiche decorazioni in cotto al coronamentoproprie dell'architettura feudaledei secoli XIII e XIV, riveli una ri-costruzione del sommo di essa: edella stessa epoca è la cappelladel pianterreno a volta ogivale accstoloni In cotto, ricca di affreschie colle finestre e feritoie rimesse inluce negli ultimi restauri. In antico, la torre dovette es-sere la dimora abituale dei signo-ri del paese: ne! piano inferiorela cantina, il pozzo e la prigione;al primo piano la cucina, dove dor- mi vano anche le donne di servizio, il secondo piano era adibito a dormitorio comune della famiglia, con le cassepanche che servivano da sedile ed armadio. Sul palco superiore era la sala da pranzo e di ricevimento. Poi vennero altri adattamentialla torre si sostituì il castelloalla vecchia cinta ora si addossa un corpo di fabbrica vasto e robusto che incorpora una delle torri trasformata poi in specola e che si appoggia al torrione d'entrataRifacimenti e restauri ne mutarono alternatamente le apparenzehiiiiii min ma la caratteristica essenziale dell'antico castello è sempre rimasta La storia del castello di Rivalta presenta numerose vicende. Nel 1085 esso apparteneva ai Marchesi di Susa, e passò da questo, per matrimoni, ad Amalrico padre di Orso, ceppo dei signori di Rivalta e degli Orsini di Roma: per quasi sette secoli la potente famiglia Orsini che in battaglia aveva il privilegio di innalzare bandiera propria, signoreggiò buona parte di terre piemontesi. Infatti con Rivalta essa dominò i feudi di Bagnolo, Coazze, Cumiana, GiavenoGonzole, Orbassano, Pai pagliaPiobesi, Reano, Rivoli, Sangano e Trana, avendo per alcuni piena giurisdizione e sino ad una certa epoca godendo l'assoluta autono mia e indipendenza dei Conti d Savoia. La sorte degli Orsini d Rivalta come quella di tutti i si I gnori del Piemonte e d'Italia, seigul poi con alterna vicenda il pre1 valere dei Papi o dell'Imperatore la seconda dell'instabile politica medioevale. ] Sconfitte e vittorie dell'una o , dell'altra parte determinarono tra passi donazioni investiture numerose e varie nella casata illustre Ed a volte il castello fu smantellato e il borgo dato alle fiamme 1 dai Ghibellini per essere poi riedi | Acato dai Guelfi, ed ampliato co I consenso dell'Imperatore si offriva \ alla dipendenza del Vescovo perribellarglisi contro appena gli interessi o la convenienza del barone lo avessero voluto. Gli Statuti accordati nel secolo XII a Rivalta dal castellano e signore Ulrico che dominava anche Orbassano e Gonzole, confermano il prepotere arbitrario del signorotto locale nella risoluzione delle liti e nell'applicazione delle pene Il giù I terribili e spesso inumane, ' dice o magistrato aveva poi ^"fa ! colta di condonare i delitti purché i il reo gli versasse una somma d'denaro secondo la sua disponibi lità. ! La vita intima dei cas'ellani è nota poiché Giacosa l'ha descritta( con precisione e poesia insieme, 1 Si conservano alcune lettere dI Massimo D'Azeglio che nel 1846 abitò la stagione estiva nel castri " lo di Rivalta, allora proprietà deConte di Benevello: sono dirette alla seconda moglie Luisa Blondee curiose. D'Azeglio vi lavorava a dipingere quadri e ad insegnare pittura alle « tote » ma confessava che ben poco imparavano da lui « il più cane maestro che esista ». Dopo colazione faceva una gita in barca sul lago; poi pranzo, passeggiatae cena. Emma suonava il pianoegli faceva la partita a tarocched alle dieci tutti a dormire A Rivalta ora c'è quiete solenne e frescura e dei duri secoli passati nessuno si ricorda più.