Ore d'ansia sotto la parete

Ore d'ansia sotto la parete Ore d'ansia sotto la parete (DAL NOSTRO INVIATO) Cormaiore, 21 agosto, La * terribile avventura» della! parete Ovest della Guglia Nera dolIpeteré è finita, è finita nel modo\Plù felice che si potesse volere. Dopo averci tenuto in ansia per'più di due giornate che davveroIfurono percorse da un soffio dram-smatico, essa si è conclusa con una i vittoria completa e strepitosa, che' ancora una volta mette in luce vi- vissima il valore della giovane ge- nerazione alpinistica. L'epilogo della lotta che nella gelida altezza e nella solitudine1della montagna aveva per prota-> gonisti Vittorio Ratti e Luigi Vi- j tali, non ha avuto testimoni. Men- tre tanti cuori trepidavano per la\ loro sorte, e sulle pendici della Guglia avvolta nelle nubi e flagel-lata dalla pioggia, guide e carne- rati invano lanciavano gli appelli ■Smie e6 ^Cc!a°vaaCd'un ìf^± 7ó,aattseto;an; ta delia Fuma \oia laue K'^an si abbracciavano, muti, paghi di ritrovare in quell'abbraccio fraterno la gioia più pura che ai pochi privilegiati concedono le gran¬ Le vane ricerche Da oltre quaranta ore Ratti e Vitali erano in parete per realiz- zare il loro progetto di aprire la evia direttissima »; avevano sop- portato due bivacchi, e la pioggia, e 11 nevischio; avevano superato lunghi e strapiombanti passaggi di « sesto grado » secondo la mo- derna nomenclatura alpinistica, ma della loro bellissima impresa quanti erano in basso o scaglio- nati sui due versanti della Guglianulla sapevano, nulla avevano sa-puto o visto. L'ultima notizia, siricorderà, a me era stata data daCarrera alle 10 del sabato. Dopo d'allora più nulla; dopo d'allora silenzio e mistero attorno alla nera piramide rocciosa. Una carovana, composta dai quattro lecchesi Cassin, Tizzoni,Butti e Carrera e dalle guide Eli-seo Croux ed Attilio Chenoz era partita nel pomeriggio della do-infruttuose per la... semplice ra-gione che già dal pomeriggio di domenica, come risulta dal rac-menica allo volta della Capanna Gamba per svolgere ricerche allabase delia parete Ovest, e di làlanciare appelli nella speranza che dall'alto scendessero le voci di Ratti e di Vitali. Nella serata stessa e poi per tutta la mattina- ta di oggi i sei si prodigarono nel- le ricerche, naturalmente rimaste [conto fattomi dal capo cordatai Ratti, la cordata aveva portato a|termine l'impresa, e solo le rima-|neva da compiere la discesa per; la «via normale». | Ma la legittimità delle ansie di ichi era rimasto in basso e, cono-'scendo le terribili insidie e gl'im-'menai pericoli delle grandi Alpi, si preoccupava delle condiz'oni in ;cui si sarebbero trovati i due al- pinisti sorpresi dal maltempo su una parete sconosciuta,, trovava allora una seconda e pur essa giustificata iniziativa. Anche per jconsiglio del valoroso accademico.Gervasutti che s'era messo a di- sposizione per qualunque evenien-za, si organizzava un'altra spedi-zione non diciamo di soccorso, ma di ricerche. ; poiché in serata erano giunti da Lecco il podestà di quell'indù- stro cittadina eomm. Cima, ac- X^o.fe *w SUSgTf S mune accordo Col comandante del Manipolo Rocciatori lecchesi ca- merata Nasatti decidevano di in-viare alla fine della via normale discesa sul versante Sud, cioèdi certezza che Ratti e Vitali fossero giunti sulla Punta Yola e poi. chissà, si fossero smarriti sulla lunga, complicata e non tanto fa- cile discesa. Ciò che sopratutto impensieriva, era il persistere del maltempo: nebbia ovunque, e pioggia in quantità. Lassù in al- to quella era certamente neve, ; Avrebbero i due potuto soppor- tare un terzo, un quarto bivacco all'aperto, inzuppati dalla piog- già, intirizziti dal gelo? : n i -, , : Dormivano placidamente... i ' Comunque, da una parte oppure dall'altra della Guglia Nera la cordata doveva apparire, a meno ch'essa fosse rimasta bloccata in !pjena parete Ovest ed imposs.bi- litata a muoversi per qualche so- . praggiunto incidente. Questo se- condo gruppo partiva dal Purtud verso le 9 di stamane, e si rimaneva d'accordo che non sarebbe . -!bivacco della Noire; e riposavanoi ; beatamente dopo tanto lottare,-idel tutto ignari delle ansie cau- ridisceso se non dopo aver fatto:il possibile per portare notiziein peri- 'dei due che si ritenevano ; colo, sperduti, o peggio.. Invece, a quell'ora Ratti e Vi tali placidamente dormivano sot j to un mucchio di coperte di lana ; ed al riparo dalle intemperie, den itro il piccolo ma ospitale rifugio snte dalla totale mancanza di loro notizie. La scena del loro t rltrovamen to » ce l'ha raccontata più tard Evaristo Croux, quando discese in Va. Veni: — Salimmo assai rapidamente verso la * Noire quando fummota vista della capanna pensammodi raccogliere un po' di legna perscaldarci durante la notte. Quan- do, guardando verso la piccola co-struzione, ci parve di vedere laporta semiaperta. Chiamammo ma nessuno rispose. Ci avvicinam-1110 ancora, pensando che nessun altro all'infuori dei lecchesi pote va trovarsi in quel luogo dopo due giorni di maltempo. Alla capanna va soltanto chi, all'indomani, vuoandare in vetta. II racconto della guida pro segui: _ A cinauanta metri rhiamam duevs:vrtt.a^di8UcVrsi fregavano gli occhi come le ner sone appena risvegliate Eranoeffettivamente loro erano i vin Cit0ri della parete Ovest svegliatdai nostri richiami. Pochi minutAmbascie placate Immediatamente il podestà d Lecco ed i suoi collaboratori s portavano a Cormaiore, da dove provvedevano ad avvertire, con telegrammi e con telefonate ur genti, i familiari dei due valoros mancanza di notizie. Poscia risali vano in Val Veni ,non solo per recarsi incontro ai vincitori maanche per avvertire la comitivae quanti altri giustamente erano in ambascie per la prolungatah»i,= r-: n k M deIla Capanna Gamba di sospen-dere, perchè ormai inutile, ogn perlustrazione, Due ore dopo, l'abbraccio che tutti noi cordialmente davamo a bravi Ratti e Vitali rappresenta va anche la fine, la liberazione de finitiva d'un incubo che da qua rant'ore ci stringeva il cuore. Ciò che è stata la lotta sulla paretesulla quale i due miei amici dellaGrigna hanno impresso il segno la montagna. E a dimostrazione dello spirito fascista che ha anijmato e sorretto i due atleti, vale ormai eterno del loro valore, nonso se è possibile farsene un'ideadal racconto forse troppo sobriodel capocordata. Effettivamente si tratta d'una grandissima, eccezionale impresa d'alto alpinismo, in quella zonache è considerata la palestra depiù puro e più completo sport deifi a iimo.;trazione questa frase dettami da entrambi: — Abbiamo idealmente dedicata la nostra « via » al nomo del nostro concittadino Sebastiano Sassi, aviatore medaglia d'oro, caduto in Spagna. Schietti figli della stirpe italica,; ! degni atleti del tempo di Musso- 'lini, questi due giovani, entrambi operai meccanici, sono del com-; -i«fi i„i ti Rotti *> qtntn pleti sportiv II Ratti è stato campione d Italia di sci per gliiAvanguardisti e prima in otto e poi in singolo ha partecipato a va- : rie regate coi colori della Canot- tieri Lecco; e Vitali, prima d'es-ser lui preso dalla malia dell'ar-1 rampicamento, ha avuto la tesse- m della Fri ed ha corso su stra- ra della t.c.i.eana corso su stra .da fra ì dilettanti di III catego-. ria. Entrambi, occorre dirlo?, so-,no dei genuini prodotti di quella.scuola che ha la sua perfetta pa-,lestra nella Grigna Meridionale, ! sulle Prealpi lombarde, a specchio su «quel ramo del lago* manzo-in , .1 iì» mano, e dalla quale sono n s po-,chi anni usciti alpinisti di classe ||internazionale e di completo va-,jlore, come il formidabile Cassin, ; 'vincitore di tante inviolate pare-]Iti, che il giovine eroe d'oggi ca- jvallerescamente chiama * il mio l~!ioQtr«» iaesi.ro». iNella serata gli arrampicatori ; lecchesl, accompagnati dai lorodirigentl, lasciavano Cormaiore e si dirigevano verso Torino, da do-|ve nella mattinata di domani prò-,seguiranno verso la loro città che,1sappiamo, si appresta a degna-,mente e meritatamente festeg- [giarli. Ad Aosta, essi furono rice- vuti e complimentati dal coman-'dante della Scuola d'Alpinismo,col. Lombardi. Vittorio Varale iiiiiiiiniiiiiiiinniiiiiMiiiiiiiiiiiniMiiiiiiiiMiiiiiniiii La parete dell'Ombretta sesto grado dolomitico vinta dai vicentini Vicenza, 21 agosto. sì conoscono ì particolari dellrande impresa compiuta in queti giorni dai rocciatori vicentinUmberto Conforto ed ing. FrancBertoldi sulla parete sud dettMarmolad impresa che si rivea davver0 eccezionale. Sulla granjssima bastionata che la Marmoa(ja rivolge a sud, e lunga beuattro chilometri le vie di salitono localizzate nella parte occientale fra le punte Penìa e Roca. Invece al di là di Punta d**><*a. e precisamente tra questd Q nde intaglio orientale,la Sr?esorai si estendono paretncorain-ioiale por le enormi difcolta che presentano. Fra quete è quella dell'Ombretta, che snnalza per 850 metri, costituita lisce placche, da neri colatoa a^Pjom.^f'a''?^ he è stato il capo cordata, e Beroldl d una ppTlma riCogmzione „ffettuata il giorno 16, col superamento di una grande strozatura del camino d'attacco, giorno 17 affrontarono l'impresompiendo il primo sforzo durat8 ore senza interruzione su trati estremamente difficili e con dupassaggi chiave. Al mattino degiorno 18 i due rocciatori raggiunero attaccarono 11 pur'^ ritenuo insormontabile, ma i tempoale con grandine, seguito da un^ e"ta e, *}t1ial,neii^™!™"^ ^ ^P1™11 ad un nuovo bl A1 mattino del giorno 19, guitimi cento metri hanno messo dura prova per cinque ore la ferza di resistenza dei due rocclatrri attraverso due camini, uno dequali occupato da una colata dghiaccio che ne ostruiva l'uscitn cresta. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiMiiiiniiMiiiiiiiiiii'iii

Luoghi citati: Aosta, Italia, Lecco, Spagna, Torino, Vicenza