Promosso senza esami di Antonio Antonucci

Promosso senza esami CAM CHE SI GUADAGNANO LA VITA Promosso senza esami E' raro il caso di soggetti assolutamente refrattari, che aggiungano la disattenzione alla malavoglia, decisi a rimanere sempre e soltanto cani, senza qualifiche particolari: passano quasi tutti • POSTUMI A, agosto. L'addestramento dei cani per la polizia ha una durata variabile da sei mesi ad un anno, secondo l'intellìgeuma degli alunni. I più svelti apprendono prima, saltano le classi ed entrano subito in organico con promozione a scelta; glaltri continuano gli studi e passano a ottobre. Passano quasi tutti. E' raro il caso di soggetti assolutamente refrattari che aggiungono la disattenzione alla malavoglia, fermamente decisi a rimanere soltanto cani, scusa qualifiche particola ri. II « suo uomo » Anche questi, tuttavia, finirebbero con l'apprendere, ove si ricorresse alla maniera forte, esclusa invece dall'insegnamento perchè inasprisce i colpiti e li rende nemici dell'uomo. Quando la loro collaborazione sarà più che manecessaria in senso spontaneo, non si avrebbero sottomano che servsvogliati e ringhiosi. Lo scudiscio è adoperabile soltanto a titolo deccezione, limitatamente a un solo colpo violento, e a puro titolo drichiamo, con l'avvertenza di farlo subito seguire da carezze a leccornie per significare il ristabilimento di relazioni normali: è condannabile come linguaggio ordinario, anche perchè la paura abbnitisce l'intelligenza. ! Un buon addestratore di cani comincia dunque con Io studiarne il carattere, compito relativamente facile perchè i cani non simulano. i Niente da fare con chi brontola — magari a fior di voce — qiiaii-:do lo si accarezza. Via, ai pagliai. Niente da fare con i poco espun- Isi«i, con etti guarda torvo, con i plori inguaribili, con i distratti r icon i timidi. Via, per altri impieghi. E avanti i buoni. i Ad ognuno di questi è assegnato un uomo. Non viceversa. | Il cane riceve un uomo che, in \certo qual senso, gli apparterrà, Ise non bisticciano, fino alla pro- i mozione (dell'uomo) o alla morieitdel cune). ; E' lui che lo cura, che gli dà ,da mangiare, che gli parla, che lo Ieduca dietro le direttive generali. In cambio, esso deve abituarsi a considerarlo runico uomo sulla terra. Gli altri sono appena imitazioni da valutare con indifferenza, se non arriva l'ordine di trattarli con la più rude inimici- |2ta. E si tratterà di un'indifferenìza massiccia, totale, refrattaria al/e blandizie, ai regalacci, alla tenerezza. Non cercate di accaparrarvi la simpatia di un cane poliziotto, esso non potrebbe concedervela neppure a briciole; appartiene tutta al suo uomo, come saldata a catena. 1 Per ottenere ciò, bisogna che icarattere dell'uomo vada d'accordo con quello del cane e a insindacabile giudizio del cane. In genere, i contrasti dònno cattiva prova. A un cane robusto, occorre un uomo robusto; a un cane vivace, un uomo allegro; a uno cupo, possibilmente un filosofo; a un cane dai muscoli esuberanti■ un tipo sportivo e cosi via. Si usdire che l'amore viene con l'abitudine, ma è un errore in quastutti gli esperimenti zoologici. In questo, lo è di sicuro. Creata la coppia ideale, si passa agli esercizi, cominciando dalI t'ohhedienaa. | Per colpa di questa, il cane so.spetterebbe troppo presto che l'esjsere proprietario di un nomo non è sempre un piacere, se non si badasse a presentargliela sotto forma simpatica. Sino ai limiti depossibile, tutte le lezioni debbono avere l'apparenza di un gioco. Ecco perchè questi cani obbediscono con festosità, anche a richieste apparentemente stupide come questa che mi accingo a narrare e che mi fu offerta a titolo di esempio. Dietro una cancellata di legno a punte aguzze e alta poco più di un 7iietro, un uomo avverte il suo cane di fare attenzione che darà spettacolo. Il caneè fuori, sul prato. L'uomo scaglia lontano un oggetto qualsiasi con l'ordine di riportarglielo subito\Strano procedimento. Non poteva tenerselo f Ma il cane lo raggiunge, lo stringe tra i denti e, di corsa, infila una porticina semichiusa, depositando il ricupero nelle mandel « suo » padrone. Il vocabolario No, quegli scodinzolii gioiosi sono proprio inutili, e mal nascondono lu certezza di avere obbedito con il minimo sforzo. Esso sa'■ ptva benissimo che gli si chiedeva di scavalcare la cancellata pcesibirsi in una prova di salto. Tutto da rifare, quindi e più volte. Icane obbedisce. Forse pensa chquel giochetto diverte tanto il suo ' uomo. i Abituatosi ad obbedire e a considerare (a cita come un esercizio idi pazienza, l'alunno è tenuto ad 'apprendere che: j 1) La parola « Qui! » o « Ai piede.' » ordina di recarsi pressj/e sanile dell'uomo con una rapidità che riveli subito la soddisfazione d'essere stato chiamato, soddisfazione da ripetere strofinando\glisi alle gambe e, se lo permette, «abbracciandolo*. Lontano d a e l e o a , i n n l o e o a a , a n . a o i r l e o o d l o t 'lui. le ore scorrevano in noia e supplizio. I 2) La parola «Trai», significa «A terra» e comporta l'obbligo di accncciarsi, non già a titolo di riposo ma come esercizio ginnastico: zampe anteriori allungate, testa alta, ventre al suolo, sguardo inquieto. Bisogna accoppiare la regale dignità delle sfingi, alla [frenata impetuosità di un proiettile. Così bisognerà restare finché il padrone non ordinerà di alzarsi. e qualora si altontanasse. aspettare che ritorni o che gridi una variante qualsiasi, 3) La parola «Su!» lo autoìrlzza a respirare sulle quattro zampe mentre «Seduto!» è una Ifatica come un'altra, perchè biso\gna tenere ben eretta la parte anteriore del corpo, la testa indietroj e la lingua penzolante. Qnest'ul\titno particolare, considerato come dettaglio estetico, è facoltativo. Il) In un Del prato soffice t [largo, percorribile a grande veloìcità in ogni senso, può sorgere luna palizzata verticale che il buon ^senso suggerirebbe di scartare con ogni cura e che si deve perai\tro scavalcare al comando «Hop!t, e che più la si scavalca e più cre\sce d'altezza, fino a raggiungere li due metri e mezzo o anche tre. SI Nello stesso prato esistono siepi di ramaglie secche, pur esse \ facilmente scansabili, ma che bisogna saltare al solito « Hop! »,luna dopo l'altra ìndipendentemen- j te dall'opinione del cuore, assai \impressionato. I 61 A far finta di non capire in tervìene un lungo guinzaglio che .;^:;«« ^zVcZ9^. * _ . . . _ dolorosi, o un collare di forza cfte strangola e punge, onde alla fine ti conclude come Vnran Oueitì I tolte Vovra ina lustraci ter ò oaiia sopia una lastra ai reno I mentre suona il tamburo perche ila lastra via via si arroventa; pas-\sate le Scottature, si affretta ubai- lare con il tamburo soltanto. 71 Un esercizio eseguito beneo con buona volontà ino ancheo con buona xolonta, può anclieconcludersi nel regalo di un ossotenero, di un quadratino di zuc-chero o di un pezzettino di carne.tutte piacevolezze divoratili sepresentate dall'addestratore ma da respingere con nausea, se offerte[da estranei, altrimenti sono sai , paccionì. j Altre cose l'ulunno deve apprendere ma lu più triste è quella di 'abbaiare a comando. \ Il cane abbuia per motivi suoipersonali ma non ignora di posse-dere una voce, la più idonei, ai pa-raqoni umilianti, anche se Verdi dopo certe recite, si rifugiava tra i cani a titolo di ristoro. Abbaiare su comando Abbaiare senza provocazione..perchè* Ma l'uomo sembra tener-'ci tanto; quando gli portn la zup-pa, lo fa morire di voglia mostran-dagliela a distanza, mentre la sua .nota emette certi suoni che somi-aliano pietosamente all'abbaiare,\e la zuppa non si accosta se esso non lo imita. Allora, un po' per l'appetito, un Pf per insegnargli come si abbaia, le'iet'°- Lo spettacolo è pietoso. Si di rebbe che la povera bestia vada a cercare il suono da emettere, pri- come se}° avew!e smarn.to',e »»' obbedisce. Di lì a qualche giorno basterà l'ordine secco per ottenere ma con la lingua tra le mascelle«fie poi più ^'™ j«1 fr.rniitlit S> ììi-r >l,i i- Il lì' :l il liti ff M - Il si formula e prende un'apparenza * spontaneità. Ma poi resta avvi "«<• e 1!| guarda con le pupille unii d<~- P*r dire: «Di solito, sohb • % • mB„Ho_ <">uaiaie assui meglio ». L'ammaestramento è completo quando il cane ha imparato a se guire le piste di qualcuno, uomo o bBsfiu- dietr° Vodorf' caratteristi- co ,n ognuno come le impronte di- »"""' H fiuto eccezionale lo aiuta. Re- soltanto da comprendere q„an- do è importante non perdere la pi- sta o quando invece bisogna tra-" naso di un cane. scurarla. Per il tutta la terra stinguere. parla. Bisogna di- Rettifica Or ecco si fa annusale all'alile- ig «»»ar«ene ad*iin"«o»io^nasco- ? "PJ%ll un L » "e'"pre ,<""""°- « Cerca! ». Ctie cosa* Il pove- taccio, aiutato soltanto dalla buo-no volontà, è incerto e si sbanda.«Cerca!». Ma dove* Ogni tantoil lungo guinzaglio lo richiama bruscamente sulla strada giustala quale coincide con l'odore dei-l'oggetto annusato. L'intelligenza fa il resto. [ Se l'uomo nuscosto fugge, biso- \gna fermarlo. E, all'ordine di at\taccate il cane si slancia contro ;P>esto. da uno scafandro, gli mTtaaìlaqola per averne ragione al piùuna specie di manichino protetto Ma da una manica escono fiam- melle rosse, accompagnate da e-spintoni Avanti, avanti, non sue-cede[nulla. ^ La pistola che_ ™mxtatutto quel fracasso è senza proiet-ti» e il cane non sapra che d°po;»""!» la possibilità di caricarlaInteressante è che la paura nontóx,^J'uy!""imnte delVim'llUltf IHU-,IU He. l'o azzanna, affonda i denti nei ca !*,.,■.■•; di i. i,„b,,ilit,,. resiste a , „,„._„„,„ m(. reali. Cosi e avvenuto più volte, E il tutto perde automaticamen- j; ,.„,..,tt,.\.P d. „,nro ner nini- '^3' ,?„ TiZiioZrpren «>Quf »* Zole il Snon \den,e' St duebbe the il cane non \ cne e '«/iiuumenre paginazione. Il mezzo manichino ha alzato adifesa il braccio destro e il canescalili di cui è imbonito, resiste ai calci e alle scosse, finche non arriva il «suo » uomo o l'ordine di abbandonare lu preda. Così, domani, avverrà nei casiubbidisca soltanto, ma ragioni an-Prima di chiudere questa serie di articoli sui cani destinati ulte polizia, sento il dovere di una rettifica. Ho scritto che due maschpronti a sbranarsi per una fem buina, o perla femmina in seste» r"' dUeT>W ^naPPe "", """ /e"'mma \"ePara. In unoschierumento così fatto: una fem mina, un maschio-, una femmina-iun maschio, una femmina, un ma.]Schio, una femmina tutti stanno o-buoni. Se ne potrebbe arguire unta specie di stupidità degli inorimia, nati, mentre non è vero. Non s-tratto, infatti di una femmina traa due'maschi, ma di un maschio tra■ due femmine. Antonio Antonucci Lo « scafandro » di un allenatore dopo una lezione all' allievo cane - poliziotto li cane impara ad azzannare II delinquente

Persone citate: Verdi

Luoghi citati: Schio