400.000 persone in un grande villaggio di Angelo Nizza

400.000 persone in un grande villaggio PORTO SENZA ENTROTERRA 400.000 persone in un grande villaggio Salonicco non vive ormai più che nella nostalgia dei suoi antichi fasti mercantili - Un mare vedovo di navi e un approdo che si va seppellendo nel fango : tale è la città che i Greci conquistarono più per un trattato fra le Potenze che per una guerra 24. Qui l'oro correva per le strade Cosi dicono i tcssalonicosi al forestiero. Ma non lo dicono molto 3pesso, perchè di gente da fuori Ine viene poca. Salvo i mercanti di o (dal nostro inviato) i sSALONICCO, agosto. uDovevate vedere Salonicco! nìegli anni buoni, attorno al '23 o ; itaqtfsnldtaMcotabacco, gli agenti delle grandi manifatture di sigarette o i viaggiatori di commercio che arrivano in maggior parte da Atene, non c'è movimento. Vi fa scalo qualche nave che viene dal Pireo e va l i Costantinopoli, ma per un levan I-ino complotto fra i doganieri e i 1 barcaioli, non è permesso calare i sul molo il pontile di sbarco. Si de ve andare a terra in barchetta e{ j i più rinunciano anche per non j ivSl,sottoporsi al fiscalissimo controllo 'di gabellieri dai modi, diremo co [ sì, un po' rudi. a! Vista dalla nave, la città offre;go!un bel colpo d'occhio. Come Na-|polì, come Genova è disposta ad anfiteatro sulle pendici del brullo, giallo colle Khortiatis. Appaiono le lontane mura, si vedono la Torre kgPa Bianca, le cupole di molte chiese I il400 mila abitanti. Questa cifra è approssimativa. Nò i greci nò nes- sun pascià turco riuscirono mai ai , o o e o l i i e e e i è ' ortodosse e proprio in faccia al maro la grande « avemie » Nikis, con i suoi palazzi nuovi. Impronta francese un grandissimo villaggio di E' censire questa popolazione. Ciò che i da noi è un fatto automatico, per nulla straordinario, in questa città orientale, veramente orientale, diventa una questione insormontabile. Anche sotto pena di sanzioni, anche con la forza riuscirebbe difficile assai far riempire un modulo a questo popolo, specie nei rioni periferici, ove ancora, nei capannoni costruiti dagli inglesi du i ' biati, dice la gente di qui) dalla rante la guerra mondiale, abitano1 i profughi greci cacciati (scam-j l , i l Turchia nel 1923, allorché là Grecia cacciò i turchi e i bulgari abitanti in Tessaglia, in Macedonia e in Tracia. Pare una grande città, vista dal mare, questa Salonicco. E' invece i un grandissimo villaggio, tenuto "in signoria dai turchi per secoli, e scmidistrutto ventidue anni fa dai un incendio e il cui porto 6 mi- nacciato di occlusione dal limo che I il Vardar versa nel mare e di mor-j te dal trattato che annettendolo [alla Grecia gli tolse l'entroterra e j quindi il traffico con l'Europa con-, trale. Guardate una carta geogra- {fica: una piccola fascia di terra separa questo scalo dai paesi che Inaturalmente vi manderebbero le | loro mercanzie o le riceverebbero : dagli altri. Oltre questa fascia di terra jugoslavi e bulgari premono, anelanti uno sbocco, all'Egeo e al UMediterraneo, i primi su Salonic-j co, i secondi su Salonicco, Cavala o almeno Alessandropoli. •Dopo il terribile incendio del 1917 (tutti i combattenti italiani in Macedonia lo ricordano) i greci vollero ricostruire modernamente Salonicco. Il piano fu affidato all'architetto francese Hébrard. I grandi palazzi del lungomare Nikè, furono di poi edificati su pro-igetti di giovani greci diplomati a [Parigi. Questa intromissione fran-,cese ha fatto si che la parte nuo-jva venisse fuori nel più puro stile l casinò, quello stile in cui il catti- j vo gusto raggiunge vette eccelse, inimmaginabili insospettate forme, ' colori, combinazioni. INei tempi eroici presso i popoli jforti i potenti costruivano Castel-i!, palazzi e ville, i popolani case.l m tempi assai meno luminosi presso i popoli imborghesiti i rie- chi tirano su degli edifici che, [ unendo l'utile al dilettevole, sono [un compromesso quasi mai riusci-!to fra la dignità pretensiosa e le esigenze del reddito, fra il palazzo del potente e la casa del popolano. Edifici ove il potente si troverebbe allo stretto e il popolano a disagio. Invece della villa con il parco, viene fuori il villino con le rose di cemento, il giardinettino, la cancellatina e il campanellino. 1 Fiorisce, insomma, lo stile casinò j del quale a Salonicco è dato tro vare cospicui esempi. Ma esistono degli giusto contrappeso. La sera, nella piazza Aristotele (era macedone, il filosofo), la piazza più grandeelementi die più «bella», che dà sull'i: ave-nue » Nikè verso il mare, le don-ne del popolo e soprattutto le prò-fughe venute di Turchia, sì riunì- i scono sedute sul gradino torno torno alle aiuole. Specie nei gior Ini di festa portano nel gaio pasj seggio signorile la nota triste, con [il loro costume nero, il fazzoletto j passato sotto il mento a guisa mo, nacale, i volti gialli di malaria, i {tetri occhi di esuli fissi sulla rada nella quale si dondolano attracca Ite soltanto le paranzelle greche, | con i parapetti di tela e le vele : rattoppate. Qualche veliero è alla fonda più lontano. Fuor di vista, nascosti dal massiccio edificio dei Uà dogana, sono i piroscafi con i j loro passeggeri rimasti a bordo o ; carghi fermi per un giorno solo per caricare tabacco o lasciar giù qualche cassa di mercanzia. Lontano, l'Olimpo Dietro i nuovi palazzi, la collina ad anfiteatro è tutta coperta di basse casette, catapecchie alla tur- ica, dipinte in verde, in rosa, in [azzurro verderame, con il « ca,fess », la gabbia sporgente pun jtellata da travicelli obliqui, fine latrata, propizia un tempo alla cu j rlosità delìeciaustrate: donne" mu-l sulmane Fra le catapecchie si le- ' vano le antichissime chiese della IlVssalonica di Paolo e degli evan- jgelizzatori de<*li slavi Cirillo eiMetodio Chiese diventate moschee le tali rimaste per secoli ridive-ì nutc, una trentina di anni 'fa, tem-! pn ortodossi con le pareti a mu-1 [saico, coperte di icone, davanti alle ; [quali ardono innumeri le lampade ! d'argento dei ricchi e i gialli can¬ o l e , . delotti dei poveri. Salonicco è un grande villaggio orientale. In inverno si chiude"in j se stessa come una donna infred- dolita, davanti al Varaarats, il maestrale che soffia dalla piana.paludosa del Vardar; un villaggio Iche non possiede se non cinema-, tografi e teatri all'aperto, nei quali id'estate le compagnie di Atene |a e, e vengono a dare frequentate serie di lecite, a far messe di dracme i!per ritornarsene tosto alla capita¬ le festaiola. Qui non c'è aristocrazia — è tutta ad Atene o nelle isole —■ qui ci sono soltanto degli -1 arricchiti, greci ed ebrei, dai modi n-jun po' volgari, talvolta tracotanti, ò-1 per troppo denaro e insufficiente ì-1 educazione. I greci di qui sono l ■ 1111 m 11111 ini i 11111 il i 111 molto dissimili da quelli delle iso-ichlIe' come- del rest°. nell'antichità Ite un maceclone da un ateniese. Que-jco stl sono degH orientali' cne vivono,|la man£ian°. bevono, trattano affari ìaie si sposano all'orientale. Al di là; T del mare 3i vede l'Olimpo, l'eterno ceì rif,,Sio del Padre de£li uomini fida!t,pSli <'èi. Ma spesso una foschia I fe1 Impenetrabile vela la sacra mon-i lo ; taKna- La Grecia, quella vera, è i l'IInlontana e si vede di rado. Eppure questo popoloso villaggio, uno dei più importanti empori del vecchio mondo, fatto grande j dai Veneziani, dai Pisani, dai Ge novesi, fatto prospero dai traffici di tutto l'Oriente europeo, del Le.vante e dell'Africa mediterranea I— da serbi, romeni, ungheresi, bui, gari, turchi, greci, smirnioti, egi- iziani — fu oggetto di cupide lotte Is |fra imperi, razze, nazioni; servì di jcil gpchge i i , e o rifugio in tutti i tempi agli ebrei ! scacciati da tutti i paesi; fu un uquadrivio ove i popoli si incontra-'srono e si scontrarono. I Veneziani |zhanno lasciato qui i loro segni con | vla torre Bianca e gli spalti verso il mare, i turchi le mura e le torri che circondano i colli; tutti vi hanno portato mercanzie ed oro. Qui si installarono 1 più danarosi ban- SCsR chieri levantini, qui nacque la let-istera di credito, di qui il tabacco, il iTcotone, la famosa seta di Zagora, la cera della Calcidica, i drappi di, abat, i capot, la soda, il grano di Tessaglia, Tracia e Macedonia, le S celebri olive e il rinomato olio an-.darono per il mondo: di qui il caf-j fe. lo zucchero, le cotonate, le sete lombarde, le drapperie, il legname, : i metalli portati soprattutto dal-jl'Italia o da navi italiane e poi da Inghilterra, da Francia e da tutto settembre, tentando di fare con-;correnza alla nostra Bari, da cui il levante entrarono nei Balcani, giungendo fino a Vienna, a Budapest, a Sofia e a Monastir, Covo di Abdul Hamid Con la nostalgia dei suoi antichi fasti mercantili, la Salonicco greca ha creato una sua Fiera dì I si protende come il molo ideale dì I un immenso scalo destinato ad es-' 'sere nel futuro il punto di parten- |za e di arrivo di tutte le merci av-| | viale o provenienti dal Levante. | Tale è oggi questa città da cut S. Paolo prese l'aire e, pieni an Cora gli occhi della visione della strada di Damasco, giunse fino a Roma per fare universale la Cri- istianità, mandando ai fratelli di iTessalonica le due più belle sue epi- stole; la città che fu la concorren, te religioso-politica é l'emporio di Bisanzio; il porto che gli arabi con- Smistarono per lasciarlo-in eredità .aj turchi che per secoli lo sfruttajrono, trapiantandovi le loro usan ze che tuttora sopravvivono; la : città, ove lontano dal diffidente e jspietato Sultano Rosso, sorse il movimento della Giovane Turchia e ciOVOj per fatale coincidenza, ven- ;malinconica nostalgia che sembra pervadere anche il paesaggio, ne lo stesso Abdul Hamid, esule, fosco, a covare il suo odio nella villa di un ricco mugnaio ebreo. Tale è la città che i greci conquistarono, più. per un trattato fra le grandi potenze che per una guerra e che non ha più del suo I florido passato se non come una I chiuso tra le colline gialle, brul' le, pressoché disabitate e il mare vedovo di quelle grandi navi che |un tempo lo solcavano, recando a | poppa l'oiifiamma con il grifagno, t audace, combattivo leone alato, il a a - cui motto suonava come un'ironia: Pax {ibi, Marce, Evangelista meus. Angelo Nizza Salonicco

Persone citate: Abdul Hamid, Cirillo Eimetodio, Greci, Pisani, Veneziani