Cabina di lusso e due ventagli La "Passeggiata archeologica„ della politica d'influenza europea in estremo oriente: la trauersata da Sciangai a Tien Tsin

Cabina di lusso e due ventagli La "Passeggiata archeologica„ della politica d'influenza europea in estremo oriente: la trauersata da Sciangai a Tien Tsin Passeggiata nel Mar Giallo Cabina di lusso e due ventagli La "Passeggiata archeologica„ della politica d'influenza europea in estremo oriente: la trauersata da Sciangai a Tien Tsin J tie e d'una signora che correva la rifugiarsi nella cabina non appena il piroscafo si abbandonava ! a oscillazioni sì e no bastevoli per ! fare addormentare « la i in gondoleta ». nirsbiondina \ aal A Tsingtao, primo scalo, ci sia-'ilio fermati sei ore, che poi sono!'state effettivamente cinque, aven- ldoci l'ora giapponese permesso d\\dfare avanzare le lancette di ses-|ssanta minuti: ti abbreviano la ri-sta, ho pensato, ma insomma hai idla soddisfazione di aver fatto cena smentre in Europa gl'impiegati dei pubblici uffici aspettano che suoni mezzogiorno per andare a colazione. Durante la sosta nel porlo dell'uni ira colonia tedesca (a terra i viaggiatori in transito non possono scendere a motivo della situazione indicata dalle annerile il'ovile di certi magazzini del pora10' incendiati cli'è poco da ribelli) o\"n esercito di culi, in un'atmosfe-1o\ra " prodigiosa confusione ortja-ì e\n'~zattt' BCa'''c"*° tonnellate e ri\tonnellate d' "'erc' e oltre ne ha\s.\mandate a bordo. Uno dei sorve-ise\!,^ant'' s'rco"'e piovigginava, an-\e'davi1 in •'/"'° rlcoPcrto d'"n super-1L-<no Ini permeabile di paglia e così\a'rto di C!,nn"ccp che a distanza] ce lìe">,nul'a »"a pelliccia dorso si- h heriuno. 1 gnddse e e\forma di grosse focacce,'o di uno olo due bambini. Anche vederi dei| - bimbi di sette o otto anni che sul g• , ,,„ „„_„_:_- ì passeggen e un canarino Visto l'impermeabile di pa-lalia, l'ombrello di carta, imper-' ineàbile anch'esso, non fa più ef. fetto. E finito il carico delle merci!è salita a bordo unu teoria in(er-lminabilc di emigranti per la Man-\ciuria, quale carico — perchè agia-\to — di un materasso, quale di un\fagotto, o di tino o due pani con e e è a e ¬ te spalle si portavano il fratellino di due o di tre, lasciandosi stringere il collo dal moccioso docili, pazienti, rassegnati. Da Tsingtao a Dairen (secondo scalo e trasbordo) abbiamo impiegato 18 ore. Questo tratto di Mar Giallo lo chiamerei la passeggiata archeologica della politica d'in- i,~ -\}lucnzu europea in Estremo Oricn-\- \te. Volte le spalle a Tsingtao, fan- -\tica. bella colonia tedesca, e dop-\-\piatn il Capa Shuntung, sai che^-\sulla sinistra c'è Weihaiwei, ehej r nel '9« l'Inghilterra si fece dare'rin affitto dalla Cina col diritto dl\srimanervi fino a quando la Rus-\sia fosse rimasta a Port Arthur: | \ avvenuta nel 'SO la restituzione alla Cina, adesso la flotta inglese,[-'in omaggio alla tradizione creu-\o!'«si, a Weihaiwei va a passare\- l'estate. Port Arthur sta proprio]\\dirimpetto, alla punta della peni-1-|soia del Liaotnng, ma i russi nei-sono andati via dal 1905, a norma] i idei trattato di Portsmouth che\a suggellò la vittoria nipponica sulìi i o a e ) -1golo — a una dozzina di giap-ì ponesi edite europei, più un canae rint» che nella sua gabbietta appea\sa sul ponte s'è fatta la traver-isuta con palese disappunto, non -\avendo mai voluto cinguettare, -1L'agente della compagnia, gentiì\ussilno, poiché son nato a Napoli, a] c\ttà che ha conosciuta, mi ha da- ho la cabina di lusso e due. venta 1 ~" -•' ! -»— gigante moscovita; poco dopo rie-ine Dairen, in trentaquattro anni | diventata uno' dei porti principali della Manciuria. DoliPvat £tMnf\Chvent\ quattr'ore i pusseggleri si sono ri- dotti — senza contare quelli che] spuriscono nella stiva attraverso] due o tre tavole rimosse in un an- o ei| l gli giapponesi, raccomandandomi ì in modo particolare al primo ca- meriere, che è stato spesso a Na- -l^0'' anche lui- eosicchè quante -' volt0 no sentito il dolce squillare. dei gong mi sono diretto aZ mio ta-ci!1'0'0 con tranquilla coscienza. Su -l''"eiita l'nea ' posti sono l'unica-\distrazione della traversata e do--\P° * « l'o!er 1are stravizi, bi n\sonna scegliere fra birra e vermut n o ni, do ear a n- n-\date le quali atterriscono bardici n- te e giunche ed arrivando sulle vip-\cine sponde le flagellano e slunhe^hrano.I lunghi barconi stracarichi hejdl tegole, che ridisccndonv la cor- E' però bello lo spettacolo dellenavi che giunte in fondo al Golfo del Chihli sostano alla barriera ad aspettare che l'alta marea le lasci entrare nella foce dello Hai Ho. il mio piroscafo, lo Schohei Mani, è stato all'ancora tre ore, poi s'è in- filato adagio nel canale esterno se- gnato dai pali e dalle boe e infine è entrato nel fiume, portato alle- qramente su dalla marea. Il fiume è così stretto e grosso d'acqua, rìn il nostro passaggio determina on- 'rente mantenendosi sui lati, al no\stro avanzare bestemmiano, e la \sporca gialla acqua del fiume si | rovescia loro addosso spietata, quasi a punirli dei disumani senti[menti. Le giunche dalla tozza prua \si danno a manovrare come panfi\li in regata e sui ponti si spen]gono i concerti di ocarine che qui 1su tutti i galleggianti assolvono le inobili funzioni di orchestrine di ] bordo : il repertorio consiste in una \unica e sola aria tenacemente riìpetuta per ore e ore, forse da an- n , , ini e anni, ragion per cui se in | Cina esistessero i diritti di autore chi l'ha composta dovrebbe essere milionario da un pezzo. \ Confronti pailÙi - / campi sulle sponde sono belli e] verdi ubertosi, e ai campi si al] ternano saline. Il paesaggio * è ci nese >. Il volto della terra è multi- i - - e forme: se si ripensa alla Bassa Friulana, alla pianura lombarda, alle montagne austriache, alla nostalgica puszta ungherese, al deserto di Siria, all'aerodromo di Rangoon, al Fiume rosso, la prodigiosa varietà dell'unica creazione rende muti. Il paesaggio finisce non appena, avvicinandosi Tientsin, incominciano le fabbriche e le case, le banchine, i magazzini, le tettoie. In pochi mesi i giapponesi hanno costruito nuove lunghe banchine e tettoie capacissime. e]Navi attraccate, una affianco al-\l'altra, a sinistra e a destra, renu dono qui il passaggio più angusto, aìe rallentiamo. Il traffico è impo-]nente: Tientsin è la buse degli t i - scambi con la Cina settentrionale e le terre a nord della Manciuria, e]* con '" Mongolia: c un emporio o ehe ulimenta tanta vita da non d P"tcr conservare troppo a lungo lo ci tracce delle guerre, anche recenti, l e senti questa vita pulsare irrestiè libile anche se fra i capannoni - camminano sentinelle con le baioe- nette inastate e le cartucciere Tie gonfie e se scopri dei reticolati con - >a corrente, ad alta tensione. La e guerra? Un periodo di transizione, n Dairen non c già una citta ricca? -'Q"' eserciti fanno da pionieri:- prima il soldato, poi l'agricoltore e l'operaio, il commerciante e il banchiere. Italo Zingarelli TIENTSIN, agosto. jinn ni niiiiiii imi init in un il in ini ■■lllllllllllllllllillliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllliMlllllllllll ini imi iCLiJ tla! ! i p poto di Tien Tsattraverso formalità e saluti. In sà dove, oppure d'esser costretto, nel caso d'un incidente, a far da testimone. Per così validi motivi, e per il motivo ancora più valido che altra possibilità non c'era, ho navigato per tre giorni e tre notti nel Mar Giallo con piroscafi giapponesi e non mi sono pentito della scelta. Sono del resto dell'avviso che il viaggiatore veramente desideroso di conoscere nuove terre e nuove genti debba sempre cercare di aderire in tutti ì modi alla vita locale, in ogni sua manifestazione. L'inchino di prammatica II mondo giapponese si comincia a rivelare all'imbarco a Shanghai vmcctfifrelspivpdmcrbanchina se l'autista della mac-Uchina che trasporta passeggiato e\pbagaglio non sfoggia il berretto di]tprescrizione giapponese, nè a bar- sdo salgono altri facchini che giup- rponesi. Le signore che partono elnle signore che restano si uccomia-]pprimo luogo non si accede alla] tano scambiandosi grandi inchini così adagio che l'idea dell'imminente partenza sembra non le turbi affatto. La prima volta questa forma di saluto sorprende, poi appare cerimoniosa, sì, ma simpatica. Quando le ancore sono levate gndzopce si mollano le gomene, ha inizio Imttn fantastico tiro di stelle filanti, nche sono meglio fatte e più solide\sdi quelle adoperate da noi in certe liserate di gala e a carnevale o a\pCapodanno. Tira tu e tira io, pie- rsto la nave si agghinda di stri-|a sclonl policromi che garriscono avento e tu hai l'impressione dmuoverti per una bella gitu.o uncrociera, ma deplori d'essere solcome un imbecille, perchè questti toglie il diritto'di tirare stclfilanti a qualcuno. Avrei volentiefotografato la scena, però sui proscafi giapponesi della linea devesistere un divieto di fotoqrafarli cui carattere generico non consente eccezioni. A consolarmi hprovveduto una bella piouuìa ch r -'- in un batter d'occhio s'è portatvia le stelle filanti. Nelle cabine dei piroscafi giapponesi si mettono a disposiziond'ogni viaggiatore pantofole e kmono e affinchè i viaggiatori, rchiudendo le valigie, non incorrano in equivoci, le pantofole sonUimbrate con le iniziali della con\pagnia e il kimono è fatto con u]tessuto nel quale queste inizia si ripetono all'infinito. A me, et ropeo, hunno dato le pantofole lnon ii kimono, cosicché non It]potuto godermela come i compa] gni di viaggio nipponici che sne stavano in kimono e pantofodal mattino alla sera. La distinzione fra giapponesi ed europei osservata anche nella sala dpranzo, dove il primo cameriecombina le tavole mettendo assi Ime tutti europei o tutti giapp nesi: ne è derivato che invece \sedere con dei gialli pieni di s linfe, io ho mangiato con una co\pia bianca composta di un sign- re che (appetito a parte) si l-|anava dinonso più quante mulu Barconi e piroscafi nel porto di Tien Tsin N' EL Mar Giallo ho navigato tre giorni e tre notti con piroscafi che hanno la caratteristica di rimpicciolire strada facendo: ad un certo momento ho temuto di ai-rivure a Tientsin in un bragozzo. Ma Tientsin con un transatlantico non la si può raggiungere; Shanghai sorge sulle sponde del Whangpoo navigabile pure per corazzate, Tientsin invece sullo Hai Ho, fiume poco profondo e dal capriccioso tracciato che solo a furia di tenaci lavori è diventato navigabile per battelli sino a sei metri circa di pescaggio. A nord del Tropico del Cancro, il viaggiatore, oggidì, deve poi preoccuparsi della bandiera della] nuve con la quale intende toccale la mèta: già ud Honghong, ad esempio, avevo dovuto dividermi da certi compagni di viaggio ugualmente diretti a Shanghai, non potendo essi, nella loro qualità di esportatori, sbarcare da un piroscafo la cui bandiera sventolando non mormorasse paroline d'amore all'indirizzo ■ della Cina tiazionalista. Se non badiamo a questo, mi dissero, tanto fa non partire, giacché non troveremmo un cinese disposto a darci una commissione. Sono cose da comprendere, no? Gli affari sono affari. A me hanno spiegato che per arrivare sicuramente a Tientsin mi ci voleva, viceversa, un piroscafo giapponese autentico: salire sopra un inglese polena dire correre il rischio d'esser fermati chis

Persone citate: Barconi, Capa, Italo Zingarelli