Sullo schermo del Lido di Mario Gromo

Sullo schermo del Lido Sullo schermo del Lido -, „. . . «..»„,. ,, ,. ^ . LaSteUl IH aria,, (Italia), l Ultimo film di Genina (t . . . ' . f .. iLa fin du JOlir „ (Francia), l Ultimo film di UUVlVier] I (DAL NOSTRO INVIATO) Venezia, 16 agosto | Oggi e domani, sulla scia del Ferragosto, la Mostra si concede due giorni di riposo; e, per questi due giorni, si può scegliere fra due film meravigliosi: una scappata a i Brioni, o una scappata a Cortina, i Si è cosi ieri sera conchiusa la pri-! ma folta settimana, che ha aduna-1 to pubblici assai numerosi dinanzi ! a film della Germania e della Sviz zera, della Francia e dell'Italia, della Svezia e dell'Ungheria, del Giappone, dell'Olanda e dell'Inghilterra. * * Ieri, al pome.ig;,io, lo spettacolo è stato aperto da « Pisicchio e Me-1 lisenda », un corto metraggio di Ugo Saitta, ripreso con la tecnica, del disegni animati applicata a sti-, Uzzati pupazzi; ed è poi seguito « Castelli in aria », l'ultimo film di ! Augusto Genina. Il regista di; [^™ *^T™,C^f f.?i^f?f ^ « Squadrone bianco > qui ha diret-j to un film molto in minore, dalla vicenda che ha evidentemente il,solo scopo d'intrattenere grossi ce- j ti di pubblico; e narra la quasi ro-l sea avventura di una piccola vien-; nese, guardarobiera in un teatro! di riviste. Venuta in possesso di un vincitore tre giorni di viaggio in I Italia, un vecchio signore si coni-imuove, disinteressatamente, alla j retizia della ragazza; e poichèquella dice che nel viaggio incon- trerà, vorrà assolutamente incon-trare un principe, un principe mol-to azzurro, ecco il vecchio carità-tevole e disinteressato mettersi in viaggio anche lui, e diventare in regista della felicità per la bravafigliuola. Un'opera buona che glicosta un sacco di palanconi. Nelperchè in quei tre giorni, per laragazza, appaia un prìncipe alme-no autentico. Di qui grandi al-borghi, e rifornimento di guarda- treno trova un giovane italiano, che è De Sica, e anche violinista e in bolletta; e subito lo scrittura, roba, e pellicce, e gioielli, tutto in tre giorni; e il più tenero idillio che fiorisce fra i due giovani, an- che quando si riveleranno, l'uno all'altra, poveri in canna; e una vena d'amarezza che alla fine si desterà nel vecchio, perchè a quel giuoco si era un po' scottato, e dovrà accorgersi d'aver preso una cottarella per la ragazza. Ma siritirerà ln perfettissimo buon or- dine, da quel non meno perfetto gentiluomo che subito si era dimo- strato. Fra gli interpreti sono an- che Lilian Harvey, Fritz Odemar, Hilde Von Stolz, Carla Sveva. * * In serata, La fin du jovr, l'ulti- ma opera di Duvivier. Un sogget- to assai commovente, un regista rti grande ingegno giunto alla sua più vera maturità, un gruppo d'at-^ tori che aduna parecchi fra i mi-igliori del cinema francese: Michel aSimon e Victor Francen LouisiJouvet e Arquillère, Gastón Jac-iquet e Jean Coquelin, Gaston Mo-i dot e Madeleine Ozeray, Gabrielle,Dorziat, Gabrielle Fontan, e altri'ancora. Questi i tre elementi sui;quali poggia il film, di un'audacia,! di un'umanità, di una drammati- cità davvero assai rare. La fine della giornata, il tramonto, è quel-,'o di vecchi attori di prosa indi- genti, ricoverati in una casa di ri- poso. E' un piccolo mondo, tanto singolare quanto umanamente in- teressante. Questi veerhi attori, ■ queste vecchie attrici, furono ba-| ciati, alcuni, dalla gloria e dalla,fortuna; altri da una fama più omeno làbile; e parecchi altri an- cora trascinarono la loro povera vita in un guittismo oscuro. Le il-lusioni e le albagie, le speranze ei sogni d'allora non si sono tutti offuscati; si uniscono a smànie e a manie tipicamente senili; e a tut-to vorrebbe imporsi, come regola livellatrice, la norma dell'ospizio, di questo piccolo convitto per collegiali dai cap-lli bianchi, il com¬ pito dei quali è di non far nulla, di soltanto attendere il giorno che dovrà essere l'ultimo. Protagonisti di ore di luce magari abbaglian te, eroi ed eroine di una giovinez- za quasi perpetua (di replica in replica, dl cerone in cerone), che vibrarono degli amorì più accesi; e ora povere marionette messe quasi in soffitta, povere marionet- te che possono soltanto ripiegarsi [su se stesse. Vivono, cosi, una vita intessuta di ricordi d'un tempo; il : passato, per parecchi, è ancora ì quasi un presente; e pochi di lo-;ro hanno accenti tutti umani e tut- Illlllllllllllllll Illllllllllllllllllllllllllll IIIIA 11 semplici, che dall'atteggiarsi al. Parlare- cm più,chi meno, hanno resti un po' di ribalta, accenta- zioni a effetto, cadenze che sfiora-; no 11 birignao. ' Spiccano fra queste povere.! umanissime marionette, un vec- chio monello di ottant'anni, che non sa più quali tiri, anche atroci 'giocare ai suoi compagni; un at- tore tragico che mal conobbe la; fortuna e la gloria, e, convinto com'è del suo talento, ancora in- consciamente pare attendersi, da : un giorno all'altro, un giudizio di appello; una vecchia attrice chej ha serbato un eguale culto per i, «suoi» poeti e per i ricordi della1 sua vita sentimentale; una coppia di vecchi attori, che hanno avuto figli, e nipoti, e pronipoti, e mai si erano sposati (e lo faranno, candidi e tremanti, per * regolariz zare *, e soprattutto per evitare di essere separati quando sembra che la casa di riposo debba chiu dersi per mancanza di sovvenzio ni, e i poveri vecchi dovrebbero allora essere inviati, a piccoli gruppi, in ospizi comuni). Tutta la prima parte del film e quella centrale (complessivamente circa due terzi |, sono di una aorpren-i dente maestria, raggiungono quasi, a ogni istante momenti di commo-j zione, hanno pagine indimenticabili. Si entra in questo piccolo mondo con un occhio tanto curio- sissimo quanto discreto, che tutto vede o sorprende, tutto dice o ac cenna. L'andamento del film è ine-1 viabilmente corale; ma di episo dio in episodio, di tipo in tipo, ogni: elemento assume una sua esatta! autonomia, non meno esattamente' accordata su quelle degli altri, Questi primi due terzi sono un pie colo prodigio di gusto, dl sensibij lità espressiva, di ritmo e di misu- ra. Poi, come purtroppo ancora; tà accade a Duvivier, secco sbotta d l'errore. Per dare alle varie vi- b cende un accento culminante, per l'dare allo spettatore un più evi-,fi dente brivido drammatico, uno di; m questi attori, impersonato da Jou- a vet, un tipo di megalomane e di tibugiardo fino ad allora ottima- tu mente scorciato, impazzirà d'unaj luc'da pazzia; e, indemoniato da, g quella, quasi riuscirà a convince-1 g re una giovinetta al suicidio. UlG come questo episodio è sviluppa-je to, con due altri collaterali, è tan-|mto artificioso quanto gratuito, qua-| ai indisponente; e la splendida uni tà del film allora si rompe, ha strl duli accordi, in questi episodi si banalizza. Ma, ripeto, ciò riguarda l'ultima parte soltanto; di quanti film si può dire che, nei loro pri- mi due terzi, sono da seguire con ammirazione, con emozione? Inu tile citare questo o quell attore, tutti eccellenti. gh altri corti metraggi della giornata sono stati * Le sky fran- gajs t< della Central Film; un Giornale della Gaumont inglese; ed un pittoresco documentario romeno <A1 paese dei Motz >. Mario Gromo i , j 1 : ! ' Louis Jouvet e Madeleine Oreray in « La fine del giorno » (Francia)