Dal Castellacelo di Gianciotto alla culla di Leopardi

Dal Castellacelo di Gianciotto alla culla di Leopardi INGRESSO ALLE MARCHE Dal Castellacelo di Gianciotto alla culla di Leopardi Il Bramante inventava palazzi e cupole pensando a questi paesi sui colli, solenni, maestosi e leggiadri Porto San Giorgio, agosto, [d'oIl pittore, che veniva da Chiog-j bigia e viaggiava in treno con me, I ricvoleva che stessi sempre al fine-'rastrino. Io venivo da Milano, e la!chprima lama di mare la scoprii inlaggiù, annunciata da un chiarore! nediffuso, poco prima di Rimini. Lu-j receva chiara, quasi bianca, con una qusmorzata incandescenza. Poi ven-| Panero i pennoni e gli azzurri quasi colaccati delle colonie marine, tra il!s'verde acre dei canneti e gli olean-, bidri di Cattolica. Mi ricordai di un j guverso di Dante: « e mazzerati presso la Cattolica »; il verso galleggiava nella memoria come un sezorelitto, non riuscivo a ricordare ilghnomi di quei disgraziati che furo-(gno uccisi a mazzate. Ma i versi dil niDante stanno scolpiti sulla faccia- nta del municipio di Cattolica, e potete andarveli a leggere. Il ma- stre intanto era scomparso, il treno pera rientrato in piena campagna. ; fiCorreva vicino alle falde d'un col- j aIle, tra vigneti carichi di verdera-: Lno, pescheti folti d'un verde sciai- j nbo, e distese di stoppie, gialle ejsvaride. In qualcuna andavano, ma! stparevano ferme, coppie di bianchi;trbovi aggiogati. Aravano; e la par- te arata riluceva come se fosse acciaio. Sul costone d'un colle dall'altra parte, vidi il lungo profilo d'un castello merlato. Il pittore mi disse: « E' Gradara, dove dicono che lo sciancato Gianciotto fece la festa a Paolo e Francesca ». E subito, la solerte memoria; Noi lucevamo un giorno ppr [diletto;.. o e limDdstde cndaI merli del castello salivano!c'verso il cielo, e il loro profilo si j s: ingrandiva .come il treno vi s'av- evicinava sotto. E non avevo fatto se'in tempo a dire all'amico pittore!gche, secondo certi eruditi, pare [smmimmersa nel liquido j cgiorno, vincendo lo hinvece che Paolo e Francesca siano stati uccisi non a Gradara ma a Sant'Arcangelo di Romagna, che anche i merli di Gradara erana scomparsi. Restò in cielo un'allodola; e cantava sopra Pesaro, alta e invisibile, ardore del stesso ebbro canto delle cicale. So-1 cmigliava al gorgheggio di Rosina; | o Ima il paragone parve al pittore " troPpo poetico e °ccaaiona,e- PeH - : che non bastava che Rossini fosse' t nato a Pesaro perchè le allodole! v- di Pesaro cantassero come Rosina. : m- Sofistico d'un pittore! ee] Per fortuna il mare riapparve ;|p"L , Ai ed era quieto e lucente. Stava 11 a vicino di là dal terrapieno della e,ferrovia, e lingueggiava sulla sab n 1 Vii o phiir'j n a **n q n tir» r>r\r\ infinite o seal aa. oo- | corridoio. ae, te a: l bia chiara, cercando con infinita pazienza di scurirla, ma la sabbia, con un breve brulichìo d'argento tornava chiara, e più chiara di prima perchè il sole era sempre più forte. Difatti il finestrino scottava, e i viaggiatori comin ciavano a sbuffare e a venire nel — Guarda là! — mi indicò l'amico pittore col braccio teso. Era il golfo di Ancona; e le|pendici del Conerò entravano ini .mare, e parevano le cosce d'un gi-jni, gante. Ma il treno cominciò a sai- iifare sugli scambi, scegliendosi la le via tra il disteso intreccio delle: -'Via tra il disteso intreccio cieue i rtrÒ nel,'nC3C0»niM!?:»' risonante stazione della capitale idelIc Marche. Mschi e fumo: fin- o- gevano un ìndaffaratissima fuci-,na; e il mare s'era coperto di|„.. a- barche n- 1 e¬ ;* * Quando il liscio mare tornò, si:mi era dovuto passare una galleria ei s- fare un'aitra galoppata in pienajl- campagna; e fu una fresi a iel eg- impagna; e fu una fresca galoppata, tra lo sventagliare delle acacie e delle ficaie. Ma il paesaggio mutava: cambiò aspetto, anzi, all'improvviso. La terra di [ventò più pallida, il mare più ver de. E l'amico pittore, come preso j da una subitanea frenesia, comin- ciò a entrare e a uscire dallo | i,^compartimento, ora affacciandosi! o- \ dalla parte del mare ora dalla par-1 a te della terra. Guardava, e pareva! ejstranamente ispirato. Guardava; : dalla parte dei colli, e m'additava ù'i paesi e le città sulla cima, tur-I oriti come fortezze, di pietra bigia, ! o- \coi campanili svettanti contro 11 o- j cielo; guardava il mare che veniva 1 ia a frusciare quasi tra le ruote del [ | treno, e s'incantava al suo colore j i- ,in cui il verde, la perla e la fluida: ri, cenere si mescolavano all'azzurro. he\e il rosa smoriva in tenui ameti s- ; ste. Mi nominava quei paesi e ! quelle città; e scorgendo a un cer- e ito punto nel mio stupore un sor ui riso di forse involontaria ironia sì. esclamò: so, — Eh, caro mio, ma questi sono no 11 colli che ha visto l'occhio divino lodi Raffaello, e c'è poco da sfotu-\tere. i-1 .— Ma io non sfotto niente, fi Igùrati! o- — Beh, vedi, dietro là sta Urda bino, e quello lassù è Osimo, e o, quell'altro, vedi.. en- ua iù sle le no nin r Osimo. L'ostinata e inesorabile memoria mi cacciò sulle labbra un'antica strofetta dei tempi del l'ironia crepuscolare: Noi c'incontrammo ad Osimo quel tempo di quel mese ohe ha. più le tinte accese, te no ricordi, Cosimo? •j ,. . , , .., La dissi, fermando per un atti-mo il fervore ammirativo del pit-tore. E volevo seguitare; ma il pit-tore sentenziò: « sciocchezze! », e• mi trascinò al finestrino, afferrati-na.nnlqn Fhhi nor un Htti- e „■? P , P u e mo ncIea che volesse gettarmi giùon;dal trell0i e mi svincolai. — Ma no_ cne Crotii v Guarda \un po. cne mare! Io conosco l'Ac,„ „„r...,, „or m<:j- - rosa, il verde è stinto, sa di pra-ue- teria mangiata dalle pecore. Bel- i]lo_ cert0, com'è bello in certe telelo-\d^Vamìco gemeghini .Ma andandopa- :giu quel verde cammina, cresce,pa- \t0(jca i'azzurr0: e ia lieve porporatramonti sul -li Chioderia, rtte dnatico potrei dire passo per pas-qoH * Venezia ancne quando nongo- c,è u caUg0| u mare è 0,anco e"'" ; tocca l'azzurro: e la lieve porporaor~ galleggia nei tramonti sul .mare di Venezia e di Chioggia. e [che noi mare di Romagna si fa oro antico com'è nelle aureole izantine di Sant'Apollinare, caicandosi d'uno splendore di fuoco appreso, qui, in .questo mare marhigiano, si scioglie e si stempera n un gioco variegato di tinte teere. Guarda un po' che traspaenze, che velature! Qui siamo uasi alla metà, dello stivale; e il Padreterno, che ha'dipinta l'Italia oi più bei colori del mondo, qui 'è divertito a mescolare i rosa, i ianchi, i verdi, gli azzurri con un gusto che se potessi carpirne il egreto... Delle vele punteggiavano l'orizonte, segnando lo spazio con va- ghi rapporti di distanze. Il pittore guardava, finalmente muto d'amnitrazione. E non c'era un finestrino senza un paio di teste, II mare stava fermo sotto i notri piedi, disteso come una copert.a. Ogni tanto s'increspava, un fiocchetto di lana s'arricciava un attimo Iti quell'azzurro delicato. Le chiare case dei paesi evocavano, a pochi passi dalla riva, il rosa svanito delle conchiglie e delle stelle di mare. T pini, coi loro tronchi piegati dal maestrale, saivano verso i colli, mettevano una macchia scura sui campi pallidi. Dal verde s'affacciavano le cimase delle ville. Ogni tanto una valle stendeva i suoi fianchi molli di verdure, finiva nel folto dei canneti e dei pioppi, tra frutteti e campi coltivati con una simmetria di linee nobili e semplici. — Ecco lassù Recanati — additò il pittore, e restò col braccio alzato. Una chiaria di case s'in- curvava su.la cima d'un colle, e il sole le dorava con una polvere effusa e impalpabile. Il treno rasento un ponte bianco; intravidi un greto asciutto, un nastro d'acque serpeggiante. E l'implacabile memoria mi ridisse il celebre verso: E chiaro nella vallo il fiume [appare. * * — Dove scendi? — mi chiese l'amico pittore, vedendo che comin- ciavo a dare frequenti occhiate aihe mie valige, e mi riassettavo la cravatta, — a Porto San Giorgio. Voleva abbracciarmi. — Ma perchè non me l'hai det to prima! A Porto San Giorgio! vieni qua al finestrino. Fra pochi minuti vedrai affacciarsi un colle; e su quel colle vedrai un tondo di pjm, porto San Giorgio è là sotto. Lo conosci il paese? — SI. — C'è 11 fiore del marchigiani. Ospitali, gentili, discreti. Ma già, tutti i marchigiani sono bravissima gente; non per nulla tra loro c'è nato Bramante, Raffaello e Leopardi. E credi a me; quando dicono che un paese non ha a che fare con la gente che ci nasce, credi pure che dicono una fregnaccia. Hai visto poco fa Loreto, Recanati ? Quel palazzo che s'alza intrepido sul colle a fianco della |basilica, beh quello lo disegnò i Bramante. Bramante inventava jpaiazzi e cupole mica pensando ad aitro. Pensava alle Marche; a questi paesi sui colli, torreggianti, : i soiennl anelli, maestosi e leggia- :(,ri- Leggiadria e maestà: questo 6 „ genio dl Bramante. E credi ve- ramante che Leopardi poteva na- ,scere m un altro luogo? Altro che |un caso! n paesaggio delle Mar- che è entrato nei versi di Leopar di, e ci sta come lo stesso paesag- gio sta nelle tele di Raffaello. E ti dico io: non capirai veramente questi «pezzi grossi» se non ve- drai il paesaggio marchigiano. Il treno cominciava a rallentare. 11 tondo di pini sopra il colle nudo, d'un verde sbiadito, s'alzava nitido contro il cielo. L'odore amaro degli oleandri si mescolava in boc- j ca con la fragranza marina. L'a mico pittore mi porse le valige. | — Mi dispiace di non scendere ! con te. Ma vado qui, poco distan 1 te, a Grottamare. Ci rivedremo, ti ! verrò a trovare io ; Mi faceva grandi gesti dl sa lutò. I — e ricordati, le sogliole e le ! triglie! Le sogliole e le triglie di Porto San Giorgio sono le miglio 1 ri del mondo. Te lo dice uno che [se n'intende. j Le altre parole si perdettero nel : rumore del treno. G. Titta Rosa. a j Ebrei camuffati da bagnanti fermati sulla costa palestinese Un capo di gendarmeria ucciso Gerusalemme, 10 agosto. La polizia ha tratto in arresto 287 ebrei che tentavano di sbarcare clandestinamente nella baia di Caifa. Stipati in cinque barche di salvataggio calate in mare da una nave sconosciuta, essi, vestiti di costumi da bagno e cintura di salvataggio, credevano di poter eludere il servizio di sorveglianza ostentando un aspetto di bagnanti. Ma, insospettita dalla singolare quanto numerosa affluenza, una pattuglia della polizia li ha arrestati nel momento stesso in cui jmettevano piede sulla spiaggia. -:Tutti sono stali arrestati e condot-' ti a Caifa. -! Si apprende che il capitano del e'vapore turco Las Perlas » che il - 3fugho scorso aveva illegalmente - sbarcato in Palestina 3b5 ìmmt igranti ebrei, è stato condannato ù |d un anno di C8reere. Tredici im- mini dell'equipaggio sono stati a ; condannati a tre mesi di detenzio- cne e la nave è stata sequestrata j dalle autorità competenti. e- stato 1 ucciso ieri da colpi di pistola spa¬ - ratigli addosso da sconosciuti. Le -]autorità britanniche hanno decree tato a 'itolo di rappresaglia la o! chiusi per quattro giorni di e, tutti negozi del quartiere ove a l r -' Aa\\e autorità competenti. n«-ggìfal«X e|ucciso ieri ^a colpi di pistola sp; l'in'" negozi del a] "Vn ^otale'di circa°duecento neul ?o?,i viene colpito dalla misura; e. ,|tre sono stati operati una ven¬ a una di arresti di persone sospette.

Persone citate: Bramante, Panero, Perlas, Rossini