LA CONFERENZA DI TOKIO bloccala dal doppio gioco inglese

LA CONFERENZA DI TOKIO bloccala dal doppio gioco inglese LA CONFERENZA DI TOKIO bloccala dal doppio gioco inglese La Francia incide nel gioco britannico col suo atteggiamento differenziato ma altrettanto ambiguo (DAL NOSTRO INVIATO) Tien-Tsin, 31 luglio. Quella che potremmo chiamare la seconda fase critica della conferenza di Tokio continua e le prossime 48 ore saranno probabilmente decisive per le sorli dell'accordo che, fino a venerdì, sembrava alla vigilia dell'applicazione. Premesso che sull'itrigidamento dell'attitudine inglese può avere molto infinito la denunzia da parte dell'America del trattato di commercio e navigazione col Giappone, è fuori, dubbio che l'ostacolo essenziale adesso è costituito dalle questioni economiche le quali si presentano così delicate che nella odierna riunione di Tokio per aver tempo di spianare il terreno si è preferito non toccarle riprendendo invece in esame la futura azione di polizia. Come è noto, i giapponesi considerano impossibile il ritorno della normalità in Cina se l'autorità del governo di Cian Kai Shek non appare distrutta anche mediante il divieto di circolazione del vecchio dollaro cinese al cui posto deve subentrare il nuovo dollaro della Federated Reserve Bank. Contemporaneamente essi domandano che a 'vesta banca siano consegnati, evidentemente per servire da fondo di copertura della nuova valuta; 48 milioni di dollari d'argento attualmente custoditi nelle'banche cinesi delle concessioni inglese e Francese di Tien Tsin. L'Inghilterra sembm disposta a proibire la circolazione del vecchio dollaro nella sua consessione, però dichiara di non potere in nessun modo recla mare dalle banche private la consegna del danaro non suo. In tale attitudine i giapponesi vedono il recondito proposito di continuare ad aiutare indirettamente Ciang Kai Shek perciò oggi l'Inghilterra è di nuovo accusata di doppio giuoco e, nell'occasione, si ricordano le dichiarazioni dì varii nomini di Stato britannici secondo i quali la poltìca inglese in Estremo Oriente non avrebbe subito mutamenti. Di rimandò a Tien Tsin si avverte che l'assedio della concessione vigerà immutato fin quando l'Inghilterra non abbia effettivamente messo in atto tutte le condizioni convenute col Giappone. Curioso è intanto il fatto che, sebbene due terzi dell'argento reclamato dai giapponesi si trovino nelle banche cinesi della Concessione francese, nessuno a quanto si sappia finora ha consultato le autorità francesi che pure dovrebbero dir la loro parola. Dato ciò, è lecito supporre che la Francia, sempre più differenziando la sua politica in Estremo Oriente dalla inglese, abbia già dato formali assicurazioni al governo di Tokio oppure abbia deciso che le sembra improbabile sottomettersi senz'ai irò a quello che sarà stabilito a Tokio. Interrogate in proposito le autorità giapponesi, rispondono che si tratta soltanto con l'Inghilterra. Nei confronti dell'America l'opinione pubblica giapponese man tiene un'attitudine di attesa e di riserbo. Il Direttore della sezione commerciale del Ministero degli Esteri Matsushima ha comunicato ai giornalisti che il Giappone come non intende prendere misure di rappresaglia così non vede la necessità di prendere l'iniziativa per la conclusione di un nuovo trattato e per il momento almeno vuol stare a vedere. Un altro funzionario giapponese ha spiegato ai giornalisti di Tien Tsin che siccome il trattato denunciato vigeva da ventotto anni il de siderio dell'America di procedere ad una revisione non può, in fon do, sorprendere. Il pericolo di dimostrazioni antiamericane sul tipo delle antìinglesi che non cessano viene escluso. A completare il quadro della situazione odierna citeremo integralmente un brano di un telegramma ufficioso da Pechino che dice: « Le locali autorità militari, sono fermamente decìse a raggiungere ad ogni costo i loro obiettivi e ad eliminare ogni carattere ostile alle autorità inglesi di Tien Tsin. Frattanto osservatori autorizzati dicono qui che il Giappone non esiterà a rompere le conversazioni con l'Inghilterra ove l'Inghilterra non si dimostri sincera nel voler costruire il nuovo assetto dell'Estre ,»io Oriehte ». Italo Zingarelli pTcetacBddtbfCnrsstibnmpnusqBssqsgtndgognlcgttri Il Giappone è pronto a rompere i negoziati Nessun accordo possibile senza la soluzione del problema eco nomico - Imponenti dimostrazioni popolari a Tokio contro la continuazione della .conferenza Tokio, 31 luglio. Ha avuto luogo nel pomeriggio dalle 15 alle 19, la riunione plenaria della Conferenza per la vertenza di Tien Tsin. Alla fine di essa, il Ministero degli Esteri ha diramato un comunicato ufficiale nel quale è detto che i colloqui sono durati circa tre ore ed hanno avuto per oggetto la questione del mantenimento della pace e dell'ordine a Tien Tsin. Ai colloqui ha partecipato anche il capo della polizia britannica Davis. Il Sottocomitato a cui è devoluto l'incarico di studiare le questioni economiche si riunirà domani alle 10. L'altro Comitato, quello per i problemi finanziari, non ha tenuto la sua riunione come era stato preannunziato nei Riorni scorsi a causa di divergenze sorte in merito alla questione della valuta. Il gioco britannico Il rinvio della riunione di questo secondo comitato non ha suscitato a Tokio alcuna sorpresa darò che fin dal momento della adesione britannica all'accordo preliminare di massima per Tien Tsin nessuno negli ambienti ufficiali e diplomatici giapponesi si era fatto illusione sulla vera portata dell'accordo medesimo; ed anzi era generale la previsione che alla prima occasione la Gran Bretagna avrebbe tentato di eludere l'impegno assunto di estendere il campo della discussione oltre il limite circoscritto dal problema locale di Tien Tsin. Le difficoltà sollevate dall'ambasciatore Craigie a proposito della questione dell'argento cinese hanno però ribadita l'impressione che 1 adesione all'accordo preliminare sia stata una manovra britannica fatta con lo scopo di impressionare il governo dei Sovietl facendogli balenare, sia pure per pochi giorni, la minaccia di un riavvicinamento anglo-giapponese^'"' La stampa nipponica rileva appunto che l'atteggiamento britannico è dovuto principalmente ad un calcolo diplomatico. In questo senso si esprime il Nìci Ntci, il quale fa osservare che la Gran Bretagna è ossessionata dalla inseparabilità dei suoi interessi dal sistema monetario cinese, creato quattro anni fa dal capo della tesoreria britannica Leith Ross. Il giornale nota però che nel frattempo la situazione monetaria ci nese è completamente mutata, dato che le nuove banconote del governo della Cina settentrionale olrcolano ormai regolarmente. Il giornale aggiunge che l'opposizione britannica alla consegna del l'argento detenuto nelle banche cinesi di Tien Tsin non ha una ragione di essere, ma è dettata piuttosto da un preconcetto di ostilità tenace al Giappone ed è quindi contraria alla lettera ed allo spirito dell'accordo pregiudiziale. Fermezza giapponese Al termine della riunione plenaria della conferenza anglo-giapponese, l'Ufficio Informazioni del ministero degli Esteri ha pubblicato un comunicato affermante, fra l'altro: « Le discussioni hanno vertito sulle questioni relative al mantenimento della pace e dell'ordine a Tien Tsin. Dopo aver inteso il capo della polizia municipale britannica di Tien Tsin, Dennis, la conferenza ha deciso di rinviare all'esame del Sottocomitato alcuni punti che si collegano alle questioni esaminate ». Il Sottocomitato si è riunito immediatamente dopo l'aggiornamento della riunione plenaria allo scopo di preparare le modalità di un nuovo accordo suscettibile di assicurare una cooperazione più efficace tra le autorità giapponesi e la polizia municipale britannica. Nonostante questa dichiarazione ufficiale è da tener conto che negli ambienti del ministero degli Esteri di Tokio si avverte senza circonlocuzioni che il governo giapponese non intende deviare dal suo fermo proposito che le questioni economiche debbano avere la precedenza sulla discussione delle questioni concernenti la salvaguardia della pace e dell'ordine nella concessione di Tien Tsin. D'altronde l'ufficiosa agenzia «Dòmei» pubblica un significativo comunicato, il quale dice che a Tokio prevale l'impressione che le questioni economiche decideranno le sorti delle trattative anglo-nipponiche. Comunque, il Giappone è pronto in qualsiasi momento a rompere le negoziazioni con l'Inghilterra sul problema di Tien-Tsin — scrive il giornale Asashi-Shimbun commentando in un forte articolo l'atteggiamento britannico. Il giornale esprime inoltre l'opinione che Mosca è responsabile del mutato atteggiamento dei rappresentanti della Gran Bretagna. « L'Unione sovietica — esso dice — si oppone palesemente alla possibilità di un accordo tra l'Inghilterra ed il Giappone cercando di disturbare il buon progresso delle attuali negoziazioni ». Pure tutto 11 resto della stampa afferma che il Giappone è pronto ad interrompere in qualsiasi momento le negoziazioni con l'Inghilterra se questa tentasse di far sorgere delle nuove difficoltà. L'insidia sovietica Un portavoce del Ministero degli Esteri questa mattina, durante la riunione della conferenza della stampa, ha dichiarato che il governo nipponico ha deferito l'esame di un'azione contro i Sovleti circa il sequestro delle proprietà e dei beni della compagnia concessionaria del nord di Sakalin nell'attesa di un rapporto più particolareggiato sopra gli sviluppi del conflitto nell'isola stessa da parte dei suoi ambasciatori a Tokio. Il portavoce ha riaffermato che seppure il Giappone ha deciso per il momento di soprassedere a qualsiasi decisione, tuttavia non ha affatto rinunciato ad adottare al più presto le energiche misure contro le azioni del Sovietl. Anche l'ufficio stampa dell'Esercito giapponese ha pubblicato una dichiarazione con la quale viene riprovato quello che esso definisce cooperazione anglo - sovietica a danno del Giappone. La dichiarazione dice tra l'altro che il Consolato sovietico a Sciangai finanzia la guerriglia dei cinesi, ordisce attacchi contro gli aerodromi giapponesi e tiene nella zona di Sciangai e di Nanchino depositi per i rifornimenti ai « guerriglieri » con l'appoggio delle autorità britanniche. Il Consolato della Gran Bretagna di Sciangai si è poi affrettato a smentire tali affermazioni dichiarandole destituite di fondamento. Colossali manifestazioni contro l'Inghilterra si sono prodotte stamane in due differenti punti di Tokio sotto gli auspici della Lega dei Cittadini antibritannici raggruppata attorno ai consiglieri prefettizi e municipali. Nel corso di queste manifestazioni sono sta¬ te approvate all'unanimità delle risoluzioni reclamanti la rottura dei negoziati con l'Inghilterra che « diffida della buona fede internazionale e rifiuta di dare prova di sincerità » proponendo inoltre di « porre l'Inghilterra in stato d'accusa per malafede nei negoziati » e rinnovando la ferma determinazione di tutti 1 cittadini di Tokio di « pervenire allo scopo anche a costo di uno spargimento di sangue ». Dimostrazioni di popolo Copia di queste risoluzioni sono state consegnate al Primo Ministro, al Ministri degli Esteri, della Marina e dell'Es-jrcito da una delegazione di manifestanti. In seguito, cinquantamila membri delle diverse associazioni giovanili e delle donne giapponesi, ripartiti in due lunghissime colonne si sono uniti alle manifestazioni recando bandiere e cartelli sui quali si leggevano diciture di questo genere: « Abbasso l'Inghilterra favorevole a Ciang Kai Scek », « Il Giappone non cederà di un pollice », ecc. Le due colonne si sono quindi congiunte nei pressi dell'Ambasciata inglese ove stazionavano reparti montatt di polizia e delle riserve chiamati sul posto a titolo di precauzione. Ma la manifestazione si è svolta in un perfetto ordine sotto un sole torrido. La polizia ha arrestato i pochi riottosi. Il comitato antibritannico di Tslnau Fu, la capitale dello Sciantung occupata dai giapponesi, ha inviato una lettera ai sudditi britannici colà residenti, circa cinquanta, nella quale è detto: « A partire dal dieci agosto, non saremo più responsabili della vostra incolumità. Se continuate ad alutare Ciang Kai Scek farete meglio ad andarvene nell'Ovest della Cina ». I sudditi britannici a Tsinau Fu non hanno deciso nulla sul da fare ma sembra che data la situazione, essi considerano opportuno ritirarsi.

Persone citate: Cian, Ciang Kai Scek, Ciang Kai Shek, Italo Zingarelli, Kai Shek, Matsushima