TROVAR MARITO

TROVAR MARITOTROVAR MARITO Una pena. Ogni giorno che passa — come i soldati, come i collegiali — ogni giorno che trascorre, una riga nera sul calendario. Ventiquattro ore ammazzate, sfumate tra le mani come la rena. Ma, i soldati e i collegiali, per segnare una vittoria sul tempo: un servizio di meno con la ramazza, una pagina di più ficcata in testa. Lei, la delusa madre, invece, per segnare una sconfitta nel tempo: un attacco di meno da sferrare, un progetto di più andato in frantumi. Un mese al mare è infatti troppo corto. Da non dar quasi respiro a. chi, invece di spassarsela in panciolle, ha dei vasti programmi da mettere in atto. La prima settimana; incerta, insulsa, insipida. iVIetà per prepararsi, metà per il viaggio, e la per sistemarsi. Poi, se in mi ambiente nuovo, bisogna vigilare sui primi incontri, badare agli approcci, preoccuparsi di mettere assieme la combutta (che non ci scappi dentro lo screan: zato): tanti giovanotti come si deve, dunque, e altrettante ragazze per bene. Per le gite in barra, per le chiacchierate sulla spiaggia, per le serate di ballo. Poi, i consueti cinque o sei giorni di scirocco, in cui bisogna rimanersene tappati in casa, o uscire con l'ombrello, rasente i muri « Ail averci riflettuto prima », pensa la madre, adesso che tutto c finito, che ogni ansia e fatica e preoccupazione è stata vana « ad averci riflettuto prima, forse era meglio restare in città. Tanto, la ragazza è forte e robusta. Non ha bisogno di eccessive cure, né di sole né di sale né di iodio, per trascorrere poi l'inverno in santa pace ». * * Ma, tant'è. Visto che la professione di madre può essere anche una specie di condanna, ogni anno ci si ha da ricascare egualmente: conio per una. malattia cronica. Però, fin che c'è mare... c'è speranza. Poi, più si va in là con l'esperienza (con le amare delusioni, anzi), maggiormente ci si sente sicuri di non ricadere nei consueti errori. E avrà da venire, visto che è giunta per tanti, avrà pure da venire l'occasione propizia. Basta infatti che uno guadagni il traguardo, perché gli altri concorrenti, dimenticatisi di tutti i caduti lungo il cammino, non disperino più di raggiunge re aneli essi la mèta. Subito dalla sarta, quindi: per i vestiti da passeggio e per i vestiti da sera. Dalla modista; per i nastri e i cappelli. Un raffinato assortimento di sandali e scarpe. £ il costume da bagno, problema cruciale: né troppo audace e bizzarro, né troppo monotono e castigato. Un costume che non spenda, senza farla un poco sospirare e desiderare, tutta la grazia di dio d'un bel corpo giovane a sano, un costume che nel contempo non sia anche troppo ermetico, troppo geloso agli sguardi degli interessati. 11 giorno della partenza, quando tutti i bauli sono allineati lungo il corridoio di casa in attesa dei facchini, la madre li pas sa lentamente in rassegna, im pettita e fiera, come un esperto generale che, provveduto con scrupolo e con paziente meticolosa premura a tutti i servizi, pensa d'aver quasi la vittoria in pugno. « Ora non si tratta che di manovrare. E di non scoprire, alla prima salva, tutte le batterie rislcrislgsdlqszdbdbarmllassitlbtNsdm'I"Nessun timore, quindi, se arilrosR figliola, oltre a una certa spavalderia, dimostra pure riluttanza, insofferenza e sdegno di fronte a tanti freddi calcoli. Un'arma anche questa, per serrar sotto al nemico di sorpresa. * * Poi, a mano a mano che i giorni passano, e qualcuna delle amiche più libera, ed emancipata pare stia per far breccia, anche la timida figliola — ma solo per gelosia, per invidia, per spirito di emulazione — finisce per mettere in allo qualche accorgimento tattico. A suo esclusivo tornaconto, s'intende, malgrado l'esitante e sospettosa diffidenza della madre. E incomincia a farle comprendere di starsene un poco in disparte, discosta, possibilmente appartata, di non immischiarsi troppo nelle faccende e nei discorsi dei giovani. Corpulenta, pettoruta, vasta come una paranza invelata, potrebbe, la vecchia, intimorire l'eventuale corteggiatore. Sia con il rammentargli, troppo di sovente, con la sua austera onnipresenza, il cumulo dei doveri incombenti su ogni gentiluomo: sia con l'infondergli il tremendo sospetto che la ragazza, trascorso qualche anno, finisca per assumere l'esuberante aspct.to della tronfia genitrice. A pensare, a pensare che sarebbero tanto necessarie, a quando a quando, un paio di materne occhiatacele, di quelle che non transigono, per sciamare il nugolo della molesta ragazzaglia preoccupata soltanto di far per: dere tempo prezioso. Studentelli melensi, cadetti senz'arte nè parte, grimoli di imberbi e di inesperti. A iosa. Basta che la figliola si ponga in costume, o faccia un poco la vagheggina, o si tuffi in piare, per averne una torma all'ingiro, da armare una buriana come attorno ad una fragrante torta. Peggio ancora, poi, che la ragazza ci si diverte, ci piglia gusto, ci si perde nella chiassata: cpme se davvero avesse qualche interno affanno da scordare a tutti i costi. E finisce per non preoccuparsi più di nulla. Né della dignitosa austerità da tutelare, né del conto dell'albergo che sta talendo salendo in maniera vertiginosa, impressionante, senza che nemmeno lontanamente si n o i e i o or s, e sun torcicollo. E fruga, scruta, lungo tutta la riviera, cerca an-l siosa, per paura che le si cancelli dalla memoria, il piccolo golfo dove un giorno, durante un breve colloquio... Cerca la terrazza dove, ballando, durante una stellata, notte... E forse è pentita, rimpiange di non essersi fatto coraggio, allora, di non aver forzato un poco. Ricorda un ingenuo giuoco di parole che però non è valso a nulla. Porse perché aveva il singhiozzo in gola, quando tentò di rispondergli, forse perchè si senti avvampare le gote. Oppure lui non ha capito. Avrà magari finto di non capire. Insistendo, si sarebbe anche sciupato quel poco che ora le rimane nel cuore. Un alito. Si che non tutta la. speranza è svanita. Porse... un incontro in città. Allora cercherà di essere più forte, più intraprendente, meno timida. E guarda furtiva la madre, per tema di lasciarsi leggere il segreto negli occhi. La virago, invece, è troppo crucciata in questo momento per interessarsi d'ella figlia. E, le pupille indietro, proprio non le vuole volgere. Ha finito persino per bisticciare con il proprietario dell'albergo, prima di venir sene via. Servizio pessimo. Ha finito per accorgersi, anche, che la spiaggia non era. adatta per lei. — L'anno venturo si rimarrà a casa. Quando poi, sul treno, le balena dinanzi agli occhi l'ultima sottile lama d'azzurro, posa lo sguardo severo sulle gracili spalle della figlia, come per farle pesare addosso lutto il peso della sconfitta. E non parla. Non apre più bocca per tutto il viaggio. * * Ma, alla stazione d'arrivo, ap- 7lMgbdpNpena scorge ntivole^df tempesta|Psulla torva fronte dell'irata mo-l-glie, il padre si stringe tenera-''mente tra le braccia la sua indi-'1fesa creatura: quasi felice d'aver ecompreso che ancora nessuno s'è;deciso a portargliela via. !dE non gli pesa, il pensiero di ndover mettere ancora da parte altro denaro per le future vacanze: pur di sentirsela ancora alleata, pur che il giuoco duri ancora tanto. Lui ci gode, ci piglia gusto, un anno più dell'altro. Una specie di vendetta contro la moglie. Poi, sino a quando avrà la figlia accanto, gli sem- lcspabrerà di esse™ ancora tra poco|giovane e sentirà di non lavorare | ìnvano A braccetto, la spinge, verso l'uscita. Mentre la consorte, ansante e indafarrata, truce come un caporale, sta tenendo d'occhio la schiera dei facchini a qualche passo di distanza Quando un esercito e sconfit-to, quando un annata è in rotta, lascerebbe andar tutto in iscon-fascio e alla malora. Chi si curadel benedetto bagaglio? E lei, lei almeno le artiglierie le vorrebbe salvare. Sino a l'ultimo non mol la. Altrimenti, senza la veslicciola da sera, come si potranno riprendere le ostilità all'inizio delle prime veglie autunnali? Pier Angelo Soldini riesca a intravvedere un tenue spiraglio di luce. * * Quando poi, al sabato, trafeato e stanco, cotto dalla gran calura e impaccato dal sudore ome una pianta grassa, giunge l padre per la consueta visita ettimanale — e si compiace, iluso anch'egli, nel veder la figliola ilare e gaia, spavalda e pensierata, e quasi non gli pesa 'aver sgobbato tanto per tutta a vita pur di saperla così felice, quasi non gli importa di dover borsare in silenzio la solita, sfila di Biidatissime palanche pur di poter invidiarle tanta, serena baldanza — la madre ha hisogno di sfogarsi con lui, di aprirgli subito l'amareggiato cuore; da asfissiarlo, da avvelenargli addirittura la brovo giornata d'effimero riposo, con la interminabie ininterrotta stura delle dolenti agne. E stanca gli vuole apparire, affranta: dopo essere rimasta seduta l'intera settimana allo sgrondo dell'ombrellone, a fare il gendarme. Sfiduciata e delusa. Non gli lascia ne manco il tempo per farsi quattro passi al'aperto: che, seduta stante, ha bisogno di spurgarsi il sangue da tutto l'ingrato tosco ingoiato. Non gli consente un'ora di siesta. Da rispedirlo in città, dopo 'a gragnuola, rassegnato e stordito, macilento ed affaticato, come so avesse, durante una tumultuosa seduta del consiglio d'amministrazione, avuto da incassare e sostenere la batosta d'un fallimento. Gli si attacca alle costole, prima di lasciarlo aggrappare al tre no, vorrebbe venirsene via anch'essa, per dar fine ai triboli. Sino a che non riesce davvero a impietosirlo: come se, per lui, il tornare a guadagnare un altro pugno di quattrini senza poter poi goderselo fosse la cosa più naturale del mondo, mentre per lei, il doverlo scialare, fosse una preoccupazione tanto grande da porre a repentaglio la saluto medesima. * * La figliola però — nonostante il placido sorriso con il quale ogni volta riverisce il padre, e nonostante la riluttanza a coadiuvare la madre — una sua pudica passione ogni anno la cova dentro il cuore. Talvolta, senza andare più in là di qualche romantico sogno o di qualche segreto tormento. Di qualche innocente progetto che la vita pratica si rifiuta a mettere in atto. Talvolta accontentandosi soltanto di sperare e di attendere. Una parola diversa da ogni altra, scambiata durante un istante d'abbandono. Un silenzio improvviso. Un incontro durato troppo poco: quel tanto per in tenerirsi a uno sguardo o per restituire un sorriso Attimi di incantesimo che tante volte non si ha neppure il coraggio di svelare a noi stessi. Per non ricrederci, e per timore d'esserci ingannati. Poi, terminata la stagione, magari non le rimane, di tutte le avventure più sognate che vissute, magari non le resta che un insipido fiore rinsecchito nel fondo di una valigia. Un fiore che le si era acceso nei capelli, durante una notte di veglia. Non le rimane che il labile senso di tepore di una mano amica sulla vuota palma della mano. Non le rimane, se ha avuto, come sempre, poca fortuna, che la eco di una lontana voce a fiottarle den- itro il petto come il singhiozzo ;d,lm bimbo< unlusicegobrraupesi avinròchqufolepcachrichntàfotidilcrinpvprsens—clesslessbpsgmfcddacaagttdbgMalinconie che non si confessano alla madre. Come non le si dice perché, quando lei insiste a non volersene stare un poco in disparte, soltanto gli insulsi ragazzi si divertono a far ressa attorno. Gli altri, coloro che la vita la conoscono abbastanza, non vogliono testimoni né carabinieri alle spalle, non desiderano essere importunati quando hanno una donna accanto: anche se non sempre i loro discorsi valgono la. pena d'esser fatti a bassa voce. Come non le si dice perché, talvolta, ci si stordisce in qualche inutile giuoco per non lasciarci vincere dal pianto. Confidenze che non si fanno alla madre. Neppure per giustificarci. Neppure per dirle, quando la madre si fa truce, che si è tentato di tutto per riuscire ad essere felici. * * Quando infine la carrozzella carica di bauli si sta avviando verso la stazione, sa un poco di accompagnamento funebre lo stanco trotto del ronzino. I resti di quello che fu... La figliola che non sa staccare gli occhi dal mare, da pigliarsi' IIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIimilllllllllllllllllllllllllllllll Il signor GrUnlng è afflitto da una grave preoccupazione: deve organizzare la spedizione di Byrd nelle regioni antartiche

Persone citate: Byrd, Pier Angelo Soldini