Il Fuhrer enuncia a Monaco

Il Fuhrer enuncia a Monaco Il Fuhrer enuncia a Monaco le direttive per l'arte germanica Hitler informa il ministro Alfieri che la " piazza Adolfo Hitler „ di Berlino verrà intitolata a Benito Mussolini Monaco, 17 luglio. . La conclusione delle celebrazioni monacensi si è avuta ieri mattina alla Casa dell'Arte dove il Cancelliere del Reich ha pronunciato l'atteso discorso inaugurale. Ma fin dalla notte precedente la città aveva assunto una vibrazione di eccezionale intensità, aia per l'enorme afflusso dei visitatori convenuti da ogni parte della Germania, sia per le decine e decine di manifestazioni artistiche indette in tutti i quartieri della città. Festa di popolo La circolazione, necessariamente vietata ai veicoli nelle zone centrali, presentava gravi difficoltà per gli stessi pedoni, costretti a muoversi fra una calca inverosimile marciante nei due sensi con la lentezza e l'inquadramento di un solennissimo corteo. In ogni piazza un'orchestra suonava in prevalenza musica classica, religiosamente ascoltata dalla moltitudine, mentre ogni birreria era un'oasi di gaiezza e di bizzarria, ove i canti si mescolavano alle danze in una gioiosa promiscuità carnevalesca. Riflettori, illuminazioni indirette, avvisi luminosi, decorazioni a luce intermittente, avevano letteralmente sopraffatto l'oscurità della notte. Migliaia di lampade per le vie proiettavano fasci di luce verso l'alto, ad illuminare le interminabili teorie di pennoni distesi longitudinalmente contro il cielo. Più tardi, verso l'alba, sono ri masti i lumicini a candela, rive stiti di carta opalina e disposti ih triplice, quadruplice fila a se' gnare il profilo dei monumenti, dei palazzi, delle case. Ogni costru zione del centro e della periferia, dal Rathaus alla più modesta abitazione, è munita dei brevi sostegni in ferro recanti alla estremità il piccolo paralume ambrato. Lo effetto di questa decorazione, che dona alla città un tono riposante di pacata compostezza e di severa linearità, è mirabile. Ieri mattina poi, un sole che dicemmo di marca mediterranea, ha rallegrato uomini e cose. Cortei, sfilate, fanfare, hanno composto un nutrito preludio alla solenne cerimonia della Casa dell'Arte. Fra le ottocento persone intervenute nel grande atrio marmoreo della Casa dell'Arte, erano presenti: Ministri, alte gerarchie del Partito e spiccate personalità delle arti e delle scienze rappresentanti dell'Esercito, delle milizie hitleriane, della magistratura e del mondo economico e finanziario. Quando S. E. Alfieri, al lato del dott. Goebbels ed accompagnato dal sottosegretario alla propaganda dott. Hanke dai direttori generali e dai funzionari di gabinetto del ministero della Cultura popolare, si è recato alla cerimonia, è stato fatto segno a vibranti manifestazioni popolari, che sono aumentate di intensità allorchè egli ha fatto ingresso alla Casa dell'arte, dove ha preso posto fra il luogotenente generale del Fuhrer ministro Hess ed il ministro Goebbels, ai quali erano immediatamente vicini anche i direttori generali del suo ministero, Dopo una introduzione sinfonica di Beethoven, ed un breve di scorso di saluto del Gauleiter bavarese, ministro Wagner, accolto da una vibrante manifestazione, il Fuhrer ha preso la parola. Parla il Fuhrer Egli ha rilevato dapprima come se anche nel 1870 non mancavano i capolavori artistici singoli, tuttora degni della massima ammirazione, essi tuttavia sono troppo eclettici e irrilevanti nel numero per improntare quella epoca, così storica e fatidica per la Germania, al suo corrispondente valore spirituale. Il Fiihrer ha poi proseguito: : L'architettura, come tutte le rssvmquptMssarti in genere, deve significare (bper un popolo non solo un prezio- zso retaggio, ma anche un eterna j mfonte culturale, cui le generazioni : gfuture possano attingere larga-] mente, assicurando all arte un ve- ■ ro progresso. Se quindi si lamen- ta, per un periodo che segue il .1870-71 la mancanza di un corri-1spondente rifiorire dell'arte, ciò èidovuto al disinteresse dimostrato dai grandi politici di allora verso il mondo artistico ». Hitler ne deduce il dovere per un regime politico, specie se rivoluzionario e travolgente, quale il nazionalsocialismo, di intervenire nell'evoluzione artistica e culturale per evitare che essa, per natura di cammino piuttosto lento, non tenga il passo con l'epoca che dovrebbe rappresentare e finisca col perdere il contatto. Il FUhrer ha concluso augurando che gli artisti attuali della Germania, grazie all'incremento che il nazionalsocialismo dà alle artijcon il renderle popolari riescano j anche ad ispirarsi ai grandi avve-1 nimenti spirituali e concettuali di questa superba epoca politica vis-isuta dalla Germania. Il FUhrer, in- j fine ha annunciato che da quest'an-J no sarà iniziata la costruzione a 'Monaco di un palazzo analogo alla I Casa dell'arte tedesca il quale sa-lrà destinato alle grandi mostre j dell'architettura. Formulazione definitiva Le chiare parole del Cancelliere costituiscono la formulazione definitiva dol pensiero e dell'atteggiamento socialnazionalista nel vasto campo dell'arte. Non si può concepire un'arte avulsa dalla Nazione, un'arte estranea o addirittura contraria allo spìrito del popolo. Come l'arte del tempo fascista, cosi l'arte nazionalsocialista parte dal popolo ed al popolo si rivolge. Il Fiihrer ha quindi iniziato un lungo giro per le ampie e luminose sale del vasto palazzo, avendo sempre al suo fianco S. E. Alfieri e scambiando continuamente con il Rappresentante del Duce impressioni e commenti. Nella persona del nostro Ministro della Cultura Popolare, il Governo fascista partecipa quindi direttamente alla inaugurazione ufficiale di questa Mostra che, attraverso le 1300 opere esposte, offre al visitatore una visione panoramica dell'arte tedesca contemporanea, postasi risolutamente contro tutte le astruserie e tutti i surrealismi. Giunto dinanzi ad una grande statua di bronzo, raffigurante un erculeo atleta — Achille o Sigfrido poco importa — in atto di intrepida sfida, il Fiihrer, rivolto al Ministro Alfieri commenta con un significativo sorriso: « L'atteggiamento di questo atle¬ tpddsmSfiscdrldlta può simboleggiare la nostra |stessa attitudine di fronte alle mi-1 nacce di accerchiamento! ». E continua spiegando che la statua stessa — opera dello scultore Becker — verrà riprodotta in un esemplare alto quaranta metri e posta al centro della grande piazza berlinese attualmente denominata «Adolfo Hitler». Il Fuhrer annuncia al nostro Ministro, pregandolo di trasmettere la comunicazione al Duce, che tale piazza verrà prossimamente intitolata al nome di Benito Mussolini; ed eguale denominazione assumerà la stazione berlinese della Eerstrasse. che verrà interamente ricostruita e riservata ai ricevimenti di particolare importanza. La nuova piazza Benito Mussolini, una delle più vaste della Ca pitale germanica, verrà così ad essere il punto di partenza della nuova via Triumphalis, che, seguendo i progetti dello stesso FUhrer, è stata recentemente inaugurata. II volto del terzo Reich Si prosegue quindi nel giro delle sale e possiamo agevolmente constatare, attraverso opere di indubbio valore, quale sia il volto artistico della nuova Germania; o, quanto meno, quali siano le grandi linee estetiche del movimento artistico ispirato ai concetti nazionalsocialisti. Ci affrettiamo a premettere che sbaglierebbe di grosso chi credesse di trovare qua dentro una iconografia simbologica a sfondo politico. A cominciare dai ritratti del Fuhrer un busto, accettati damgsglcibeis- due tele ed I su una cin-1 fquantina di lavori presentati —, ! si è voluto deliberatamente inge-. nerare negli artisti la persuasio-1 ne che il Regime intende bandire j dall'arte contemporanea ogni for-j ma di facile retorica. Arte moder-1 na e vitale è quella che sorge spon-, tanea da una concezione serena e]schietta dell'epoca nella quale viviamo, del suo spirito, del suo pensiero, del suo lavoro. Opere d'arte solide, semplici, chiare, armoniose, abbondano infatti sia nella pittura che nella scultura pur attraverso i procedimenti tecnici più disparati e i riecheggiamenti più diversi. C'è perfino chi si rifà nettamente ai nostri macchiaioli, ed un quadro soprattutto, raffigurante un gruppo di cavalli bradi, II riposo, fa venire alle labbra addirittura il nome di Giovanni Fattori. Ma non è questo il momento di scendere a particolari. E' l'impressione complessiva che conta; in (base alla quale il critico coscien zioso potrà forse avvertire, più nei j modi di espressione che nei sog : gelli un certo qual ritorno al pas] t un riaffiorante neoclassici ■ j volontaria abolizione ,", • .. ; ' ,. , ,„ „ .delle pm recenti forme di arte, o 1pseudo arte, deve necessariamente! èispostare il punto di partenza Pel'i le nuove conquiste. D'altra parte, l'arte, quando e arte, può espi:- mersi come vuole; e qui molti ai-tisti rivelano una padronanza tee- o o r l e a n nica di primissimo ordine. Artisti che curano al massimo grado il disegno, l'inquadratura, la composizione, intendendo con ciò — e forse non a torto — di onorare il passato, il presente e l'avvenire. II corteo storico Nel pomeriggio si è svolta la manifestazione più grandiosa e spettacolare: la sfilata allegorica dei «duemila anni di cultura ger manica », Ma il tempo, mantenu tosi splendido durante la matti nata, e gradatamente imbronciatosi verso il mezzogiorno, non ha saputo frenarsi e, poco prima che il corteo avesse inizio, quando già il FUhrer con a fianco il Ministro Alfieri aveva preso posto nella tri- buna d'onore, ha rovesciato sulla grande piazza parata a festa, un potente acquazzone protrattosi, con una breve parentesi, per tut- ta la durata dello spettacolo e oltre. Il che, naturalmente, non ha per nulla affievolito l'entusiasmo della innumere folla presente che, dopo aver rivolto al Cancelliere e al Rappresentante del Duce, clamorose acclamazioni, ha sottolineato con fervido compiacimento l'inizio della originale celebrazione artistica. Questa sfilata, preannunciata da altissimi squilli di trombe d'argento, vuole — come effettivamente è — essere la rievocazione allegorica e descrittiva di venti secoli di storia e di cultura germaniche. Perchè qui, a dire il vero, storia e cultura si integrano e si identificano in una successione estremamente viva e suggestiva di quadri, composizioni, simboli, trofei, stendardi, insegne, che riassumono la evoluzione della Germania stessa durante 2000 anni. Si incomincia con la rievocazione figurata della Germania antichissima e favolosa, le cui orme si confondono con l'origine stessa delle Saghe nordiche. Pelli di fiere sul petto e nodosi randelli alla mano, ecco i primi germani delle selve di un tempo; ecco i loro attrezzi rudimentali, le loro navi, le loro donne. Ma dietro di essi si avanza il sole, a simboleggiare il diradarsi delle tenebre nella notte dei tempi. Il cielo si illumina e fiammeggia il walhalla degli Dei e degli Eroi. Ecco le ta¬ |vole animate dell'età nibelungica, 1 ì cacciatori della foresta, gli idoli, gli gnomi: una favola prodi- giosamente animata e colorata, che ripete, dinanzi agli occhi degli uomini di oggi, il corso della leggenda. Wotan e Sigfrido, Freia e Siglincla: tutta la mitologia di Riccardo Wagner è qui sotto i nostri occhi. Rassegna gigantesca Avanti ancora. La storia cammina e sgrana inesorabile il rosario dei secoli. La fanfara riattacca il Detitschland iiber alles ed annuncia la seconda figurazione, l'età romanica: Carlo il Grande con i suoi guerrieri, Enrico il fondatore delle prime città tedesche, i cavalieri crociati con i loro mantelli bianchi rossi verdi e oro, e ancora Federico Barbarossa, Enrico il Leone, con i segni della loro fierezza e delle loro conquiste. Ed ecco l'età gotica, con le sue arti, i cento segni delle sue corporazioni, i simboli della scienza e gli splendori delle costruzioni e delle creazioni artistiche. Avanti ancora. Il Rinascimentto: Massimiliano I, i plastici raffiguranti le glorie monumentali delle città che sorgono, le nuove conquiste, i viaggi, il mondo geografico e spirituale che si allarga oltre i confini consueti. Ed ecco il Barocco con il suo bravo e arcifamoso roccocò bavarese; ecco il neoclassicismo ed il romanticismo, i grandi poeti, i grandi pittori, i grandi musicisti. Ecco infine i tempi di oggi, I con i simboli delle più recenti af1 fermazioni della potenza germani- ! ca e le sue grandiose realizzazioni . in tutti i campi dell'attività, urna1 na. Quando passa il plastico di j quella che oggi si chiama Fuhrerj bau, Hitler stesso ricorda al Mi1 nistro Alfieri di avergliene illu, strato il progetto nel 1933 in casa e](\e\ dott. Goebbels. e , n e . i n i e „ o e! 'i Guglielmo Teli con l'infallibile , arco e CQn „ famoso intrepido - rampollo, il quale, biondissimo, -, smi)zo 'saRellante e sorridente, - andava ponentlosi aU ogni passo La gigantesca rassegna, di cui solo la cinematografia a colori potrà rendere l'opulenza e lo splendore, si chiude con la impeccabile sfilata di reparti armati e di Gioventù hitleriana. Una fantasmagoria di oro, di argento, di colori, di costumi, di simboli, di creazioni di ogni genere e materia, è passata dinanzi a centinaia di migliaia di spettatori accendendone gli sguardi e suscitandone il legittimo orgo glio. Non soltanto per il valore ideale dell'avvenimento e delle rievocazioni, ma anche per la insigne forma d'arte data allo spettacolo. Non solo grandiosità, ma ricchezza, tecnica, fantasia; non solo visione sintetica, ma ricerca analitica; e un gusto del partico lare, che ha spesso rivelato, oltre tutto, buon gusto e buon umore (ad un certo momento, per citare un esempio solo, ha sfilato perfino ; una gran mela rossa sul capo per o |n m|nifesto tlmore che non si comprendesse il significato della a ò a e a ruiaa e à o i- in ctinsppcncBRadsitoscnuinddtosobnovfinttntlsa*sua presenza fra tanta storia cammino). Ieri sera si sono conchiuse le manifestazioni diremo così ufficiali. Dopo un pranzo intimo all'albergo Vier Jahreszeiten, il Ministro Alfieri si è recato ad unaì rappresentazione della Vedova al-\ legra, numero di centro del Fe- jstivai operistico che si svolge dalalcuni giorni a Monaco. |ra ripartirà per 1 Italia ferman- dosi a Venezia tutta la giornata di martedì. ... _ . Nino Cantalamessa J