CHE COSA VALE HONG-KONG dopo l'occupazione nipponica di Cantoni di Italo Zingarelli

CHE COSA VALE HONG-KONG dopo l'occupazione nipponica di Cantoni La Questione dell'impero inglese CHE COSA VALE HONG-KONG dopo l'occupazione nipponica di Cantoni Tra la guerra e la pace - Una profonda crisi di fiducia - (7// americani se ne lavano le mani I viaggi e i milioni della signora Ciang-Kai-Scek (DAL NOSTRO INVIATO) HONGKONG, luglio. il centenario della, cessione all'Inghilterra, da parte della Cina, dell'Isola di Hongkong si compie fra due anni, nel 1941: nel '60 l'occupazione britannica si estese mediante un trattato col quale la Cina cedeva anche Kauloon, sulla terraferma, e nel '98 il Governo di Pechino dava in affitto all'Inghilterra per 99 anni « tutto il territorio necessario per assicurare la difesa militare di Hongkong ». Tra terraferma e isola, vivo no attualmente nella città cono sciuta. sotto l'unico nome di Hongkong circa un milione e ottocentomila anime: la guerra in corso fra Giappone e Cina ha fatto qui sbarcare circa sette centomila persone, e i ricchi han no trovato alloggio in comode case, e i poveri si sono installati come potevano e come non do vevano, ad esempio trasformati do i vani in colombari. In una stanza la notte dormono, in nic chie sovrapposte, perfino sei famiglie. E' qui, che colera, vaiuolo o tifo vanno a cercars le loro vittime: una statistica ufficiale annunzia che nella ul Urna settimana si sono avuti 100 casi di colera, dei quali 62 seguiti da morte, uno mortale di vaiuolo, 16 di tifo, 8 di disseti leria, 4 di meningite e 81 di tubercolosi, tutti mortali anch'essi, per non parlare degli ammalati tuttora in cura o guariti. Razze d'uomini e di denaro Hongkong è cinese: europei non ve ne sono che seimila. Sebbene la città, sviluppandosi, abbia assunto proporzioni ed aspetto americani, c si sia, arricchita di magnifici edifici, fra i quali primeggiano i palazzi delle grandi banche, la massa che lavora e produce, o patisce la fame e vive in condizioni degne di altri secoli, è cinese. Gli europei dirigono, esportano o consumano sul luogo quello che la falange anonima per essi guadagna: gl'inglesi non sono più di quattromila, i tedeschi trecento, i francesi appetta un centinaio, noi italiani una sessantina, compresi i frati. I giapponesi seicento, duecento gli americani La perla delle colonie inglesi è ricchissima: le casseforti delle sue banche contengono oro a non finire e centinaia di milioni di dollari americani o locali, di sterline. Chiusi gli sportelli, usciti gl'impiegati, i custodi indiani — alti, robusti, diffidenti — assumono la difesa dei tesori. La difesa di Hongkong è un altro affare e da quando i giapponesi si sono stabiliti a Can ton e nell'isola di Hainan s'è an data facendo strada la convinzione che i territorii presi « in affitto'» nel '98 appunto per esigenze strategiche oggi non servono a nulla: il più vicino campo di aviazione giapponese è a Panoi, proprio al di là della frontiera di Hongkong, e dista, all'incirca, quindici minuti di volo. Partito per Scianghai e Tien Tsin il battaglione di highlanders che formava la guarnigione locale, a Hongkong sono sì e no rimasti 400 soldati inglesi, compresi i 112 della banda; le truppe di colore si riducono ad altri 400 indiani e ad un corpo mercenario di 2500 cinesi, reclutati ch'è poco, in fretta e furia. Non vedi un aero plano militare e senti dire e leggi che la difesa (Antiaerea non è pronta e non ci sono nè cannoni ne mitragliatrici da mettere sulle piazzuole pronte., Queste cose sono talménte di ragion pubblica, che nei giornali si deplora la mancanza di uomini per la difesa antiaerea, il ritardo nella costruzione di rifugi, l'ignoranza delle misure da adottare nel caso che Hongkong debba venire a trovarsi in « una situazione difficile », prudentemente evitando di precisare se si sia o no deciso di fare accorrere, nel bisogno, da Singapore, le forze necessarie. E non c'è quotidiano che esiti a pubblicare telegrammi da Tokio i quali segnalano informazioni parigine concernenti l'impossibilità di difendere Hongkong. La porta chiusa Il fronte marìttimo di Hongkong, lungo 40 o 50 miglia, offre a un invasore numerosi punti di sbarco. La squadra che ha svernato a Hongkong in questo momento è un po' lontana: a Weihaiwei. Nessun indizio autorizza, insomma, a ritenere che per salvare Hongkong da minacce l'Inghilterra si appresti ad affrontare una battaglia navale o terrestre. Per far cadere Hongkong, del resto, azioni militari non ne occorrono: bloccata per quindici giorni, la perla delle colonie inglesi cade da sola. Su terra arsa non cresce pianta e non pascola bestiame: i viveri vengono da Hainan e da Svatau, dove adesso comandano i giapponesi, oppure dregkdqcl'utisqiltglcipHpsicsttfpqatsvlzccdspqotbmaftvHCndIlgEontpgrSSplqmssqe n o e a , i e o ; o a e a o a ., i i , e n i si e n nig par o, orsi on eio re dall'Indocina francese, e il mare è controllato anch'esso dai giapponesi. La sorte di Hongkong sembra in realtà decisa dall'ottobre, cioè a dire da quando i giapponesi sono sbarcati a Canton. Proprio in quell'epoca vedeva la luce a Londra un Atlas of Far Eastern Politica, compilato da G. F. Hud- gpcgdrapadson e Marthe Rajchman, nel] Oquale si diceva improbabile che i nil Giappone potesse sul serio,sqtentare la conquista di Canton ' tagiacche — a parte lo sforzo mi- ■ dlitare che l'impresa avrebbe ri-\tcchiesto, « ne sarebbero quasi inevitabilmente derivale complicazioni con gli inglesi a Hongkong», che ormai rappresenta il fulcro degli interessi inglesi in Cina. Hongkong è il porto libero di Canton e la conquista giapponese di Canton significherebbe la fine del suo traffico, aggiungevano gli autori: l'Inghilterra ha quindi fortissimi molivi, di osare l'impossibile per mantenere aperta questa porta. Siccome l'Inghilterra, si è astenuta dal fare semplicemente il possibile, la porta s'è chiusa e Hongkong subisce la prevista decadenza economica: dall'ottobre in qua le sue esportazioni sono diminuite del 70 per cento, giacché i due o tre treni carichi di materiale da guerra destinato all'esercito nazionalista cinese che prima dell'occupazione nipponica partivano quotidianamente per Canton, ora, non partono più. hi verità giapponesi sono stati pazienti. Immaginiamoci cosa sarebbe successo se l'ammiraglio comandante di una loro squadra, arrivando ad Hongkong, avesse fatto una visita al collega bri tannico per dirgli che desidera va il controllo della linea fra Hongkong e Canton. Caduta Canton, per spedire armi ai cinesi si è scelta la via del mare: da Haiphong, attraversando la Indocina in ferrovia, conniventi le autorità francesi, esse raggiungono Kunming, via Hanoi. Ecco il motivo per cui Tokio ora dichiara doversi risolvere non la sola questione di Tien tsin, bensì tutte le questioni pendenti fra Giappone ed In ghilterra: in primo luogo il Giappone esige che l'Inghilterra non accordi più a Ciang-KaiScek nessun appoggio. Verso Hongkong Ciang-KaiScek volge lo sguardo preoccupato, non soltanto perclié vede la sua causa in pericolo: egli ha qui un patrimonio calcolato in miliardi di lire e un cognato presidente d'una grande banca, il signor T. V. Soong, contro il quale il Governo di Pechino ha emesso mandato di cattura, perchè dopo la precipitosa fuga da Sciangai fu trovato nei conti dell'aviazione, da lui amministrata, un disavanzo assolutamente rispettabile, per basso che sia il corso del dollaro cinese. La signora Ciang-Kai-Scek fu qui l'ultima volta nell'autunno, essendo venuta a depositare quattro milioni di dollari americani: si dice che nella circostanza abbia fatto sapere a chi di merito non potere il marito rispondere, cadendo Hong-Kong, della condotta dei generali. Sei di questi generali furono visti arrivare in fretta e furia nei giorni in cui cadde il dollaro locale: volevano salutare le famiglie. L'America sta a guardare Le sorti dei possedimenti coloniali francesi e inglesi in E stremo Oriente essendo stretta mente legate, di recente ha avuto luogo a Singapore la nota con ferenza navale, che data la presenza dei capi supremi delle forze militari alleate qui dislocate avrebbe dovuto costituire, secon do il nuovissimo Ministero della Propaganda britannico, una grandiosa manifestazione di po tenza. Meglio, però, sarebbe sta to se la conferenza, come in principio s'era deciso, fosse rimasta segreta: invece d'una manifestazione di forza, ne è, difatti, venuta fuori una manifestazione di debolezza, e ancora una volta s'è riconosciuto che un'efficace difesa degl'interessi citati è possibile appena a Singapore. I francesi reclamavano addirittura una dimostrazione navale, nia Londra ha obiettato, giudi ziosa, che queste cose si fanno quando l'altra parte non è in grado di rispondere — come viceversa potrebbe il Giappone spiegando forze di gran lunga superiori. Colpa dell'America, sentiamo, che a Singapore s'è rifiutata di figurare sia pure da semplice osservatrice. Londra e Parigi hanno fatto a Washington pressioni d'ogni genere e ritenevano d'a ver trovato l'argomento principe indicando nell'occupazione giapponese dell'isola di Hainan una grave minaccia per le Filippine, Washington è rimasto impassi bile, replicando che il possesso corenfetariiIpVsrzmccpdiznsfitfsd giapponese di. Hainan non muta, per le Filippine, la situazione creata da anni dal possesso giapponese di. Formosa. In vista delle assicurazioni le più formali ricevute da Tokio, il Governo americano non intende dare alla propaganda avversaria nessun appiglio, ne considera, d'altronde, i suoi interessi in Estremo Oriente tali da giustificare ozio ni come quelle richieste. La squadra del Pacifico è stata fat ta passare all'ovest del Canale di Panama in omaggio ad un critcrio difensivo: inviandola, per contro, a Singapore si conferi rebbe alla sua traversata del Canale di Panama un carattere offensivo, così implicando un mutamento dei criterii. Gli affari sono affari Per gli Stati Uniti il Giappone rappresenta una clientela di ot- tanta milioni d'individui, che il felice esito della guerra in Cina, anclie se la vittoria dovesse essere parziale, farà indubbiamente crescere: deve l'America guastarsi questa, clientela e perderla per amore dell'Inghilterra e della Francia? Le merci sempre acquistate in Cina, gli Stati Uniti continuano a riceverle allo stesso prezzo e nella stessa misura: l'unica cosa che il Giappone ha fatto è stata, finora, nei terri- I alkteTdovispnitotorii occupati, la sostituzione de-1 Lali accaparratori cinesi locali colliisuo monopolio. Per Washington\lshdgtutto va. come prima, e nella pa rola di Tokio Washington crede. L'ossei teicmo dell'America,.-la lontananze, deVt nrovria saua-Pla tonta nanaa OC ? propria, squa- 4 ara, l assenza dì jCroplam, l ine- msistema della c'esa antiaerea p, _ „ ,; 7>„_„„< mformano, scommeU-.rei, l ogget-^fo delle preoccupazioni e ri/tes-|6stoni degl'inglesi di Hongkong. Nell'intimo del suo cuore, più di uno forse pensa, al mattino, raggiungendo l'ufficio o la bottega, che l'avvenire è diventato incerto. Comunque le cose vadano, a Hongkong oggi si vede, o s'intuisce, che negli stessi inglesi la fiducia in onnipotenza e prestigio dell'Impero è scossa: è una crisi spirituale che considerata come semplice ipotesi pochi anni addietro avrebbe fatto ridere. Nel '39 fa invece partire alla chetichella famiglie ansiose. Quella che noi chiamiamo guerra qui si chiama la questione dell'Impero britannico. Italo Zingarelli labl'agpturgpss^tifetecè

Persone citate: Atlas, Ciang, Lali, Marthe Rajchman