Così avrebbe narrata la vicenda l'inviato speciale dell'altro emisfero

Così avrebbe narrata la vicenda l'inviato speciale dell'altro emisfero itiiiiiisiitiiiiiisiiiisiiiii tiiiiiitiiiisiiiiisiiiiiiiiit ■■ii(tiiiiitt«iiiiiiti«iisit«ililliiiiisisiiiiiiiiiiiiiit«iisiiiiiiiiii> iilliilCiN€HJE M¥¥i)Rfl Così avrebbe narrata la vicenda l'inviato speciale dell'altro emisfero e e PAVIA, luglio. Per quelli che non lo sanno dirò -\che ìa navigazione del Po non e e\cos) facile co,me a prima vista po- ~\trebbe illudersi colui che si accon-o *enta di guardarlo, ad esempio, dale\P°ntc Torinese della Gran Madren e i di Dio. Un « inviato speciale » in gamba, di quelli che si dedicano specialmente ai lunghi viaggi, po- trebbe anche drammatizzarla 'co-me, a ragione, fanno coloro che'hanno provato a risalire o a discen-\dere il Fiume Giallo; impresa diordine e in cui eccel- i marinai italiani che si ai-i r a , a , ventarono su quel fiume ■• « | blOmallSta mondiale Supponiamo dunque che uno di questi giornalistoni — io ne ho co-nosciuti parecchi, intenti sul mar-gine dei continenti a scrutarnel'interno col binoccolo — fosse inviato da un grande giornale australiano a compiere un viaggio di esplorazione sul nostro fiume. ÌPreìtiesso che coloro i quali seri-a. vono soltanto allorchè si trovano-!distanfi dai seimila ai ventimila chilometri dalla madrepatria, come se la terra sulla quale normal-mente camminano fosse priva diogni interesse, hanno necessaria-mente la fantasia in continuo statodi eruzione, state a sentire comeliano servirebbe al suo pubblico laaìdesciizìane di un viaggio da lui -1compiuto sul nostro fiume. e Come dite caro lettore* Volete - sapere se questo personaggio erra- e'bontfo ha trovato sul Po le nostrca'questo «inviato speciale» attstra. n a i i n e i r due imbarcazioni/ Naturalmenteche le ha trovate e, meglio ancora, le ha € salvate » presso Pavia men-tre si trovavano nel duro fran- gente di risalire il Ticino impe- tuoso e burrascoso sotto le taf- fiche della procella. Tutti sappiamo, invece, che ilTicino entra nel Po con azzurra egioconda delicatezza : i d'ir grandi fiumi si incontrano sorridendo, Se V« inviato speciale » così sem-ìplicemente scrivesse, sarebbe mes-\so all'indice dai suoi lettori. \Ma si. caro avvocato che mi'^sfotti pur essendo cliente delle mie lparolc, lasciatelo dire, sei proprio \tu che vuoi essere ingannato, chealtrimenti mi togli il saluto. Nella descrizione di un viaggio — che non sia naturalmente scientifico —[vuoi trovare lo stesso gustoso in- \oanno che ti offre il palcoscenico e \lo schermo cinematografico. ' Esempio: io discendo a Porta 'Susa da un trenino qualunque, con|"«a piccola valigia qualunque fre- \giata dalla sola etichetta, ponia- Imo dell' alberao del Bue Rosso, e incontro un amico. — Ohilà! di dove vieni? i — D° Novara, dove sono stato 1a comprare dei biscotti, \ —Boia di un giornalista, sei fa , 'prende il tram senza salutarmi Isc gli dicevo che venivo dal centro moso per contar frottole; dimmi che c'è di nnoro a Timbuktù? — Non lo so e non ci sono mai stato. L'a mica mi volge le spalle e Africa mi avrebbe gettato le: brac- 'cia al collo. i L'a inviato speciale* australia-jno che descrive ai lettori lontaniliti stia impresa fluviale sulle acque\del Po con ogni probabilità (0»iiu- cerebbe cos'i il suo racconto. i * Tre mesi fa, per voi lettori, pensai di darmi alla navigazionc |e vedere la parte acquea del moti- do. Ho cominciato ci mettere la prua delle mie imbarcazioni sul \più grande fiume Europeo, il p0,\che attraversa una regione dVf«- Ha, detta Piemonte, ed è tutto na-'vigabile, dalle sue sorgenti fino al lontano mare che lo si chiama Adriatico. Da principio il fittme corre impetuoso fra le pareti dei |perenni ghiacciai del Monte Viso lpoi, facendosi di mano in mano più hnansiteto, come per meglio pren- demi nelle sue insidie, vaneggia[per la pianura romantica e oi)ii- ìbrosa di solitarie boscaglie: qua eI\là incontrate fraticelli pellegrini e: \greggi e casette cortesi, impen- 'nacchiate di fumo. Prima di pren-m dere la strada dell'acqua, che] avevo lasciala per riposarmi nella.\cim di Torino andai a pregare conc ]gli uomini del mio equipaggio in e i una cappella che sorge sulla destra \ —Idei Po e che ha nome Gran Madre - di Dio. Pochi sono i corrucciati pee | Ara tori che debbono in breve par itire pei- l'Oceano che non vi fac- a ciano una visita e cosi anch'io non n\ho voluto mancare al mio dovere -\di buon Cristiano. Erano con me - e o o i i e padran Franchino, lo zio di costui cocchiere-nocchiero «barba» Gianni, e due giovani pescatori di merluzzo, Celeghin il biondo e Carlo, detto il moro. Entrando trovai una piccola congregazione dispersa di marinai e di 'ttiogli e vedove di marinai. Regnava un soffocato silenzio rotto ogni tanto dagli urli della bufera. Scrollando l'acqua dal mio sudovest e dal giubbone mi sedetti con gli amici presso la porta e vidi vicino a me. Petrella da Bologna - Questo selvaggio che afferma di '.essere stato un ricco pittore vene- -] siano, mi ha chiesto di essere da i,»>e arruolato per il rimanente del ej viaggio ed io. di buon animo, ho - "<'™'l'ir"'1''' """ """ Pi'Wniera. A si^aggiitnsero. attorniun- ,'domi, i pescatori di\ sogni e_ di bac\'ene< Boccalatte, Bertinaria, Pi- stamiglio, Quaglino. Vellan e il a\mos?o Guido Mazzola, che io vol 'èntjèrl accolsi e. incinsi fra gii, ,[altri nomini del mio equipaggio. Il -|« padre » che era salito intanto sul -|p»ipifo disse, servendosi del suo l,l'acato e preciso linguaggio maria «aro: «Banda dritta a sinistra; elbanda sinistra a dritta. Tutti in i\>nezzo ». o Ci fu un leggero tramectio di pe- ù (santi stivaloni di mare tra i ban-lciii e un fruscio più leggero di aìscarpe femminili, poi tutto si lece -|di nuovo tranquillo e ogni sguardo isi fissò sul predicatore. Il mio capitano Matteo Lanza, mi venne vicino dicendomi che tutto era pronto per la partenza e che era l'ora buona per saltare la diija e allora uscimmo dal tempio e raggiunt/emmo le imbarcazioni sulla prima delle quali salì Petrellu da Bologna, richiamato dall'odore delle vivande. Sopra il sìio corpo lungo e magro non aveva carne di ri- non conserva che la tesa. Navigazione perigliosa Poi via, il poderoso Vellan, l'intraprendente cambusiere Pistamiglio, il rubicondo Quaglino e per ultimo il capitano Lanza, ruralmente recando infilata al braccio una cesta di uova e di galline. Spuntava l'alba quando ci abbandonammo al pauroso salto della diga. Restammo in aria, sospesi sulla cascata d'acqua, arcuata Icome if collo di un cavallo e si: mihnente incrinierata di schioc conte spunta, per una l'entina di minuti che ci parvero un secolo e ] finalmente rotolammo nei sotto.stanti gorghi miracolosamente procetti dalle nostre stesse preghiere serva, non barba superflua. por-tondo il suo mento una lanttggineeconomica simile alla lanuggine.frusta del sito cappello del qualcìuno alla volta salirono l'ir-'stito Boccalatte dalla chioma splen- dente d'argento, poi il mutilato di [ guerra Gustavo Bertinaria, e via' che la Gran Madre di Dio aveva \ ascoltate ed esaudite Dopo tre giorni di perigliosa na vxgazione entrammo nel tcmpe-stoso vortice che fa il Ticino en-trando nel Po e qui, trassi in salvole imbarcazioni e i marinai, ser- vendomi di una lancia a motore che ci rimorchiò fin nei pressi diPavia, sotto le arcate del pontedell'anno mille, il più bello che esi-sta al mondo. Dicesi che tale pon-te sia stato costruito in una sola ! notte dal demonio che si pose ache glie e \serv\zio di un ingegnere che glitavevù venduta l'anima per tal ope- .ra e con tanta magnificenza cotti- ìporre. Credo veramente che il pontesia stato costruito dal demonioperchè la ciurma presa dalt'incan-testino,¥non certamente umano e'tanto meno divino, posesi senz'ai- tro e diabolicamente a dipingere. [ Così, sotto al ponte di Pavia, assi-'stetti al miracolo di veder marinaimutati in pittori, e miracolo ancor più grande, vidi cotesti pittori dar mano a carta e matite e a colori e a lavorare di buona lena. Spelta-colo assai raro a vedersi. m»j ■ j • ì ■ i • INel paese dei balOCCill — Cotesto — esclamò il pittoremarinaio Quaglino — è il paese deibalocchi E infatti così ci apparve Pa,:ianella sua luminosa bellezza. 0„an.do dal cielo discese l'idra del vola-Une Baglio e ad uno ad uno mia rondini, negli spaz, azzurri. Credo che. presentando ,i, talmodo una parte del suo maggio,l'« inviato speciale» australiano,mandato in esplorazione sul fiume ^Po, otterrebbe molta più stima- e . considerazione che non descrivenldo tal quale è stata e molto più fe delmente, questa sua impresa fiu .viale capeggiata, da un cocchiere ,di vettura pubblica. Così almeno ìl'avrebbe descritta Herman Meiìvìlle al quale ho rubalo alcune pa\role che subito gli restituisco con «tolti ringraziamenti. , per rnnti> mio, scorgendo final; lmente il Ticino, dopo tanto navi' pnyp, e pensando che proprio qui a parla i<n uno dei più cari amici del lettore e dell'anima, lo scrittore Ce- ìsare Angelini, e ricordandomi del \stta 1 il libro «Invito in Terrasanita» ho gridato come lui, quando |si c incontrato col Giordano: «Ho ,, visto l'acqua» e proseguendo pre- t/a: « E lui, il Giordano, il fiume di jjTjjo. /( cuore comanda di inchi( narcisi, immergervi la man» e se 'gnarsi ». Tutte f,ose cfte io> nel ricordo tlf. fcttnoso e c/ij,„.0 dj Angelini ho ,fatto vedendo finalmente il Ticino \ al q„aìc> con snniIi navigatori,inoli credevo mai più di pervenire. i La sorpresa deve essere stata \ancke più grande per il cuore del ,Federale Stampini che la sera ci \ volle a mensa, radunati sulla tolda \(leU<!. tazzina del circolo motoln<iutico. ancorata sulla sinistra del \fi"me. "r""rrt° % f"fn' ' E >" che Petre"a co"",t VaU tra miracolo di gettare nella corrente i suoi molti disegni, come .altrettante tessere di invito: _ Qh Qj rfe„„ Ba„ p rf , f ' Ma { ,Y)Sfrj fiumL ' Ernesto Quadrone ! 1 ipsd Come Petrella da Bologna ha visto a Pavia, il Ponte del diavolo. , - i e visto da Vellan,