La resistenza sovietica alla pressione democapitalistica di Leo Rea

La resistenza sovietica alla pressione democapitalistica La resistenza sovietica alla pressione democapitalistica La grande coalizione accerchiatrice preconizzata a Londra e a Parigi fa acqua da tutte le parti o o e e e , e i Londra, 4 luglio. Il romanzo a puntate delle conversazioni anglo-sovietiche si è fatto stasera complicato e sensazionale: lo Standard, nella sua edizione delle i pomeridiane, pubblicava un titolone su due righe avgachinTcade a tutta pagina, dove si diceva suche la Gran Bretagna e la Rus- ì cosia avevano ormai raggiunto gli qestremi dell'accordo. Senonchè il retesto della notizia nelle colonne'ndel giornale, si esprimeva secon-| do quanto letteralmente tradu- csiamo : «fi La firma del Patto anglo-so-'tvietico è in vista. La risposta so- t?wS IL^S™ nmnl^ S. a«„ai-" ctina al Foreign Office. Lord Hall-: fax ed i suo! consiglieri stanno fesaminandola in questo momento. SSi tratta di un'accettazione con- dizionata delle proposte britanni- j che cosi come erano state rive-Idute la settimana scorsa. Restano in sospeso soltanto uno o due punti secondari e non c'è motivo di ritenere che essi ormai troveranno un arresto. La Gran Bretagna e la Francia hanno accettato di fare apertamente i nomi delle tre Potenze, Finlandia Lettonia ed Estonia, le quali saranno quindi garantite dalle tre Potenze contraenti ». Notìzie contradditorie Lo Standard proclamava che queste informazioni erano «esclusive»: soltanto nell'ora successiva, infatti, un altro giornale del pomeriggio, lo Star, notoriamente filosovietico, era in grado di an nunziare qualche cosa in contrario ai suoi lettori: tale giornale lasciava comprendere di essersi ragguagliato « negli ambienti sovietici di Londra ». Dato che a Londra, come in tutte le altre maggiori capitali europee, non vi sono ambienti « sovietici » diversi da quelli dell'Ambasciata, la fonte è indubbiamente dichiarata. E lo Star ha scritto letteralmente così: « La posizione circa i negoziati del Patto dì pace anglo-francosovietico rimane esattamente quale era tre settimane fa ». Il giornale aggiunge che è « in vista» bensì un accordo di principio, ma che i particolari sono ancora da risolvere. Ripetiamo ancora che lo Star, organo liberale, è stato sempre uno tra i più accaniti propugnatori dell'intesa con Mosca, e che quindi il contrasto pessimistico delle due informazioni con quelle date dall'isolazionista confratello pomeridiano è quanto mai significativo. Non basta: noi siamo in grado di dichiarare non soltanto che lo Sfar ha ragione e lo Standard torto, ma possiamo andare più oltre e dire, in base a informazioni attinte a ottima fonte, che mai, durante tutto il laborioso e difficile corso delle trattative, il Patto anglo-sovietico è stato tanto lontano, come oggi, da una conclusione positiva; e possiamo anche aggiungere come si è giunti al punto morto, e quali sono le componenti che mantengono ferme le trattative. Ai Sovieti è stato chiesto di garantire l'Olanda e la Svizzera: questo è stato uno degli errori capitali della diplomazia anglo-francese. Anzitutto i Sovieti hanno riso sul viso a Seeds, a Strang e a Naggiar ricordando loro che i Governi dell'Aja e di Berna non hanno relazioni diplomatiche con l'U.R.S.S.; che. di più, non hanno riconosciuto mai il regime sovietico. In secondo luogo questa richiesta ha fornito una buona arma a Mosca per insistere sulle garanzie dei demo-capitalisti agli Stati baltici, da nominare uno per uno. ai| sqlaL'inflazione delle garanzie Non solo questo: ma i Sovieti hanno posto la condizione che se dovessero garantire Olanda e Svizzera (e l'Olanda ha già fatto un passo ufficiale a Londra e Parigi, avvertendo che non vuole essere garantita da « nessuno », e meno che meno dai Sovietl) essi Soviet! intendono che la garanzia alla Turchia ed alla Polonia rivesta un carattere bilaterale: il che vale a dire che i Sovieti vogliono messo sulla carta che Polonia e Turchia combatteranno, immediatamente, qualora si delinei un'agressione di retta o «indiretta» contro l'Unio'ne delle Repubbliche Sovietiche, | Le cose si complicano subito, cir ca la definizione di aggressione! « indiretta » : mentre gli inglesi ri- 'tenevano che l'aggressione lndiret ta fosse costituita da un'azione contro Stati la cui indipendenza co-: ... ... , ,:„,„ „„„ T„ o fluisce interesse vitale per In. Sierra, Francia o Russia, secon- do la tesi sovietica, qualora in una - j delle repubbliche baltiche in que- s-Istione avvenisse un mutamento di' glstil stdiuspiqudutrincoogste laina« ae di o a re ooane a, e e i a e i i E e i n , e e o e o o o d i , o i e e o i a ; a a i i, regime, presumibilmente favorevole a potenze dell'Europa centrale,! Mosca dovrebbe essere in grado di I denunciare ai sodali o complici, l'aggressione « indiretta »; e cioè esercito polacco dovrebbe immediatamente marciare e ccntribuire 1 rLa ribaltare con le armi 1 eventuale ;dnuovo governo in uno dei paesisbaltici. Questa richiesta sovietica ;sha costituito e costituisce una del-,dle note più caratteristiche delle divergenze nelle conversazioni av- venute fra Molotof e Potemkin e,1 diplomatici anglo francesi. i sCosi ci è stato comunicato da fonte degna di fede; ed è prima di tutto in coerenza con l'attività del commissario bolscevico il quale si interessa molto a fondo della situazione interna negli Stati europei; ed è in coerenza, in secondo luogo, con l'altra richiesta sovietica, già nota, trasmessa ieri sera, che la Polonia intervenga al più presto contro il regime nazionalsocialista della Città Libera dì ! Danzaca occupandola addirittura I don le proprie truppe. IA quel che sembra la Turchia \ avrebbe fatto sapere, interrogata Iin proposito, di essere disposta ad 1 eaderire all'accordo di mutua assi- ;\rNaturalmente corno ab-1 o| stenza. biamo appreso nei circoli orientali, questa mutua assistenza, Ankara la farebbe pagare salata. Russi e inglesi dovrebbero cedere il passo alla espansione turca nell'oriente mussulmano incoraggiando una sfera di influenza equivalente su per più a quella dell'antico impero ottomano; Alcssandretta non è stata che un antipasto. Le pressioni su Varsavia Quanto alla Polonia, le cose si sono messe male. I viaggi aerei dell'ambasciatore britannico a Varsavia e quello polacco a Londra, alle rispettive capitali, completerebbero l'attuale processo di grave pressione diplomatica sul governo di Varsavia da parto franco-Inglese, e, cioè, moscovita, affinchè la Polonia si decida a dichiarare che è pronta a partire in guerra al primo sorgerò di una aggressione diretta o indiretta contro l'U.R.S.S. senza nemmeno avere il diritto di indagare su ciò che la parola « indiretta » significa in lingua russa. A Londra questo patto di non aggressione corre ormai sotto il nome di garanzia polacca alla Russia e costituisce un elemento cardine intorno al quale fa fulcro l'altalena di tante convergenze e 'divergenze. La risposta sovietica ha tenuto tutti molto preoccupati e moltissimi in ansia: la Commissione mi¬ dbtqde i e n i, isncnrtnmdkcsmateriale degli esteri si è riunita 1 du-; volte, sotto la presidenza di Chamberlain ed ha, nella mattinata e nel pomeriggio, esaminato il rapporto dell'ambasciatore Phipps per sbozzare le proposte che si dovranno discutere ampiamente domani, un Consiglio dei Ministri. I telefoni fra Londra e Parigi hanno squillato a ripetizione. Ne-1 so,no sen^{ j,n dovere di dire oa' - ' v gli ambienti francesi sii è dimostrato una spiacevole sorpresa per il tono e la sostanza della risposta di Mosca. Fra le informazioni di stasera circa possibili vie di uscita, che i due governi democa^ pitalistici possono scegliere v'è quella di abbandonare 11 sistema delle garanzie e proporrei a Mosca un patto di mutua assistenza a tre, che entrerebbe in vigore solo in caso di aggressione ad uno dei contraenti, buttando cioè a mare ogni sistema a catena ed ogni nostalgia societaria. Rtsum tenealis: dopo tanti alti e bassi, seguiti oggi alla nota della Standard, stasera i giornalisti inglesi filosoviie-tici, erano molto abbacchiati. Tanto che, quelli dei « circoli sovietici di Londra » si ! 1 role generiche di consolazione. Leo Rea

Persone citate: Chamberlain, Lord Hall, Phipps