Affannoso lavorio diplomatico

Affannoso lavorio diplomatico Affannoso lavorio diplomatico Londra, 3 luglio. Tra gli argomenti cui la stampa Inglese ricorre quotidianamente per variare da una volta all'altra 1 corsi e ricorsi dell'allarmismo e della distensione, ve ne è uno di carattere fisiologico che, per verità, ha il diritto d'essere nominato: i nervi. Dopo allarmi, proteste e promesse, quando non succede niente, gli ambienti ufficiali e ufficiosi si mettono a far credere che avevano ragione nel profetizzare guai, e che i guai non seno avvenuti perchè le loro profezie erano accompagnate da minacce. -. Vittorie gratuite L'Ufficio Propaganda e la stampa hanno trovato in Inghilterra un sistema piuttosto economico di cantare ogni tanto vittoria; ma ciò finisce col riflettersi piuttosto duramente sui nervi dell'opinione pubblica, di chi la informa, cioè i giornalisti, e di chi informa i giornalisti, cioè alla fin delle fini, il Governo. Oggi è stato un lunedi caratteristico a questo proposito; dopo avere avvelenato le vacanze settimanali di tanti poveri diavoli, i giornali ed il Governo appaiono Stanchi. La Camera dei Comuni era poco affollata, malgrado tanto stamburare; inoltre, per questa settimana la politica estera vi sarà confinata alle ore delle interpel lanze. Chamberlain ha cominciato a fare una dichiarazione esplicativa sul discorso di Halifax: si ricorderà come, l'ultima volta il Ministro degli Esteri dovette fare un secondo discorso alla Camera dei Lord, per spiegare il primo; questa volta è addirittura il Primo Ministro che spiega. Un laburista ha chiesto se, quando Halifax disse che scopo della colonizzazione dev'essere una spinta ad innalzare il livello dei popoli che non possono reggersi da soli, avesse voluto intendere con ciò la possibilità di estendere a varie parti dell'Impero britannico l'istituto del mandato, e ciò naturalmente, dato il suo carattere internazionale, in accordo con altre Potenze. Chamberlain, scandalizzato, si è affrettato a dire che si tratta di una interpretazione erronea: Halifax aveva parlato di criteri economici, e in ogni modo tutto era condizionato ad un accordo fon damentale con altre nazioni. Insomma: il discorso del Ministro degli Esteri era stato scorbutico e aggressivo; una sola cosa aveva avuto di buono, e cioè un primo accenno da parte del Governo britannico a buone intenzioni di risolvere il problema coloniale, e una certa larvatissima idea di costruire un nuovo regolamento mondiale su basi di perequazione, che porrebbero fine a molte secolari ingiustizie. Per la prima volta, cioè, da Londra si era sentita annunziare la possibilità di una politica non esclusivamente negativa, L'errato corrige di Chamberlain si è affrettato a cancellare questa sensazione: l'Ingh'lterra. non vuole che la conservazione, e non vuole altro che resistere contro la trasformazione, che essa gratuitamente chiama « aggressione », dove cioè si dimostra che l'interpretazione « costrutti va» di una piccola parte del discorso di Halifax non era che una momentanea battuta senza valore gettata là a scopo propagandistico, per prendere in giro la giusti Zia e i radioascoltatori creduloni. Da Danzica a Mosca Dopo di che ci sono state le due solite risposte governative circa Danzica e circa Mosca. Sulla situazione a Danzica, Chamberlain ha detto: «Notizie degne di fede stanno ad indicare che misure di carat tere militare sono state prese nel la Città libera. Un grande e ere EMpscente numero di cittadini "tede-!schi è giunto recentemente a j Danzica in apparenza sotto la ve-;ste di turisti e si sta formando un! d?^imwphrdlTilf^Lr^ nnnome|di iieimwenr. Il governo polacco è stato avvertito dal governo» te-\desco che l'incrociatore germani-'co Koenxgsburg visiterà Danzica per tre giorni dal 25 al 28 agosto J Il governo_ polacco informerà ili Senato di Danzica di non avere obiezioni alla visita. Il governo britannico si mantiene in stretto contatto col governo polacco e con quello francese in rapporto alla situazione ». H laburista Cocks ha chiesto se è vero che ogni tentativo di fortificare Danzica è illegale e se il Governo si propone di informare Hitler personalmente che a qualsiasi tentativo di cambiare l'attuale statuto della Città libera con la forza l'Inghilterra si opporrebbe immediatamente. Chamberlain ha risposto: « Per quel che riguarda le questioni di carattere locale desidero essere preavvisato della interrogazione. Per quel che riguarda la seconda parte dell'interrogazione ho fiducia che la situazione sia stata messa in chiaro da Lord Halifax ». Interrogato sulle trattative con la Russia, Chamberlain ha detto che il 1° luglio l'ambasciatore britannico ed il suo collega francese a Mosca si sono incontrati con Molotof per presentargli le nuove proposte anglo-francesi. « Il governo britannico — ha concluso Chamberlain — attende la risposta sovietica e non credo conveniente aggiungere nulla per ora ». Sorprese del Kremlino Chamberlain nelle sue dichiarazioni ha evidentemente alluso ai colloqui odierni anglo-polacchi: l'uno è avvenuto fra lo stesso Primo Ministro e l'Ambasciatore britannico a Varsavia, essendo presente Lord Halifax; l'altro, durato un'ora, è corso fra il Ministro degli Esteri britannico ed il conte Raczynsky, Ambasciatore di Polonia a Londra, il quale parte domani in volo per Varsavia. Dalla capitale polacca si ha inoltre che il colonnello Beck si mantiene in stretto contatto con l'incaricato d'affari britannico; gli ufficiosi scriveranno domattina che i colloqui concernono nuove assicurazioni di « immediatezza » circa l'eventuale intervento britannico e tendono ad indorare le amare pillole già inghiottite economicamente dal colonnello Koc. I rappresentanti capitalistici, d'altra parte, sono stati oggi tra le 16 e Ie 17>30 al Kremlino, dove hanno ascoltato la risposta sovietica; dopo di che l'hanno trasmessa subito a Londra ed a Parigi. Se- condo il corrispondente del Tele i j ,r i j«raVh da Mosca la discussione 'odierna sarebbe stata ancora lun Sa e difficile e la delucidazione dei J termini bolscevici avrebbe richiesto i tempo e fatica: il giornalista insi- ste sempre sulla questione baltica, ma di nuovo ci dev'essere ben altro ! Sotto la riservata c, per oggi, tutt'altro che propagandistica condotta di Chamberlain alla Camera dei Comuni, sembra che ci sia qualcosa di grosso : i Sovieti avrebbero tirato fuori un nuovo sensazionale numero di varietà. Molotof avrebbe fatto sapere a Varsavia che l'Unione Sovietica è disposta ad aderire a firmare il patto con l'Inghilterra e con la Francia e quindi ad aderire alle garanzie, a patto che la Polonia tagli imme diatamente il nodo gordiano di Danzica ed occupi senz'altro militarmente la Città Libera. Fino a questo momento non siamo riusciti ad avere conferma di questa notizia, che stasera circola a Londra in ambienti bene informati, ma non slamo riusciti ad avere nemmeno una smentita. C'è da osservare tuttavia che essa presenta parecchi argomenti psicologici di credibilità: è noto come, sotto il pretesto delle potenze baltiche, quello che Mosca ha sempre inteso quale principale ostacolo ad un accordo colle potenze capitalistiche era la scarsa attendibilità delle loro garanzie alle nazioni orientali. Danzica sarebbe l'occasione ideale per mettere alla prova tale buona volontà. I Sovieti non vorrebbero nè potrebbero, cioè, aderire ad un programma, lasciandosi tirare a mettere i piedi su un suolo minato: vogliono che la mina sia fatta saltare in precedenza. Chi ha seguito la diplomazia di Mosca in queste undici settimane, è avvezzo ormai alla sua mentalità ed ai suoi colpi. Lo spiegherebbe anche il viavai diplomatico fra Londra e Varsavia, l'arrivo a Londra dell'Ambasciatore a Berlino « per ragioni di salute » ed il subitaneo sgonfiamento avvenuto oggi dell'esuberanza propagandistica londinese della settimana scorsa. E ciò concreterebbe finalmente la divergenza di mentalità e di iniziativa esistente fra Londra e Mosca, giustificando tante lunghe tergiversazioni assai più credibilmente che non con il pretesto della garanzia alle pacifiche potenze minori del Baltico. C'è però un argomento, che — malgrado tutto — solleva l'animo dei filobolscevici di Londra: il Times, per la prima volta dopo la guerra mondiale, ha nominato un proprio corrispondente con residenza a Mosca. Leo Rea limi mini immiiu limi limili mnlliniiti mimmi mi un