Energica messa a punto del vicedirettore dell'I.R.I.
Energica messa a punto del vicedirettore dell'I.R.I. IL. CANAL,E DI SUEZ Energica messa a punto del vicedirettore dell'I.R.I. Roma, 26 giugno, i fli Vice direttore dell'I.R.I. Ezio Bonardi ha inviato al Presidente ozdella Compagnia del Canale di Suez una lettera per mettere a punto quanto, per insolenza e malafede, è stato detto a riguardo degli italiani. turmcLo scritto, rilevando quanto av- ! iviene in ogni Stato civile per l'esercizio di un pubblico servizio, espone i rifiuti, le prepotenze instaurate dalla Compagnia del Canale di Suez, mettendo ampiamente in rilievo i sistemi monopolistici di quell'impresa 'che sorse con 10 spirito umanitario e incitatore del progresso. La lettera chiarisce, se pure ve ne fosse ancora bisogno, dopo tan te messe a punto della stampa italiana, che la Società del Canale di Suez non può essere considerata come una semplice impresa pri vata. « Sotto la forma, anzi, per meglio dire, sotto la finzione di una firivata Società Anonima la vostra mpresa — continua la lettera — non dà forse il possesso e il controllo delle chiavi del Mediterraneo (l'altra è Gibilterra) ai vostri quasi unici azionisti che s'indivi duano nel governo inglese e in « gruppi francesi » al servizio del vostro governo? Che, se non si trattasse di un connubio tra politica e affarismo, e tra affarismo e politica come spieghereste la concorde unanimità della vostra cosidetta libera stampa e la precipitosa foga dei vostri uomini di governo per difendere le vostre tesi?». « E come spieghereste altrimenti, per esempio, l'obbligo recentemente fatto dal vostro azionista governo inglese " all'Egitto di destinare annualmente in spese militari parti delle somme che la vostra Compagnia gli paga sotto forma di partecjpazione agli utili? ». La lettera espone quindi dati di fatto che ogni Italiano conosce, e quindi continua: « Io credo, signor presidente, che queste cose nella vostra posizione dovreste saperle, se le so io, e con me molti Italiani che non sono nemmeno dei semplici azionisti della Compagnia. Perlagioni morali, dunque, e per ragioni politiche, la questione di Suez deve essere delibata, trattata e risolta soltanto sul terreno politico. Avete inteso? Voi siete fuori questione. Personalmente crederei che una soluzione che potesse permettere una riduzione del settantacinque per cento delle attuali tariffe, potrebbe essere ritenuta soddisfacente; e questo affermo considerando soltanto il piano finanziario del problema. « Tale riduzione sarebbe subito possibile, da quando la Compagnia rinunzìasse a dare ai suoi azionisti un superdividendo, oltre il cinque per cento sul capitale: oppure dopo qualche anno, da quando la gestione fosse stata affidata ad un nuovo Ente che avesse rilevati il Canale ed i suoi accessori ai valori di bilancio, al netto degli ammortamenti già effettuati e con pagamento dilazionato del prezzo, da provvedersi con il reddito della gestione », « Escludo senz'altro che oggi si possa arrivare a tanto per le consuete vie della finanza privata, cioè mediante cessione del pacchetto di maggioranza da parte dei due attuali azionisti quasi totalitari agli utenti, e ciò perchè cosa assurda sotto tutti gli aspetti la si consideri ». Circa le possibilità di accontentare l'Italia e calmare la campagna italiana per Suez concedendo due o tre posti nel Consiglio d'amministrazione della Compagnia, la lettera del camerata Bonardi precisa essere ovvio che tale concessione non apporterebbe nessun serio contributo alla risoluzione della questione perchè le tariffe continuerebbero come prima ad essere fissate dai consiglieri franco-inglesi di maggioranza. « Non esistono, signor presidente — continua la lettera — soluzioni risolutive della questione che non debbano incidere drasticamente sugli interessi dei vostri azionisti: ma l'umanità dovrà forse fermarsi per l'interesse di pochi? La vostra Compagnia si è dimostrata indegna di condurre una gestione di carattere di pubblica utilità internazionale: la vostra Compagnia ha seguito una errata politica tariffaria, fatta di imprudenza e di soprusi: imprudenza, in quanto ha pensato ed agito come se il mondo dovesse sempre restare addormentato; di soprusi, in quanto ha condotto una politica tariffaria usuraia, forte del prestigio politico che le conferivano i suoi due azionisti. « Bisogna che vi rassegnate, signor presidente, e con voi i vostri azionisti e che prepariate l'abito mentale e l'animo a sopportare una soluzione politica della questione di Suez; cioè trattata d'accordo fra i governi interessati (Egitt.o e Stati utenti), all'infuori dell'interesse privato della vostra Compagnia; quella soluzione che il nostro Grande Capo ci ha promessa e che tutti gli Italiani hanno la certezza che verrà ». zs((geslprddOsnddztceEndsrcnintnncsdnr1gCdpsnplettvfInROstgpldl«isumcemmsnnprdtlsat
Persone citate: Bonardi, Ezio Bonardi
Luoghi citati: Egitto, Gibilterra, Italia, Roma, Suez
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