Le scuse non richieste dei rappresentanti d'un impero che tu grande

Le scuse non richieste dei rappresentanti d'un impero che tu grande Londra, 24 giugno. dMentre Chamberlain pronuncia- gva a Cardiff un discorso in parte! improntato alle elementari esigen- ! sze elettorali dimostrarsi, almeno] verbalmente, energico, ed in parte I savocante a sè le funzioni che saranno prossimamente devolute al neo-dipartimento della propaganda, i giornali che nella mattinata sono stati venduti per le vie di Londra, hanno presentato un panorama politico e polemico, orchestrato secondo lo stesso tono. Sia che il testo del discorso fosse stato distribuito con forte anticipo alla stampa e che i giornalisti, vincolati a non renderlo pubblico prima della dizione, se ne siano ispirati per le proprie previsioni e per i propri! commenti, ovvero sia che 11 neo-dipartimento coordinatore abbia già cominciato a funzionare, sta di fatto che il tono adottato dal Primo Ministro e le cose che egli ha dette stasera erano oggi a Londra largamente risapute e prevedibili. Ha attaccato stamani, solitamente, il prudentissimo Times, facendo capire che ieri Halifax è stato brusco con Maisky e che nei confronti dell'ostruzionismo moscovita predomina in Inghilterra un « vivo senso di disappunto » ; non solo l'ambasciatore sovietico sarebbe stato maltrattato da Halifax ma anche quello giapponese, almeno se dobbiamo credere alVExpress il quale scriveva che il Ministro britannico degli esteri avrebbe « messo sul tappeto » il rappresentante nipponico. Il Neics di stasera accentua ancor più questa esaltazione delle capacità pugilistiche del governo di Londra, dichiarando che l'attributo « intollerabile > dedicato dal Primo Ministro al comportamento giapponese era stato scelto con deliberazione. Il giornale parla addirittura di rappresaglie e minacce mettendo in rilievo come migliaia di giapponesi godono tutt'oggi gentilezze e cortesie nell'Impero britannico. Tutto questo viene accompagnato dal tono guerriero con cui sono titolate le brevi notizie circa lo spostamento di unità navali inglesi nel porti vicini. Il tono forte è, evidentemente, di rigore. Il Sunday Times di domani in muna nota del suo corrispondente Ldiplomatico torna sulla parola «n-jtollerabile» usata da Chamberlain ai Comuni e stasera ripetuta a Cardiff. Senonchè lo stesso giornalista nel far il suo commento a proposito dell'aggettivo & intollerabile » accompagnato dal sostantivo « insulto » aggiunge che dovrà seguire di necessità un'azione, fatta non di parole siano esse pure altisonanti; quale azione il governo britannico potrebbe prendere — si chiede; ma, eliminando le sanzioni economiche come capaci di precipitare verso il conflitto che si cerca di evitare, lo stesso giornalista si limita a prevedere una dimostrazione navale nelle acque dell'Estremo Oriente. Con nota addolorata il giornale annota che qualunque azione ritenuta necessaria deve essere presa dalla sola Inghilterra, giacchè - la giusti- ficazione è pronta — la provoca zione giapponese mira soltanto a intaccare l'Inghilterra. Questa la giustificazione che dimostra come si sono accorti, anche qui. che non si può parlare di alleanza strettissima, quando la Francia ha firmato ieri l'altro un nuovo trattato di commercio con l'Impero del Sol Levante e quando l'America vuole vedere più chiaro di quanto non lo consenta la diplomazia inglese in tutta questa faccenda estremo orientale. Tutto questo dimostra come il Governo britannico Tsoprattutto il partito conservatore di alle benedette elezioni, che potian no aver luogo < fra oggi e l'au tunno 1940 x-, come evasivamen fronte te ha ripetuto oggi Chamberlain. e che senz'altro dipendono - an-che per la propaganda nei colle-gi - .dalla situazione lnterna.zionale,, abbiano voglia di (816sul serio Ciò significa prepararsiuna vittoria, qualunque cosa ac cada, cioè: se Tien Tsin si risol-verà localmente, sarà una vitto- ria della tesi britannica; se si ri-dell'enetgia britannica. E lo stes-so si dica per la Russia. A pattofatto, si vanterà la sagacia diplomatica inglese; a fallimento àvve-nuto, si dirà che l'Inghilterra rauo-re ma non si arrende. solverà diplomaticamente, sarà il Giappone « costretto al tappeto » di una tavola di conversazione; se - i _ - „„..;, i scoppiera la guerra sarà il trionfoJ.IV....nlc Mto.ni» V Ir, cine. Non si arrende per modo di dire, per modo elettorale di dire ben si intende; ma appare pronta ad ar- rendere ciò che è degli altri. Fino a ieri e l'altro ieri c'era qualche scrupolo sul mettere o no la firma in fondo a un patto coin- volgente garanzie r. chi non vuol essere garantito, a commetterecioè una aggressione. Ora questi scrupoli sembrano dispersi. Il col-laboratore diplomatico del citatoSunday Times dice chiaro e tondoche a causa delle insistenze russe il governo britannico riesamineràla questione delle garanzie agli Stati baltici e aggiunge che nonè esclusa la possibilità di compren- Le scuse non richieste dei rappresentanti d'un impero che tu grande Chamberlain e Halifax continuano a protestare che essi non intendono fare una politica di " accerchiamento „ pnni _-ta._ <„ . , dere nel patto in elaborazione le r garanzie stesse. Questo che dice il p Sunday Times è citato per dimo- c strare con quanta facilità si pos-| e sono superare certe crisi di co scienza, ma non è affatto roba da bere ad occhi chiusi; noi ci sentiamo stasera in obbligo di prospettare l'ipotesi che il giorno in cui l'Inghilterra deciderà di dare la non voluta garanzia coinciderà con il giorno in cui la Russia non si accontenterà più di tale nuova concessione; non si dimentichi in proposito il prudente « parecchio » di Chamberlain a proposito di difficoltà. Per il momento 11 tono duro dell'Inghilterra elettorale ha fatto una vittima: il colonnello Koc. Come si ricorderà, questo personaggio è capo di una missione finanziaria la quale giunse a Londra dalla Polonia la settimana scorsa piena di rosee e finanziarie speranze. Varsavia mandava i suoi esattori a riscuotere il premio per avere aderito alla politica della catena e per avere accettato di lasciarsi garantire. Ma lo Standard, facendo seguito alla notizia già diffusa da ieri e da noi telefonata, rivela come la missione abbia tutto il tempo per visitare i monumenti e le sale di spettacolo della metropoli; ma quanto ad affari non se ne parla. Gli inglesi anzi affettano meraviglia che Varsavia abbia tanta fretta. La missione comincia ad annoiarsi. La tesoreria le ha fatto sapere che deve aver pazienza, perchè ancora (cosi lo Standard) «il governo bri- vrvaipngpnmttdmsnpdsdtvsldrCdecisione sulla forma che il prestito dovrà assumere e che perciò non è ancora arrivato il momento di intraprendere negoziati sui dettagli ». Lo stesso giornale fa sapere che la missione vorrebbe, andarsene perchè se si tratta unicamente di aspettare cesta meno — e si fa meno brutta figura — aspettare a Varsavia. Lo Standard non dice però che in alcuni ambienti inglesi viene giudicato imprudente mandare sterline per costruire armamenti in Polonia fino a quando non sia certo l'accordo con la Russia; quei denari e quelle armi con i Sovieti male intenzionati potrebbero fare una brutta fine. Ecco perchè di fronte alla politica Ler£olante l'Inghilterra ufficiale j* preoccup'a denfee conseguenze in rafforza la propaganda, ne tern ga «l'accerchiamento»; unico conforto e unica giustificazione morale che rimangono agli apolc geti di Londra è di dimostrare che il valore della loro azione diplomatica è unicamente negativo. Il che è piuttosto melanconico per un grande impero il quale avrebbe il diritto e il devere di essere alla testa delle iniziative. Sia Halifax che il Primo Ministro nella giornata di oggi — che è un sabato, Btannico non ha raggiunto alcuna ltannico non na raggiunto aK-ulmlsqtcpceTn altrl°tempi sarebbe stato unjdelitto occuparsi di politica anche per un politicante in questa giornata — l'uno in una risposta parlamentare scritta l'altro nel discorso di Cardiff hanno prctestato violentemente contro la parola accerchiamento » e hanno insi- r . aujrargomento che l'Inghil- a a e terra poverina non domanda che di starsene tranquilla e non vuole far male a nessuno. Leo Rea 11 discorso di Chamberlain ai conservatori di Cardiff Londra, 24 giugno. Si è svolta nel pomeriggio a Cardiff, alla presenza del Primo ! Ministro Chamberlain, una gran 'de manifestazione popolare orga- inizzata dal partito conservatore a 1 cui hanno partecipato circa 50 mila persone. Da parte di molti si riteneva che questa riunione |avrebbe segnato l'inizio di una -,frandct campagna di propaganda -|la parte del governo in prepara.»one delle elezioni generali per il 6^™°™'""'^™,* i!}1 Primo Ministro avrebbe tratta- 'to principalmente di politica ìn- . -j ternaJContrariamente^ alle previ- 8Charnberlain si è limitato a -i ribattere le accuse di accerchia- mento alle potenze dell Asse sen -i o1 -l -' l » za aggiungere tuttavia nulla di e \ f* ^f™*? "Z? * l"3^0 da lui e stato recentemente di- o, ... . I COiaratO. Egli ha detto che la Gran Bretagna non mira ad accerchiare la Germania ma che al contrario, lo i scopo della politica estera inglese •è quello di costruire un mondo pa'cifico nel quale tutte le nazioni , possono continuare le loro ocoui paziom con sicurezza e con fidu- ola. In un m0ndo nel quale la fi (ducia fosse ristabilita la Gran Bre- a tagna e la Germania potrebbero o ! cooperare nello sviluppare risorse - latenti, che procurerebbero dei bel nefici ad entrambe le nazioni. Ciò e;è però impossibile ha aggiunto il i j Primo Ministro fintanto che la -!Germania non avrà smesso i suoi o;sospetti nei nostri riguardi. o1 Passando a parlare della situae zione in Estremo Oriente, Chamà!borlain, dopo avere accennato di i nuovo agli 'intollerabili insulti» |a cui sono stati sottoposti i citta- dini inglesi a Tien Tsin ha dichia- „ ,ì i . . , , in rato che se la disputa angjo-giap- ponese potesse essere limitata al « caso che l'ha provocata, potrebbe ! essere risolta attraverso trattati ve. « Sono costretto ad aggiungere, egli ha detto, che nessun governo inglese può sottomettersi agli ordini di un'altra Potenza ed io spero di essere nel vero sup ponendo che il governo giappo lcplt\Cnese'non hraicuSrmtenzionTdei I bi■Cgenere ». Il Primo Ministro ha quindi ripetuto che gli armamenti britannici non hanno scopi aggressivi ma che mirano solo a controbattere l'aggressione ed un eventuale tentativo di dominazione mondiale. La finanza della City Gli affaristi prosperano sul perìcolo dì guerra Londra, 24 giugno. La settimana è stata sostanzialmente buona. I titoli di Stato sono stati ben tenuti, e i loro corsi hanno registrato aumenti che per i prestiti bellici sono stati in media di una sterlina. Sostenuti assai sono stati gli aumenti dei titoli industriali. Una dimostrazione del tono attuale del mercato è stata vista nel prestito di 3 miliardi di sterline emesso dalla Contea della Hartfordshire, uno dei giardini di Inghilterra, ricca di ville e di residenze agresti dei nababbi della City, fra cui il Governatore della addrggdblIra x Banca d'Inghilterra. In appena luna mattinata di banca le sotto-1 lscrizioJli al prestito scno state! quindici volte superiori all'ammon-letare richiesto. | Il marcato valori ha accettato con stoica rassegnazione la sovrimposta del 60 per cento sui so- prapfofitti del riarmo delle Ditte j che hanno ricevuto ordinazioni! belliche dal Governò che superino ; le duecento mila sterline. Tale so-1 vrimposta colpirà tutti i profitti media di un «anno medio» del,passato. Alcune Società di costruzioni aeronautiche che in quell'anno medio hanno realizzato profitti modestissimi saranno particolarmen-j ìe ~£lpi!le' Sostanzialmente però la City ha accettato la sovnmpo-lsta come un onere politico neces- ! sario per far accettare la ecscri-' ziane al lavoro organizzato. ' ! Il costo del denaro continua a: declinare e la tesoreria ha dimi-j nuito ulteriormente di qualche àe-\ breveUscatoi°zaPer * ^ bU°nì * rNonSdeve essere trascurata nel-| la cronaca della settimana la nuo-! va ondata di risentimento verifica-! tasi alla Camera dei Comuni per la restituzione alla Germania 3el-| l'oro depositato a Londra dalla Banca Internazionale dei pagamenti per conto dell'antica banca nazionale cecoslovacca. Deputati di tutti i partiti hanno condannato detta restituzione e hanno pres-l njsato in mille modi il Cancelliere, e o a - dello Scacchiere Sir John Simon [perchè intervenisseccantimped^rlo.| Ma questi, pur suoi interlocutori con l'affermare che detta restituzione « era deplorevole », sostanzialmente non ha potuto che approvare quello che la Banca d'Inghilterra ha fatto.