II Duce tra il popolo di Fiume italianissima legionaria e fascista"

II Duce tra il popolo di Fiume italianissima legionaria e fascista" II Duce tra il popolo di Fiume italianissima legionaria e fascista" L'improvviso arrivo in volo ~ La visita al silurilicio e ai can~ tieri del Carnaro ~ In raccoglimento alla Cripta di Cosala Fiume, 24 giugno. I II possente trimotore dei Duce, rspiccante argenteo sotto il sole, nel cielo sereno, è apparso oggi alle otto c mezza in vista alla nostra città, suscitando ondate di commozione e di giubilo nella folla, ancora stupefatta nella sua stessa gioia, della grande inaspettata sorpresa. Arrivano intanto ufficiali della Milizia, gerarchi della Federazione, rappresentanze delle Associazioni combattentistiche e d'arma, Camicie nere, cittadini, operai, donne, studenti, fanciulli. Tutti corrono, tutti sono pervasi dall'ansia di non arrivare in tempo, dalla gioia di poterLo vedere. Appena il trimotore « l.Mare » è sceso nelle acque di Fiume, il Duce è subito salito — smessi gli indumenti di volo ■— sul motoscafo, ed ha sbarcato all'idroscalo dell'Ala Littoria. Quando il Dure appare, il grido di giubilo diviene un urlo impetuoso. Nessuno sa trovare le parole. Mentre le sirene dei piroscafi, lanciano il loro clamore festoso, la folla agita fazzoletti e tricolori lancia in aria cappelli, applaude, saluta romanamente, è pervasa da un fremito che fatica, per la sua stessa travolgente intensità, a manifestarsi. Lacrime di gioia Il Duce, che ha al fianco S. E. Bost Venturi, saie in una macchina aperta, mentre risponde sorridente al saluto ed all'ardente manifestazione della folla. L'automobile si mette in moto, ma dopo pochi metri i cordoni sono rotti dalla folla che attornia la vettura, stringendo il Duce coinè in un abbraccio immenso ed appassionato che Lo commuove visibilmente. E' il grande animo ardente del popolo che cosi parla, perchè ogni frase sarebbe insufficiente ad esprimere ciò che sente il cuore che batte e tumulta d'amore. Sono attimi febbrili e intensi. Mille parole, grida, gesti, lacrime, sorrisi. Duce! Duce! Duce! E' uno slancio pittoresco ed impetuoso, il vero abbraccio del popolo. Il Duce sorride. A fatica si riesce a far proseguire la macchina, aprendo un varco fra la folla acclamante. Ma ad un certo punto si ha l'impressione che non sia possibile staccare la macchina da quell'abbraccio tenace. Sono centinaia e centinaia di persone che si spingono e si sospingono, che. vogliono giungere sino a Lui, toccarLo, gridarGli quanto sia valida e potente la fede, quanto goda il cuore di ogni italiano e dei fiumani specialmente nel vederLo, dopo tanta attesa e tanta speranza. Il momento resterà indimenticabile in chi l'ha vissuto, come quello della manifestazione che poco dopo, nella piazza Dante, ha assunto la forma rombante del plebiscito. L'ondata appassionata dell'entusiasmo dice chiaramente come il popolo sia con Lui, per qualunque strada e sino a qualunque meta. Abbiamo visto molte e molte lacrime di gioia; abbiamo visto negli occhi della folla quel bagliore estatico di letizia e di gioia che solo la commozione sa dare; abbiamo visto vibrare tutta l'anima della vecchia Fiume delle giornate eroiche — quelle che an che allora Mussolini comprese ed animò ed accanto al nostalgico palpito delle generazioni dannunziane fiammeggiava il gagliardo e travolgente entusiasmo delle giovani generazioni Tutta fiume è stata attorno al Duce, ha vissuto con Lui queste ore fortunate, ed è stata veramente significativa questa solenne to talitarietà di popolo, che ha affliti to in massa impetuosa e travolgente al richiamo del cuore, senza at't'isi, scusa segnali, senza pie parazione, con una spontaneità ed una unanimità che ad un tempo rende orgogliosi e commuove Certo, l'alto sentimento nasiona^l te dei fiumani ha un retaggio glorioso, reso splendido venti anni or sono da epiche vicende e da una' fede mai smentita nel duro passato. Ma in questo compatto ed ardente slancio fascista, di cui tutte le categorie sociali, tutti i rioni, tutte le organizzazioni, tutti i cittadini hanno dato così schietta ed intensa manifestazione, si rivela anche la poderosa efficienza del Partito, nella nostra città e provincia. La prova dei siluri Questa intima rispondenza tra cittadinanza e Partito, tra popolo e Regime si palesa in tutta la sita mirabile essenza nelle ore più belle ed intense, e permette di offrire lo spettacolo di una mobilitazione spirituale e materiale sempre pronta, sempre mirabilmente capace di agire. La macchina si rimette in moto, avviandosi verso il silurificio. Per tutto il percorso, Egli è salutato da acclamazioni caldissime. Al silurificio il Duce, ricevuto dai dirigenti, ha minuziosamente visitato i vari reparti, in ciascuno accolto dalla acclamazione degli operai, intenti al loro posto di lavoro. Raggiunto il pontile di lancio, il Duce ha'assistito al lancio di prova di tre siluri, e si è poi interessato alla -massa degli operai, che si erano frattanto adunati nel piazzale e che Lo hanno circondato di una imponente e persistente manifestazione. Dal silurificio il Duce ha raggiunto i cantieri navali del Carnaro, sostando qui lungamente per visitare gli scali, le officine dei carpentieri in ferro, il refettorio operai, la darsena e le officine meccaniche, dappertutto accolto dalla commossa devozione delle inaestranze operaie. Ma- tutta Fiume sa ormai dell'arrivo del Duce. La popolazione discende sulle strade, si incanala verso le arterie principali, si agglomera nelle piazze. Tutte le finestre si ornano di bandiere. I balconi e le terrazze delle vie centrali si .r/remiscotio di gente. E il Duce, sempre in automobile scoperta e dovunque salutato con crescente entusiasmo, raggiunge lo stabilimento raffinerie oll/i minerali, che visita indugiando particolarmente nel nuovo reparto per la distillazione e per la preparazione dei lubrificanti, e nell'edificio del Dopolavoro aziendale, dove Si intrattiene a colloquio con il comandante della divisione « Bergamo », che Gli è presentato dal Federale. Successivamente il Duce si reca alla Manifattura tabacchi percorrendone attentamente i principali settori. E quando Egli si dispone ad uscire le maestranze, tutte femminili, fanno a Liti dintorno corona folti/ Ama. L'entusiasmo è incontenibile; le voci che ijiuocano il Suo nome sono fresche, alte, commosse, interminabili. L'automobile si fa strada a fatica tra la devota 7itoltititdine e, libera finalmente, riprende la sua corsa. Sempre fendendo i clamori e gli applausi del popolo che si schiera per tutto il percorso e che infoltisce anche sui balconi infiorati e pavesati, il Duce raggiunge la cripta di Cosala, il Tempio ove sono custodite le salme dei Caduti per la causa fiumana, per la Rivoluzione, in Africa e in Spagna. Il Duce fa deporre una Sua corona e sosta per un minuto in racco-glimcnto profondo. Poi Egli sale nella chiesa votiva che sovrasta la cripta e che Egli ha voluto venisse eretta. E qui dopo avere ammirata la pregevole struttura architettonica e gli elementi decorativi, sosta innanzi all'altare, avendo a lato S. E. il Vescovo. Quando Egli esce, per tutto intorno al sacrato è una corona folta di popolo che sempre e fer-\vidamente grida il Suo nonne. A una popolana di nome Batti]*madre di dieci figli, il Duce dà\un'offerta immediata, ed èssa con gli occhi pieni di lagrime bacia le mani del Duce, mentre più intensi prorompono gli appltiusi della folla Dalla cripta di Cosala: il Duce sale alla sede della Federazione dei Fasci, salutalo dagli squadri-isii schierati, dalle gerarjuhie, dalle autorità e dai comandanti militari; e quando Si affaccia alla terrazza Gii si presenta lo spettacolo della folla imponentissima cine gremisce la piazza Dante e corpo Vittorio Emanuele III. Mirabile adunata di popolo, compitila con una rapidità ed una disciplina insieme, che solamente possono essere consentite dalla profondità della fede e dall'impeto della passione! E' tutto uno sventolio di bandiere; è una rete fitta e tripudiante di mani protese; è un clamore gigantesco e senza interruzione: « Duce! Duce! ». Parla Mussolini Ma il Duce, con wii Suo cenno, invita la folla al silenzio e subitamente tutti tacciono. Il Federale ordina il saluto al Duce, Fondatore dell'Impero, e con un rombo unanime e concorde risponde altissimo l'« A noi! » delle Camicie nere e del popolo. Poi tutti i volti si protendono neWattesa della parola del Duce. E il Duce saluta il popolo di Fiume italianissima, legionaria e fascista, ove ha ritrovato intatto lo stesso animo ardente della vigilia. Le brevi parole del Duce sono interrotte da applausi e frasi di commento, cui Egli risponde con l'aperto sorriso e con il gesto della mano. Tutti gli occhi sono fermi sul volto maschio e soddisfatto del Duce, E subito la diìiiostrazione si riaccende, altissima di applausi e di invocazioni, che richiamano il Duce alla terrazza, più e più volte, coti devota, inesauribile insistenza. Lasciata la sede della Federazione, il Duce si avvia all'idroscalo. La folla si rovescia alle rivi e ai moli. Anche i piroscafi, le gru, le tettoie, i balconi e i tetti nereggìano di folla che confonde l'impeto della Sua voce con il sibilo acuto delle sirene e con i rintocchi che le campane delle chiese della città mandano verso il mare. Il Duce raggiunge in motoscafo il Suo idrovolante, che viene rimorchiato sino all'imboccatura del porto. Con manovra perfetta l'apparecchio, che il Duce pilota, decolla, compie un ampio giro a bassa quota sul porto, salutato sempre dallo sventolìo dei fazzoletti e raggiunto dal clamore invocante; quindi prende quota e si allontana. La Vedetta d'Italia, uscita in due edizioni straordinarie, pubblica una vasta cronaca della radiosa mattinata fiumana e fra l'altro scrive: «/ truffatori dèlie demo- i dell'universo dovrebbero trovarsi] qui, in mezzo a queste travolgenti manifestazioni di popolo, per capire fra urla e spintoni che cosa vuol dire cuore e volontà di popolo, cosa vuol dire esattamente la [affermazione del Duce che tutta |l'Italia è in linea per la pace e per cromie, % calunniatori, i grotteschi famosi pigmei di tutte le sette e di tutte i parlamenti, i variStràny la guerra ». E la Vedetta, ricordando come \la visita del Duce a Fiume avviene in questo fausto anno XVII, ventennale dei Fasci e ventennale dell'impresa liberatrice di Gabriele D'Annunzio, così conclude: « Oggi Fiume è stretta nei ran [ghitdel Partito e del Regime. Essu \ha allineato tulli i suoi figli: èt]******* «fi t </ìo™jiì*sì»,'ì volontari \à"Africa e di Spagna, vi è l'ineàlaccanto ai suoi Caduti, i giovani "zante ansia di rischio combattivo e vittoria, che. nel nome e nel segno dell'Italia imperiale e musso(intana, accende ud una fiamma sola i cuori di tutti. E' in questo il sogno della grandissima meta di uent'anni or sono. Oggi tutta è irttggiunta e risplcnde tome nell'ai dore della vigilia. Ricordandocelo, ètMussolini ci ha riconosciuti e ci ha i i dato con la Sua parola il più. gran "premio». o l i è , Per espresso desiderio del Duce, i lavoratori delle aziende di Fiume hanno ricevuta Iti doppia retribuzione per la storica giornata. Profonda sensazione ha pure suscitalo nella vicina Sassaie, in Jugoslavia, la notizia della visita del Duce a Fiume. Il Primorske Novine ha dato la notizia, suscitando il più cordiale interessamento. Il Duce esamina i poderosi ordigni prodotti dal silurificio di Fiume (Teleloto) Il gen. Valle salutato al suo arrivo all'aeroporto berlinese di Staaken dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica del Reich (Telefoni)