Il Giro della Campania di Giuseppe Ambrosini

Il Giro della Campania i f (ITTI GLI ASSI a A NAPOLI Il Giro della Campania lini iiiiiiiii ululili lilililllllllllllllllprima delle tre tappe per la conquista del massimo titolo II Giro della Campania darà do- mani la stura alia disputa del massimo campionato italiano su strada che proseguirà il 16 luglio ferminerà il Ih agostoia Roma e a Varese. Attraverso, dunque, tre prove si stabilirà qual è u corridore più degno di vestire la maglia tricolore. Questa, almeno, è l'intenzione di chi ha voluto, dopo due anni di esperimento della formula a prova unica, tornare a quella in più prove. Non voglio davvero tediarvi col rifare la storia e la critica dell'incessante rivolgimento, dal dopo guerra, de! sistema di assegnare i titoli nazionali. Rissumerò soltanto la mia convinzione sulla più recente e attuale innovazione, ch'è la disputa in tre prove con classifica a tempi, tutte e tre nelle angue settimane precedenti il campionato dei inondo. L'ultima innovazione Anzitutto, la sfortuna in una delle tre prove ha quasi la stessa influenza che sulla prova unica: cioè aumenta di poco la garanzia di consacrare campione il migliore; garanzia per raggiungere la quale si dimenticano i deleteri effetti di una formula che avvicina, se non assimila, il campionato u u:ia corsa a tappe. In secondo lucgo, la classifica a tempi è un'assurdità sportiva e tecnica che potrebbe rovinare e falsare completamente la competizione. Infine, tre corse dure in così breve periodo, ch'è anche il più caldo della stagione, non mi paiono la migliore preparazione, il più consigliabile avviamento alla piena forma delle maalie azzurre per la dura prova mondiale. Detto questo ver quanto riguarda il Giro di Campania visto nel quadro del campionato italiano c con riferimento a quello del mondo, consideriamolo come corsa a sè o, menlio, come quarta delti grandi corse in linea della .stagione. Sapete che le precedenti tre (Milano-Sanremo, Giro di Toscana e Giro del Piemonte) si sono risolte in altrettante vittorie di Bartali: vittorie tutte convincenti, anche se ottenute con una certa assistenza della fortuna che, volta a volta, è stala, invece, contraria ad alcuni dei più diretti avversari del toscano. Messi questi risultati a confronto con quello del Giro d'Italia, si dovrebbe dire che, se Bartali non è più il dominatore delle corse a tappe, lo è diven'aio di quelle in linea. Sarà interessante seguire e studiare nel corso 'Ji tutta l'annata questa, dirò così, inversione di specialità del corridore nostro più vicino alla completezza di mezzi e all'apice di rendimento; per ora limitiamoci a constatarla e a farne base di considerazioni e di previsioni per il Giro di Campania. Partiamo, quindi, da un rilievo che è d'obbligo, anche se tutt'altro che originale, quando un uomo si impone sugli altri: Bartali sarà domani l'avversario aa battere Da chi e come potrà essere battuto? Vediamo, anzitutto, il percorso. I caposaldi della gara La distanza (268 km.) è media; le strade sono in gran parte asfai tate; i primi -)'> chilometri sono assolutamente piani, poi, prima c dopo Benevento, si susseguiranno le ondulazioni di Montesarchio e di S. Giomio del Sannio per attaccare al bivio Calore la salita di Pratola Serra, con un dislivello di 378 metri in poco più di sette chilometri, a percentuale crescente Al culmine saremo al 111° chilometro; poi, in altri 50, si scenderà a gradini su Salerno per costeggiare la riviera amalfitana, coi due strappi di Vietrì e Capo d'Orso, fino a Majorì. Qui si inizierà la seconda salita, quella di Torre di Chiunzi, che in 12 chilometri ciSorterà da S a 685 metri sul mare. ron rimarranno che 15 chilometri di discesa su Scafati e 52 di piano (rotti dalle ondulazioni di Somma Vesuviana) per raggiungere Napoli. E' facile rilevare che i caposaldi di questo percorso sono le salite di Pratola Serra e di Chiunzi; ma è anche logico prevedere che la prima non vedrà gli arrampicatori impegnati nel colpo di mano decisivo. Nessun nomo solo potrebbe resistere per 150 chilometri al ritorno deqlì Inseritori e sappiamo quanto è difficile l'accordo ira fuggitivi di diverse squadre. Una buona selezione, pero, dovrebbe avvenire; resta a vedere se pruno di Salerno non sarà annullata dalla prevalenza dell'accanimento deritardatari sull'impegno, che penso non sarà eccessivo, di chi avrà avuto la meglio sulla salita. Comunoue, questa avrà dato le sue prime indicazioni e saranno senzi dubbio i dominatori della Serra che riprenderanno sull'erta dChiunzi, e questa volta a fondoil duello che potrà essere decisivoTutti contro Bartali ? .Dico «potrà» perchè quei 63 chilometri che mancheranno all'arrivo fanno sorgere parecchdubbi. Chi scatenerà l'offensiva? Vien subito da rispondere: Baita li, Valetti e Vicini, gli uomini cftela salita e la distanza indicano come i meglio disposti a produrre losforzo disgregatore. Con quale risultato? Gli insegnamenti del Giro d'Italia portano a presumere un certo equilibrio fra i primi dueil che creerebbe una situazione i.m barazzante per entrambi. Giuntoa Chiunsi con Valetti, non credoche Bartali troverebbe in lui undeciso collaboratore nella fugaperchè, pur essendosi il piemontese fatto il proposito di lottareanche in volata e la convinzionedi valervi più di quanto non abbiasinora dimostrato, non credo arrivi sino alla sicurezza di poterbattere Bartali in ve'.ocità. E aitorà perchè dovrebbe contribuirealla sconfitta dei suoi colori, oltre che propria? Non preferirà lasciar sfiancare l'avversario nella speranza di un ritorno dì Bizzì (ch'io suppongo staccato, ma non è affatto sicuro che lo sarà) e duelli, o di batterlo sulla maggior freschezza? E Bartali accetterà il peso di una lunga fuga o preferirà di affrontare l'alea di una volata con avversari che lo possono battere? E Vicini farà il giuoco del- l'uno o dell'altro, chiuso, com'è, da entrambi? E se Valetti dovesse staccare Bartali, gli resisterebbe poi in discesa e ingaggerebbe con lui m ingaggerebbe con lui un duello in pianura, che sarebbe, molto probabilmente testa a testa? Queste domande sono dettate dall'incertezza — che nessuno sa prebbe ora eliminare — sulla situazione che si verrà, a creare a Torre di Chiunzi e che potrebbe portare ni più diversi epiloghi di gara, da quello di un arrivo iso lato — per me poco probabile — a quello di una volta fra mia decina di l'omini. Mi riferisco specialmente al comportamento di Bizzi e Cincin, gli avversari clic Bartali cercherà in tutti i modi di evitare di avere alla ruota sul la pista dell'Arenacela. (Bini, al suo ritorno in gara, è un'incogni ta). Il dualismo Bartali-Valetti non sarà il solo a giocare in questa prova; opererà anche quello Bartali-Bizzi e potrebbe operare persino eiuello Bizzi-Cinelli. Come non è improbabile si faccia senti re la ritrosia di Vicini a ripetere per Bartali il giuoco del Giro di Toscana e la sua preferenza a volgersi dalla parte di Valetti iiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Come vedete, gli elementi agonistici abbondano in questa gara, sia per la vittoria di giornata in sè, sia per un risultato che conta per la maglia tricolore, sia, infine, per un'affermazione che sarà la prima delle tre sulle quali Binda baserà il suo giudizio per la formazione della squadra del campionato del mondo. Le previ sioni non potrebbero essere che «favore dei soliti tre o quattro il cui nome è sulla bocca di tutti, perc'iè la prova non ammette sorprese e la sua severità, accresciuta dalla stagione, provocherà una graduatoria pressoché precisa dei valori. Anche se Bartali di questi favori merita la percentuale maggiore, gli avversari potrebbero imporre il peso della loro coalizione. Questa è l'incertezza e la bellezza della gara. Il cui sicuro successo premierà l'opera instancabile degli appassionati camerati del « Roma » che sanno tenere in vita le gloriose tradizioni di una prova creata come fiaccola di propaganda ciclistica e coinè tale vivente e operante da ben 28 anni. Giuseppe Ambrosini