Frusta sovietica e pedate nipponiche di Leo Rea

Frusta sovietica e pedate nipponiche Frusta sovietica e pedate nipponiche Dichiarazioni sempre più remissive di Chamberlain Londra, 22 giugno. Stazionarie le trattative di Mosca, stazionarie quelle di Tokio e di Tien Tsin; ma è appunto questa stazionarietà quella che nella giornata odierna, mentre il popolo si distraeva acclamando trionfalmente i Sovrani di ritorno, ha preoccupato i circoli politici di Londra. La nota dell'Agenzia Tuss — la quale dichiara insoddisfacenti le nuove proposte franco-inglesi — giunta qualche ora dopo i troppo ottimistici discorsi di Halifax e Bonnet, probabilmente in risposta agli stessi, non può essere precisamente paragonata a una doccia fredda: perchè l'effetto terapeutico della doccia fredda è notoriamente quello di calmare i nervi e la nota dell'Agenzia ufficiale sovietica ha invece aumentato la nervosità inglese; tanto che i giornali londinesi si sono dati a sviluppare la parte, diremo cosi, precauzionale delle parole del Ministro degli Esteri, quella parte dove si dice che se i negoziati andranno male non sarà per colpa del Go iiiiiMiiliiiiililMiiMiiitiiiiiitttiiiitiMtiiiiiMiiiiriiiiiiii e o verno britannico, il quale ha fatto quello che ha potuto. Difficoltà insormontabili Sfuggire alla responsabilità è una gran regola del vivere democratico, soprattutto quando le elezioni sono in vista: e qualche giornale di stamattina, come l'Express, prende la palla al balzo e crede di identificare la responsabilità, come al solito, nelle Potenze dell'Asse: « C'est la faule à Voltaire*, si dice, e le missioni commerciali tedesche vengono definite come bastoni fra le ruote dei ladri di Pisa dell'accerchiamento. Molti giornali, d'altra parte, fanno finta di ignorare il sarcastico comunicato dell'agenzia ufficiosa sovietica, e lo Stur, per esempio, parla stasela di « punti di minor importanza » circa 1 quali continuerebbero esistete delle divergenze, prevedendo una dichiarazione esauriente di Chamberlain definitiva e positiva per la settimana ventura. Secondo il giornale liberale le difficoltà consisterebbero nella compilazione di una lista di Nazioni, di sapore taylorista. Si tratterebbe cioè di regolare scientificamente la distribuzione del lavoro di accerchiamento. Certi Stati dovrebbero essere garantiti direttamente; certi altri indirettamente, previo il loro consenso; un terzo gruppo potrebbe venire incluso drasticamente nei trattati delle nazioni maggiori contro la loro volontà o addirittura a loro insaputa. Questo stato di cose, insomma, per chi ragiona semplicemente a filo di buon senso — doveva essere prevedibile, perchè, in sostanza, dipende dalla enorme eterogeneità della mentalità inglese e russa e più ancora dal tradizionale e violento contrasto fra gli interessi non soltanto biitannici e russi, ma anche fra quelli capitalisti e bolscevichi. Esso dimostra che qualora il fronte si costituisca effettivamente, certo somiglierà, a un mantello di Arlecchino: molti in questo paese si, domandano se, con questi auspici, anche firmato, un patto possa poi resistere all'eventuale collaudo. Per rappresentare le loro preoccupazioni nulla è più acconcio di un proverbio popolare italiano: croci prima del matrimonio, croci dopo. Battaglia di agenzie Abbiamo detto delle informazioni che lo « Star » propina ai suoi lettori. Le nostre informazioni differiscono da quelle. Sappiamo, per esempio, che nei circoli diplomatici londinesi si prevede stasera che le trattative dureranno ancora molto a lungo e che gli impedimenti all'accordo non siano dati da questioni di forma, ma che esistano delle cause profonde e sostanziali anche se per ora queste cause sono e restano avvolte nel segreto. Ma se esse sono segrete, non è un segreto quello della loro esistenza: c'è quel « parecchie altre difficoltà » di cui ha parlato Chamberlain ai Comuni poche decine di ore or sono. Di più, stasera un'agenzia di informazioni riceve dal suo corrispondente da Mosca notizia che durante il colloquio di oggi Molotof, a nome di Stalin, ha dichiarato bellamente a Strang e ai suoi due ambasciatori che la Russia metterà la propria firma sotto un pezzo di carta soltanto quando e se su di esso saranno elencati, nome per nome, quali paesi da garantire, Lettonia, Estonia e Finlandia: altro che formule alla Taylor! Intanto mentre le diplomazie russa e inglese lavorano, si è evidentemente aperta fra i iIup paesi una specie di guerra fra le agenzie ufficiose. La pedata che la « Tass » ha lasciato andare stamane all'alba ha avuto una risposta da parte dell'agenzia ufficiosa britannica, la quale stasera dice che « Londra non ha conferma dal proprio ambasciatore a Mosca che i Sovieti abbiano respinto le ultime proposte britanniche ». (La forma di questa messa a punto fa ripensare ai bollettini comunicati dall'ammiragliato in occasione del disastro del Thetis). Più oltre la stessa agenzia britannica dice che le ultime proposte inglesi andavano molto in là per soddisfare Mosca e che di conseguenza la nota della Tass — nella tinaie si diceva che tali proposte non arrecavano nessun contributo alla soluzione dei punti in divergenza — costituisce una inesatta rappresentazione dei fatti. La spina giapponese Quanto a Tien Tsin. mentre le cattive notizie seguitano a essere quello che sono, Chamberlain ha fatto la ormai quotidiana dichiarazione in proposito alla Camera dei Comuni: le restrizioni sono invariate e cosi le perquisizioni. Nella Cina meridionale, a Sua-tou sono stati presi provvedimenti per sgombrare le donne ed : bambini inglesi. Sono state inviale a Sua-tou navi mercantili per effettuare il trasporto. Le autorità giapponesi hanno promesso di facilitareGtrcsdmsectiAz lo sgombro e di rispettare le prò-Idprietà straniere. Il Primo ministro!ha aggiunto, che la situazione ai permesso l'ingresso nel porto delle !Kulangsu dal punto di vista dei rifornimenti dei viveri si è fatta più difficile quantunque venga navi di terze potenze. Più tardi, rispondendo ad una I IniTrogazione del laburista Greenvoo'., che ha invitato il governo ad intraprendere una azione più energica, Chamberlain ha risposto che pc : quanto riguarda Tien Tsin, dove .a situazione è più grave, il governo spera ancora che la questione possa essere sistemata localmente con trattative. Se queste trattative dovessero fallire — egli ha aggiunto — allora prenderemo in esame ulteriori passi da intraprendere. Il conservatore Milne ha richiamato l'attenzione del Primo Ministro su'quanto è stato detto in Giappone, e cioè che l'ambasciatore inglese avesse invocato misericordia. Chamberlain ha risposto che la voce in questione deve essere considerata assurda. <•< Nulla del genere — egli ha detto — è mai avvenuto ». Il laburista Bacher ha chiesto se l'azione giapponese non deve essere considerata come un attacco contro i diritti di tutte le potenze in Cina e se riveli da parte iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii dei Giappone un disegno di predominio assoluto in Estremo O riente, Chamberlain ha risposto affermando che se l'affare si profilasse come un nuovo tentativo di «dominazione mondiale> in Estremo Oriente sarebbe una cosa as- sai seria; ma egli spera che non sia il caso di prevedere tanto. Con questa frase, che estende alla Cina un modo di dire reso di moda dal governo di Londra per l'Europa, si è chiusa la puntata parlamentare odierna sull'Estremo Oriente. D'altra parte Halifax ha telegrafato al console generale britannico a Tien Tsin esprimendo la simpatia del governo per i connazionali sottoposti a difficoltà e a oltraggi e promettendo tutti gli sforzi necessari per la protezione dei loro interessi. Leo Rea