I MASTODONTI DEI GIOVI

I MASTODONTI DEI GIOVI Nel cenieict&irftc delle fetffcvie I MASTODONTI DEI GIOVI Come furono costruite nelle officine di Torino le prime locomotive da montagna ed al progresso delle ferrovie. Le difficoltà della montagna Nei venti anni che seguirono la creazione delle prime ferrovie inglesi, le costruzioni procedettero molto a rilento. La locomotiva ispirava molte diffidenze e non se ne valutavano tutti i possibili van- j ^amente contribuito allo sviluppo Come abbiamo già detto in unrecente articolo, si celebra que-sfanno il centenario delle ferrovieitaliane, di cui il primo tronco,tra Napoli e Portici, fu aperta al' l'esercizio il 3 ottobre del 1839. Nel cento anni trascorsi la sto' ria delle ferrovie si identifica con le vicende del progresso materiale e morale dei popoli, ed è un continuo succedersi di perfezionamenti nella tecnica delle costruzioni e nell'industria del materiale rotabile. La celebrazione illustrerà 1 progressi raggiunti e ricorderà ai non pochi immemori, che anche in questo campo, sci operai italiani hanno compiuto opere memorabili, che hanno lar- enziati, tecnica ed taggl; d'altra parte poderosi problemi tecnici attendevano ancora una pratica soluzione. Secondo i precetti del costruttori inglesi, la locomotiva doveva , „accidentalità dei terreni attraver-sati, con opere costose e talvolta addirittura di impossibile attua- fc^rfe ™ neggianti ( cioè con pendenze non superiori al cinque per mille) e ciò rendeva necessario di livellare le z'one. Le prime strade ferrate sorsero perciò quasi esclusivamente in re- gioni di pianura, e quando ecce- atonalmente occorreva superare dislivelli, si ricorreva a dei Piani inclinati » ^ ' treni venivano tirati da funi, azionate da macchine fisse. Spetta al Piemonte II merito di — * scalarmente favorito dalia avere affrontato risolutamente i plù dIfficlU P'»Weml; e fu in que- sto singolarmente favorito dalla capacità di tecnici e scienziati in-signl, e sostenuto dalla mente il- luminata di Camillo Cavour che, nei suoi profetici scritti incorag-giava e propugnava l'introduzione delle strade ferrate negli Stati ita- lianl « come m-esaeio di un mi- "uore a^nir^» * ^e Patenti del 13 feb- braio 1845 Carlo Alberto creaval'amministrazione delle ferrovie dello Stato ed a spese dell'Erarioordinava « la costruzione della U-nea da Torino a Genova, con di-ramazione da Alessandria verso la Lomellina e quindi al Lago Mag-giore per Novara da una parte,ed al confine lombardo dall'altra ». II 24 settembre 1848 fu inaugu-rato l'esercizio sul primo trattoda Torino a Moncalieri, enei cin-que anni successivi tutto le linee erano compiute. La ferrovia Torino-Genova, co-strutta sotto la direzione dell'in- igegnere Luigi Ranco, è nota per1 l'arditezza del suo tracciato. Ne1 tratto che da Serravalle, seguen! do il corso del torrente Scrivia, s j di, traversato il massiccio dei Gio addentra fra aspre giogaie di motiti fino a raggiungere Busalla a 361metri sul livello del mare, qulnvi, discende a Pontedecimo nellavalle del Polcevera, è tutta unaimponente successione di pontiviadotti, gallerie, muraglioni di sostegno, scogliere di difesa. Il parere di Roberto StephensonLa galleria dei Giovi, lunga f258 ^etr scavata nelle roccie1 franose dell'Appennino, fu alloraun prodigio di esecuzione, che molti giudicavano impossibile. Tutta la linea, costruita a doppio binario e senza passaggi a livellodopo quasi un secolo di vita risponde ancora oggi alle esigenzedel grandi traffici. Il problema dell'esercizio traPontedecimo e Busalla, ove latraversata dei Giovi forma unpiano inclinato di 10 chilometrdi lunghezza, con acclività che toc cano il 35 per mille, presentava | sodifficoltà che, al tempo della co-icstruzione, parvero insuperabili. | Secondo i precetti della tecnica ■ lainglese, si pensava di ricorrereJ galla trazione con motori fissi e : nmeccanismi funicolari; e precisa-irimente a questo scopo, a circa me- [ p tà del piano inclinato si era Inter- su posto un breve tratto orizzontale1 sv (ove ancora oggi esiste la picco-J la stazione detta appunto « Piano jroorizzontale dei Giovi » ) nell'inten-1 vdimento di impiantarvi i motori | a fissi idraulici, che con mezzi funi-1 ca colar! avrebbero dovuto provvede- j1 re al traino dei treni da Pontede- aI cimo a Busalla. j es. L'applicazione di un sistema fu- 'u nicolare sopra un piano inclina- , to di cosi grande lunghezza non , appariva però soddisfacente e gli v Zj0ne.' I ingegneri 'della direzione "di "to-" ri! rinominavano una diversa solu- ' f; zi0ne. de1 Fu Roberto stephen.; ro1 son, figlio e continuatore del mag- n i giore artefice della locomotiva; ma 1 i.lns|gne tecnico inglese, venuto a f?iTorino n 15 ottob*e lg50 „ vial.:use Z il " h chiàrò anertamen ! * „ ', apertamen- g |te dl m as£Teì'e la F feSS^uùfranìpa da Giovi im'03 ^P Glovl'! s, u . - |,e delia locomotiva diminuisce dir, sLa possibilità, di impiegare la lo- t comotiva sembrava doversi scar-dtare. Sulle forti salite l'effetto uti- 1 m0rto7essendo il "lavoro "in" gran ^ parte assorbito per sollevare il; ,motore stesso all'altezza de! disll-l 'vello della strada; e non si ave-ic ; vano allora macchine di grande po-1 luitenza, nè si ammetteva la doppia!Sci-azione, specialmente per la diffi-■■ c<colta di ottenere un'azione coor-'n ' dinata delle due macchine. Ilr L'Austria, che stava costruendo !cila linea da Vienna a Bruck, ave-.SIva indetto una gara tra i più abiliI ,costruttori, per una locomotiva atta a superare la salita del Semmering, ove la pendenza (mol to inferiore a quella dei Giovi) non eccede il 25 per mille; ma gli espe rimenti fatti avevano dato risul tati poco soddisfacenti. geniale invenzione L'ingegnere belga Enrico Maus, che aveva fama di grande abilità nelle costruzioni ferroviarie, consigliava di attenersi al sistema funicolare. La direzione di Torino non si I diede per vinta, ed ispirandosi ed albuhi tentativi compiuti negli Sta. ti Uniti studiò e mise in servi|zio delle nuove macchine che, do po un primo esperimento fatto a Newcastle, furono costruite e perfezionate nelle officine ferroviarie di Torino. Erano costituite di due locomotive gemelle (che furono dapprima a due assi ed in seguito a tre asSi accoppiati) congiunte j tra loro dorso a dorso, con la cassa d'acqua disposta a guisa di basto sulla caldaia; avevano una piat taf orma comune, articolata nel 1 mezzo, ed erano governate da un olo macchinista e da due fuo chisti. Il geniale congegno realizzava a possibilità di ottenere un maggiore sforzo di trazione, manteneva l'unità di condotta, ed in pa i tempo risultava bastantemente pieghevole per poter transitare u curve strette senza pericolo di viamenti. Con queste macchine, che fuono dette i « mastodonti dei Gio- vi » il problema che aveva tanto appassionato il mondo, fu prati amente risolto, n 18 dicembre 853, tra immense manifestazioni ai giubilo del popolo festante, potè ssere inaugurato l'esercizio su utto 11 Percorso da Torino fino a nova' Inventori e costruttori delle nuo- ve I"acchine furono gli ingegne :°! ir.2v?no.*o i-.w^vro civ.o.=e- i Sebastiano Grandis, Germano fommelHer e Dionigi Ruva che del loro ingegnoso ritrovato chiese roedm^n^pt^^^ nì^ fU,a„ orlato, C.f" brevetto marzo 1854> cne tuttora si con ?™ uno- erva nell'Archivio di Stato di To DaU abllità e dalla tenacla di in gegneri ltaiiani furono cosi creati F primi esempi di locomotive da m°nta^na' che per moltl aMl pre" starono servizio sulle rinide sali ■ re costmte le locomotive a lungastarono servizio sulle ripide sali flnchè col ogresao delrin. dustria meccanica, poterono esse r ^JLa in uso" aSSÌ aCC°PpÌa ' ™uora m uso' ,n memorabile avvenimento recò un grande contributo allo sviuPP° d,fle feJrovle, su terreni acSdentati, e fu solennemente ricor,dato ,a la .Camera. Subalpina nella ^eduta d!1,2' ^ugno 18o7, r} u° dlsccrso d<?: co"te, di Cavourche 6 an,(;.ora °e^. t't°1°. dl org0'S110 per 1 ingegneria italiana, Edilio Ehrenfreund MIMlMIIItilllllMIIMlIlMIMIIIIltlllllllllItlllllllllllIllI La prima locomotiva in servizio sulla linea dei Giovi. (Dal disegno che è nell'Archivio di Stalo di Torino). La macchina perfezionata nello officine ferroviarie di Torino.

Persone citate: Bruck, Camillo Cavour, Carlo Alberto, Dionigi Ruva, Edilio Ehrenfreund, Enrico Maus, Germano Fommelher, Luigi Ranco, Sebastiano Grandis