A Palma di Majorca con la 1° Squadra navale di Mario Bassi

A Palma di Majorca con la 1° Squadra navale A Palma di Majorca con la 1° Squadra navale Atmosfera eroica a bordo - La consegna di onorificenze a due valorosi - Una notte di brillanti esercitazioni (DAL NOSTRO INVIATO) Dalla R. Nave Cavour, 21 giugno, ore 15,20. Ieri sera, mentre navigavamo dalla Sardegna verso le Baleari, prima della cerimonia dell'ammaina bandiera, l'equipaggio di questa corazzata Conte di Cavour si è riunito sulla tolda a poppa e l'ammiraglio di squadra Conte Riccardi ha consegnato le onorificenze a due valorosi. Il premio sul mare Davanti agli equipaggi, schierati su quattro file da ciascun lato della poppa, fra le torri corazzate dei cannoni da 320 e la grande bandiera della Patria sventolante al vento del nostro mare di Roma, l'ammiraglio, circondalo dallo Stato Maggiore, ha rievocato con calde e suggestive parole le azioni per cui venivano conferite le ricompense al valore al tenente di vascello Alvise Mario e al sergente nocchiero Vincenzo Bottoni e ha opportunamente sottolineato come la cerimonia acquistasse tanta maggiore significazione poiché, svolgcvasi sul mare, su nave armata in navigazione durante il perforo di esercitazioni intese a mantenere e accrescere l'addestramento tecnico e la preparazione spirituale dei marinai d'Italia. Ha concluso che pel marinaio il punto di partenza è uno, sempre la nave, ma le mète sono molteplici, in pace e in guerra, tutte quelle che il Re Imperatore comandi e verso cui il Duce guidi i destini dell'Italia imperiate. Pronti alle opere della pace, i marinai italiani sono altrettanto entusiasticamente pronti alla prova suprema della guerra, incoronare di nuove vittorie la nostra bandiera. L'ammiraglio ha, quindi, consegnato i brevetti e le insegne ai due decorati mentre squillavano le trombe e il picchetto armato presentava le armi. Le motivazioni delle onorificenze illustrano sinteticamente le azioni per cui sono state conferite. La croce di guerra al valore militare al tenente di vascello Mario Alvise per lo sbarco di Vaiona: « Sceso fra i primi sul molo, sotto fuoco nemico, prodigavasi alla organizzazione della testa di sbarco e avanzava alla testa dei primi reparti, mantenendo personalmente i collegamenti fra le linee avanzate e le successive forze da sbarco. Valona, 7 aprile 1939XVII ». La medaglia di bronzo al valore di Marina al sergente nocchiero Bottoni: «In occasione dell'affondamento di una motobarca, portavasi col motoscafo da lui comandato in soccorso dei naufraghi salvandone quattro dando prova di abilità marinaresca e di serena e pronta decisione, malgrado il pericolo costituito dalle condizioni avverse del mare e dall'immediata vicinanza di una scogliera. Taranto, 23 gennaio 19S9-XVII». A fari spenti Nel corso della notte, proseguendo la navigazione, la squadra ha eseguito esercitazioni diverse e ricerca notturna e di attacco alle grandi navi per parte delle siluranti. Durante le esercitazioni navigavamo a luci oscurale co me In guerra. Stamane, poco do po il sorgere del giorno, eravamo in vista di Minorca. Questo placido mare che si riposa al sole caldo dell'estate mediterranea e la vista laggiù di Majorca mi fanno venire in mente, per connessione di idee, l'epifonema marinaresco del vecchio Nelson, il quale usava dire che i quattro migliori porti del Mediterraneo sono il giugno, il luglio, l'agosto e Porto Mahon. La baia di Mahon, appunto nella isola di Minorca, base strategica navale, forse la più preziosa del l'intero Mediterraneo — il vecchio Nelson se ne intendeva di queste cose — e verso cui si sono già appuntite replicatamente e con più cupidigia le mire della Francia e dell'Inghilterra. Fortunatamente, per l'equilibrio e la libertà del Mediterraneo, oggi la nuova Spagna franchista sa e saprà ben difendere il suo legittimo possesso. Più tardi avvistavamo, poi sorpassevamo, l'isolotto di Cabrerà che ci lasciavamo sulla nostra dritta e addietro e dirigevamo sull'isola Majorca verso la baia di Palma. Il primo gruppo della squadra, composto degli incrociatori Duca degli Abruzzi e Garibaldi, al comando del'ammiraglio di Divisione Di Giamberardino, con la squadriglia di caccia torpediniere del tipo «saetta» attende davanti alla baia la nave ammiraglio della squadra, questa nostra Conte di Cavour, per cederle il passo. Si amplia ora davanti a noi la baia, circondata in giro da colli rupestri e boscosi e con la cittadina di Palma che si estende lungo la inarcuata marina. Emergono sulla disordinata adunazione degli edifici e delle case i fastigi della cattedrale, le cuspidi delle chiese e le torri di campanili. Verso oriente si protende la punta di San Carlo, su cui spiccano i bastioni di un fortilizio. Più all'interno si leva dominante il colle del Belvedere sormontato da un turrito castello anche questo iti aspetto di fortezza. I colli intorno sono sparsi fra il verde di palazzine e ville. Entriamo nella baia superando gli sbarramenti minati, che non sono ancora stati rimossi dopo la guerra civile di Spagna. All'atto in cui stiamo per gettare le ancore la nostra nave spara salve di saluto. Cannonate riecheggiano lungamente per l'anfiteatro della baia. La batteria del fortino di S. Carlo risponde al saluto. Accoglienze festose Vediamo sventolare sulla riva agli edifici e alle case la bandiera nazionale di Spagna. Aeoroplani dell'aviazione spagnuola sorvola¬ ndasptlvdttp«crdgmttlrqcl no sii di noi lanciando saluti radio e sfiorando quasi con le ali, in ardite evoluzioni, l'albero della nostra nave e l'intera baia viene popolandosi straordinariamente fittamente delle numerose unità della nostra squadra. Sono entrati e vanno ad attraccare alle banchine del porto i cacciatorpedinicri del tipo Saetta. Sono entrati al seguito della nostra Cavour i cacciatorpediniere del tipo detto degli « scrittori », poi entrano gli incrociatori Duca degli Abbruzzi e Garibaldi. E finalmente avanzano a dare fondo, anche essi nella baia, gli incrociatori del tipo Zara comandati dall'Ammiraglio Sportiello, e i cacciatorpediniere del tipo detto dei venti. Sono in totale diciotto unità dà guerra, che si raccolgono imponenti in questo calmo specchio d'acqua. E le acque ancora si popolano di imbarcazioni. Trascorrono dalla riva alle navi e da nave e nave motobarche e battelli. Bai-che da diporto vengono sotto le prode delle navi guerriere. Sventolano sulle acque alternativamente il tricolore d'I¬ talia e la bandiera- rossa-giallo della Spagna nazionale. Poco dopo che siamo ancorati, sale a bordo, a rendere omaggio all'Ammiraglio, il nostro Console cav. Ramondino, accompagnato dal capitano di corvetta Mnzzi, comandante della torpediniera Procione della nostra Marina qui distaccata. Poi, accolto dagli onori militari e dalle salve di cannoni, viene a rendere visita all'ammiraglio Riccardi il Governatore militare delle Baleari, generale dì divisione Canovas, poi il colonnello Galan, comandante dell'aviazione delle Baleari. Vediamo Bulle banchine del porto e lungo la riva assieparsi la folla pian dente. La popolazione di Palma non dimentica il sangue che gli italiani hanno sparso insieme con gli spagnuoli nella liberazione del l'isola dalla tirannia rossa e non dimenticano l'eroismo dei nostri aviatori del gruppo dei Falchi, che qui, durante due anni e mezzo di guerra, spiccavano il volo per le leggendarie imprese. Mario Bassi