L'UMILIAZIONE BRITANNICA a Mosca e a Tien-Tsin di Leo Rea

L'UMILIAZIONE BRITANNICA a Mosca e a Tien-Tsin L'UMILIAZIONE BRITANNICA a Mosca e a Tien-Tsin Strang sottoposto al supplizio degli inutili colloqui - Fucilate Concessione inglese: due cinesi che tentavano di forzare il dalle sentinelle nipponiche - Le richieste di Tokio pel ritorno sui confini della blocco freddati della normalità Londra, 16 giugno. La crisi anglo-nipponica per Tien Tsin ha spostato l'opinione pubblica britannica verso l'Estremo Oriente; ed è una fortuna per la diplomazia e il governo di Londra: grazie al blocco delle Concessioni, l'Inghilterra può fìngere di sentirsi ancora una potenza mondiale dopo tanto stamburare, dalla garanzia della Polonia in poi, che era diventata una potenza europea con tutti gli impegni annessi e connessi. Si cercano diversioni E' stata insomma un'utile deviazione alla quale per altro i giornali inglesi, forse per paura di ingerenza nel dipartimento della propaganda, volendo dimostrare che sanno fare da sè, ne aggiungono delle altre. Per esempio lo Standard questa sera ha spaventato tutti con l'annuncio a caratteri grossi e a impaginazione sensazionale, che il generale Franco stia meditando una improvvisa marcia su Lisbona. Il Portogallo, come è noto, in grazia allo Cherry, al Porto, all'Emporio atlantico di Lisbona, nonché alla base delle Azzorre, e malgrado l'appoggio dato per lungo tempo dall'Inghilterra ai rossi di Spagna, è la pupilla degli occhi della Whitehall. Insomma qui Londra cerca delle diversioni: l'affare delle conversazioni anglo-sovietiche sta diventando stazionario e stantio dopo tre mesi che se ne parla e che non se ne parla: cioè dopo tre mesi che opposizioni e stampa interrogano, spronano o protestano e il governo dichiara, non dichiara, e tace. Ma il governo sovietico non la pensa come il governo di Londra: varii articoli della Pravda prima, il discorso di Molotof poi, gettarono paurosi bastoni fra le ruote della diplomazia inglese e francese provocando anzi gravi proteste contro questo sistema di contare i fatti in pubblico mentre le Cancellerie credevano di lavorare in segreto. Ma oggi è capitata la più grossa di tutte: naturalmente la stampa inglese ne tace e domattina cercherà di nascondere il fatto fra le righe di magniloquenti commentari. Ieri il signor Strang, accompagnato dall'ambasciatore britannico Seed e da quello francese Maggiar, ha avuto un lungo colloquio con Molotof. I tre diplomatici sono usciti abbottonatissimi e i corrispondenti non hanno potuto saper nulla. Una notizia di agenzia si limitava a cercare indizi desumendoli dalla fisionomìa del competente funzionario del Foreign Office e diceva così: «Il volto del signor Strang appariva allegro ». Si aggiunga che la stampa sovietica aveva pubblicato dell'arrivo a Mosca di Strang appena due righe, senza evidenza e senza parlare degli scopi del viaggio. Come è noto, queste conversazioni franco - anglo - sovietiche, su cui tanto si discute da tre mesi in tutto il mondo, erano coperte dal tabù per le colonne dei giornali sovietici che si erano limitati a riportare il discorso di Molotof o intervenire unicamente per rompere le uova nel paniere alla discrezione occidentale. Così che è da ritenere che i 150 milioni di abitanti del paradiso bolscevico non sapessero affatto che ci sono in corso delle conversazioni: ma hanno sentito dire dai loro oligarchi unicamente che l'Unione è oggetto di una corte spietata da parte delle grandi potenze occidentali; in che modo esattamente non si sa. Indecenti panzane Strani tipi davvero questi Sovieti: circa la faccenda delle conversazioni hanno adottato lo stile di dire troppo poco al proprio popolo e troppo all'opinione pubblica mondiale. Come dicevamo, tuttavia la più grossa di tutte è avvenuta questa mattina: le Isvestia sono uscite con un breve trafiletto circa l'udienza accordata ieri dal compagno Molotof. Con la stessa disinvoltura con cui si scrive una battuta del frasario diplomatico abituale, le Isvestia dicevano olimpicamente: «Il colloquio fra il compagno Molotof, l'ambasciatore d'Inghilterra, 1' ambasciatore di Francia e l'inviato del Foreign Office non è stato del tutto soddisfacente ». Se dicessimo che l'opinione inglese è rimasta scossa e turbata diremmo il falso. Oggi c'è Tien Tsin, c'è l'imminenza della marcia del generale Franco su Lisbona! Dietro questi comodi paraventi, degni della felice memoria di Lord Northcliff, grande impresario della propaganda durante la guerra mondiale e buon auspicio del futuro Dipartùriento della pubblicità, l'opinione pubblica inglese ha incassato la solennissima pedata delle Isvetia, consolandosi con la idea che, malgrado essa, i tre diplomatici sono ritornati anche stasera a far visita al compagno Molotof, rimanendo a colloquio con lui per un'ora e un quarto. Naturalmente quattro cinesi non basterebbero a fare da paravento a tutto questo po' po' di roba, Ecco dunque che Londra, come abbiamo segnalato ieri, a seguito delie dichiarazioni di Chamberlain, si è gettata clamorosamente e ufficialmente a proclamare che Tokio considera l'affare dei quattro delinquenti comuni un vero cavallo di Troia, che le concessioni europee e americane sono state tutte minacciate, che torna l'ombra di una nuova guerra dei boxers come nel 1900, questa volta organizzata dallo Stato Maggiore nipponico. Rappresaglie economiche ? Stasera c'è una dichiarazione che i giornali definiscono « autorevole ». La dichiarazione conclude dicendo che « se sfortunatamente le nuove richieste prospettate a fonti giapponesi nella Cina del Nord — questo comunicato di sapore ufficioso si riferisce evidentemente a dichiarazioni attribuite al Console nipponico a Sciangai — dovessero persistere, in tal caso bisogna dichiarare immediatamente che sorgerebbe una situazione enormemente seria e che il Governo britannico dovrebbe considerare quali passi immediati e decìsi dovrà compiere per proteggere gli interessi britannici in Cina ». Il comunicato, che deve essere uno dei primi esperimenti della propaganda ufficiale, rifa la storia secondo l'edizione britannica dei fatti che hanno condotto alla presente situazione. Fra le minacce fatte dalla stampa ricorre nuovamente quella di sanzioni economiche che il Governo britannico intenderebbe applicare: si dice che funzionari del Ministero del Commercio stiano ora esaminando la possibilità di escludere il Giappone dalla clausola della Nazione più favorita. Per quanto non sia stato annunziato finora alcun Consiglio di Gabinetto o alcun Consiglio della Commissione ministeriale degli Esteri, si apprende stasera che i Ministri si manterranno continuamente in-contatto durante le vacanze di fine settimana con la Whitehall, pronti a rispondere a una chiamata nel caso che il Primo Ministro decida di convocare il Consìglio. Leo Rea

Persone citate: Chamberlain, Cherry