La Bulgaria in attesa di Italo Zingarelli

La Bulgaria in attesa La Bulgaria in attesa sono i punti de! Trattato di Neuilly che Sofia vorrebbe rivedere ■ La Dobrugia e la Tracia ■ I rapporti con la Turchia L'atteggiamento romeno prima e dopo la garanzia inglese BUDAPEST, giugno. La Bulgaria aspetta dal 27 novembre 1919, giorno in cui le toccò firmare a Neuilly un Trattato di pace al quale s'è attenuta scrupolosamente: ma pur senza far nulla che potesse costituire o apparire violazione del trattato, ha voluto assumere impegni o compiere gesti atti a conferire nuova forza ai legami. L'attitudine è chiara: se all'indomani della scon- pnmnmdsuqGmrfitta militare il Paese ha dovuto'1Nczeirictdatnmrsmnigtadnmpiegare la testa e sottoscrivere patti oltremodo onerosi, questo non significa che esso intenda rinunziare in eterno a'ie possibilità di revisione. Troppo piccolo e troppo debole per impaurire qualcuno con la sua forza, naturalmente non pensa che ad una revisione pacifica. Però ci pensa sempre. I grandi avvenimenti europei del 1938 e del 1939 hanno comunque avuto anche in Bulgaria la loro ripercussione nel senso che, mentre il Governo manteneva l'attitudine descritta, stampa, opinione pubblica e uomini politici uscivano dal riserbo e Incominciavano a mettere i punti su certi i: '.a dottrina del revisionismo bulgaro risulta ora elaborata nei dettagli e conosciamo infine con esattezza a che cosa si sia rinunziato per sempre e a che cosa per il momento si aspiri. La stampa tie ne vivo l'interesse per questo che | Vè il maggior problema nazionale, facendo largo posto al notiziario straniero riguardante il revisionismo in genere e la Bulgaria in ispecie, ma ad alimentare la passione popolare hanno pure provveduto i noti incidenti in Dobrugia, nelle vicinanze della frontiera, dove in circostanze veramente tragiche più di venti bulgari sono stati uccisi da gendarmi romeni. La Dobrugia e il suo grano 4lzpaildddccBlLa Bulgaria di Neuilly si trovò I gsubito in conflitto con la Jugosla-1 svla a motivo della questione ma- ' cedone, con la Grecia a motivo dello sbocco sull'Egeo e con la Romania a motivo della Dobrugia. Con la Turchia, altro Stato confinante, conflitti diretti non se ne zgBdelinearono, però nell'aspirazione j bulgara ad un libero sbocco sul-1 à e e o I 1 e , e i - , - i à i ri 1 al S ri e e l'Egeo mediante la riconquista del la Tracia Ankara vide un perico 10 per i suol interessi: la Tracia è in immediato contatto col territorio conservato in Europa dalla Turchia per avere, all'occorrenza, 11 dirttto di proclamarsi Potenza europea, e ancor più per meglio assicurare la difesa del Dardanelli. La diffidenza di Ankara non impedì, tuttavia, al 18 di ottobre del 1925, la realizzazione di un Trattato di amicizia turco-bulgaro, completato nel marzo del 1929 con un accordo arbitrale e di neutralità. Regolati 1 rapporti con la Jugoslavia col Trattato di eterna amicizia del 24 gennaio 1937, il quale rappresenta una sistemazione definitiva, restano dunque da risolvere le questioni con la Romania e con la Grecia. Verso la fine dello scorso maggio 11 Presidente del Sobranle, Musclanoff, accordando ad un giornale francese un'intervista, ha per la prima volta precisato il pensiero del Governo (è|infatti logico supporre che il si- gnor Muscianoff non si 3ia espres- [so senza aver preso contatto coni dirigenti della politica estera del suo Paese): Musclanoff ha dettoche i bulgari, alieni da guerre, a- spettano tranquilli che sia resaloro giustizia, disposti a dar prò- va di grande moderazione col ri-nunziare ad una buona parte delle lon) legittime pretese: «Noi nonreclamiamo più la Macedonia, haaggiunto, e slamo del parere che per la questione della Tracia, a-desso non attuale, si troverà pai tardi una soluzione in via pacifl- ca. Noi non possiamo però rinun-ziare alle aspirazioni riguardantila Dobrugia. L'unico nostro desi-derio è che ci siano restituite lezone assegnateci a Berlino nel 1878. Il popolo bulgaro sente per istinto che dal punto di vista degl'interessi vitali del Paese la riannessione della parte meridionale della Dobrugia è di enonne importanza. La produzione di que- s,ta provincia rappresenta il 16 percento della nostra produzione gra-nana, mentre per la produzione granaria della Rumenia rappre senta l'I per cento appena ». Le ragioni etniche chcoIl signor Muscianoff ha poi sottolineato il parallelismo esistente ISfra la politica estera e le esigenze udella situazione economica bulga-|ura, facendo rilevare che la Germa- dAh Zi , comPrat"c(e Riaprodotti bulgari, mentre tutti gl.|daltri Paesi hanno respinto le of- „spinto ferte di Sofia: * Oltre alla Germania, solo l'Italia ci ha schiuso un mercato. Però Parigi e Londra ci e hanno trascinato nella politica' reQ! Iràgsanzionista e da a Mora ci è preclu- ■ cso anche il mercato Italiano ». Un Latro interessante brano dell'Inter- vista riguarda il contegno della |nRomania, che dopo la proclamazione del protettorato tedesco sulla Boemia e sulla Moravia si mostrò disposta ad avvicinarsi al bulgari: ma la garanzia accordata dal-, l'Inghilterra sopravvenne a soffocare di colpo le pacifiche disposizioni di Bucarest, che riassunse un'attitudine d'intransigenza assoluta. Questo dettaglio è confcr-j mato dallo stesso Presidente del Consiglio Kiosseivanoff, che ini una successiva intervista con un I altro giornale parigino ha pure! chiesto se la Bulgaria debba esse-1 re l'unico Paese condannato a sot-1 tostare in eterno agli « storici » trattati di pace parigini. nnrtalecrqufiicz[td! csTimte le somme, la Bulgaria non1 j„ ; _u. i (ficlMgzfdomanda, oggi, che la restituzione della Dobrugia assegnatale dal Congresso di Berlino e toltale dalla Romania ai 18 di agosto dei 1913, col Trattato di Bucarest, che pose fine alla seconda guerra baicarica. Si ricorderà che la Romania, mantenutasi neutrale, nella prima guerra balcanica, mobilitò nella seconda mezzo milione di uomini e determinò, passando il Danubio, la capitolazione di Sofìa, mentre l'esercito bulgaro cercava di tener testa a turchi, greci e serbi. La Dobrugia meridionale ha una superficie di 7.609 chilometri quadrati: nel 1910, anno in cui il Governo bulgaro precede all'ultimo censimento, su questo territorio vivevano 282.131 abitanti, ed 1 bulgari ammontavano a 134.331 Nel triennio intercorso prima della cessione al'.a Romania, la popolazione bulgara ccntinuò a crescere e quando i nuovi padroni fecero il loro primo censimento, 1 bulgari risultarono 136.439, cioè a dire il 47,61 per cento del totale. Poiché i bulgari domandano la restituzione della prcvincia appellandosi, oltre che a motivi economici, al principio etnico, logico è obiettare che in Dobrugia essi non hanno mai costituito la maggioranza: ma con altrettanta legica i bulgari replicano che impostata la questione sul campo etnico, la Rumenia non ha da vantare proprio nessun diritto, in quanto nel 1910 i 6.359 romeni viventi in Dobrugia rappresentavano il 2,2 per cento della popolazione complessiva; all'epoca del prime censimento indetto da Bucarest se ne contarono 8.532. Molto più numerosi, se mai, erano gli abitanti di lingua Vi1?*'cne in.123;32.6 formavano il 43,6 per c-nto della popolazione, lasciando ai bulgari la maggioranza relativa. Nel dopoguerra le proporzioni sono andate mutando, avendo Kemal Atatiirk facilitato il rimpatrio dei turchi viventi nella Penisola Balcanica, allo scopo di ripopolare l'Anatolia, ed essendosi la Romania sforzata di mandare in Dcbrugia forti masse di coloni: siccome l'esodo dei turchi continua, è chiaro che col tempo Bucarest avrà modo di snazionalizzare la provincia, e questo spieI ga perchè Sofia vuol vedere discus1 se le sue richieste, mentre i bulga' ri ancora vantano una maggioranza relativa. Aggiungiamo che bulgari ne vivono in Romania anche in altre regioni: 177.000 se ne con. tano in Bessarabia e 10.000 nel Banato, e ne deriva che, pur restl j tuendo la Dobrugia, la Rumenia 1 conserverebbe entro le sue fron- tiere una minoranza bulgara non indifferente. Un paio di anni addietro (ncn disponiano delle cifre successive) tribunali rumeni avevano condannato in contumacia, per irredentismo, circa 3000 bulgari e posto sotto sequestro I beni posseduti da molti sudditi bulgari In Romania: anche questi indizi dell'accanimento col quale la lotta viene sostenuta dalle due parti. In caso di guerra Se la Bulgaria avesse aderito al fameso Patto balcanico, formato per garantire l'integrità territoriale del firmatari, oggi le sarebbe naturalmente impossibile formulare le rivendicazioni esposte: ma dal fatto che essa ha separatamente concluso con la Jugoslavia un Patto di eterna amicizia, ricaviamo la conferma del proposito di riservarsi piena libertà di dire, quando le fesse piaciuto, da chi non reclamasse più nulla e a chi avesse invece da chiedere. La di- |piomazia sofiota s'è dimostrata prudente anche al momento della [ nrma dell'accordo di Salonicco, del |31 ]ug.lio 1938 (ln virtu del quale i decaddero le clausole del Trattato jdl NeuMy che restringevano la so {vranità militare della Bulgaria) in jqUanto il signor Kiosseivanoff, in j nome deUa Bulgaria, e il Preslden1 te del consiglio greco Metaxas, In nome dei nrmatari del Patto balIcanico, contrassero semplice obblig0 di astenersi dal ricorrere, nei | ioro rapporti, alla violenza. Non fu |percio sacrificato il principio re | visionista, bensì confermato che la j Bulgaria aveva diritto di aspirare ;a revisioni per via pacifica, quali, , dei resto, Bucarest, s'era mostrata |pronta ad effettuare un paio di 1 mesi addietro. e L'acccrdo di Salonicco apparve, ciò nonostante, in un primo tempo, ad una parte dell'opinione pub. blica bulgara, una specie di capitolazione e diede luogo a vivaci critiche, essendo sembrato che la - ! Bulgaria si fosse messa nella conr, dizione di non tersi mai iu bat -ìtere per , SUOi ideali. Ora al quee | sito. sChe cosa tra fare ,a |ul, garia nel caso di un conflitto europeo? » noi rispondiamo che quando si sarà a quel punto, l'Intesa Balcanica ncn costituirà più che un ricordo; l'esempio del ricorso alla violenza lo daranno 1 e ISSaTÌ ^mèni, che per aver e ubordlnato j ,oro lntere8£ a -|u delle dl Potenze protetqtrlcl - dovranno fatalmente tuPrbare un Riassetto che leali e franchi scambi .|di yedute avrebberc tuto rend„ - „ „„„.«„„ „„ „^,f, S . n i e a' re pacifico per molti decenni. Quando la Penisola Balcanica sa! Irà In subbuglio e gli eserciti turco rumeno parteciperanno alla guerra scatenata da Potenze oc- - ■ cidentau europee) solo grlngenul n Lotrarmo cnlwfere alla Bulgaria di - tarsene stupidamente con=le ma. a |n, ,„ mnnr „„ Port„ a ò -, e -j el ni n I e! e-1 t-1 » ni in mane, perchè un certo giorno, senza aver rinunziato alle sue rivendicazioni territoriali, s'è detta disposta a risolvere alla buona le questioni pendenti con i Paesi che adesso sfoggiano il loro apparato bellico. D'altronde, un argomento del quale i bulgari potranno fare buon uso è già pronto. La Grecia si rifiuta dl discutere con la Bulgaria in merito alla Tracia, obiettando che avendola ricevuta dalle Potenze della Grande Intesa, non può [trattare che con queste: a suo giudizio, Sofia, nella faccenda, non ! c'entra. Sofia replica essere questa tesi inammissibile, giacché si n1 ^f^lf^T" ^ (fino agli Stati Uniti di America, che a suo tempo parteciparono alla decisione concernente la Tracia. Morta l'Intesa Balcanica, la Bulgaria, se richiamata all'osservanza dell'accordo di Salonicco, potrà, far sua la tesi greca. e al e ei e ia Italo Zingarelli

Persone citate: Kemal Atatiirk, Mora, Moravia, Port