Lo sbarco di Cesare in Albania e l'inizio della grande vittoriosa campagna orientale

Lo sbarco di Cesare in Albania e l'inizio della grande vittoriosa campagna orientale INI RIA Lo sbarco di Cesare in Albania e l'inizio della grande vittoriosa campagna orientale Quando Cosare il 4 gennaio del I m48, nel primo anniversario del Sai-1 coo del Rubicone, tornò a Brindisi |sbdeciso a forzare il mare e il desti- -mno per l'ultima fase della sua con-jriquista, il suo piano militare era roquasi perfetto. Già l'anno prima, jtaa soli due mesi di distanza dalla! partenza di Ravenna, egli era Pgiunto a Brindisi con le sue undici j regioni stanche e lacere dopo le saspre guerre di Gallia. L'Italia I dera già ne'.le sue mani. Aveva oc-;tecupato il Piceno e l'Etruria, scon-1dfitto Varo, costretto gli oligarchi inrepubblicani a fuggirsene da Ro- gma a Capua, obbligato Donizio E-[cnobarbo a rendergli Corfinio, at-| Ctraversato come un fulmine il San-1 vnio e le Puglie. Ma dov'era Poni-1 dpeo? dov'era il generale famoso, Lsterminatore dei pirati, il vincitore'Rdi Mitridate, il conquistatore della : laSiria? In qu^i due mesi di corsa'caffannosa. Cesare non era riuscito'da dare il colpo decisivo che vòle- rva, non era riuscito ad'avere ra-isgione del solo rivale che temeva. dEra arrivato a Brindisi soltanto ; sper veder fuggire sull'Adriatico le'gve'.e di Pompeo che conducevano | . o . , i 11 grosso delle sue a Durazzo forze. II piano del Condottiero VI era arrivato soltanto per contrastare inutilmente all'imbar- gcqcco delle coorti della retroguardia I bnemica e dello stesso Pompeo. Edi aaveva compreso che la partita do-4veva essere rimessa. CJesare non Opossedeva forze navali e non pote-irva inseguire i vascelli che porta-;rvano lungi d'Italia la gioventù do-i mrata di Roma e il suo prudente av- vversario. D'altra parte. Pompeo;caveva ancora nella Spagna la sua azona forte: sette legioni a lui fe-1mdelissime che potevano minaccia- mre la Gallia scarsamente presidia- Dta dai cesariani, l'Africa e l'Italia vstessa. Inseguire Pompeo oltre rmare era pertanto consiglio im-1 pprudente per Cesare che aveva le I sspalle scoperte a quel modo. E fui aa Brindisi forse che il Dittatore cconcepì allora uno dei più arditi; ie geniali piani militari della sto-;tria. Lui era nel mezzo, tra i duci cnuclei maggiori pompeiani che [ferano in Spagna e nei Balcani.IlDecise, dunque, di fare la radu- \ snata delle sue legioni e distribuire: ni compiti ai suoi luogotenenti: Do- elabe'.la doveva per la Venezia in- nvadere l'Illirico per impedire che bl'esercito pompeiano di Oriente ri- j addsalisse in Italia; Curione doveva passare in Sicilia e in Africa per sbarrare quella via alle legioni pompeiane di Spagna; lui stesso, Cesare, col grosso, per la Liguria avrebbe attaccato la Spagna, men zddlprtre tre legioni sarebbero rimaste;Cdccdda guardia delle coste italiane dei l'Adriatico distogliendo Pompeo da tentativi di sbarco e ritorni offensivi nella penisola. Rapida fu l'esecuzione del piano Cesariano: in dieci mesi, il Conquistatore delle Gallie aveva trionfato in Spagna sui migliori generali di Pompeo e costretto alla resa la città libera di Marsiglia, che il rivale per disturbare le sue retrovie gli aveva sollevato contro, liberando così Gallia e Italia da quella minaccia. Quando, dunque, il 4 gennaio 48 Cesare torna a Brindisi ad affacciarsi sull'Adriatico, nell'annuale dtdgdlpdel Rubicone, non ha ormai dinan- zi a sè che un solo grosso nucleo1 di forze nemiche, l'esercito che Pompeo andava radunando a Salonicco e che dominava i Balcani, la Grecia e le vie dell'Asia. Arditamente decide di passare 11 mare: difficile la riuscita dello sbarco, problematico il vettovagliamento in territorio nemico, quasi certa la cattura da parte della flotta pompeiara dei rifornimenti di grano preordinati in Sicilia e in Egitto. Tuttavia, per un colpo di sorpresa Cesare ha scelto la stagione invernale quando è rallentata la sorveglianza della flotta nemica: riunisce navi, ma non!può imbarcare che quindicimila'uomini, ordina che gli altri lo se-|I guano quando le navi potranno tornare: lascia in Italia cavalli, schiavi, grano, impedimenta e con le sole armi e leggerissimo bagaglio prende il largo. Per la seconda volta, alea jacta est. La piccola compagnia dei veterani del Reno e dell'Ebro va ad affrontare la flotta e l'esercito di Pompeo che in un anno di riposo si era preparato all'urto finale, traendo navi dalle Cicladi, da Corcira, da Atene, dal Ponto, dalla Eitinia, dall'Egitto, molte altre costruendone, imponendo contribuzioni ai dinasti asiatici e ai popoli liberi dell'Acaia, formando nove legioni di cittadini romani, facendo leve in Grecia, riunendo ausiliari tra arcieri di Creta e cavalieri di Galizia, accumulando viveri da Cirene e da Alessandria, ordinando, in¬ nih,,i„ n„»«tn ino,.„„ i.„i„„,„ì„ omi"- „?„UeSt„° MT LtP"'"l, l" Bibulo era una vecchia conoscen za di Cesare. Undici anni prima erano stati insieme consoli a Roma. Ma Bibulo, aristocratico alla antica, aveva presto ceduto il campo a Cesare, aristocratico popolareggiante, il quale col favore delle masse aveva accaparrato il bifronte potere a tal punto che corse il motto per Roma essere quello l'anno consolare non di Bibulo e di Cesare, ma di Cesare e di...Giulio. Uomo mediocre, ma vamotar nella campagna del basso AdnaUco quanto occo ie\a di buona scuola navale, eli devo- zione ai regolamenti ed, p gno- laggine da dar seri fastidi all an-,f. .°^?.'.f.',.;ot'u II Wnrm Ai Ridillo infranM li D.occo di Bibulo ìnrran.o Come maestro di blocco martt-retto, Bibulo aveva dato prova della sua onestà nel proconsolato di Sina. Come ammiraglio dove-■tico odiato collega nel consolato e. schiavo del la vita alla causa pompeiana. timo, Bibulo ricorda Collingwood il braccio destro di Nelson. Come l'inglese non riusci, dopo molte insigni prove, a sbarrare il passo alla squadra francese del Ganteau- me clie potè rifugiarsi a Tolone, cosi Bibulo non seppe impedire lo sbarco di sorpresa dei cesariani, -ma in seguito il romano col più rigido dei blocchi ottenne d'inter rompere le comunicazioni del Dittatore con l'Italia, Bibulo, dunque, aveva avuto da Pompeo questa consegna: chiude re à Cesare il mare e impedirne lo sbarco a Durazzo o ad Apollonia I dove l'esercito pompeiano d'Orien;te. fuggendo i monti dell'interno, 1doveva stabilire i quartieri d'inverino. L'ammiraglio aveva riunita la grande squadra di battaglia — [centodieci navi — nel canale di | Corfù, distaccando a nord due di1 visioni leggere, un complesso di 1 diciotto navi, sotto il comando di Lucrezio Vespillone e di Minucio 'Rufo. Queste erano alla fonda nel : la baia di Valloni in vista di Ori'co che sorgeva dov'è oggi il lago 'di Pascià-Liman, nell'angolo più recondito della baia. Era la clasisica disposizione navale alle porte dell'Adriatico che la storia ha con ; sacrata sino all'ultima grande 'guerra. | cesare in un giorno e una notte coerAinsaè pesiglio onerario, non aveva che dodici galere di guerra di cui solo quattro erano pontate a difesa dei colpi delle macchine belliche. Bi I buio, fatto sicuro dalla stagione, i aveva rallentato la sorveglianza e 4l collegamento con le divisioni di Orico. Cesare non ci dice se duirante la traversata incontrò velie-1 l;ri di pattuglia. Non è impossibile; ! si ma in quell'epoca il vento era il | a vero signore del mare ed è certo ;che l'ammiraglio pompeiano fu avvertito in ritardo e non potè 1mettere alla vela e riunire gli ar mamenti dei remi prima che il Dittatore, senza perdere una na ve, avesse sbarcato i suoi soldati e resi spediti dalla mancanza d'im1 pedimenta. Dove prese terra Ce I sare ? Egli ci dice che in mezzo i agli scogli e alle roccie degli A crocerauni — Cerauniornm saxa i; iuter et alia loca periodosa — ;trovò un luogo abbastanza sicuro ci chiamato Farsalo (da non cone [fondersi naturalmente col FarsaIlo di Tessaglia) dove compi lo \ sbarco, evitando i porti tenuti dal e: nemico. Questo luogo non poteva - essere a ridosso degli Acrocerau- ni, come si è detto, perchè nella e baia di Vallona, Vespillone e Rufo - j avrebbero contrastato all'opera- nsudpi admdlaecbcarptdtpndi navigazione era giunto in vista [ ndegli Acrocerauni: oltre il navi-1 vcsna r i , a zione, ma sul mare aperto a sud di Capo Linguetta. Tutto fà credere — data la configurazione della costa e la scarsezza degli approdi — che Cesare prendesse terra in una piccola insenatura fra te;Capo Linguetta e Porto Palermo detta Aspri Ruga o Strade bianche. Egli quindi scivolò abilmente col suo convoglio fra il grosso delle navi di Bibulo e le avanguardie navali di Orico. o u : à e i o 8 e Una tregua rifiutata Quando Bibulo, sorpreso e indignato, sopravvenne con tutte le sue vele, i cesariani si erano attendati a terra. L'ammiraglio ordinò di perlustrare il mare in lungo e in largo e incontrò i trasporti di Cesare che affidati a Fufio Caleno se ne tornavano a Brindisi per imbarcare il resto delle legioni e la cavalleria. Partiti in rl- lvfdlrlPtponll- tardo e avendo mancato il vento, o1 ncm selve dire che essi incocciaro- e , i a i e o a n!Temendo che il rivale s'impadroa'n;sse prima del suo arrivo delle -|citta marittime, forzò la marcia no negli incrociatori di Bibulo e vennero distrutti. L'ammiraglio, I infatti, aveva preso le sue misure: scaglionata l'intera armata lungo la costa albanese dalla dalmata Salona sino al canale di Corfù, aveva spiccato dappertutto i suoi esploratori e, nonostante il rigidissimo inverno, fece buona guardia egli stesso restando a bordo giorno e notte. Pompeo seppe dell'arrivo di Cesare quando era ancora ad occidente del lago di Ochrida, in via per i quartieri d'inverno sul mare LaurGtosorfdgmszfdo , n l e e a a, ai ri ni e a en¬ verso Apollonia a settentrione del la Vojussa, che era presso a poco all'altezza di Fieri. Ma presto si accorse che l'Albania meridionale era perduta: Orico, Apollonia, Bullis (Belisciova nella Malakastra?), Amantia sulla destra dell'alta Suscizza avevano mandato messi a Cesare il quale aveva già passato la Vojussa. Allora Pompeo si affrettò a marciare su Durazzo per prevenire Cesare ,che aveva intanto rallentata la-;vanzata attestandosi sulla sinistra ;del Semeni, deciso a svernare co- là e attendere le legioni d Italia |Lentamente Pompeo spinse le sue retroguardie sulla destra del Se- 'meni, occupò quella riva e vi si fortificò di fronte a Cesare. Ma il resto dei cesariani non arrivava dall'Italia. ' non sfu-Uo con„ personalmente era siu0gii.o luna Piu veloce nave ^ crociere " di Bibulo aveva tentato di salpa- re da Brindisi con il convoglio na-vale carico di nuove truppe, ma informaton di Cesare lo avevano consigliato di ritardare l'impresa per il blocco strettissimo della co-sta opposta che teneva la flotta pompeiana: una sola nave cesa-riana avventuratasi nel mare con-n a oa il oe il e re i e a tro gli ordini di Caleno fu, infatti, catturata. Si determinò allora una situazione guerresca stranissima: Bibulo bloccava a Cesare il - el ,„ foc, de, Scmem- a Bull.inlo, e a Bibuk) non tpva „è far ,egna nèo- far acqua nè approdare con le sue o- navi_ j suol marinai e,.ano co.n-|strett, a far ,a spoIa coll navl .onerarie tra le coste albanesi e .Corfù per rifornirsi nell'isola di' legno, di acqua e di viveri: av- ! venne anche che, impediti dai ven- ,ti di recarsj a Corfù furono ob_ t-|bligati a bere l'acqua piovana rac- colta sulle tende che coprivano le navi. La loro situazione dive'nnecosi penosa che Bibulo mand; ..-bone che lo aveva raggiunto con la flotta d'Acaia a parlamentarea ;mare Cesare bloccava a Bibu,0 o la terra Distaccamenti cesarianie-■;guartiavano rimerò littorale dal-e. d me nalu- con Cesare ad Orico. Cesare che I rizera a Butrinto venne al colloquio, naAlle proposte vaghe di Libone di ' niointromettersi presso Pompeo, Ce- j unsare accortamente distingue. Egli è pronto a mandar messi a Pom peo, ma senza pregiudizio della situazione da lui fatta alla flotta qudetezi lo stesso grave scacco che Cesare subì dinanzi a Durazzo si dovette | alla possibilità che ebbe Pompeo nemica. Se questa impedisce alle ! flosue legioni concentrate a Brindisi todi raggiungerlo, egli, dalla sua | departe, chiude i porti e impedisce j vai rifornimenti di acqua e di viveri e a Bibulo Se si vuole che egli ce-! prda su questo punto, essi debbono j na' socoe trgldemchlasadatomdichlplecatupigee minio del mare. Per mesi la spe-|cidizione del Dittatore risenti del- Palasciargli la libertà del mare; se essi persistono, invece, nel blocco navale, egli persisterà nel blocco terrestre. E accorgendosi che Libone non aveva, in fondo, altro scopo che quello di migliorare la situazione dell'armata pompeiana, rifiuta nettamente la tregua e continua la guerra. Libone e Marco Antonio Tutta la campagna balcanica di Cesare e tutte le sue operazioni terrestri specialmente nel primo periodo quando la guerra rista nelle regioni marittime dell'Alba nia e non ancora si è spostata verso le regioni interne della Ma cedonia e della Tessaglia, sono strettamente legate alle operazioni navali e al problema del do- le difficoltà che la strapotenza navale del nemico creava al suo rafforzamento e ai suoi rifornimenti: di operare l'accerchiamento del l'ala sinistra dei cesariani con 11 rapido sbarco di alcune coorti sulla riva a mezzogiorno della città. Pertanto questa campagna militare dell'antichità è sempre esemplare per l'interdipendenza delle operazioni terrestri con quelle navali. La fortuna che Cesare aveva legato alle aste dei suoi labari voi satele che, dopo i vani negoziati con | pgrigremrippadoge a a Libone, Bibulo morisse. Il vecchio ammiraglio era stato sorpreso in un primo momento dall'abituale rapidità del conquistatore della Gallia, ma aveva saputo virilmente affrontare la nuova situazione organizzando un blocco rigorosissimo e reprimendo spietatamente ogni tentativo dei cesariani di rompere il cerchio Morto Bibulo, il comando delle forze navali di Pompeo, se non si disorganizzò del tutto, si sparpagliò in varie mani, poi che nel comando in capo egli non venne mai sostituito. Cesare ci dice, non senza ironia, che ogni ammiraglio si mise a manovrare a suo talento le varie squadre — saparatim 3iiam quisque classem ad arbitrium silura administrabat. Libone, infatti, che aveva preso il comando del settore di Vallona, persuaso che convenisse cambiare tattica navale e valesse meglio tenere il solo passaggio obbligato delle navi cesariane che sorvegliare tutti i porti e tutta la costa opposta, salpa da Orico con cinquanta navi, sopraggiunge a Brindisi e s'impadronisce dell'isoletta di Sant'Andrea nell'avamporto. Riesce dapprima facilmente a catturare alcune navi onerarie di Cesare e sbarcare pattuglie di arcieri. Ingannato da questi successi, Libone scrive a Pompeo che faccia pure tirare a secco le navi delle altre squadre e intraprendere i lavori necessari di raddobbo perchè egli basta da solo a intercettare i convogli di Cesare. Ma aveva fatto i conti senza il luogotenente cesariano che presidiava Brindisi, un giovine soldato che doveva poi far parlare di sè, Marco Antonio Questi non soltanto organizza immediatamente, come già era avvenuto sulla costa albanese, il controblocco terrestre e spazza svridcApilnScCcpgAdddgdcPcvlpnblacmdfzzovodrscppdipdvia'danrTerrrircomDa^rdì12S™FS Z^Tffi £ * Vo a a a e ^ecol^eg^^ef^ar:^ma scialunne veloci e lecere e1 asTmette^ tenti quadriremi dell'avversario. Stretta cosi dal blocco terrestre et Sminacciata dalle offese di Anto- *nio, la squadra di Libone, lontana'ldane basi albanesi, impossibilitata! ma formarsene un'altra al di qua!Vdell'Adriatico, decide di ripiegare j verso Orico. La fortuna dei venti Tuttavia, i mesi passavano, la estate si avvicinava e con essa la e , stagione dei venti iu miti e meno -;propizi alla rapidita dei tra3porti a ; e Cesare non veAev& ancora arri. - yare (,a Brindisi le navi e le ,e_ |gioni che aspettava ^ sorve. e ; glianza che Pompeo aveva impo. - ' stQ al]a sua f]oUa in espiazione i ■ della prjma trascuratezza era cer. tamente severa, ma Cesare pen- n saya che varie favorevoll occa3i0 n ni "diventi erano state perdute dai '.suoi luogotenenti e che questi rine !vii avev|no dato al nemìco n tem. - : po di prepararsi megiio. Egli -, guardava con ansia a] sottile a | schieramento del suo esercito sulo la sinistl.a del Semeni e alle poa ] tenti linee di Pompeo attestate -1 sulla riva destra. E gli avversari a |non enul0 Darbari di Gama 0 di -1 Britannia valorosi, ma indiscipli-|nati ma erano soldati agguerriti. a l tdfcpiben comandati e inquadrati, legio nari di Roma Rotti quindi gli indugi, manda a Brindisi l'ordine perentorio di partire al primo vento favorevole e di dirigere verso il littorale di .Apollonia, tra la foce della Voiuse sa e quella del Semeni dove miè, nore * a so hanza e I deUe navi pompeiane. Ricevuto ., Antoni0le Caleno col favl Lore llel ubeccio salpano da BHn. e ; disi, ma il giorno dopo, essendo il di; vento rinfrescato, il convoglio cev- : sariano si trovò spinto a settenn-itrione, all'altezza di Durazzo. Era b_ d, guardia in quel porto Caponio c- con le sedici navi che Rodi aveva e messo a disposizione di Pompeo, e, un'ottima squadra uscita dall'ar.-'senale isolano famoso in tutto ili n Mediterraneo. Come ebbe la se e,inalazione e vide profilarsi allo 0 ni) -: rizzonte le sagome delle pesanti navi onerarie del nemico, Capo nio dovè pensare alla pacchia che un Dio benigno gli preparava fbedequando i trasporti fossero a tiro ; idei suoi brulotti. Mise subitamen-Itte alla vela, nonostante l'agita- izione del mare, e usci con la sua Id! flotta all'inseguimento: ma il ven-jt to di mezzodì gonfiava le veleL| delle navi di Cesare che continua- pj vano a filare verso nord. Antonio je e Caleno, però, perdevano mare j m! presi in caccia dalle velocissime Im j navi rodie. Temendo che queste I i' sopraggiungessero in mezzo al convoglio, essi decisero l'accostata e ripararono nel porto di Ninfea, a tre miglia a sud di Alessio, scegliendo il minore tra il pericolo del nemico incalzante e quello del malsicuro ancoraggio con il vento che soffiava. Ma ancora una volta la fortuna fu dalla parte di Cesare. Le sue navi avevano appena dato fondo che subitamente il vento volse a ponente e investi in malo modo al traverso la flotta di Caponio, mentre nel porticciuololche aveva accolto i trasporti delle!alpp-inni rpqariine il mnrpsi narlfi-1 zlegioni cesariane U mare si pacifl- cava. Le sedici navi di Rodi sbat- tute dalla tempesta non ressero più il mare e andarono a infran-1 gersi contro la costa: dei rematori e dei combattenti parte fu schiac- |ciata contro le rocce o annegò, Parte fu salvata dai soldati di Ce-^pnaurltlcatcgfe e a ,sare che avevano intanto preso terra. Verso Farsaglia Cosi, per insperata fortuna, n | presa la notizia ad un tempo, le .giunsero sani e salvi a Cesare i rinforzi di Antonio. Erano tre le- gioni di veterani, una quarta di reclute e ottocento cavalieri. Formata la testa di sbarco, Antonio rinviò in Italia quasi tutte le navi per trasportare il resto delle truppe e mandò messi al Dittatore per avvertirlo del luogo di approdo, delle forze che aveva e chiedere ordini circa la manovra di collegamento. Cesare e Pompeo, ap- o n e a e e i e i i i e m m o o a l i , e e e a e è e a e i, oi o vil a stretto in una morsa, si sottrasse varono entrambi il campo dalle rive del Semeni, l'uno per cercare di raggiungere Antonio, l'altro, che si credeva preso in mezzo tra Antonio a nord e Cesare a sud, per prevenire Cesare e impedire il collegamento affrontando Antonio e battendolo separatamente. S'iniziò allora tra i due grandi capitani una gara di velocità, ma Cesare aveva lo svantaggio perchè costretto a rimontare il Semeni per trovare un guado. Pompeo giunse quindi primo in vista di Antonio il quale però evitò prudentemente lo scontro sospendendo la sua avanzata e trincerandosi. Bastò questo indugio di un giorno a Cesare per raggiungerlo dopo una terribile e rapida marcia a traverso i monti d'Albania. Pompeo, allora, temendo di essere con un balzo indietro e ripiegò verso Durazzo e il mare. L'arrivo di Antonio e il suo collegamento con Cesare chiudono il primo periodo della guerra balcanica strettamente legato al problema dei trasporti marittimi. Dalla Tessaglia, dall'Etolia, dalla Macedonia giungono ormai a Cesare messi che chiedono presìdi di sol-dati in cambio di viveri e altri ri-fornimenti. I distaccamenti cesa-zc^ornÒT a^TaT^V T zogiorno e a levante e l'esercito ormai robusto e numeroso vive divita propria nell'ampio territoriooccupato. Sempre meno Cesare dipende ora dal mare e può riti-rare da Orico la legione che pre sidiava la costa e stabiliva il blocco terrestre contro la flotta pompeiana. Ancora le squadre di Pompeo mieteranno successi nel canale d'Otranto e lungo la costa, ancora il dominio del mare permetterà ai pompeiani di vincere la battaglia di Durazzo. Ma Cesare lentamen- dì16 Per^gue il suo disegno di atti-* Vare « '^ale tra le montagne e di montagne verso ia sua vendetta a Far- r:^0?^ £ ««erra verso"-oriente e1 a <"ia Itt aua venueua a *ar- . _ f „ „, , , o. , % ec° della tremenda disfattaet Sf-1 °r-e dell'oligarchia repub-- *hcana ,sl ripercuoterà sul mare: a'le.stmad™ 81 disgregano: gli am-a! mir^\ defezionano: la causa deoa!Vmt0 è abbandonata e j a a o ti tanto Cesare avrà aperte le vie dell'Egitto, della Troade e dell'Africa per il compimento della sua conquista e la fondazione dell'Impero. Gubello Mèmmoli iiiniiuiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii i Trentanove stelle sul cappello: un elegante portafortuna*