AMORE E MORTE di Filippo Burzio

AMORE E MORTE AMORE E MORTE Chimera irraggiungibile, la felicità ; e problema, volta a volta definito come stolido o insussistente da tanta gente saputa, quello di precisarla in termini generali; o, tanto peggio, di voler dare norme per il suo conseguimento, valevoli per^ tutti quanti. Il demiurgo non è stato però di questo parere, e uno dei capisaldi della demiurgia consiste per l'appunto nello stabilire l'equazione: felicità uguale poesia; intendendosi qui per «poesia» l'attività intuitiva coltivata sistematicamente, ed estesa a ogni attimo dell'esistenza, allo scopo di coglierne il segreto incanto, il quale esiste seni [ire, purché si Bappia guardare ; cioè liberarsi da una quantità d'impedimenta, per raggiungere imo stato privilegiato di distacco e di ricettività lieta, che c di natura squisitamente morale (sicché, se Dio vuole, i perversi ne sono esclusi; che sarebbe davvero troppo forte, e il demiurgo non saprebbe perdonarselo, insegnare anche a loro il segreto della felicità). La vita — anche, al limi- . te, la vita più apparentemente squallida: e piace citare la vecehiiia paralitica, che dal suo letto sorride ai suoi monotoni giorni — si trasfigura così in un'aura di sogno, non è più sofferta ma dominata, viene assunta, e vissuta in una sfera di secondo grado, la quale sembra più prossima ai modi divini. Poesia appli- ■ cata alla vita, o magicità, viene chiamato questo processo; ed è forinola precisa, applicabile senza possibilità di equivoci, collauda-] ta personalmente da un'annosa esperienza, per la quale il demiurgo si lusingherebbe di meritare un pochino la riconoscenza dei contemporanei, e fors'anche dei posteri; benché l'alternativa coli- | traria lo lasci abbastanza tran- quillo. Ma di poesia ce ne di tante sorta: poesia della natura poc- sia della religione, poesia dell at-tività pratica (costruire concima-re, negoziare), poesia della. fann-glia, poesia della sessualità: e il demiurgo, che è ingordo, ama possederle e viverle tutte, in omaggio a un altro suo carattere, che è l'universalità; sebbene ri- conosca che altissimi esemplari umani furon refrettari ad alcuneforme di poesia, raggiungendo forse in tal modo, per un non deltutto oscuro meccanismo di com pensazione, formidabile intensi- ] tà in altre : così san Francesco fu probabilmente estraneo alla poesia del sesso e dell'attività pratica, Leonardo alla poesia del sesso, e via dicendo. Volta a volta, nei vari periodi storici, predomina l'una o l'altra di queste forme, o loro argute combinazioni, di cui variamente si atteggiano la civiltà e la cultura: il bel Duecento è insieme sesso (ca valleresco) e natura, incanto pri-maverile di dolce stil novo ; il Ri- nascimento é ^augiie e lussuria, porpora ed oro ; e compito dei de- miiirghi ordinatori dell'epocache. li vede sorgere è, spesso, di richiamare quello che manca, di | difendere quel che è spregiato dalla moda contemporanea, d'in-tegrare quel che difetta. Oggicome oggi, ad esempio, taluno 3i noi, che è cresciuto col Novecento, che entrava nella giovinezza allo scoppiar della guerra mondiale, può trovare che certo compito, balenatogli agli albori della propria vita spirituale, e per cui lottò nello prime fasi della sua battaglia, sia stato già suffì- cientemente (e talora perfino ec- cessivamente) fatto proprio ed assimilato dall'epoca: poniamo, andazzo piattamente borghese, materialista, e àliti-eroico dell'e-i stremo Ottocento : sicché sia inu- bile insistervi ancora, e conven- gaRivolgere ad altro polo .1 ti-| mone. ^ j e l'amore? in che posizione sia- |mo oggi nei riguardi dell amore,? E' constatazione banale come il | Novecento sia oggi, nelle correli- ti dominanti, antierotico; abbia | sostituito cioè le passioni sessua li con le passioni della produzio | ne economica, e soprattutto dei: la politica e della guerra: tanto che colpisce sempre di stupore no'tare — in quell'esemplare specchio del costume (nonché suo i pungolo) che e la letteratura —cosera 1 argomento principe delteatro e del romanzo di anteguer- ra, e cosa e oggi invece diventa- to, con una rapidità di mutazio-ne impressionante : quell eternotriangolo Iw.Jet elaltro, che al-la gioventù d'oggi dà nausea ; ossessione dei sessual quasi la; ossessione dei rapportit visti sotto la luce parti- colare della critica del matnmo-ilio (il malefico anello...) e dellajdifesa dell'adulterio, dei «dirit j ti della passione» — aspetti in ! cui si riverberano tante altre ten [denze antisociali dell'epoca, e che !vedremo fra poco interpretati o ngiìialmente dall'analisi di De nis de Rougemont: Dumas. Don- |nay, Hervieu, Berstein. Porto iHiche, Bataille, giù giù fino alla. famosa, pochade, di cui oggi sito- na strano e dissueto perfino il no me; e, nel romanzo, Maupassant, Bourget, Prévost, Loti, tanti, tantissimi altri... Certo, il centro di questa psicosi sessuale è la Francia: ma l'Italia di Verga, Fogazzaro, d'Annunzio, Giacosa, Rovetta di che altro si occupa'/ Che, se anche si voglia conside- rare l'Italia letteraria di allora [come una provincia francese, ec |co Ibsen, Strindberg e la lette iratura scandinava, ceco il roman- zo vittoriano, ecco perfino, in buona parte, il grande romanzo russo esprimere anch'essi in funzione prevalentemente erotica quelle che sono le vaghe insofferenze, nostalgie, aspirazioni del tempo. Età povera d'ideali e di slancio, si dice; età scettica con segreta malinconia, centrava sul sesso i fermenti inquieti e le tossine non espulse dei quarantaquattro anni di pace. Qual noia tremenda si leva da quelle variazioni senza fine sull'eterno tema, quando non sia alleviata r vinta dal fascino del documentario, dalla pena sottile del tempo defunto, e pur già quasi nostro, che da quelle forme, dé moti e tu come una gonna a volani, accenna e si raccomanda alla memoria, quasi col sorriso supplichevole e, antico di nostra madre, in una vecchia fotografia! L'abisso tra l'ieri e ,1'oggi sembra così profondo, che il trapasso (pure avvenuto sotto i nostri occhi, e per ragioni giorno per giorno avvertite) reca i segni dell'inverosimile. Denis de Rougemont — come già altra volta ho notato, e come ricordo di nuovo ora, per trarne altre considerazioni — ha avuto il meritorio coraggio di addentrarsi in questa materia, senza, temere l'odor di muffa, e ne è stato ricompensato; non senza, è vero, usare la precauzione di rifarsi a hen gentili e, nobili origini, cioè all'alto mito di Tristano, il cui profumo l'accompagna lungo il cammino. i „. * * , . • ,i„i 1 RGlova riassumere la Ics 11 «™£™f '/^cklèn le coli l^r^'am^ oratale ^ |così importante per comprende ' jj no'stro destino ; poiché esso, a giudizio del Nostro, non dà solo j| ' suono leopardiano tinnire e morte, bensì anche l'altro umore e guerra), non c'é solo una vaga, e non meglio definita, inclinazione delle nostre stirpi per Vost.ttcttlo, esaltatore del desiderio fino alla battaglia perenne ed alla morte, inclusavi — c'è un fenomeno preciso, che è l'eresia ma- i ■ • i■nicheista dei Catari o Albigesi, I.fiorita intorno al XII secolo in iLineuadoca, distrutta dalla ero- ciata di Simone di Moutfort : ere- |sia ,1P„atrice della realtà creata I !e imp0ifotta, per l'amore di unaj,irnita e perfezione raggiungibile, ;soi0 0]tre ]a >iorte. liberatrice diji tutto le nostre limitazioni. La 'persecuzione obbliga i superstiti a dissimular la loro dottrina: in ;quai mod0? La poesia trovadori jca< c]le fiorisce negli stessi luoghi e nello stesso tempo, rivela carat teri strani.,per cui sotto zione dell'amore corti n , i Dama o donna idealizzala. altalella Ite i «fedeli» mascherati de Whietia d'Amore catara, ferita / gittimo, anzi necessario, suppor- ! re il substrato mistico dell'eresia, il trovatori sarebbero in gran par-[a | a morte nel gran duello con la Chiesa di Cristo. L'amore-passio-; ne inebriante e mortale, l'amoreIe morte di Tristano c Isotta (e iìlegami del ciclo provenzale col ci-1ciò bretone sono a questo punto sottilmente indagati) sarebbe sta- to prescelto e idoleggiato, perchè simbolo trasparente, anzi caso particolare profano, di qiteli'.(-!sore tltlln Mnrtr. a cui l'Kros platonico p manicheo persuade i « puri » dell'eresia : nell'uno e nel- ll'altro troviamo invero la stessa | IIIIIIIIMItlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllUIIIIIIIIIII brama dell'ineffabile, la stessa i avversione al matrimonio, come a ogni altra sistemazione religio■ sa o sociale, che plachi l'uomo e • lo concili con la vile realtà... E Hougcmont a seguire nei secoli lo sviluppo e le vicende del mito, la lotta delle due religioni, ila trionfante e la sotterranea, se■gretamente operante: «L'in- Ifluenza del romanzo bretone é at testata da centinaia di testi at traverso il XIII, XIV e XV se colo : essa copre la stessa zona I dell'influenza trovadorica. vale a jdire, l'Europa intera. I Minne, stinger in Germania sono nutriti jdi leggende catare... L'influenza del mito sul Romanzo, nel Sei- cento francese, può ridursi, ahimè, in una formula: la mistica si degrada in pura psicologia... soggetto del romanzo rimangono le icontrarierà» d'amore, ma l'ostacolo non è più la volontà di morte, così segreta e metafisica in Tristano»: dissacrazione pro- ! gressiva, o « prof anizzazione » de imito, che cresce nel Settecento [cinico e gaudente, e s'incarna nel | personaggio opposto di don Gio vanni, con le sue incarnazioni sto riche, Lauzun, Richelieu, Casa; nova, quando non sia addirittura Iil marchese di Sade, ila «questo ìrefoitlenient del mito attraverso 1 l'ironia universale prepara i più strani ritorni», cioè il romantici sino ottocentesco. Da Molière a Mozart, è la grande eclisse: ma, a partire da Rousseau, si riper!corre il cammino in senso inver so: «L'esaltazione, della morte volontaria, amorosa e diviniz zante, ecco il tema religioso più | profondo di quella nuova eresia albigese che fu il romanticismo tedesco... rivivono d'ogni parte, e si riannodano, gli elementi sparsi del mito, che Wagner solo oserà svelare nella sua interezza, per ricrearlo in una sintesi definitiva». Infine, attraverso la «volgarizzazione » del mito, noi ci avviciniamo all'attualità. «Quando i miti perdono il loro carattere esoterico e la loro funzione sacra, essi si risolvono in letteratura... Il «diritto alla passione» dei romantici diventa nel dopoguerra, la vaga ossessione del lusso e d'avventure esotiche, che i romanzi di un Dekobra bastano a soddisfare simbolicamente... Il tentativo di normalizzazione bor-ffhese Clelia passione fu il teatro gnese oeiia passione, ni il teatro da Dumas a Bataille. La famosa piece a trotti e semplicemente 1 a-dattamento del mito di Tristano alla misura di una società moder- miiiiMHMiin immilli riiMiulliimuiiim in mimimi na... Questa volontà di godere del mito senza pagarlo troppo caro, si manifesta in tutta ingenuità nel film sentimentale: esso esprime alla perfezione la sintesi di due desideri contraddittori ; desiderio che nulla s'accomodi e desiderio che tutto s'accomodi — desiderio romantico e desiderio borghese... essa non è senza, relazioni intime col mito, nello stadio estremo della sua decadenza». Ma il mito della passione, cacciato o quasi dal dominio sessuale, invade oggi ben altri campi: l«I suoi fantasmi affollano i domini più diversi: politica, lotta Idi classe, sentimento nazionale, : tutto diventa pretesto a «passione» e si esalta in «mistiche»... ». il! fenomeno è abbastanza impor'tante, perchè forse convenga dedicarvi un altro articolo. Filippo Burzio Terra Santa: Soldati inglesi di guardia alle porte di Naplusa. ■iiiiitiitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiititiiiifiiiiitiiittiifiiiiiiiiitiiiiiiiiittiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiitiaiiiiiiiiiiiiir ^ sag iiiiiiiiiiiiiimiriiiiiiimiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiimiii lstrdlabvmegncvtlctsvdo btrfiepKrdspeshv Gli ultimi modelli a una sfilata di indossatrici torinesi.

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