Come il piano d'accerchiamento s'allarga al mondo arabo

Come il piano d'accerchiamento s'allarga al mondo arabo Q IM ATELA Come il piano d'accerchiamento s'allarga al mondo arabo Una visita ad Ankara del ministro degli esteri egiziano. - Quali sarebbero gli impegni della Turchia. Tentativi per un accordo economico tra Cairo e Mosca ? Cairo, giugno Il Ministro degli Esteri egiziano, Abdel Pattah Yehia pascià, accompagnato dal Capo del Contenzioso dello Stato e da una larga schiera di funzionari, partirà il 15 giugno per Ankara. I rappresentanti della Romania e della Grecia gli hanno trasmesso gli inviti di visitare i rispettivi paesi e sembra che Yehia pascià, dopo la visita ad Ankara e forse non immediatamente, si recherà ad Atene e a Bucarest. Il Patto di Saadabad I giornali egiziani danno il massimo rilievo all'avvenimento, che viene considerato come il primo atto di politica estera dell'Egitto coi paesi indipendenti del Mediterraneo orientale, e affermano sin da oggi che le conversazioni di Ankara acquisteranno grande importanza nelle attuali circostanze internazionali. L'ufficioso « Baiagli » scrive che tra le questioni all'ordine del giorno figura un accordo che dovrà precisare i mezzi di difesa comune nel caso che le due Potenze ricorressero alla guerra contro terzi. L'« Ahram » afferma che sarà esaminata anche la possibilità dell'adesione dell'Egitto al Patto di Saadabad che lega, come è noto, Turchia Irak Iran e Afganistan e che fu opera precipua dell'ex-ministro degli Esteri Rustu Aras. Questi sempre insistette perchè l'Egitto aderisse a quel Patto, specie durante la sua |visita al Cairo nella primavera dello scorso anno. Ma l'Egitto, as- j sorbito dai compiti della costruzione militare ed economica nazionale e legato con un'alleanza ad una grande Potenza occidentale in forma oltremodo impegnativa, ha sempre declinato l'invito tur- co, affermando non potersi legare con nuovi impegni internazionali, | essendo abbastanza pesanti gli esistenti. Il « Mokattam » da parte sua passa in rassegna le relazioni tra Egitto e Turchia nell'ultimo quarto di secolo osservando che sino al 1914 l'Egitto versava mezzo milione di lire ottomane all'anno al Sultano di Costantinopoli il quale teneva un suo rappresentante, una specie di Alto Commissario, al Cairo. Se la Turchia non avesse soppresso il Califfato — continua il giornale — la saa posizione di influenza e di prestigio ih Egitto sarebbe superiore a quella di qualsiasi altra Potenza ancor oggi, poiché gli Egiziani sono gente di forte fede religiosa e perchè molti :di loro non riescono ancora a ca-1 pire il motivo che ha spinto i kemalisti alla abolizione del Califfato. Gli Egiziani han creduto che. con la sostituzione dell'alfabeto arabo con quello latino, con la sostituzione del fez o del turbante con il cappello e con le altre manifestazioni d'estrèmo nazionalismo, i Turchi intendessero staccarsi dall'oriente per legarsi definitivamente all'occidente e alla sua civiltà. E' seguito perciò un periodo d'incomprensione e talvolta di tensione nelle relazioni tra i due paesi. Ma già il Patto di Saadabad doveva mostrare che la Turchia intendeva rimanere | orientale e trarre vantaggi poli tici a contatto con l'oriente. La visita poi di Rustu Aras al Cairo valse a dissipare gli ultimi malin- j.esj | li « Mokattam » conclude affermando che la situazione mondiale in continua evoluzione presenta molti problemi che richiedono nuovi rimedi. Checché avvenga in futuro, è interesse dei Turchi e degli Egiziani conoscersi di nuovo nelle circostanze presenti. Una smentita relativa In vari ambienti si mette .in relazione l'attuale improvviso viaggio di Abdel Fattah Yehia pascià ad Ankara — che ufficialmente viene annunciato come restituzlo ne della visita di Rustu Aras al Cairo — con 11 patto anglo-turco, Il Presidente del Consiglio Mohamed Mahmud pascià ha già dichiarato che il patto anglo-turco non implica garanzie di difesa dell'Egitto, smentendo voci provenienti da Parigi e da Londra che alludevano, tra l'altro, ad un impegno turco di assistenza militare all'È gitto per la difesa del Canale di Suez, delle frontiere occidentali (con la Libia) e persino delle frontiere sudanesi. Chi parlò di centomila soldati turchi, chi di duecentocinquantamila che in caso di guerra verrebbero trasferiti in territorio egiziano attraverso la Siria e la Palestina. La smentita di Mahmud pascià (il quale in virtù dell'alleanza con l'Inghilterra era stato messo per tempo a conoscenza del patto anglo-turco) vale però sino un certo limite, in quanto è risaputo che l'accordo intervenuto tra Londra ed Anka ra è un accordo di principio che attende un'ulteriore elaborazione e precisazione di impegni speci fici. Tale elaborazione e precisa' zione, mentre per parte turca i subordinata ad un'intesa tra Tur chia e Francia e tra Inghilterra e Russia, per parte inglese è subordinata alle esigenze di quel « sistema imperiale » che dalla Valle del Nilo si estende a quella del l'Indo, attraverso i paesi arabi L'Inghilterra mira.a saldare que sto sistema a quell'altro tentati |V0 d; sj3tema detto balcanico, o, per essere più esatti, romeno-gre j co, La Turchia, in mezzo e in po sizione strategica chiave, dovrebbe fungere da cerniera. Per questo e per altro ancora la partecipazione turca al sistema d'accerchiamento si rivela preziosa, tale da giustificare i gravi sacrifici e le rinUncie che costa alla Francia | all'Inghilterra. La Francia in igno bile mercanteggiamento, spinta inesorabilmente dalla diplomazia britannica, ha venduto ai Turchi terre della Siria del Nord che nemmeno le appartenevano, ma che anzi, in forza del mandato avrebbe dovuto difendere a qua lunque costo. L'Inghilterra, oltre che dispensare fior di sterline, ha subito l'avvilimento di doversi in chinare, in atteggiamento umile di preghiera, davanti alle porte del Cremlino. E cosi doveva essere dal momento che, a parte le altre garanzie per la Romania e la Po Ionia, il funzionamento del patto anglo-turco è inesorabilmente con dizionato, per volontà di Ankara, :ana conclusione d'un patto anglosovietico. Contatti con la Russia 1 | Ecco perchè, come c'è chi scor ge dietro il viaggio di Yehia pascià la mano di Albione, cosi c'è chi scorge la stessa mano sotto l'attuale frenesia egiziana di ripristinare i rapporti commerciali con la Russia. E' noto che tra Egitto e Unione sovietica da mol to tempo non esistono relazioni diplomatiche, nè esiste un tratta to di commercio quantunque ci siano stati negli ultimi anni limitati scambi a tutto beneficio delle esportazioni russe. Da qualche mese però si conferma l'intenzione Governo del Cairo di incari care il suo Ambasciatore a Lon dra. Nasciat pascià, d intavolare | trattative con 1 Ambasciata sovie- MtcpqlFtici, per la conclusione d'un trattato di commercio che permetta l'esportazione di cotone egiziano in Russia. Ora si afferma che il Ministro degli Esteri, approfitterebbe della sua visita ad Ankara per avere uno scambio d'idee con quell'Ambasciatore russo. Tali voci hanno destato delle preoccupazioni in questo Egitto roccaforte dell'Islam e come tale avversario irreducibile delle idee bolsceviche. Si teme che l'impianto di un'agenzia commerciale sovietica al Cairo costituisca una pericolosa porta di [ introduzione di germi comunisti nella pacifica Valle del Nilo che non conosce finora problemi sociali, e dove diecimila milionari vivono alle spalle di quindici milioni di fellah indigenti. Ecco perchè il più diffuso giornale del mondo musulmano, IV Ahram », si è fatto in questi giorni appassionato portavoce di tal genere di preoccupazioni. « L'Egitto — scrive il giornale — ha avuto in passato possibilità di constatare che le relazioni commerciali non possono esser tenute lontane dalla propaganda politica quando si ha da fare con la Russia. Bisogna quindi procedere a passi di piombo. E' evidente che la questione rimane delicatissima e richiede massima circospezione. L'andamento delle trattative anglo-russe lascia prevedere che quelle russo-egiziane dureranno a lungo, anche se limitate, come s'intende di limitarle, ai soli rapporti commerciali tra i due paesi. Rimane sempre una grande distanza tra l'atteggiamento inglese e quello egiziano di fronte a Mosca ». E' cosi veramente, ma oggi bisogna tener conto dell'intensa azione che svolge l'Inghilterra per la politica d'accerchiamento a favore della sua pinguedine imperialista. E non sarebbe da stupirsi se l'Inghilterra esercitasse la sua influenza sul Governo del Cairo in ordine a nuovi rapporti con la Russia, oltreché con la Turchia. Londra, che vuole legare in un fascio d'amicizia Turchi e Arabi, per storia e per posizione geografica emuli ed avversari, vorrebbe ora far andare a braccetto Arabi e Russi ? Pensiamo che la maggioranza degli Inglesi sia contraria a questo ultimo raggip della ruota d'accerchiamento. L'imperialismo britannico ha tutto da temere dal contatto' dei paesi arabi col bolscevismo, non tanto per il pericolo di inquinamento comunista quanto per le eventuali conseguenze d'eccitazione dei nazionalismi del vicino oriente contro l'egemonia occidentale che, in questo settore, porta nome inglese. Antonio Lovato Le ferrovie italiane all'Esposizione di New York. iiiiiiniiiiiiiMiMiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiii