I pericoli della situazione internazionale in un discorso di Halifax ai Lords di Leo Rea

I pericoli della situazione internazionale in un discorso di Halifax ai Lords I pericoli della situazione internazionale in un discorso di Halifax ai Lords // ministro prende lo spunto dal discorso del Duce a Torino per esaminare ed affermare le possibilità di una sistemazione europea i r i e a Londra, 8 giugno La giornata politica di oggi, che si era aperta più che altro con una successione di recriminazioni dei liberali e dei laburisti, soprattutto dei primi, circa l'nsuccesso della decisione di inviare a Mosca il signor Strang, si è rivelata invece di una importanza fondamentale in questa successione di alti e bassi da cui l'attività diplomatica inglese sembra essere stata caratterizzata negli ultimi tempi. Nel pelago sovietico I duri e pericolosi scogli del pelago sovietico, avrebbero insomma indotto l'Inghilterra a riflettere assai più realisticamente sulla sostanza delle recenti controversie internazionali. Stiano o no pensando ancora seriamente allo accordo con Mosca, gli uomini politici di Londra tengono soprattutto a lasciarsi tutte le porte aperte. I nostri nonni, collezionisti di trilogie aristoteliche, direbbero che la politica inglese, dopo avere avuto in Monaco la tesi e nel primo entusiasmo accerchiatore l'antitesi, voglia oggi trovare la strada della sintesi. E' stata oggi pubblicata ai Comuni una risposta scritta data da Chamberlain ad un deputato laburista. Quest'ultimo si era rifatto ai rilievi della stampa tedesca circa l'assedio commerciale ed economico e il Primo Ministro ha riepilogato vari suoi discorsi in cui più volte aveva affermato e ripetuto come esulasse assolutamente dai propositi britannici quello di e intralciare lo sviluppo naturale del 'commercio ■ tedesco nell'Europa Centrale sud orientale. Chamberlain ha fatto quindi nella sua lettera un elenco delle date in cui egli aveva vantato profferte pacifiche e pacificatorie alla Germania: « Il 12 marzo dissi chiaramente che era ancora mia ferma volontà che i nostri due popoli non dovessero mai entrare in guerra l'uno contro l'altro e che l'Inghilterra non intendeva scatenare una gara economica o di armamento contro la Germania. Il 19 maggio ho detllllliiliiiiniii iiiiiiiiii-tiiiiiiiiim inumili |to che noi non potevamo rifiutarci di discutere un qualunque mezzo, attraverso il quale le ragionevoli aspirazioni di altre Nazioni potessero essere soddisfatte, anche se ciò avesse significato qualche modificazione all'esistente status quo, ma ho insistito che tale discussione potrebbe aver luogo soltanto in un'atmosfera di mutua fiducia». La risposta del Primo Ministro prosegue dicendo rincrescergli che in Germania siano state fatte dichiarazioni, ufficiali e non ufficiali, che non contribuiscono alla creazione di tale atmosfera. Successivamente, alla Camera dei Lordi, dove si teneva la discussione sulla politica estera, ha preso la parola il visconte Halifax. Il ministro degli Esteri ha pronunciato un discorso — con grandissimi applausi quale ha citato come « molto incoraggiante » una parte del discorso tenuto da Mussolini a Torino il 14 maggio. Il Visconte Halifax ha detto che tali parole costituiscono un caposaldo della probabile pacificazione europea. Il Visconte ha parlato per 48 minuti, riscuotendo di continuo le approvazioni della Camera, esprimendosi con precisione insolita per un uo accolto — nelil che tante. lo rende tanto più impor- ^ JSrSS^^^!^^J^rS^S hPif^ nw™ f«™« n«rnr^di bella e chiara forma o«ator»a. indie, questi, che senza dubbio .1 discorso odierno è frutto di un at-tenta e coscienziosa elaborazione.ni; arrorrli anpln-ìtalianì uu accorai angio-uauani Egli ha incominciato riprendendo l'argomento già toccato dal sottosegretario Butler e da Chamber- lain alla Camera dei Comuni circa«Nulla su ouesto tema vi è —ha dettola tura di Patti firmati Il visconte Halifax ha poi fatto cenno a quella serie di gravi incidenti che sta maturando in Estremo Oriente, asserendo che il Governo di Londra sta facendo del suo meglio per assicurare la protezione degli interessi dei sudditi britannici. Dopo aver detto di sperare in un prossimo completamento delle garanzie pendenti fra l'Inghilterra, la Polonia e la Turchia, il mini che vieti agli italiani o ai tedeschi di cedere il materiale da guerraal generale Franco ». Halifax ha aggiunto che si era perfettamente reso conto di que-sta situazione durante i negozia-ti con il Governo italiano. Perciò non vi è affatto argomento per recriminare nè per parlare di rot-stro deeli Esteri è passato a toc-siro aegn £.scen e passalo a iov care il problema delle conversa- zioni con la Russia. A proposito degli accordi con la Russia, il Ministro degli Esteri ha semplicemente detto che il Com-missario Molotof ha riconosciutoche nella sostanza le proposte bri- chieste sovietiche. D altra parue ilGoverno inglese deve tener conto dei desideri degli altri Paesi e nonpuò pensare che sia giusto dare garenzie a Nazioni che non ne vo-gliono, o fare un qualunque passoche possa compromettere in altreperò tutto questo fu tli^X^dal suo punto di vista il Governosovietico non può disinteressarsi zone relazioni con Paesi il cui de-siderio è di mantenere integra lapropria neutralità. Comunque sesuoi vicini, sperare chedell'indipendenza dei l'oratore ha detto di sia possibile trovare una formula per superare tali difficoltà e * le difficoltà che ancora possano sorgere ». Pedagogia politica Il visconte Halifax ha parlato dei pericoli di usare in questi gior1 ni un linguaggio troppo forte e di giungere a affrettate conclusioni: « Soprattutto dobbiamo comprendere l'estrema importanza dicapire il punto di vista degli altriPaesi e di far capire a loro il no-stro. La politica britannica seni-bra a noi onesta e semplice; manon è difficile immaginare quantodiversa essa possa apparire al po-polo tedesco ». Il Ministro degli Esteri sviluppando questo concetto ha detto che oggi nel Reich vi dev'essere gente che, di fronte alla politica britannica, è sorpresa non meno di quanto lo fosse il popolo inglese al momento delle misure contro gli ebrei dopo l'assassinio di Von Rath, e dopo la occupazione della CekoSlovacchia. Egli ha continuato riconoscendo come in Germania si possa pensare che il Reich non sarebbe riuscito mai ad attirare l'attenzione sulle proprie richieste, che al popolo tedesco sembrano ragionevoli e giuste, se non avesse avuto a disposizione la minaccia e forze capaci di sostenerla. Da questo stato d'animo a quello di pensare che la politica britannica consista nel soffocare qualsiasi | aspirazione tedesca, il passo è ; breve: , « Questo è il vero pericolo della situazione — ha proseguito lord Halifax — cioè che il popolo tedesco giunga alla conclusione che la Gran Bretagna abbia abbandonato qualunque desiderio di giungere ad un accordo con la Germania o che un qualsiasi tentativo del genere debba senz'altro venire scartato come inutile ». Il popolo inglese è disposto ad ersmizstddpesipbPdammettere molti errori fatti alla : ]«a» e dopo la fine della guerra; ! ;« è un diffuso desiderio di rad- raddrizzareqe dl imziare un'era ', Germania, , DopQ ^ ^ questQ Lord Halifax ha fatto un elenco dei meriti ( o dei minori demeriti i della politica britannica, citando per esempio i.cvacuazione delia Rena- nia, e ha detto quindi essere irrefutabile che avvenimenti succesabbiano disturbato lo svilup- sivi 'po dei rapporti amichevoli anglo-i ,.,.nrin la „„„ ahitndine era Bi-1» ri»i »urT ™Jin ™rl Problemi da risolvere u t di vista ledeSco » , j Halifax ha parlato quindi delle j, serie preoccupazioni sorte in In- ; ' ghilterra dall'occupazione della : | Boemia e Moravia, occupazione i jche fu interpretata come il primo jpasso verso la dominazione della Eurppa con la forza. « Di conseguenza, ha detto il ^!n!^°ril!Si- E?ten' quasl prS" occupandosi di spiegare e quasi diLscusare la politica di accerchia-]mento, è capitato che vi è stata una immediata" ed istintiva chiu-.sura di file da parte di quelle Po- tenze che intendevano far fronte a quello che appariva come un grande pericolo potenziale». Riferendosi alla Francia e ai di- scorsi tenuti da Daladier il Vi- 1 sconte Halifax ha detto che anche frnnreqe ner natura tni ' Popòlo^incese. Perna^ L?ant! com^ qV brlta,lnlc°. era< ! disposto a risolvere le divergenze j [ attraverso discussioni e attraver- : 30 un compromesso. Quindi ha : ,Proseguito: < « Se è vero che nessun paese, , ne di una fQrza 8Uperìoref nessu. ^ degij impegni da noi assunti sarà mai messo in azione. La stra- > da è ora aperta a soluzioni dalle ] iouali tutti possono trarre vantag-l , gi, e potranno rapidamente usci-! re dall'atmosfera di dubbio, di in-, 1 certezza e paura in cui sono oralE' stato di no-< , ^JtJW.xSA^^B :e applausi dai banchi dell'alto con- sesso — il fatto che Mussolini, a., .... . . tevol| incoraggiamento _ ha deti' o i Torino, il 14 maggio, ha detto nel Suo discorso che non vi sono quo-! stioni che giustificano una guerra che diventerebbe universale. , rlifverl^rave^ò6 nègozi^T°ha proseguito Halifax, ci deve essere 'buona volontà da una parte e dal-, l'altra e disposizione da entrambe1 la parti a fare delle concessioni al punto di vista altrui. Si dovrà ; cioè « ricevere » ma anche « da 1 re »: e di più ci dev'essere la convinzione da una parte e dall'altra che la parola data sarà mantenuta. E' troppo sperare che in que- !sto ventesimo secolo dell'Era cri stiana sia possibile per i popoli ! europei e per i loro capi giungere i a tali condizioni ed eliminare Iti parola « aggressione » dal vocabo ,lario europeo? ». I Subito dopo il Ministro degli | esteri ha detto che si può trarre ragioni di conforto dal disastro, successo gli scorsi giornL»del sommergibile britannico, giacché fra i primi telegrammi di condoglianza mandati al nostro Sovrano vi sono anche quelli del Cancelliere tedesco e di Mussolini. La Camera jdei Pari ha lungamente applau- ìdito a queste parole e Halifax ha jproseguito dicendo che potrebbe !essere facile pensare che si tratti ;soltanto di formalità e di cortesia ;internazionale, ma può anzi molto ipiù essere una illustrazione delle1buone disposizioni di due grand; Popoli, illustrazione che supera le divergenze politiche del momento e che tende a raggiungere una" base comune di umanità. Il Lebensraum economico « Nulla sarebbe più tragico — ha continuato Lord Halifax — che se, per colpa di incomprensioni, che si possono evitare, noi si dovesse abbandonare la speranza di una collaborazione genuina che : .< Lungi dal volere creare imba- ' ! razzi e polemiche alla Germania,! noi ingfei sappiamo benissimo! cne una Germania veramente prò- 'scera ^"bbe vantaselo a tut-una. L'uiiauura.£iuue genuina tue possa offrire il maggior contributo a tutta la storia della pace di Europa». Tornando alla polemica circa II significato di accerchiamento, lord ;Halifax ha detto: |tà l'Europa ed il nostrefunico de- siderio è di dare il nostro peso per raggiungere una sistemazio-ne pacifica. E' finito il tempo inin fa H oli ù naumni europeenpuoenedssera dUtrltta^pwun'azione unilaterale, ma, a parteche l'indipendenza delle nazioni sia riconosciuta, il governo di SuaMaestà e non soltanto propenso, ma molto desideroso di esplorare i l'intero problema del Lebensraum— — 1uennam*, ma per tutte le altrelnaziom' europee». dei dubbi se una conferenza in se stessa offrisse alcun rimedio, ma non ha avuto alcuna esitazione nel dire che se mai apparissero jmenti atti ad una sistemazione, ad ;una « vera » sistemazione, il gover :no britannico convocherebbe tale i conferenza e sarebbe disposto a jdare largo contributo per giunge- re ad un risultato'positivo. Qua lunque richiesta tedesca potrebbe esser fatta ad una tavola conferen- ziale, e la Gran Bretagna è solL ' deslderosa cli vedLp chp lp ]1?"10 uesioerosa ai veaere cne le richieste siano risolte sulla base .cli l|na pace duratura, «Se, egli ha aggiunto, giunge remo in acque più calme, il gover no non si fa illusioni circa la necessità di proporre dei piani posi tivi per il futuro. Ognuno suppone — anche se si comprenderà che ul '«'tori atti di aggressioni incontrerebbero resistenza — che sa- < l'Europa giunga ad una sistema- j z;one per evitare che i popoli siano divisi in gruppi ostili o rimanga : no in una specie di malcomodo e quilibrio, impoverendosi sotto il , peso degli armamenti e del usta- te di giungere ad un punto nel quale le divergenze internazionali > possano divenire oggetto di calmi ] negoziati ». l Imnraccìnnì favnrovnlì ! U"I»™»MUHI Ictvurevuu , Lord Halifax è stato attenta- lmente seguito. Il suo discorso ha < provocato in questi circoli politici, diplomatici e giornalistici vivissi- mi ™enti' Ess° è considerato come la P«ma apertura e la pn.nia parola di realismo e di buon ele- senso dal marzo in poi ! Alcuni dei Pari, dopo il discor so di Halifax, hanno appoggiato , caicrosamente le idee espresse dal fortore; lord Ponsonby ha .amen 'tato che vl sla stata deUa 'ncoe, lenza fra le aspirazioni del gover1 no, quali sono contenute nel di scorso di Halifax ed i metodi a ; doUati. Un altro Pari, lord Elton, 1 ha deplorato il modo col quale parte della stampa continua ad infiammare l'opinione pubblica britannica con acidi riferimenti agli Stati totalitari, mentre si fa un dovere di relegare nelle pagine secondarie notizie che. potrebbero portare alla conciliazione. Persino il Daibj Telegraph di | domattina, dopo avere fatto un pistolotto a uso interno e in salvataggio della propria tesi, pistolotto nel quale polemizza contro ia parola « accerchiamento », non creduto di dedicare l'articolo più Importante ad un argomento così importante come è il discorso di Halifax — alla citazione ed inter; prefazione data dal Ministro degli ; esteri al discorso tenuto da Musi solini a Torino 1 può fare a meno di dedicare metà ; del suo secondo editoriale — que-isto giornale, naturalmente, non ha: Lord Halifax, dichiarando che I ti la strada è aperta per nuove so-! luzioni, di cui tutti possono bene- ! ficiare », ha detto di èssere stato: incoraggiato a fare questa after-1 mazione in base ad un brano del discorso tenuto da Mussolini oTorino, il 14 maggio. Evidente-Imente il Ministro degli Esteri 3i>riferiva a quella frase in cui il • Duce aveva detto non esservi at-j tualmente in Europa questioni di j ' ! !^, muvl ■ ««* l nmniP77a prl nrlltpyya ria p-in | amPlezza ea acutezza da giù I "tificare una guerra. L organo dei conservatori, sovietofilo, conclude » commento invitando le potenze; ; dell Asse a. definire più precisa- | mente le loro richieste, le loro ri- tannico a Parigi sir Eric Phipps. i A Londra si nota il modo sensajzionale con cui il diplomatico ha i lasciato la capitale francese. Og- F ° vendicaziom. ,Le cronache segnalano questi movimenti: domattina presto giun-1 a Londra l'ambasciatore bri- j Ifl,^orreva il genetliaco ufficialeijdel Re d'Inghilterra e l'ambascia-' tore intratteneva a pranzo i per-,;sonaggi principali della colonia ; britannica in Francia. Ad un wtB egH ha abbandonato il : .™ Lir, »h j ^TT!! ■ dentemente l'urgenza del nenia- . '■•"neiue uuna alcune «oru. r.vi- jdentemente l'urgenza del richia- a Londra porta non soltanto,a pensar» che egli debba discute-]re dei negoziati con la Russia —.argomento su cui nel pomeriggio!1 l'ambasciatore si era intrattenuto j lungamente a colloquio con Dala-! dier — ma forse, esso va messo!in relazione col discorso di Hall-1 fax e ad una nuova attività diplomatica delineatasi negli ultimissimi giorni. Leo Rea 1 La poderosa torretta della corazzata « Littorio » che è stata ricostruita al oentro del campo della Marina ai Parloll dove saranno ospitati novemila marinai. E. Suner con la signora in Vaticano. (Telefoti