I Campioni del mondo a Budapest di fronte ai tradizionali avversari magiari

I Campioni del mondo a Budapest di fronte ai tradizionali avversari magiari La tappa più difficile del "giro,, degli Azzurri nei Balcani I Campioni del mondo a Budapest di fronte ai tradizionali avversari magiari Budapest, 7 giugno. La prova di Belgrado appartiene al passato. Il modo in cui essa è stata superata dai rappresentatiti dei nostri colori è noto. Scesi in campo con l'intensione di seguire, ove possibile, la via consuetudinaria, quello, della tecnica, la via, cioè, in cui una netta superiorità li divide dagli avversari, dovettero presto accorgersi che della cosa non era il caso di parlare. Lo stato del terreno e i sistemi di giuoco dell'avversario rappresentavano condizioni proibitive a ogni attività basata sullo- precisione, sul lavoro a palla a terra, sull'abilità strettamente tecnica in genere. Cambiarono allora metro, prendendo a giocare come ai tempi primitivi e intercalando qua e là qualche cosa di tecnico a scopo di tentativi e di diversivi. In queste condizioni di bel giuoco da parte loro non se ne vide: fu L'incontro in sè, non l'attività dei nostri, a. essere vuoto di tecnica, privo di contenuto, caparbiamente ostile al bel giuoco. Sotto questo punto di vista, la purtita di Belgrado non può quindi essere presa come base di considerazioni per quella che la segue in ordine cronologico nel viàggio nei Balcani. Il riferimento fra. le due gare riguarda quasi esclusivamente il fatto che la, squadra è fatta di gente che non ha paura — gente di tempra fascista. — e la circostanza che parecchi fra i giuocatorì sono usciti malconci dalla prova. Tutti coloro che dovevano muoversi nelle vicinanze del centro mediano jugoslavo, un uomo che sulla palla è nullo ma che pare esser lì per picchiare nelle gambe degli avversari — ne sa qualche còsa l'inglese Laivton che dopo qualche poco aìiottò la politica del non intervento e /asciò fare — furono azzoppati. E fra i feriti della giornata vi è anche qualche gìliocàtore che non ha giuocato. Cose su cui è opportuno non drammàtizzare; cose che succedono quando non si fa vita sedentaria, quando si esce di casa a vivere pericolosamente. Fortunatamente tre giorni di cure e di riposo /tanno permesso di sunure molte delle ferite materiali. L'ordine fisico è stato ristabilito in squadra. All'infuori del caso di Piota, si trattava di contusioni e di.traumi che non interessavano nò le articolazioni, nè il sistema muscolare: questo per Meazza, Rava, Perazzolo, Andreolo, Colaussi, e altri. Per Piola, invece, è la vecchia lesione muscolare all'inguine, una distensione che sull'irregolare terreno di Belgrado si è riacutizzata. Se complicazioni dell'ultima ora non interverranno, Z'« ««dici » italiano dovrebbe allinearsi nell'identica formazione presentata contro la Jugoslavia, e cioè: Olivieri; Foni e Bava; Depetrini, Andreolo e Locatelli; Biavati, Perazzolo, Piola, Meazza e Colaussi. La formazione magiara è stata annunciata come la seguente: Szabo; Koranyi, Biro; Lazur, Turai/, Balog; Kincses, Cséh, Zsengeller, Sarosi, Gyetvay. Non è però escluso che a cambiamenti si proceda, anche all'ultima ora. Il commissario tecnico ungherese Dieta non si pronuncia in modo chiaro al riguardo, particolarmente per quanto concerne la formazione della prima linea, per la quale egli tiene a disposizione i ghiocatòri Polgar, Kiszely e Vincze. Una sorpresa potrebbe esserci, a questo proposito, riservata all'ultimo momento. Il portiere di riserva è Sznklai. Arbitro dell'incontro sarà l'inglese Thompson, che ha- diretto recentemente la finale della Coppa d'Inghilterra. Egli è arrivalo ieri sera. I due quardialinee saranno ungheresi e cioè Rubin e Mayorszky. La gara avrà inizio alle ore 17 e avrà per teatro il campo del Ferenevaros. Sul campo stesso si sono recati stamane alle 11 gli azzurri. Il lavoro svolto è stato di breve durata: meno di una ventina di minuti in tutto e esclusivamente corsa, marcia ed esercizi fisici. Quanto era necessario per sciogliere la muscolatura e per collaudare i feriti. Le risultanze del collaudo sono già state menzionate. Sul medesimo campo avevano compiuto consimile lavoro i ghiocatòri della squadra ungherese la sera prima. L'incontro Ungheria-Italia rappresenta, sotto il punto di vista delle difficoltà tecniche, il piatto forte del viaggio della nostra nazionale nei Èàlcani. Gli «azzurri» 10 sanno. Esso verrà, almeno dovrebbe venire, disputato sotto il segno della correttezza se non addirittura sotto quello dell'amicizia, che l'atmosfera trovata dagli « azzurri » è delle più cordiali che si possano immaginare a Budapest. Cerio si sarà lontani, ben lontani, dalle infuocate condizioni della gara di domenica scorsa. 11 che non toqlie però nulla alla difficoltà /eolica del compito. Dei 17 incontri che finora hanno avuto luogo fra le squadre rappresentative d'Italia e d'Ungheria, nessuno mai si è presentato come cosa facile per gli azzurri. Nemmeno nei rari casi in cui la vittoria ha arriso ai colori nostri sotto forma di largo punteggio. Per una specie di tradizione, maqiari e italiani sfoderano il loro màssimo impegno al momento in cui si trovano schierati gli unì contro gli altri. Si tratta, fra l'altro, delle due squadre finaliste del campionato del mondo dello scorso mese di giugno a Parigi. Mentre nella formazione nostra, due cambiamenti soli e uno spostamento sono da registrare nei confronti dell'umiditi» che disputò la memorabile prova e riportò l'indimenticabile successo, la squadra magiara presenterà domani sempre che lo schieramento definitivo sia quello annunciato — sei cambiamenti e due spostamenti. . „ , , . , . Delle condizioni fisiche dei giuocatorì nostri sì è detto diffusamente. Le condizioni morali — quelle condizioni che tanto contano nelle battaglie rappresentative dello sport — sono quelle che si possono ormai definire come « tradizionali » per gli « azzurri ». Cambiano gli uomini, sotto la bandiera della squadra nazionale italiana, cambiano le facce e qualche volta le capacità o per lo meno le caratteristiche dei giuocatori. Ma l'animo, il cuore, la volontà, la fermezza, le doti morali sono sempre quelle. L'atteggiamento pensieroso di Foni alla vigilia di una fatica internazionale è lo stesso che aveva una volta Rosetta; l'aria corrucciata di Rava è quella di Caligarli; la spcnsicrat-zza sbarazzina sotto cui Andreolo e Perazzolo cercano di nascondere la concentrazione dei pensieri è la medesima che mostravano Orsi e Cesarmi; e Locatelli è taciturno in queste ore come il Bcrfolini di anni fa. Cambiario gli uomini, ma il cuore è sempre quello. Volontà dì ben fare, decisione di sfoderare ogni risorsa, risolutezza, amore alla bandiera, disciplinato spirito dì sacrifìcio. Queste forze « tradizionali » porteranno domani ancora una volta i ragazzi nostri — vincitori o perdenti, questa è altra cosa — a difendere con onore i colori d'Italia. Vittorio Pozzo »"'" n '"<• ululili iiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiii limili 11 ■ ii ■■ mi ii in ■■ in m iiiii LE SQUADRE IN CAMPO ! ITALIA Olivieri Foni • Rava Depetrini - Andreolo - Locateli! Biavati • Perazzolo - Piola - Meazza - Colaussi Kincseg | Gyetvay - Sarosi - Zsengeller -- Cseh | Balog - Turay - Lazar i Biro - Koranyi | i Szabo 1 | UNGHERIA | Arbitro: l'inglese Thompson. TiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiininiiHiiiiiiliiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiì