Netta superiorità e vittoria di Batiali

Netta superiorità e vittoria di Batiali Il XXX OIRO DEL PIEMONTE, Netta superiorità e vittoria di Bartali Dopo una fuga di quasi 200 chilometri provocata da Mollo, la lotta si scatena sulle colline torinesi e si decide col sopravvento di forza del fiorentino, che prende lo spunto da un'offensiva della rivelazione Coppi Un incidente attarda nel finale Bizzi - La salda difesa di Del Concia te azioni di Gino Bartall, leggermente scese o per meglio dire poste su un piano di concorrenza con quelle di un altro grande avversario, dopo il Giro d'Italia, nella borsa delle corse a tappe, sono salite ieri a maggior quotazione in quella delle corse in linea con una vittoria che txessuno, credo, si permetterà di ombrare dì dubbi e di riserve tanto è stata chiara pur attraverso le sorprendenti fasi della gara e le fortunose vicende di alcuni uomini di primo rango. Di ciò dobbiamo essere tutti lieti perchè sarebbe stato preoccupante che uno degli atleti ai quali certamente sarà affidalo, fra tre mesi, il compito di difendere i nostri colori net campionato del mondo fosse rimasto sott0 la delusione di uno smacco che avesse menomato il sìio morale e gli avesse distolto anche parte di quelle simpatie e di quell'ammirazione che il suo valore, la sua serietà e la sua bontà si meritano. E, per non andare tanto lontano, io ne sono oltremodo lieto percìiè, ripeto, sono certo che questo Giro del Piemonte l'ha vinto veramente il migliore. Lo ha vinto, lo riconosco, smentendo la previsione che avevo fatto alla vigilia, contraria alla vittoria per distacco di un uomo capace di piegare di forza tutti gli avversari nell'ultima parte del percorso. Bartali, infatti, ha preceduto il secondo arrivato di V 41", dopo aver sbaragliato i più tenaci rivali sulla salita della Rezza, l'ultima della giornata. Cercando le ragioni di questa smentita, mi pare di trovarle, anzitutto, nella sorpresa che ci ha fatto questa capricciosa primavera, sino a ventiquattro ore prima ancor turbolenta, piovosa, fresca e ieri improvvisamente assolata e bruciante. Questo repentino cambiamento ha giocato ben brutti scherzi a parecchi, ha messo a nudo le conseguenze di fatiche recenti, ha rivelato deficienze di forma, ha fatto lavorare le delicate macchine umane in condizioni tutt'a)fatto diverse da quelle in cui avevano curato ia loro preparazione e ha calcato le differenze di classe. Solo così si possono spiegare le improvvise indisposizioni, come quella di Valetti, e i numerosi crampi alle gambe, come quelli che han tolto di mezzo Cinelli. L'influenza di questo fattore inatteso e imprevedibile si è fatta maggiormente sentire per la piega che la corsa ha preso sin dall'inizio e che ha messo alla frusta i concorrenti per quasi tutti i 270 chilometri portandoli agli ultimi trenta in condizioni tùtt'aitro che ideali di freschezza. Una decina di chilometri dopo il « via » dato dal Federale Gazzotti fu, infatti, Mollo che provocò una fuga che doveva durare cinque ore e mezzo, cioè fino ad Asti. Allo scatto del moncalierese ri- sposero subito Canavesi, Mara- belli, Cazzulani e Ricco, e pocodopo, anche Generati, Introzzi, Tommasoni e Valle. A Chivasso dunque (km. 18), nove uomini avevano posto il primo tema digara, al quale, però, non si dava eccessiva importanza perchè sipensava che, prima o poi, i }avo-riti avrebbero fatto lavorare i Io- ro uomini per parare il colpo de-gli audaci fuggitivi. Quando Ro-gora, staccatosi dal gruppo, ebbe.sostituito Ricco, qià sfinito dai 40 all'ora che si battevano all'a- vanguardia, il nostro compito si limitò per un bel pezzo a control- lare le variazioni del distacco, tutte a danno degli inseguitori che non riuscivano a trovare lo accordo necessario per Jronieg- giare l'impeto della pattuglia di testa. A Biella (km. 67) Afo//o vinse il traguardo, segnando un vantaggio dì 45" su Valle, staccato poco prima, di 2' 55" sul gruppo e dì 4' 27" su Vicini che, dopo aver forato a Salussola, inseguiva con Maserati e Tosi. La prima salita, quella di Pettinengo, vide impegnatissimi Mollo e Canavesi, che provocarono il distacco di Rogora, attenayliato da crampi, e di Cazzulani. In cima i sei precedevano Cazzulani di 35", Rogora di 2' 50" e il gruppo tirato da Valetti di 3' 25". Scesi a valle, si risai! verso Mosso Santa Maria, e anche questa seconda salita, la più dura della giornata, segnò la prevalenza di Mollo e Canavesi, che, seguiti da Marabetli, Tommasoni, Introzzi e Generati, avevano un vantaggio di V 15" su Cazzulani, e di 3' 50" su trenta uomini, tra ii quali tutti i migliori, meno Vi\cini, che seguiva a i' 15". | Nella discesa su Strona Simo; nini ruppe una ruota, la cambiò le ruppe anche la seconda; allora 'si ritirò. Vicini riprese con Ma serati il grosso e Cazzulani si ri'portò nel gruppetto di testa, che \risnltava, così, composto di sette uomini, i quali a Cossato, in pia,no, avevano portato il loro i an\ faggio a 4' 50". t Come vedete, non c'era ombra di reazione adeguata tra gli in seguitoti, la cui situazione si an dava sempre più aggravando. -Ve ice ne fu nel tratto di piavo ila Cossato a Vercelli, di oltre qua ! ninfa chilometri, tanto che a que. sta ultima città il distacco era 'salito a 6' 30". Informati della pericolosa progressione del ritardo, gli inseguitori, e più specialmente i grigio-rossi, i verde-rossi e i grigio-bui, si misero di maggior impegno alia caccia e allora ia situazione cominciò a capovolgersi: a Casate (km. 166) li distacco era naotto a 5'. Il colpo di grazia au'uuaace tentativo di fuga fu dato dallo smemurameiiio ueiia pattuglia dei suoi autori: motto, preso da crampi, aocelte fermarsi e rifilarsi poco dopo essere stato raggiunto suini salita di Ozzano, dove Introzzi era rimasto staccato. I cinque superstiti, ai piedi della salita di Moncalvo, difendevano ancora 3' 58" di vantaggio, ridotti a 2' 50" in cima. Questo dislivello, non solo dava la sensazione sicura di come sarebbe andata a finire la fuga, ma anche la prima chiara prova delle possibilità e delle intenzioni di Bartali. Questi, forzando, rimase solo con Vinelli, Leoni e Del Cancia, lasciando a 20" Valetti. Bizzi, Grippa, servadei, De Stefunis, Coicur, Fanciulli e Coppi. Si iniziava, così, il duello fra Bartali e i grigio-rossi, net quale dovevano poi intervenire anche Del Cancia, Leoni, Coppi e Servaaei. Quest'intimo, in discesa, andò da soto a raggiungere il quartetio di Bartali e allora assistemmo a dieci minili! di lotta a coltello fra questi due nuclei separati da non più di 150 metri, e al primo gran cotpo di scena. Caletti, che non si era voluto distaccare da Bizzi e che si prodigava per lui ail'inseyiiiinb.ao rfpsaCdsDIccominciò a dare segni di difficol-'^tà, a ritirarsi in coda, inattivo. A un tratto lo si vide portarsi una mano al ventre, p,egarsi in due, interrotti pere la pedatata, fermarsi. Non poteva più resistere a improvvisi dolori viscerali, certamente provocatigli da bevande fredde. La maglia rosa dovette abbandonare. Proprio mentre il compagno accusava l'indisposizione, Bizzi si buttò a testa bassa in mi balzo violento, in una lunga volata e andò a prendere il gruppetto ìli Bartali. Quest'azione portò gli inseguitori in vista dei cinque fuggitivi, che già andavano calando il tono della loro marcia. Essi furono finalmente raggiunti nella cinconvallazione di Asti (km. 208). Poi ricomparvero anche Vicini (che aveva dovuto cambiare una ruota) e Cottur. Subentrò un periodo di relativa palma, precursore della lotta che doveva scatenarsi sulle salite d' Moriondo e della Rezza, arbitre 'della giornata. Infatti i diciotto uomini andarono insieme e senza forzine sino alla breve salita di Custelnuovo, dove saltò fuori una maglia gialla, quella di Coppi, che in un attimo si staccò dalle lccsaltre di una cinquantina di mctrU Il gesto dello sconosciuto giova-\.ne sembrò lì per lì uno scherzo innocuo: invece, doveva essere il seme della vittoria di Bartali. E nessuno mi toglie dalla mente, che il ragazzo abbia appunto agito per conto del fiorentino, che lo prese come punto d'appoggio e a tempo scattò per andarlo a prendere. Infatti, lo raggiunse sulla salita di Moriondo, se lo trascinò dietro sino in cima, dove i due precedevano Bizzi e Del Canci-a di 15", Vicini, Cinelli. Crippa, Tommasoni, Cazzulani e De Stefania di 25"; questi ultimi in discesa furono presi da Cottur, Leoni, Rimoldi, Scredei, Vignolì, poi, più oltre, da Favai/i. Marabelli, Moro, Canavesi. Intanto, più avanti, Bizzi era riuscito, con Del Cancia, a mandare a vuoto il tentativo di Bar- zgtali-C'oppi, unendosi ad essi prima j del bìvio per la Rezza. Quando vedemmo che il gruppo di Vici-1 ni e Cinelli andava perdendo ter-l reno e sì trovava ormai tagliato fuori dalla lotta per la vittoria, ci portammo sui quattro primi, non senza aver prima assistito a un altro clamoroso ritiro, quello ri Cinelli, anch'egli immobilizzato da crampi ad entrambe le coscio Il vincitore, dunque, doveva uscire dal quartetto Bartali-Bizzi Del Cancia-Coppi. Il campione d'Italia passò un brutto momento quando dovette rallentare per noie di catena. Bartali partì subito a fondo, ma il tricolore inseguì prontamente ed energicamente e, per questa volta, si salvò. La decisione venne da La Rezza. I quatto fecero insieme i quattro quinti della salita; ma all'ulti ino chilometro Bartali attaccò rabbiosamente, con uno di quei suoi scatti stroncanti ai quali è ben difficile rispondere. Bizzi, facendo appello a tutte le sue ultime risorse, reagì e potè tenere la ruota dell'avversario; ma que.it' capì che, insistendo, l'avrebbe spuntata. E insistè a scattare ancora. Bizzi provò a resistere, ma dopo poche pedalate, rinunciò e si limitò a tener duro per limitare, con Del Cancia, il distacco. Questo, in cima alla salita, era di 33"; mentre Coppi passarn 45" dopo. Non era ancora la decisione. Mancavano venti ch>lometr>. cui sei di discesa e quattordici di pianura. Avrebbe potuto Bartali resistere alla controffensiva del duo Bizzi-Del Concia? Mi ero avpena nosta questa dommid'i clic ^ Bizzi mettere le mani alla ca tena. fermando la pedalata, mentre Del Concia rallentava ver attenderlo. Ma Bizzi non riusciva ti rimediare all'inconveniente e. allora, si fermò. Nervosamente si accinse a riputile al banale guasto, la catena fu ribelle ai suoi tentativi e ciò fece perdere la calma al livornese, aia provato dalla fatica. Egli, alla fine, afferrò la bicicletta lanciandola net fosso e mandando moccoli al cielo. Fu aiutato dai sopruggiùnti meccanici a riparare te sarebbe stato semplicissimo pur che egt avesse consermito la calma.'>■ ma di nuovo mandò il suo cavallo a... brucare l'erba. Quando filialmente, si calmò e rimontò in sella, Bizzi aveva perduto la posta e non potè che unirsi al gruppo che lo seguiva. Bartali, Del Cancia e Coppi nrocedettero, così, ognuno per loro conto e non vi stupirete se il primo sia andato aumentando il suo vantaggio e abbia vinto da gran signore, acclamatissimo al Velodromo torinese. E' mia impressione che, anche senza l'incidente. Bizzi non avrebbe più raggiunto. neppure con l'aiuto di Del Cancia. il lun- ciatissimo Bartali, Comunque, aucsti ha donato, nei momenti più aspri della tolta, tutti i suoi avversari in modo più clic chiaro. Non mi è consentito dallo spazio dilungarmi in altre considerazione del Giro del Piemonte, e la voglio spendere per quel sorprendente Coppi, affermatosi in un finale di corsa che ha messo sulle ginocchia uomini temprati i rinomati. Il campioncino di Santamaria è di Novi Ligure: to ha scovato e allevato Cavatina, sui cui occhi senza luce ho visto ieri spuntare lacrime di gioia per la affermazione del suo ra'/uzzzo. Ha 19 anni questa unica rivelazioni di gara; ma una parola la immatura età rivela nella scarsa muscolatura che. però, riveste linee armoniche e svelte, ben impostate in macchina e azionate in già corretto stile. E' troppo presto per dire sin dove può di rivare questo Coppi. Ma è già molto poter unir alla consacruzio- n« di un grande campione Vaffermazione di un giovane, per poter concludere che questa corsa— ottimamente organizzata — ha ottenuto pieno successo sportivo. Giuseppe Ambrosini LL'ordine d'arrivo 1. BARTALI CINO, alle )6.18'45". km. 269,300 in 7.48'45". medili km. 34, 561; 2. Del canoia Cesare, u l'4l' R12Mt% ft^W 5. liizzi Olimpio; 6. Gamilani Giovane IB8. Col tur Glor- tiu; o. umili salvator..; 10. \U- 3 35 ; il. Moro iz.o gma (S.o degli imi.); if7. Vicini Mario iluno; 9. Trippa molili Piero In 7.53' drilli ind.); 12. Ronca (3.0 degli inil.);|ffcJFfS&J?'ì'S^J&i ^*£SH£ ft^ESto.,' lì. ^l».nV,lenI;a%: FMalavaM; 20. Canavem; 21. Tomnsoni ' 7.58'Sl"; 22. Fanciulli, 8.3'35"; 23. !Cardini; 24 Spaila 8.4'45"; 25. Ha- r;"' . t r j .... Ciacca del Trofeo dell'Impero gTI Ciro del Piemonte. <nme noto, Iora la terza prova del Trofeo dell'Ini-|!l?roR^;VV7^,Te.rTotVnPÌMtt ninno altre due prove, il Trofeo Mo- llini ed il r.iro delln Lombardia. ! r>vo la' clapsifica dopo la prova di Ieri: 1. Hnrtall 2. Vicini 3. Del Canoia 3. Bini 5. Serva/lei 6. Vignoli 7. Tomaponi B. Trippa. 9. FavBllI lo. Hest«FanIi ore 24.2°'08" » 24.33'23" » 24.41'36" > 24.44'lo" > 24.44-40" » 24.46'07" » 24.5«-30" > 25.07'46" > 25.08*55" > 25.10'25" Bartall, sulla salita della Rezza, ha staccato Blzzi, Del Cancia ed il sorprendente Coppi e fila vittorioso verso il traguardo. valetti, in preda a violenti dolori viscerali, poco prima del ritiro. LA STAMPA Fuggono nove corridori I fuggiti vi ridai, ti a otto, hanno 2'55"di vantagg. 1° M0II0 Su altri 5. Vantag.i'BS" Vantaggio dei fuggitivi: 4'50" Vantaggio de. fuggitivi-6'30" Vantaggio dei fuggitivi : 5' Primo attacco di Bartali a Bizzi / fuggitivi sono ripresi Fuga Bartali L7 Attacco e fuga ài Bartalt 220 230 250 260 J69.3