Napoli senza "pezzi di colore,,

Napoli senza "pezzi di colore,, Napoli senza "pezzi di colore,, I Si, la napoli di sempre, col suo sole e le sue ciarle, ma anche la napoli ( I mussoliniana, delle fabbriche di aeroplani e di siluri, delle raffinerie e I 1 dei cantieri, che cresce col passo prepotente del suo ritmo demografico j NAPOLI, maggio. Come si cammina bene sul basalto azzurro di Napoli. I napoletani non saprebbero privarsi di questa loro pietra — il basolo — che forma gran parte delle strade, dei vicoli, delle piazze. D'estate, quando il sole fa perno, la città vi specchia dentro i suoi monumenti. Quelle lastre conservano il colore storico di Napoli e continuano materialmente il suo piano classico; son le medesime, della stessa forma, di Pompei, di Ercolano, delle repubbliche di Magna Grecia di Roma Il vero napoletano è quello che' può dire: «Io sono nato tra fe pietre di Napoli», con un elegante\traslato dialettale in cui la parola',« pietra » sta a significare anche la casa, oltre il selciato, il marciapiede, il corso o il chiassolo ove egli per la sua invincibile natura passeggia e vive. La strada, com'è risaputo, è la vera vita della città. Il napoletano « nasce tra le pietre» come un filo d'erba. Anche tanto tempo fa... E' ancora buone il vecchio metodo d'ascoltare per le vie cosa dice e fa la gente per capirne gli umori, scoprirne i sensi complessi, coglierne le mutevoli pitture. Il napoletano parla poco in casa e molto in pubblico; egli cerca la coralità lo sfogo dialettico. Le arti drammatiche son nate da queste parti: il monologo, il dialogo sono generi di prima necessità. V'è persino nella lingua napoletana un intraducibile verbo sbariare, per indicare quel pensamento solitu rio, quel parlar col cervello tra sé che è qualcosa di più del cogito e'meno del riflettere. Il napoletano'« sbarea», o svaria, volentieri. An-\che Giambattista Vico « sburia-| vai» sulla storia. \Certo: andarsene per le vie di, Napoli è la prima delle indagini che si possano condurre sul cui ut tere e lo stato d'animo di questo popolo facile ad ascoltarsi, difficile da capirsi, con le sue nascoste ironie, le aperte invettive, quel suo moversi « lentamente affrettandosi » che gli fa spendere il tempo in un modo complicato e misterioso da sembrare, a te forastiero, che faccia poco tiulìa, mentre lui ha lavorato per tre. Roberto Paribetii, in non so più \quale dei suoi discorsi, rammentai un perìodo della storia napoletana', all'alba dell'Impero di Romu,\quando Ottaviano Augusto, ch'era [mediocrissimo uomo di mare, in'angustie per il blocco messogli, dalle flotte di Sesto Pompeo, ehia-\ mò Vipsanio Agrippa dalle Gullic'. e gli ordinò di allestire un'armata|da rompere l'assedio navale dei srepubblicani. Quel grande romano] venne a Napoli, ch'era socia e al- i — , , à l o a e' ealma napoletana che stesse tranfe <|H«to il Signor Ammiraglia: tutto e\s<*rebbe stato fatto, e in tempo: ',* Don Vipsà. lasciatevi servire... e leata, inabilitò popolo e milizie edette priìicipio all'immane lavorod'unire i due laghi flegrei, l'Aver-no e il Lucrino, per formare ilPorto Giulio. Una volta al riparoiniziò la costruzione deliu flotta.Carpentieri e calafati napoletanifecero miracoli; dalle loro muniuscirono gli incrociatori da battaglia muniti di rostri e ulte torri, che vinsero poi a Messina e ad Azio. Piacque felicemente, al Paribeni, di immaginare che alle sollecitazioni di Marco Agrippa quei capomastri dovessero rispondere con l'amabile ferma magnificaanche di pili. Passeggiando tra la gente si può ascoltare il rimbalzo di queste attività novelle. Chi commenta l'architettura del rione Curila e chi il movimento del Porto che volge alla sua funzione metropolitana di grande base della flotta. Si raccontano V un V altro' i particolari minutissimi delle recenti manovre e parate navali. Gli osti e i « pizzaioli » hanno appreso dai discorsi dei marinai come si dirige un sommergibile, come funziona una torre blindata di incrociatore, che significa una conversione di HO gradi o la rotta in linea di fila. La barchetta di Santa Lucia, caia ai cunzonetturi, è diventata una torpediniera. I napoletani d'oggi si interessano assai pia dei si/linsfi'c'ie dei pescatori di polpi. Riacqui'stano il senso e la partecipa:ione \alla grande vita collettiva della | Nazione, la seguono con prodi gio \sa chiarezza e il loro intuito na- , turale. Tramonto di Piedigrotta Chi oserebbe, adesso, venire a Napoli per fare dei « pezzi di colore » o per apprezzare le grazie rugose delle nuore canzonettei Se i poeti non cambiano metro /ma sarà poi possibile?) con Pitdigrotta è finita. Nessuno ci perde. Chi, avviandosi per V autostrada che mena u Castellammare e a Sorrento, prima ancora che di\nunzi a quei luoghi di grazia ce- i leste non apre l'animo allo spet ', tacolo potente della città indu\striale, agglomerato poderoso di [scali, cantieri, gasogeni. solide 'geometrie di stabilimenti della , chimica della metallurgia, dellu\ meccanica? '. E' bene chiarire a questo punto |che anche questo carattere indù- striale.'Napoli l'ebbe da quand'era ] capitale del Reame. Il prototipo della città canora è per lo meno \parziale. Mia nonna ch'era legitti-i] mista e moglie d'un operaio dello\M]Arsenale cantava spesso alcuni{< bruttissimi versi pieni di buon: senso coniati non so da chi per laicìinauguruzione della prima ferro-.I via italiana da Napoli a Caserta, d\nel 1836. d'A strada 'e fierro a Napule iE' 'na gran cummedità... , fLa buona vecchia s'intendeva di\cincudini, di martelli e di calafa- taggio. Una favola della mia in-isfanzia fu il tante volte ripentoLracconto del varo della pe », piccola pirofregata Franceschiello. cosas, faccia a Napoli, oggi, dure, delle statistiche piuttosto che ver-]Penelo-, Idi -RejeéAllo straniero che mi chiedesse'IHo, i silurifici, gli stabilimenti per l'estrazione dello zucchero, le ve-1Irene, i cantieri navali, prima an-\cara che le rovine di Pompei e le' | dizioni della vita, l'energia elet¬ trica illuminante è salita a 64 »iiiioni di chilowattore. Napoli produce per 1 miliardo e mezzo dei due di cui è capace l'Italia nella, industria delle conserve alimelitari; un milione e mezzo di quintali di paste alimentari e ne' Esporla per la metà dell'intera produzione italiana, manda all'e-\ stero circa 3 milioni di paia di\ guanti detenendo oltre il 90r/r del-\ la produzione ed esportazione na-\ zionale, ed il 1~>% dell'industria della cristalleria. Le « grandi famiglie » ilifu, come ho accennato, il « riforno » di Napoli volge alle sue antiche glorie di costruttrice di navi e, adesso, di aeroplani e congegni per la guerra o la pace. Non cercate sull'arco del golfo soltanto le « lampare » dei pescatori, ma bene anche i furi fiammeggianti degli altiforni. L'Uva a Bagnoli, l'Ansaldo a Pozzuoli, il Silurificio a Baia, gli stabilimenti chimici della Montecatini sotto Nisida, le aviorimesse, le vetrerie, ,le fabbriche di cemento amianto \aiamniU e a Barra. E dentro ter Mussolini nell'aprile scorso. Infine h cantieri della « Navalmeccanica » \cile riassumono quattro organismi [napoletani gloriosi nella storia , ' \ \ \ \ della tecnica e dell'architettura navale: le officine della Miani e Silvestri, i cantieri Pattison, per la riparazione dei sommergibili e delle aeromobili, i bacini e scafi napoletani e, infine, il R. Cantiere di Castellammare rilevato dal Ministero della Marina che ha dato i vascelli borbonici per tanti aspetti rappresentativi della marineria italiana prima dell' Unità e, ancora ne dura la fama, il vecchio « Duilio ». E' un confortante prospetto quanto inedito panorama, ma pensate che i napoletani crescono in ragione di 100.000 persone ogni tre anni. Vuol dire che la città alimenta il suo potenziate di lavoro, quindi di ricchezza, in proporzioni da far meditare. Tante braccia in più. tante possibilità in più. A patio che il campo d'applicazione si allarghi parallelamente. Se analizzale la composizione di questo popolo ri troverete di faccia a sorprendenti scoperte; prima di lutto un primato: quello delle «grandi famiglie ». Mentre altrove solo 0 famiglie ogni cento coniano 7 o S persone, a Napoli 23 famiglie ogni cento uguagliano o superano queste cifre. Che vuol dire: a parità di paga un operaio napoletano ha da mantenere una famiglia doppia. Gran merito demografico che ha pesato, certo, largamente nella ridistribuzione dell'industria che Mussolini ha posto in utto a beneficio dei napoletani. Essi lo sunno e ne serbano inattaccabile gratitudine a Lui. E' da considerare poi. nel quadro delle prospettive future di Napoli la necessità di aumentare l'indice della popolazione attiva, che è il più basso d'Italia, 3.',,8 per cento di fronte alla media del 50 delle Provincie settentrionali. « Popolazione attiva » significa che v'è scarso impiego delle donne e moltissimi bambini. Ma non tutto è sanabile d'acchito. Vi sarà la iniziativa naturale eccitata da questo primo impulso. I napoletani mettono un loro particolare orgoglio u fare da sè. Si prepara la Mostra d'Oltremare per il l'J!,0. avvenimento di straordinaria importanza che collimerà con la prima tappa della crescenza di Napoli nuova. Intorno a questo lavoro, il popolo concentra la sua attenzione; ne parla, lo commenta, ci tira magari i numeri del lotto, mentre che senza parere, «facendo le cose serie ridendo» lo va realizzando e un bel giorno bello e compiuto, dirà, con la sua calma sorridente: « Beh, passiamo appresso », Giovanni Artieri iimimiimiiimiiiiiiiiiiiiiiiiimimiiiiimiiimiiimii i | ] , , Napol avoro: la zona della Triennale d'oltremare. iosterie di Posillipo. Ultimamente \Mussolini ha assegnato alla Pro{vincia la fabbrica e la messa in :opera d'un cantiere aeronautico iche occuperà settemila operai, un .Istituto dei motori, un complesso di scuole per operai specialisti. Gli darei appuntamento, allo stranie- irò, per mostrargli tutto questo già , falto e con clie rapidità. Son si- \curo cìie „e verrebbe via meno di vertito e pjit ser„,mente interesisato; avrebbe scoperto una Napoli LM0«a da parlarne a casa sua, ca, della citta steso m cifre e nude]notizie statistiche, che abbraccia , Iiace fabbricare buoni spaghetti je ottime corazzate. D'altronde non é forse questo il disegno del Ducei 'IIo sotto gli occhi un consuntivo zione della ghisa da 110 496 a 1217.000 tonnellate, aumentata di\un terzo quella dell'acciaio, e, in-'dice assoluto delle migliorate con-