I danni del maltempo

I danni del maltempo I danni del maltempo Fino a quando? In una precedente nota, del giorno 8 maggio, si disse che nulla c'era di inconsueto in quel periodo di tempo piovoso e fresco perdurante dà una ventina di giorni circa e che il maggio non è normalmente tutto bello e caldo come noi lo vorremmo. Oggi però alla chiusura del mese il giudizio è ben diverso, perchè esso è decorso, salvo qualche brevissimo intervallo, senza sole e con piogge copiose, frequenti e insistenti. Il maggio del 1939 va dunque a schierarsi accanto a quelli più piovosi, del 1905 e del 1917. In questo ultimo anno le piogge furono anzi tali da provocare una piena eccezionale del Po; ma bisogna notare che esse si produssero straordinariamente abbondanti solo negli ultimi giorni, specie dal 28 al 31, mentre nel maggio attuale sono state distribuite durante tutto il mese quasi senza remissione. Eccezionale dunque il maggio 1939, non solo per l'abbondanza delle precipitazioni, ma anche pel numero dei giorni piovosi. Naturalmente la terra non poteva scaldarsi e le temperature dovevano resta-e ovunque inferiori alle normali. uà. configurazione isobarica, la quale ha determinato su buona parte dell'Europa condizioni meteoriche così deplorevoli, è poco diversa da quella già riassunta nella nota precedente riferentesi ai primi giorni del mese. Le alte pressioni dell'anticiclone atlantico spaziavano allora tra l'oceano a nord-ovest delle Isole britanniche e la zona artica, poi si sono spostate verso la Finlandia e il Mar di Norvegia, per tornare in seguito sulle coste occidentali del continente, quando un po' più a nord, verso la Gran Bretagna, quan.lo un po' più a sud, verso la Penisola Iberica. In ogni momento insomma lontane da noi. sicché le depressioni oceaniche hanno potuto da padrone invadere grande parte dell'Europa da nord a sud. In alcuni giorni esse ne occupavano tutta la zona mediana dalla Norvegia alle coste Africane; in altri si allargavano su quasi l'intero bacino Mediterraneo; molto spesso poi la superficie di separazione tra le masse di aria provenienti dall'Atlantico medio e quelle provenienti dalla regione subtropicale, vale a dire il fronte della depressione, attraversava la nostra penisola. Furono quelli i gioì ni peggiori, perchè è proprio il fronte che apporta la nuvolaglia più densa e le precipitazioni più abbondanti. Quando verrà il bel tempo stabile, caldo, luminoso, estivo, al quale tutti aneliamo? e chi lo sa? I credenti nell'influenza della Luna sul tempo le sono tanti!) ritenevano per certo che colla nuova lunazione, il giorno 19, questo sarebbe cambiato definitivamente volgendo al bello. Fallimento! Allora prorogarono il fausto, quanto Infondato, presagio al futuro primo quarto (il giorno 26). Altro fallimento! E' da supporsi che una nuova proroga sia stata concessa all'astro delle notti, nella speranza che una buona volta si decida a regalarci quel sereno e quel caldo, cui abbiamo incontestabilmente diritto. Bisogna però ripetere ancora una volta che la Luna non ha alcuna influenza sulle vicende del tempo. Questa credenza antichissima — ne troviamo cenno anche nelle Georgiche di Virgilio — e diffusissima non ha seria base, nè scientifica, nè empirica. Non scientifica, che il nostro satellite non potrebbe agire sui grandi movimenti atmosferici se non colla sua forza d'attrazione, cioè con effetto di marea. Quando il valore della marea lunare atmosferica non era noto, si poteva anche supporre che lo spostamento periodico della Luna a nord e a sud dell'equatore riuscisse a trascinare seco uno spostamento delle aree di alta pressione, a spostare 11 limite degli alisei e per questa via a provocare — non colle fasi, s'intende, ma con questo suo oscillare in declinazione •— radicali cambiamenti del tempo su larghe zone. Siffatte ricerche, che risalgono a quasi mezzo secolo fa, non hanno dato risultati conclusivi. Oggi ci spieghiamo l'insuccesso conoscendo, in seguito alle recenti indagini eseguite a Potsdam, il valore della marea atmosferica : al massimo la variazione di pressione arriva ad un cinquantesimo di mm.! E' troppo poco per poter ammettere un qualche effetto sullo spostamento dei centri d'azione atmosferici, i quali regolano il tempo. Ed anche ammesso, l'effetto non sarebbe collegabile al cambiamento di fase, come in generale si ritiene. Ma non c'è neppure una accettabile giustificazione empirica del pregiudizio popolare; che, se ci fosse, potremmo accoglierlo In attesa di trovarne la spiegazione scientifica. La letteratura sull'argomento è assai vasta; che anche scienziati di fama — citeremo tra gli altri il nostro Schiaparelli — non hanno sdegnato di ricercare le eventuali correlazioni tra le fasi lunari, la pioggia, 1 temporali, il vento, giungendo a risultati contraddittori. Se un qualche legame c'è, non potrebbe, se mai, saltar fuori, come lo stesso Schiaparelli concluse, che dall'esame seriamente condotto su un numero grandissimo di osservazioni in molti e lontani luoghi del globo, per eliminare casuali fattori estranei, i quali Possono alterare in un senso o nelaltro le conclusioni. Questa ricerca ancora non si è fatta; nè le predenti cognizioni che possediamo jincoragglano a tentarla. 1 T. Alippì Rossoni nel Forlivese nelle zone più colpite Fori), 30 maggio. Le persistenti piogge hanno determinato gravissime inondazioni con franamenti nelle vallate del Ronco, del Rabbi e del Montone e nella pianura forlivese. L'ingrossamento progressivo dei tre fiumi ha causato il crollo di molte abitazioni vicino agii argini. Le zone più colpite sono quelle di Viilanova di Forlì, Bagnolo, Ospedaletto, Barisano, Coria.no. Nel resto della provincia venivano segnalati franamenti e inondazioni con crollo di case coloniche a Modigliana, San Piero in Bagno, Sarsina, Santa Sofia, Dovadola, Premilcuore, Fiumana di Predappio, Rocca S. Casciano e lungo la via Ravegnana. Le autorità locali si recavano fra le popolazioni colpite dirigendo le operazioni di salvataggio delle cose e delle persone, condotte con ammirevole abnegazione dai vigili del fuoco di Forlì e da numerosi gruppi di fascisti. Le autorità provvedevano anche al ricovero delle famiglie rimaste senza tetto e al rifornimento di viveri e di vestiario. Verso mezzogiorno giungeva a Forlì il Ministro dell'agricoltura, S. E. Rossoni, il quale accompagnato dalle autorità provinciali si recava a Fiumana di Predappio ove era avvenuto il crollo di una casa e lo straripamento del Rabbi. Successivamente il Ministro visitava altre zone colpite, e ripartiva dopo essersi vivamente interessato alla situazione agricola in relazione ai danni causati dal nubifragio. Nel pomeriggio l'opera di salvataggio e di assistenza -è stata intensificata con l'ausilio di zatteroni e di barche. Le popolazioni colpite hanno conservato una ammirevole disciplina. Tutte le strade di comunicazione con la Toscana sono ostruite da numerose frane. Nel modenese il persistere delle piogge e dell'avversa stagione, che da oltre un mese affligge le campagne, ha determinato in alcune zone degli allagamenti di notevole entità, provocando danni rilevanti specie alle campagne. Nelle località Barchetta, Ponte Alto, Magreta e S. Anna le case coloniche hanno dovuto essere evacuate. In varii punti più pericolosi si trovano anche gli ingegneri degli uffici tecnici. Alle quattro di notte i vigili hanno provveduto a salvare i componenti la famiglia colonica di Adolfo Casarelli. Da Ferrara si segnala che perdurando il maltempo, i fiumi della zona sono in piena. Nell'Argentano hanno provocato allagamenti. Le acque del Po sono pure in aumento; il Reno, che divide la nostra provincia da quella di Bologna, ha superato oggi il livello di guardia. Piov edappertutto. Anche a Cesena il maltempo imperversa sulle colline e sui monti. Nella vallata del Savio il l'urne omonimo in piena ha paurosamente allagato le adiacenze, recando danni e mettendo in pericolo varie famiglie. Specialmente nella zona dell'Ippodromo si sono avuti danni. Soon stati organizzati soccorsi per gli abitanti in pericolo. Impressionante è lo spettacolo che presenta il fiume Savio. Sul Ponte Vecchio è un ininterrotto accorrere di cittadini che assistono al passaggio vorticoso di tronchi d'albero e di varii oggetti trasportati dalla corrente. La piena ha superato 1 tre metri dal livello normale. Frane e rottura (ti argini nel Bolognese Bologna, 30 maggio. La località Ponte della Lepre, nel comune di Sasso Marconi, è stata in questi giorni di pioggia continua danneggiata da frane. Una di queste di rilevante importanza per le conseguenze che può arrecare al traffico della strada comunale, ha colpito una zona fiancheggiante il torrente Olivetta. Una parte della strada è già stata invasa dalle acque e non è più praticabile. Anche il Reno, come tutti 1 fiumi e torrenti della nostra provincia, è ingrossato a causa del maltempo. Nella notte, in territorio di Anzola dell'Emilia, due torrenti hanno rotto gli argini invadendo una vasta zona. Gli abitanti sono riusciti a mettere al sicuro il bestiame provvedendo in pari tempo a riparare in altre abitazioni viciniori. In alcuni punti il livello delle acque ha raggiunto i tre metri. Altri straripamenti si sono verificati oggi nel territorio fra I comuni di Molinella e Medicina, in seguito alla rottura degli argini del fiume Savenella. La campagna è stata allagata per una superficie di 1200 ettari, e la piena ha raggiunto il territorio di Coniacchio. A Castelbolognese il maltempo, durato per oltre quarantotto ore, ha provocato la piena del fiume Senio con impressionanti straripamenti. La corrente vorticosa ha trasformato in lago un considerevole territorio rigogliosissimo di grano e foraggi, e cioè la zona di 15 chilometri di estensione, delimitata fra il monte di Castello e la località Molino dei Maschi. Le autorità avevano preso le misure per scongiurare disgrazie, provvedendo a far sgombrare parecchie abitazioni rurali. Nel podere di Chiusa di Sotto il nostro Podestà, facendo uso di una barca e coadiuvato da carabinieri e da pompieri di Imola, ha operato in drammatiche circostanze il salvataggio della coIona Domenica Marri Patuelli, che non era riuscita a mettersi al sicuro tempestivamente. In località Maschi, per un trat¬ to di duecento metri, l'acqua si è riversata sulla via Emilia, per cui il traffico si svolge con qualche difficoltà tra Faenza e Castelbolognese. L'ultima rottura degli aigini si è avuta in tre punti, pres so Biancanigo, verso le ore 12, e il podere Colombarina è stato trasformato in un immenso bacino. Verso le 16 la pioggia ha cessato di cadere ed in serata la piena è lievemente diminuita. A memoria d'uomo non si ricorda qui una innondazione più grave. Nel faentino il maltempo ha cagionato gravi danni in tutta la nostra zona. Nella parte alta si sono verificate frane un po' dappertutto. Modigliana è bloccata per l'interruzione di tutte le sue strade. Una casa è crollata e altre cinque minacciano di rovinare. A Faenza i sobborghi più vasti sono completamente allagati. Vastissime zone della pianura, tra Faenza e Forlì, sono completamente sommerse. Tra Faenza e Castelbolognese la innondazione ha raggiunto la via Emilia, sommergendola in qualche breve tratto. Anche la linea ferroviaria Faenza-Firenze è stata interrotta in due punti da frane.