L'INCREMENTO delle terre irrigue

L'INCREMENTO delle terre irrigue L'INCREMENTO delle terre irrigue Quasi il 10 per cento della superficie agraria totale: 700 mila ettari in più dal 1930 al 1938 Nelle mie dichiarazioni al Senato, in sede di discussione del bilancio del Ministero dei LL. PP., mi sono soffermato sull'aumento delle estensioni agrarie irrigate e sulla interdipendenza che sussiste in molti casi fra sfruttamento industriale e irrigazione, il tutto regolato dallo Stato, che disciplinando la materia, convoglia tutte le forze a fini di utilità generale; Mi sembra d'un certo inte resse aggiungere, a quanto ebbi a dire in quella sede, alcuni dati di studio ricavati dal Servizio Idrografico del Ministero dei La vori Pubblici, che documentano lo sforzo che il Regime fa per dare alla terra, attraverso l'irrigazione, una maggiore possibilità di sfruttamento. / primi dati Dal 1925, il Servizio Idrografico iniziò una periodica raccolta dei dati relativi alle irrigazioni del nostro suolo, frutto di una diligente inchiesta condotta dagli Uffici Idrografici regionali, esposta in un volume che ci fornisce una dettagliata elencazione delle irrigazioni in atto nel nostro Paese e una interessante visione d'insieme. Esaurita l'edizione del 1925 nel 1930 venne pubblicata, sempre dal predetto Servizio Idrografico, una seconda edizione aggiornata, della situazione irrigua italiana. Fu possibile così una valutazione d'insieme delle estensioni irrigate in quell'epoca, con particolare distribuzione delle aree nelle diverse regioni. Tale valu tazione deve considerarsi ap prossimata, non tanto per le in certezze e lacune inevitabili in indagini del genere, specialmen te a causa delle numerosissime piccole irrigazioni che non sono controllabili, quanto perchè il termine « area irrigata » non presenta un significato ben de finito nel linguaggio comune e nemmeno in quello tecnico; al contrario sta a rappresentare per regioni diverse e talvolta per località poco distanti fra loro, situazioni affatto differenti.' Compaiono infatti sotto la generica denominazione di « aree irrigate » tanto le marcite e le risaie della pianura padana, frutto di secolare sistemazione irrigua del suolo, quanto talune zone, specialmente frequenti nell' Italia centro-meridionale, ove l'irrigazione è praticata talvolta anche solo per soccorso, su terreni a coltura promiscua. E pertanto i numeri di seguito riportati'per le aree irrigate delle varie regioni e dell'intero territorio, sono stati ottenuti raggruppando elementi necessariamente non sempre omogenei Essi debbono essere unicamente accolti nell'ordine di grandezza rispettivo, come indice di una si tuazione che mentre non è su scettibile di una definizione esclusivamente numerica è invece da considerarsi in continuo è rapido incremento e miglioramento. Dal 6 al 9,5 per cento La estensione approssimata delle aree irrigate alla fine dell'anno 1930, ammontava a un milione e 440 mila ettari, pari a poco più del 6%, della super fide agraria totale del nostro Paese. Di essi ben 1 milione e 27 mila ettari, ricadevano nel bacino padano (26% della superficie agraria) e 140 mila ettari nelle Venezie (5,2% della superficie agraria), costituiti prevalentemente da prati, risaie, marcite e seminativi. Nella Romagna le zone irrigate compnendevano 12 mila ettari e nelle Marche 8 mila (rispettivamente 1,6 e 0,7% della superficie agraria), dovuti qui, in massima parte, alla coltivazione di prati e seminativi. La Liguria presentava una superficie irrigata complessiva di 12 mila ettari, pari al 5,5% della superficie agraria, mentre nella Toscana, Umbria-Lazio, Campania, Abruzzo-Molise e Puglie le percentuali delle zone irrigate discendevano a valori assai più bassi (1,4% in Toscana con 18 mila ettari; 1,7% nell'UmbriaLazio con 30 mila ettari; 2,7% in Campania con 35 mila ettari; l,3r/r in Abruzzo-Molise con 14 mila ettari e 0,3%; in Puglia con 5 mila ettari). Le colture irrigue più diffuse in tali regioni erano da ritenersi il prato, gli orti e i seminativi, con l'aggiunta del vigneto per l'Abruzzo-Molise e le Puglie. Una più alta percentuale di terreni irrigati si riscontrava invece in Calabria e in Lucania, ove, nonostante le avverse condizioni locali, la coltura di estese zone vallive a seminativo, orti ed agrumeti interessava un totale di 59 mila ettari, (3,7% della superficie agraria). Anche la Sicilia, con i suoi ben noti agrumeti, irrigava una superficie di 74 mila ettari, pan al 3,3%, della superficie agraria totale. Infine nella Sardegna, risultavano irrigati soltanto 6 mila ettari, con una percentuale di apper. 0,3 %, della superficie agra.ia. Dal 1930 ad oggi, special- mente negli ultimi anni, lo sviluppo delle utilizzazioni idrauliche va notevolmente aumentando favorito dalle leggi del Regime che hanno suscitato, in funzione delle necessità autarchiche, nuovi e fecondi orientamenti nel campo agrario. Le ultime cifre Il Servizio Idrografico nel 1938, ha effettuato una ulteriore indagine per assodare il nuovo stato di fatto in materia irrigua e le possibilità in linea di massima di nuove irrigazioni in tutta Italia. I risultati di que-'sta indagine hanno condotto a Iconclusioni che appaiono del più [grande interesse. Per quanto riguarda le irri-.gazioni nel 1938 e risultato che|esse interessano due milioni e.25 mila ettari, pari al 9,5% del-'la totale superficie agraria, elregistrano un aumento di circa '700 mila ettari sulla situazione |dellanno 1930. Le regioni che Upresentano gli aumenti più sen-!sibili sono il Veneto, ove attuai- menteleimgaaomanmonteaoa 350 mila ettari (13%, della;superficie agraria , e il bacino padano con un totale di 1 mi-1hone e 260 mila ettari, pari al 32% della superficie agraria. In Romagna e nelle Marche,mlfÀWilrtH: sente i 25 ed i 14 mila ettari; nella Liguria i 15 mila, mentre ina4i^iraesraiundi sbalzo di sopra dei 18 mila irrigati nel 1930, raggiungendo così una percentuale del 5 %, della superficie agraria. Anche nell'Uni KSf«^nn-SfwXTn ',,1 irrirrQ7inrii nonrin ciinirn liti n - irrigazioni hanno subito un ul teriore notevole sviluppo raddoppiando pressoché i valori precedentemente censiti (50 S™ip rÌTÌf I^T^flX mente, pari al 2,8 e 5,6%, delle Ire pTccoìflariST^Cnno bettole Iree taSJdelle 1--lgTOflaJeé1t! presentato rimanenti regioni (20 « tari nell'Abruzzo-Molise, 5 milain Puglia, 55 mila in Calabria e Lucania, 87 mila in Sicilia e 10 mila in Sardegna). NuOVÌ programmi A questi valori si debbono ag- giungere quelli dovuti alle nu-merose iniziative in corso di at- tuazione che interessano un complesso di ben 325 mila et-tari di terreno che quanto pri- • a beneficiare del-ma verranno l'irrigazione. Di essi 52 mila ri cadono nel Veneto, 33 mila nel bacino padano, 184 mila nella Romagna e più precisamente nella provincia di Ferrara in conseguenza delle grandiose derivazioni dal Po, 28 mila in Campania prevalentemente con la regolazione e sistemazione dei medi e bassi bacini del Garigliano e del Sele, 14 mila in Si-ciiia con ìa costruzione deiia diga Dissueri sul Gela che con- sentirà l'irrigazione di soccorsodell'ampia vallata sottostante mille nel bacino del Tevere, 7mila nell'Agro Pontino con l'utl- lizzazione delle copiose sorgenti di Ninfa dell'Ammm ?Ì 9 rniió in T irnV^P mill» «ollp i2l!»7ES«'«7« oniìt Marcne e neua loacana e 6 naia nelle Puglie, mediante lo sfrut-tamento di risorse idriche locali di limitata importanza. L'insieme delle nuove possibilità studiate dal Servizio Idrografico, che comprendono anche le iniziative in corso di attuazione sopra specificate, interessa una superficie di altri 2 mi- lioni di ettari, e presenta quindi la possibilità di raddoppiare le aree irrigue italiane. In particolare, nell'Italia settentrionale, e più propriamente nella pianura padana e nelle Venezie, gli schemi per le ulteriori utilizzazioni prevedono la estensione della pratica irrigua a circa altri 750 mila ettari. Questi nuovi sfruttamenti sono dovuti, in gran parte, alle opere di regolazione dei grandi laghi subalpini, fra le quali sono già in fase esecutiva quelle del Lago Maggiore e quelle relative alla sistemazione dell'Adige-Garda- Tartaro-Canalbianco, mentre la regolazione del Lago di Como si inizierà nell'autunno corrente, Anche nella Romagna è pre- visto un grandioso sviluppo del]e irrigazioni di ben 350 mila ettari, realizzabile, per la massima parte sempre con derivalione di acque sollevate meccanicamente dal Po. Nen-ital.ia peninsulare e insuU , nuove utilizzazioni irri gono in buona te subor. |mate „ reg6iazione delle riaorse idriche locali a mezzo di bti artificiali che spesso n utilizzati anche per la pr0|uzione di energia elettrica, K L-interessante indagine del g izj0 Idrografico ha5 portato conoscenza che un larghissimo margine resta ancora per le posMfik di sfruttamenti irrigui. Risultano disponibili in totale, -le? tfis-n.taivoita oneroso, di numerosi invasi artificiali, per una capacità complessiva di circa 4 miliardi di metri cubi, ben 1400 metri cubi al secondo, durante il periodo estivò. Questa straordinaria rie- ™ . .... chezza annua inutilizzata, con gli sviluppi del piano autarchi co, di cui un recente finanzia - Ciardo concesso al SottSsegretariato per la Bo.fi Ir,te|rale dà g& una nuo- va pro$a dell'indfrizzo deciso tóteJ^.!™ un con" creto rapido- sviluppo. Come ebbi a dire al Senato, la funzione che aoyraintende al la distribuzione dell acqua da i irrigare e quanto mai delicata, 'ma sempre più ì contrastanti ui te™331 finiscono per armonizzarsi nella comprensione degli interessi superiori, Le imprescindibili necessità della politica autarchica, guida ta con fermezza dallo Stato Fadeista, hanno dato una nuova decisiva spinta agli sfruttamenti industriali e irrigui dell'acqua che nel nostro Paese è abbondante ma va regolata, non solo nei suoi deflussi, ma anche nella sua proficua distribuzione. Giuseppe Cobolli Gigli Ministro dei Lavori Pubblici , I Agitazioni antlbritanniohe a Caifa. L'assembramento che precede un corteo di protesta

Persone citate: Ciardo, Giuseppe Cobolli