L'umiliazione di Londra davanti al Cremlino di Giuseppe Piazza

L'umiliazione di Londra davanti al Cremlino L'umiliazione di Londra davanti al Cremlino La risposta di Mosca è stata consegnata, ma non se ne è ancora reso pubblico il contenuto giglcoli fidiprBerlino, 29 maggio. | Si esaurisce ormai ora per ora, minuto per minuto, come con le ultime gocce di una preziosa es-1 senza che non si vorrebbe lasciar I sciupare, questa pace pentecosta- le durata quarantotto ore di fila, j che è la più lunga dell anno, e che msospende, come per un miracolo ; tad'incantesimo, la ressa affannosa ; ledella politica e degli affari. I quar-1 latieri del Governo sono ancora Im- promersi in una quiete maestosa, i bequasi trasognata, un tantino enig- : ^malica e inquietante perche piena |undi interrogativi pel passante non ignaro della gravità dell'ora, ma pur sempre illudente. Ahimè, dietro le grandi invetriate e i cancelli chiusi, il dèmone della politica dorme con un occhio solo e riaprirà fra qualche ora violente- é,dml'Itivatedemente le porte. A Berlino, però, I qugli uffici sono rimasti davvero de- j faserti. Il Fiihrer è a Berchtesgaden, bee tutti i capi e sottocapi hanno Ilpassato la festa dello Spirito di-!sosceso sugli Apostoli, fuori della Capitale, se non con spensierata almeno con tranquilla coscienza. Che dirà la Russia? cososi■ mbla| pNon cosi, probabilmente — os- inservava stamane un giornale — llaa Londra, dove in una circostanza ivcome ,'odierna i capoccioni sono fepregati di non allontanarsi troppo !tedalla Capitale e di tenersi a portata di mano per tutti i casi; e nelle stanze del Downing Street, al contrario della Wilhelmstrasse, vi è fior di gente che vigila e aspetta, ci son « uomini ai pezzi >, è laper dirla pittorescamente secondo dla recente espressione dell'ineffa- ! ubile lord dell'Ammiragliato nelle nsue non dimenticabili disposizioni. ualle navi di guardia sul Tamigi, i cAllora fu nei riguardi di non si | psa quale enigmatico nemico >; soggi, invece, la veglia nelle segre-Ilate stanze del Foreign Office è peri tun ben determinato, ma non meno'oenigmatico « amico x. Si aspetta, ! per dirla in breve; di ora in ora la trisposta da Mosca, promessa per ImPentecoste. Quelli del Cremlino, | qcome si sa, delle feste religiose sejrne infischiano. A Londra si è in j lansia. Nella grande Londra dei Disraeli, dei Gladstone e dei Chamberlain — dell'antico, si capisce — si ascolta il battito del proprio cuore, in attesa di una risposta nientemeno che da uno Stalin. Verrà? Non verrà? Quando verrà? Che dirà? Il giornale cui sopra accenna- lnmlpddssvamo è la National Zeituny, uno |adi quelli che, non più e non meno j cdel resto di tutta la stampa te-! sdesca e nazional-socialista, ebbe | rsempre molto rispetto per l'Inghil-1 pterra, come d'altronde (non in vGermania soltanto, ma in Germa- ; mnia specialmente) l'ebbe tutta lai cgenerazione del dopoguerra che|Goggi è al timone del Reich e anche la rivoluzione l'ha fatto col sincero proposito di non spingere mai più la nave tedesca a cozzare con quella bVitannica. Il trattato navale del 1935, or ora denunciato, fu per questo riguardo veramente simbolico dell'animo e delle buone intenzioni nazional-socialiste verso l'Inghilterra. Lo dice il giornale che abbiamo citato, e dicendolo interpreta sicuramente tutta la grande stampa del Reich: « La generazione tedesca del dopoguerra — esso scrive — era spesso educata ad una esagerata valutazione di tutto ciò che è inglese. Per decenni i tedeschi hanno studiato, meglio e più attentamente che non gli inglesi stessi, la storia britannica, dall'nabens corpus alla Greater Britain del vecchio Chamberlain; essi ammiravano la fine arte con cui da Londra magistralmente si signoreggiavano le alte tensioni del mondiale impero, e si riusciva sempre a tenerne insieme le parti, spesso contrastanti e in moto centrifugo. Era. quello, un tempo in cui dav- cavrvéro parlare di' potenza'britannicai aveva un senso ed era giustifica-'bile ». In pochi anni di mutamenti Tuo-; mo tedesco, e con esso il mondo,. si è ora. invece, avvezzo a consi-j derare quanto limitata sia la gran dissima potenza di allora. La corda al collo < E in Germania — cosi proclama a questo punto il giornale — nulla potrebbe ora più definitiva-!mente liberare i tedeschi anche dagli ultimi residui di ammirazio-ne e di considerazione per l'In- gKUT&Ufò&e gli davanti al Cremlino ». L'autorevole organo di Hessespinge a fondo il suo esame dellevicende e delle ragioni di questa fra le più insigni e istruttive Ca-nossa moderne e di ogni tempo, la quale conduce la superba In- ghilterra alle triplici porte del Cremlino sulle nevi della piazza Rossa; e dice che indubbiamente gli uomini di Stato di Mosca hanno avuto la vista più lunga, più pronta e più chiara se hanno saputo trascinare con la corda dei penitenti al collo, ai propri piedi proletari e vogliosi di dar calci ri-voluzionari, i banchieri e i pluto- crati del mondo. « Il Cremlino — dice — ha compreso la debolezza dell' Inghilterra e l'ha vista prima dell'Inghilterra stessa (la quale, per altro, la conosce bene anche leij ; già fin dalla vigilia di questa attuale « psicosi di garenzie » da cui l'Inghilterra si è lasciata prendere. gli uomini del Cremlino avevano già chiaramente visto che gli inglesi si sarebbero abbandonati a correre dietro a sogni inafferrabili e lontani da ogni realtà per la fisima di voler ancora una volta dirigere la politica mondiale coi principii di Disraeli. | 1 I j tI t ; cambian0| pero: ora m. Oo-ni parte del mondo vi sono ; tante nuove potenze mondiali, ai; le quali non si può più impartire 1 la propria parola dall'alto della propria potenza. Lo stesso Chami berlain sarebbe sicuramente pron: ^J^SSSSSd^St&& d! |un Eden efadi un Cooper ^ fatto é, in ultima analisi. — cosi conclude il giornale — che in questo momento, con le famose garanzie l'Inghilterra sta sperperando l'ultimo resto che ancora le rimaneva del suo vecchio credito di potenza. Ora, però, si tratta davvero dell'ultimo sperpero, perchè con I queste garanzie l'Inghilterra ha j fatto gettito della sua ultima li berta di azione. Il nuovo milite in Illese, il quale non sa nemmeno es!so stess°. ancora alla vigilia di un conflitto che può decidere le sue sorti e di quelle del mondo, se egli sia un difensore del mondo per sei mesi o se lo sia per servizio obbligatorio, non basta in ogni caso lai compiti mondiali che gli si im| pongono. Così è che l'Inghilterra ina dovuto comprare, al prezzo del lla sua libertà di azione, l'aiuto so ivletico: \"a comprandolo è caduta fel*t&TSKPMS !tere (lella Russia sovietica che si è riservata da sola di poter parlare la sua propria parola ». Stalin ha vinto Alle considerazioni del giornale di Hesse fanno riscontro quelle di un altro autorevole organo rena no. che è stato sempre anch'esso una delle sedi di opinione pubbli ca tedesca più convinte della potenza inglese, ed ha sempre con seguentemente avuto per sua Stella Polare l'intesa britannica, tempi però mutano, e i! giornale oggi cosi scrive: « Noi non dubitiamo che le trat tative vadano a finire con la firma dei ministri dei tre Stati; ma questo soddisfacimento dei desideri di Londra e di Parigi sarà da j loro comprato con parecchie umi- liazioni davanti alla volontà dominatrice di Stalin. In questi due mesi e mezzo il dittatore del Cremlino ha sicuramente potuto assaporare con ogni agio la sua vendetta per i molti mali trattamenti degli ultimi anni. E ciò che in questi rapporti di « ostile amicizia > si è sopratutto reso manifesto è ancora tuttavia il profondo abisso che separa la natura dello Stato sovietico da quella degli Stati eu ropei, un abisso del quale tutti i partecipanti dell'alleanza sono cin vinti, ma che tuttavia è evidente; mente colmato da un sentimento i comune: l'avversione contro la |Germania e l'Italia». « Ma i minacciati •— ripete an cora una volta il giornale — non aspetteranno davvero, e non devono aspettare che la rete di ferro si chiuda su loro ». Giuseppe Piazza