Le elezioni di Ungheria

Le elezioni di Ungheria Le elezioni di Ungheria Dopo un periodo di rinascita - Dotta riconquistata sovranità militare alla redenzione delle Provincie carpatiche La riforma costituzionale, gli ebrei, il nuovo sistema di voto BUDAPEST, maggio. La Camera dei Deputati eletta nell'ottobre del 1935 ha term'nato la sua attività con un anno di anticipo: un decreto del Reggente l'ha disciolta e per il 10 di giugno è convocata la nuova Camera, che dovrà uscire dalle elezioni indette per domenica 28 maggio. La legislatura aveva lavprato parecchio e non si può in conseguenza dirla finita per incapacità: era però giustificato il timore che nel prossimo avvenire non si sarebbe dimostrata all'altezza dei nuovi compiti, i quali traggono la loro origine dalla mutata situazione interna dell'Ungheria e dal continuo evolvere della internazionale. Il sistema elettorale La Camera era stata eletta governando Giulio Gòmbos, morto al 6 di ottobre del 1936, in base al suffragio (segreto nelle città e pubblico nelle campagne) degli uomini di 24 anni compiuti che avessero frequentato almeno le prime quattro classi elementari e delle donne che avessero compiuto trent'anni e frequentato sei classi, o fossero madri di almeno tre figli, o avessero vissuto del loro lavoro. Il voto era obbligatorio e l'affluenza alle urne fu fortissima. Or è un anno, questa Camera approvò una riforma che porta da 245 a 260 il numero dei deputati, introduce lo scrutinio segreto, accorda il voto attivo a chi essendo suddito ungherese da almeno dieci anni abbia compiuto 26 anni e frequentato sei classi e sottopone a rigoroso controllo la campagna elettorale. Eleggibile è chi abbia compiuto trent'anni. La legge prescrive che 135 deputati debbano essere eletti singolarmente e 125 secondo il sistema delle liste; la presentazione di liste è però negata ai partiti che nell'ultima Camera non abbiano avuto almeno 4 mandati e questo serve ad operare una selezione: oggi ne vengono colpiti i nazional-socialisti (o ungaristi) di estrema destra, del gruppo Hubay, che avevano tre seggi appena e sono perciò costretti a presentarsi isolati, in collegi a rappresentante unico. La legge prevede quattro diversi tipi di collegi. Il primo comprende 132 collegi di provincia, senza le grandi e le medie città, e questi eleggono 132 deputati isolati; riuniti in comitati (Provincie) ne eleggono poi, con liste, altri 82. Nel secondo troviamo le tre città medie di Baja, Székesfehérvar, Sopron, che, senza liste, eleggono ciascuna un deputato. Del terzo gruppo fanno parte le sette grandi città di Debrecen, Gyòr, Hodmezovasarhely, Kecskemét, Miskolcz, Pécs e Szeged, che mediante scrutinio di lista eleggono in complesso 16 deputati. Budapest, divisa in tre collegi, forma da sola il quarto e ultimo gruppo e manda alla Camera, pure col sistema delle liste, 27 rappresentanti. Ne deriva che la popolazione rurale viene ad eleggere 214 deputati e la cittadina 46. Gli ebrei, siccome la nuova legge che li riguarda è entrata in vigore, non potranno più votare in massa: circa i due terzi hanno perso il diritto al voto, conservato soltanto da chi può dimostrare di appartenere a famiglia residente in Ungheria da più di 90 anni. L'affluenza alle urne sarà, per questo fatto, minore che nel '35. e no soffriranno specialmente i partiti democratici di sinistra. Schieramento dei Partiti I 245 deputati eletti nell'ottobre del '35 si dividevano, alla Camera, come segue: Partito governativo dell'Unità nazionale (Teleki, Imrédy, Darànyi) 120; Partito cristiano nazionale dell'indipendenza (formato dai conservatori che nello scorso dicembre abbandonarono il partito governativo e diretto da Sztranyavszky e Kornis) 36; Partito nazionale riformista (formato dai nazionalisti di destra usciti nella stessa epoca dal Partito governativo e diretto da Bornemisza e da Milcecz) 16; Partito unitario cristiano (conte Zichy) 10; Partito agrario (Eckhardt) 21; Fronte nazional-socialista cristiano (Rakovzsky) 6; Partito ungarista (Hubay) 3; Frazioni del movimento nazional-socialista (Festetics e Balogh) 4; Democratici (Rassay Vaszonyi, Rupert) 7; Socialisti (Peyer) 11; Non iscritti a nessun partito 11 (fra questi si trovava anche l'ex-Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri conte Stefano Bethlen, che non si ripre senta; il Reggente Horty, per non far sparire dalla scena politica una personalità il cui prestigio può ben essere detto internazio naie, lo ha nominato membro vitalizio della Camera Alta. Una decisione del Parlamento, nello scorso novembre fece senz'altro ammettere alla Camera i 16 deputati delle provincie redente che fino allora avevano rappresentato la minoranza magiara a Praga: la brevità del tempo trascorso goptgsdamlmdlgneIsLcmpsmcuznocvgfcndcGtdlcstPvlcsmncpqGztcetvcspsbsqcgpare abbia impedito di"organizzare I le elezioni anche nelle dette, prò- vincie e il Governo ha provvedu- to a prolungare per decreto i se- dici mandati. Anche il problema della rappresentanza parlamenta- re della Russia carpatica è da risolvere. Dalle urne uscirà una Camera largamente rinnovata: il Partito governativo è il primo a procedere a una vasta revisione delle sue liste. La sua vittoria è da ritenersi sicura, comunque non si possono fare previsioni sull'entità della nuova maggioranza, in quanto la novità del voto segreto dei contadini lascia aperto l'adito a sorprese. Nei collegi con candidato unico la spesa implicata dall'organizzazione — stimata attorno alle 150 mila lire! — sarà un grosso ostacolo per moiti. Il partito cristiano-nazionale dell'indipendenza si sgretola; ai dissidenti desiderosi di rientrare nei ran- ghi governativi il conte' Telekl ha opposto fermi rifiuti. Gli agrari capitanati da Tibor Eckhairdt potranno guadagnare qualche seggio, specialmente se sapranno sfruttare il motto della riforma della terra, problema che costerà alla nuova legislatura le fatiche maggiori; la sua importanza 6 tale, che per risolverlo bisognerà magari ritoccare la Camera Alta, dove tradizioni e interessi particolari creano serie difficoltà. Per. 1 gruppi nazional-socialisti le elezioni non si annunziano promettcmti ed è la logica conseguenza della- tripartizione di un movimento unico: i partiti in formazione scontano ambizioni personali e gelosie ancora più duramente degli antichi. I socialisti conservano una certa posizione nelle città, ma la loro è un'esistenza grama ed il | partito non si sottrae mai alla minaccia dello scioglimento: ad indebolirlo ha contribuito la legislazione sugli ebrei. Negli albi dei giornalisti, di recentissima compilazione, non figurano, ad esempio, tredici redattori del suo organo uf- |ficiale, la Nepazava, incominciando col direttore. L'opera della vecchia Camera I compiti principali assolti dalla defunta legislatura sono stati la riforma elettorale e le leggi sugli ebrei. In merito alla riforma elettorale bisogna ancora dire che essa abbonda in cautele per evitare ogni eccesso demagogico e fa dipendere la legalità della candidatura dal deposito d'una cauzione (che va persa se il candidato non riunisce almeno ventimila voti) e dalla sua presentazione da parte di un forte numero di cittadini elettori, le cui firme debbono essere tutte autenticate mediante atto notarile. Annunziata la data delle elezioni, non è più permesso affiggere manifesti di propaganda, evidentemente allo scopo d'impedire sia gli attacchi che le esaltazioni personali. Siamo dunque in presenza di un parlamentarismo che il Governo si sforza di regolare e controllare, con fondata speranza di riuscirvi in larghissima misura. Delle leggi 3Ugli ebrei 3'è parlato varie volte: a simiglianza delle italiane, le ungheresi sono caratterizzate da umanità e tolleranza, soprattutto nei riguardi di coloro che da decenni e decenni hanno dato prova di considerare l'Ungheria la loro vera patria, oppure si sono resi benemeriti del paese, o hanno adottato la religione cristiana in epoca che non permette di dubitare della sincerità dell'atto. Certo le leggi, all'atto pratico, qui si dimostrano più gra- vi che altrove, superando gli ebrei di mollo il mezzo milione ed és- sendo la popolazione totale odier-jna del paese di poco superiore ai 10 milioni di abitanti: Franz Riedljnel suo libro sull'Ungheria edito da Rudolf Séhneider, a Reichenauji. Sa, nel '36 (dopo di allora il!numero degli ebrei è cresciuto in ] seguito alla riannessione delle'Provincie settentrionali e della Russia carpatica) li fa ascendere . ia 700.000 e'nella sola Budapest af-! ferina siano 213.000, cioè adire uni quarto de, totale degli abitanti, Questi ebrei che formavano al massimo l'S per cento dell'intera popolazione, costituivano fra i' giornHlisti 11 35 per cento, fra gli avvocati il 49, i medici il 54, gli ! .,fi, -, .il i -i ',' i i . ■ attori ,1 24. il 51 fra i proprietari di glandi aziende industriali e. commerciali, il 40 entro le aziende, commerciali e di credito. L'inter-jvento governativo era inevitabile, La cessata legislatura ha Dure 1 cessai» legislatura na pureuproceduto, nel 193<, ad una rifor- ma costituzionale (legge del l"j luglio) che regola la successionol del Rogante, del quale rende il poteri pari ai regali, con esclusiojne del diritto di concedere titoli nobiliari e del patronato sulla chiejsa cattolica (all'attuale Reggente,: protestante, questo patronato non javrebbe potuto in nessun caso ve!nire concesso). Ma il più bel ti-i ] tolo di gloria per la Camera scom'parsa è l'aver visto l'Ungheria riacquistare la piena sovranità mi SudJPatdi litare e l'avere in conseguenza cin i. — , . v,u! potuto votare la legge che ha ri- hai stabilito il servizio militare obbll- Pa gatorio, quindi l'aver potuto sali,- ^ tare le prime realizzazioni ih idea coan li revisionisti. |da' Durante la scorsa legislatura si su sono succeduti alla Presidenza del no ! Consiglio Giulio Gòmbos, Colonia-, nr. ri.?,-',r,,-i u,,i,„.„ riliiu ,-i<v,- va no Darànyi - auto re della rifor- cu. ma elettorale — Bela Imredy e il mi, conte Paolo Teleki, il quale ulti- trojmo affronta le elezioni sicuro di me ricavarne anche la piattaforma tip politica personale che nel passato agu _ 'A ., „,.„,,.<,: v gr n°n Pens° a cieaisi. ignj Italo Zingarelli va (no: ' len

Persone citate: Balogh, Bornemisza, Festetics, Franz Riedljnel, Giulio Gòmbos, Hubay, Italo Zingarelli, Paolo Teleki, Rudolf Séhneider, Tibor Eckhairdt