Indimenticabile spettacolo nelle vie della Roma imperiale

Indimenticabile spettacolo nelle vie della Roma imperiale Indimenticabile spettacolo nelle vie della Roma imperiale Roma, 29 maggio. Da ogni provincia d'Italia convenute in Roma, dentro le mura sempre più vaste della Città Eterna, di fronte e Intorno al Palazzo ove più dura e continua è la fatica del Fondatore dell'Impero, settantamila Donne fasciste si sono adunate, e quindicimila hanno stupendamente sfilato, espressione — insieme — di compostezza militaresca e di gagliarda femminilità, e si sono ammassate poi, in blocco formidabile, popolo tra il popolo, per dimostrare al Duce la solida verità di una Fede indistruttibile che, per talune, già dai padri su loro discende e, per tutte, già continua e continuerà nei figli. Adunata gigantesca che nessun popolo ritrova nella sua storia, rassegna innumerevole che il sole dell'estate, già all'inizio, ha soffusa di un'ampia e gioconda luminosità. Quattro gigantesche colonne E lo schieramento e la sfilata, ancora una volta, hanno offerto la documentazione dei formidabili risultati politici e umani raggiunti dalla Rivoluzione su un settore fondamentale ed estre inamente capillare della compagine nazionale. Roma, e con Roma compiutamente l'Italia, attraverso il saldo impetuoso plebiscito delle forze femminili in adunata nazionale, ha esaltato la donna del campi, la donna delle officine, la donna che nella casa è la custode più pura dei valori umani; ha esaltato le madri che combatterono e combatteranno sotto il segno invincibile del Littorio. gctgeScthississdtqpgdsCMtdrsAsscaPANTinMgg Per due e tre giorni, sopraggiungendo in ordinate esemplari colonne dalle regioni più distanti, hanno di mano in mano ingrossato le file sino a diventare esercito, agli ordini diretti del Segretario del Partito. E quelle che il Circo Massimo ha ospitate, e quelle che in altri luoghi hanno sostato, Roma ha veduto ieri muovere il passo misurato e sicuro verso le vie imperiali designate ai grandi raduni ed alle indimenticabili, ammonitrici rassegne delle armi e delle forze fasciste armate. Dal Circo Massimo, sino a ridosso del Colosseo, si è compiuto l'ammassamento ordinato in quattro gigantesche colonne. La prima, al comando del Vice Segretario del Partito Gardini, si dispone sulla via del Circo Massimo, per Provincie: Avellino, Campobasso, Frosinone, Littoria, Macerata, Perugia, Pescara, Viterbo, Rieti, Roma. La seconda, comandata dal Vice Segretario del Partito Mezzasoma, si schiera sulla via del Circo Massimo e sul piazzale Romolo e Remo: Ancona, Arezzo, Bologna, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Siena e Roma. La terza colonna è sulla via dei Trionfi, agli ordini del Vice Segretario del Partito Suppiej: Apuania, Aquila, Ascoli Piceno, Chieti, Firenze, Napoli, Pesaro, Salerno, Teramo, Terni, Roma. La quarta colonna, infine, che è affidata al componente il Direttorio Nazionale Mazzetti, è costituita da tutti i gagliardetti dei Fasci Femminili. Ranghi serrati, solidi, meravigliosi di freschezza e di vita. Dal Circo Massimo all'Arco di Costantino è una limpida distesa di colori che la policromia dei costumi regionali inizia e le uniformi sportive delle sezioni del Dopolavoro concludono. Mentre l'ammassamento poderoso va compiendosi e si compie, la tribuna d'onore nella via dell'Impero va colmandosi. Fanno guardia innanzi al balcone rostrato 1 Moschettieri del Duce. Nella loggia, alla destra, prendono posto con il Corpo diplomatico e con la Delegazione femminile tedesca delia Gioventù Hitleriana, le rappresentanze delle Madri e delle Vedove dei Caduti in Guerra e per la Rivoluzione, delle Donne fasciste iscritte antemarcia (sono ottanta e di esse quaranta hanno partecipato alla Marcia su Roma), delle Madri prolifiche (sono trenta con 265 figli), e di Madri capo-famiglia numerosa (sono quindici e queste con 118 figli). Nella loggia, a destra, e il suo arrivo ha suscitato vasti e persistenti applausi, è S.A.R. la Principessa di Piemonte, con S.A.R. la Duchessa d'Aosta Madre e con S.A.R. Irene di Grecia. Ai lati ed intorno sono le più alte personalità, autorità e gerarchle. Di fronte alla tribuna è una compagnia di Accademisti della GIL in armi con il signum del Comando generale. Alle spalle stanno le insegne che simboleggiano 1 signa dei Comandi federali. E da qui, dilungando per le due ali, da piazza Venezia sino al clivo Acillo, si vede, tra il balenio intermittente degli ottoni, la nera parete dei labari dei Fasci femminili d'Italia, e ciascuna provincia ha tutti 1 suoi paesi. Arriva il Duce! Nella tribunetta che ospita le rappresentanze di Forlì è, in divisa fascista, Donna Rachele Mussolini, segretaria del Fascio di Predapplo, e quando ella sopraggiunge, l'accoglie e saluta l'ampio, vivo applauso delle Donne fasciste che subito la riconoscono, e poi il più intimo, affettuoso applauso delle camerate ohe le stanno intorno. Una grande folla e l'affluenza, cominciata le prime ore del mattino, gremisce gli spalti di via dell'Impero e cerca posto dappertutto, ed alle finestre ed ai balconi distanti. E' un'altra moltitudine, questa, che fa spalliera ed arco al poderoso ammassamento delle Donne fasciste. Poco prima delle 10 un lontano e vasto scroscio di applausi annuncia il sopraggiungere del Duce: e da tutto l'ammassamento, allora, e dal popolo, prorompono impetuose e gioconde l'acclamazione e l'invocazione. Il nome più grande e più caro è ripetuto dalle voci innumerevoli. Il Duce, in divisa fascista, è in automobile, ed ha vicino il Segretario del Partito. In piedi, con il braccio proteso, risponde alprimo immenso saluto. Ha il voito sorridente. Lo illumina una soddisfatta gioia virile. Stridono |festosamente le nacchere. Rulla- no 1 tamburi. Pur nella gioia ini¬ e o n ù a a e mitabile, lo schieramento è impeccabilmente fermo. L'automobile va lentissima. Alla vivida policromia dei costumi regionali segue la schiera azzurra delle operale siderurgiche, e poi ecco le falangi delle artigiane in tuta operaia e delle lavoranti a domicilio. L'ondaLa gigante dell'entusiasmo passa da coorte a coorte, da colonna a colonna, e non scema quando Egli è passato. Pare davvero che l'onda avanzi, e ritorni, per ancora avventarsi in un interminabile risucchio. Lo spazio, il sole, l'aria ne sono pieni. Sulla Via dei Trionfi sono schierate le coorti nere delle Donne fasciste: e quando il Duce vede e riconosce le formazioni e i gagliardetti che le Provincie del Piemonte hanno mandato, un cenno di saluto accompagna il sorriso confidente che non mai abbandona il Suo labbro. Il Duce appare evidentemente compiaciuto per il modo perfetto con cui le varie formazioni innanzi a Lui si succedono. L'ap. plauso fervidissimo del popolo si •ràschia col clamore che dalle coorti sale sempre più alto e dif fuso. Ripercosso dalla solennità -lei Palatino, testimone soddisfatto, che Inarca le sue eterne radi ci ciclopiche, il grido diventa rombo. Ma è voce di gole nitide e chiare: è sole nel sole. E il Duce sempre passa. Le formazioni nere ondeggiano al di là delle transenne. Il viceSegretario del Partito, gli Ispettori e le Ispettrici stanno ciascuno innanzi alle formazioni loro raccomandate. Si odono parole, frasi, gridate nel dialetti della terra lontana. E sono tutte di dedizione, piene di fede purissima, di certezza. Una voce: Duce! undici figli, e sono tutti per te! Cosi, nel Suo nome, per 11 Suo incitamento, per la Sua volontà, la Patria diventa la famiglia, cosi come la famiglia è la Patria. E il Duce, sempre in piedi sulla macchina, passa salutando romanamente e fissa con il Suo pieno compiacimento la poderosa massa femminile che Lo accompagna e Lo avvolge in una folata impetuosa, trascinante, di ardore e di entusiasmo. A Via dell'Impero E questa è la voce di tutte le Donne d'Italia; nel piazzale del Colosseo, tra l'Arco di Costantino, il Tempio di Venere e Roma e l'Anfiteatro Flavio, sono i reparti che sfileranno per la Via dell'Impero. Le giovani delle schiere sportive alzano e agitano racchette, sci, fioretti, archi, giavellotti; e una luce ardita è sui volti protesi al grido. Ed ecco il Duce ai margini dela Via dell'Impero. Le Donne asciste alfieri dei gagliardetti di talia, le Madri e le Vedove, le onne che hanno molti e molti figli, le autorità, il popolo scattano nel clamore e nell'applauso unico. E' l'ultima fase della rassegna. Il Duce, superata la Via dell'Impero e lasciato alle spalle '! clamore e l'eco distinta delle invocazioni e degli applausi, raggiunge il piazzale retrostante la tribuna d'onore. Lo attendono e Lo ossequiano i Presidenti del Senato e della Camera, rrjembri del Governo e i componenti del Gran Consiglio e del Direttorio del Par. tito. li Duce scende sveltamente di macchina e sale alla tribuna accompagnalo sempre dal Segretario del Partito e seguito dai membri del Governo e dalle alte Gerarchie. E quando Egli appare alla ringhiera del balcone, che, staccandosi dalla tribuna, si sporge innanzi dalla folla che gremisce le tribune laterali e la Via Imperiale. Lo investe l'urlo conosciuto e pure sempre diverso e sempre più alto, della grande moltitudine. Il Duce sta a lungo con il braccio proteso, per rispondere al'a vastità del saluto; poi scamb'a alcune parole con il Ministro per gli Affari Esteri il Conte Galeazzo Ciano; quindi si predispone ad assistere allo sfilamento, che, subito con esemplare puntualità, ha il suo meraviglioso Inizio. Il Duce è solo alla ringhiera. Sta alla sua sinistra, leggermente arretrato. S. E. Starace, ed egli annuncierà, a voce alta, il succedersi delle varie formazioni. La mirabile sfilata La sfilata delle 15.000 Donne fasciste è gagliardamente aperta dalla musica dell'Accademia del la G.T.L., che subito al dispone di fronte alla tribuna d'onore per misurare ininterrottamente il passo alle coorti. Precedono la massa le insegne del Comando generale della G.I.L., le insegne federali dei Fasci femminili, le insegne ispettorali federali femminili della G.I.L., le insegne federali delle sezioni massaie rurali e delle operaie lavoranti a domicilio. E' già questa una calda successione di colori, che le massaie rurali hanno i costumi loro : e queste, come quelle che poi verranno, tengono il passo con una ammirevole sicurezza. Ed è un passo spedito, celere, maschio, elve continuerà per tutta la sfilata. E nemmeno lo abbandonano i Balilla, le Coorti trombettieri e tamburini, che allungano le gambette con balda austerità militaresca ritmando il passo sulle fresche note dell'inno loro. Ed ecco il bianco nero delle Giovani Italiane. Passano per coorti (e sono sei), compattissime, su file di dodici, perfettamente equidistanti. Sopraggiungono in questa meravigliosa successione di forza, che rivela, insieme con l'educazione che viene j immediata dalla fede, l'educazio- ne non meno profonda che è data dalla disciplina e dall'esemplare ammaestramento tecnico, le Giovani Fasciste, con la coorte antigas e con la coorte per il «pronto soccorso». Maschera a sottogola e borsetta a tracolla . Passano innanzi al Duce. Piega, no militarmente il volto. Gli oc. chi splendono per ardore, pcr ferie e per entusiasmo, ma il passo non muta. Impeccabile sempre. Quadrata sempre la coort?. In linea sempre le lunghissime file. Il Duce appare particolarmente soddisfatto: e si rivolta spesso al Segretario del Partito e a lui dice il Suo compiacim?nto. Ecco la coorte di Bolzano: bel. la e balda. Ecco Roma, tutta vi. gore ed ardimento. Il popolo ap. plaude lungamente, ardentemente, Sopraggiunge il sottogruppo delle graduate, e poi il sottogruppn sportivo. Pr?cede la coorte ginnica, e successivamente le clavetté e i cerchi, gli archi e i palloni, la palla alla rete e la palla a canestro. Le giovani atlete e le scia. trici e le canottiere e le schermidrici. E per ciascuna arte sportila, diverso è l'atteggiamento, di. verso è il passo, pur nella misura eguale che asseconda il ritmo del. Principessa di Piemonte e la Duchessa d'Aosta Madre assistono alla stilata CTelefoto) I.e 70,000 Donne fasciste dopo aver sfilato In via dell'Impero acclamano in piazza Venezia il Duce Donna Rachele Mussolini assiste alla sfilata