Come si schierano gli Stati dell'Europa Orientale di Italo Zingarelli

Come si schierano gli Stati dell'Europa Orientale DALIA VISTOLA Al DARDANELLI Come si schierano gli Stati dell'Europa Orientale BUDAPEST, maggio. Nell'Europa orientale il chiarimento delle posizioni ha compiuto grandi progressi, nè si può dire che il quadro odierno risulti contrario a previsioni e aspettative: i secoli passeranno, ma 1 paesi continueranno a fare la politica Imposta dalla loro situazione geografica e a scontare le trasgressioni a tale legge. Lo schieramento degli Stati dell' Europa orientale, conseguenza dell' offensiva intrapresa dalle Potenze democratiche occidentali contro le Potenze dell'Asse, ha avuto Inizio il giorno in cui, spostandosi i confini della Germania verso il Sud ed estendendosi la zona d'influenza Italiana verso l'Est, l'altra parte ha creduto di dover premere e du Est e da Sud. Degli Stati baltici ci permetteremo di disinteressarci: il rispetto per la loro cultura, il loro spirito d'indipendenza e le loro capacità svncgaccbajaulavbaBagssccgmdi organizzazione non elimina ilindubbio che in momenti decisivi la.jlsoluzione possa dipendere dall'at¬ titudine di paesi che messi insie me si e no formano la popolazio ne d'una metropoli. II nostro esa me contempla Polonia, Ungheria, Romania, Jugoslavia, Grecia, Bulgaria e Turchia, mentre alla Russia è da attribuire nei calcoli il valore di un'incognita. L'intervento della Russia nelle cose europee dipende da due punti fondamentali in merito ai quali lo straniero può soltanto fare congetture: 1) Quale solidarietà ideologica o d'interessi materiali deve spingere la Confederazione sovietica a battersi al fianco dell'In- JnLvzpbbrccèsdvghllterra e della Francia, rappre- sentanti dell'imperialismo euro- peo?; 2) Può la Confederazione sovietica affrontare una guerra ; che si annunzia assai più dora di|quella affrontata dall'Impero za rista nel 1914, senza correre ri Schio di terminarla come llmpe ro zarista la terminò nel '13? Chi riesca a risolvere I due 'quesiti acquista contemporaneamente certezza sulla condotta della Russia. Polonia Ungheria e Romania La posizione della Polonia è notoria: dopo un ventennio di politica di equilibrio essa ha creduto di dover spiegare bandiera e farsi alleata dell'Impero britannico, oltre che della Francia. Il fatto ha influito .anche nei suoi rapporti coll'Ungherla: è inconcepibile che la stampa polacca, dimentica delle manifestazioni di fratellanza svoltesi non troppe settimane addietro sui Carpazi, la schernisca e addirittura la inviti a scegliere fra Berlino e Varsavia. Neppure Londra e Parigi hanno pensato a mettere all'Ungheria degli aut aut del genere. E ha mai detfto l'Ungheria alla Polonia, allea.ta della Romenia, di scegliere fra Budapest e Bucarest ? Al contrario, sembra ì che la Polonia, dopo qualche timido tentativo di mediazione, abbia finito con lo schierarsi risolutamente dalla parte romena. Sembra altresì che la Polonia, la quale ha una notevole minoranza ucraina, rimproveri a Budapest l'aver promesso l'autonomia ai suoi ucraini della Russia, carpatica. Ora la Polonia sa che per venti anni la provincia in questione attese dal Governo di Praga un'autonomia che le era stata garantita dai trattati di pace e sa che alla Conferenza della pace Va critica principale mossa all'Ungheria fu la politica da essa seguita nell'anteguerra verso le minoranze. I tempi sono mutati e le dichiarazioni già ripetutamente fatte dal Ministro degli Esteri conte Csaky e da nitri membri del, Governo insegnano che l'Ungheria ne tiene conto. La Romenia :si mostra meno impegnata della Polonia, perchè invece di concludei.-e con Inghilterra e Francia patti di assistenza bilate- rali ha accettalo una garanzia chcassomiglia ad una polizza di assi- curazione gratuita. Se ben rico-struiamo l'evoluzione della recen te politica romena, abbiamo che il Governo cVi Bucarest, dopo di aver negoziato la famosa convenzione economica con la Germania, al momento delle firma è stato assalito da scrupoli e dubbi suscitati dalla scomparsa della Czeco Slovacchia, che ha fatto sentire l'influenza tedesca più vicina. Però ha firmato e a breve distanza ha accettato la detta garanzia, che a sua volta l'ha messa in imbarazzi verso l'Anse. Allora la Romenia ha voluto, rifarsi neutrale nella massima misura possibile, e bisogna riconoscere che il viaggio del signor Gafencu attraverso capitali europee alquanto differenti per usanze e clima ha costituito un brillante saggio di arte diplomatica, esuendo il ministro degli Esteri riuscito dovunque a salvare la forma e a sottrarsi alle pressioni esercitate dai protettori per metterlo più al sicuro, mettendosi più al sicuro anche loro. Al tempo stesso la- Romenia ha creduto necessario forgiare dei contrappesi per la convenzione economica sottoscritta con la Germania e ne ha concluso un'altra, quasi identicacon l'Inghilterra e un buon contratto ha firmato con la Francia per ingenti forniture di petrolio (mentre scriviamo, il suo ministro delle Finanze Constantinescu strova a Roma). Resta così dimostrato che con la prima convenzione economica essa non ha voluto dare alla Germania nessuna posi di identici. Comunque ora bsognerà stare a vedere come funzionano~"V .— Z u i zione di privilegio e che anche altri paesi possono concludere accor._ .• inpraticai vari accordi, e se ci saràpetrolio, legname e grano per tutte se la regione dei giacimenti petrollferi è tanto spaziosa da lasciacircolare tecnici romeni, tedeschiInglesi e francesi senza pericolo durtoni o di pestate di piedi, Jugoslavia e Bulgaria La Romenia non è riuscita a regolare i suoi rapporti con l'Ungheria e con la Bulgaria, non essendo questi due paesi disposti a sacrificare le loro aspirazioni revisioniste e i diritti delle loro minorarle.. Se la Romenla avesse acconsentito a intendersi con l'Ungheria su questo secondo punto, aderendo all'invito rivoltole dal conte Csaky, i rapporti fra Bucarest e Budapest si presenterebbero oggi sotto diverso aspetto e anche il riavvicinamento ungarojugoslavo, che è del resto avviato, avrebbe ricevuto la sua sanzione ufficiale: per meglio comprendere la lentezza con la quale Jugoslavia e Ungheria si vanno incontro bisogna porre mente ai legami di alleanza che tuttora esistono fra Belgrado e Bucarest e ancor più ai, dinastici, essendo Maria di jugoslavia, la Regina madre, una sorèlla di Re Carol. Ma a noi bastila prendere nota del fatto che i capi della Jugoslavia, lungi dal cedere agli allettamenti di Parigi e di Londra, hanno tenuto a manifestare nelle forme più solen- lcFtSg1 vini possibili quanto premesse loro jla cordialità dei rapporti con RiJugoslavia motivo di ritenersi minacciata dalle Potenze dell'Asse. La diplomazia jugoslava può ben vantarsi di aver creata una situazione nella quale non c'è chi si presenti a chiederle qualche cosa. La Bulgaria rimane la pagina bianca della storia diplomatica balcanica del dopoguerra: memore dei travagli e delle delusioni che le derivarono dalle guerre balcaniche e dalla mondiale, essa si è rifiutata di legarsi con chicchessia e solo con la Jugoslavia s'è decisa a stringere un patto di eterna amicizia, che altrimenti il vicinato sarebbe diventato intolle- rabi,e Di riflesso quel patto ha fiaccato alquanto l'Intesa balcani €a e percio la stampa bulga™ s'è ; sentita incoraggiata a ripetere con |maggi0re frequenza che alla re¬ a l t a ì a a t i a i l a i a . e - pMnnvisione territoriale per via pacifica la nazione non rinunzia. Per questo motivo noi non vediamo entrare la Bulgaria nell'Intesa balcanica e quando leggiamo che la Turchia, per ottenerlo, consiglia alla Romenia di dare « in affitto .» ai bulgari per alcuni anni la Do brugia meridionale, vediamo in tale pretesa mediazione il tentativo di fare i propri interessi a spese altrui, giacchè i telegrammi non aggiungono essere la Turchia pronta a sedere a tavolino con i bulgari, e con i greci, per discorrere della Tracia e dello sbocco bulgaro sull'Egeo. La Turchia è i'Dardanelli Un tipico esempio di valorizzazione dei propri postulati a danno altrui la stessa Turchia ce l'ha dato concludendo con l'Inghilterra il patto del 13 maggio. La solidarietà turco-britannica nel Mediterraneo, dovuta al desiderio di fronteggiare espansione e influenza italiane, è nota da anni a quanti seguono un po' da vicino le questioni; e dopo la firma, senza l'Italia, dell'accordo di Montreux del 22 giugno 1936 non si poteva dubitare che la Turchia avrebbe finito col lasciar passare per i Dardanelli chi le fosse piaciuto, basandosi sugli articoli 19 e 20. Il primo dice che in caso di guerra, rimanendo la Turchia neutrale, le norme per il passaggio di navi da guerra non mutano, a meno che non esista (questa è una delle eccezioni) obbligo di assistenza per uno Stato aggredito col quale la Turchia abbia concluso un patto di natura impegnativa; il secondo dichiara che partecipando la Turchia ad un conflitto, il suo Governo è arbitro assoluto del passaggio di navi da guerra attraverso i Dardanelli. Con clausole simili ce n'è d'avanzo per creare jl caso di cui si ha bisogno' Ma perchè la Turchia ha giudicato utile stringere fin da adesso un patto con l'Inghilterra? La risposta è facile: per creare senz'altro mccEsnpbmdcsdècUi caso previsto dall'articolo 19 e, - ancor più, per ottenere daH'Inghil-| terra, in cambio della firma, aiuto e di a, sti a a zi a a oel li r n aea ni tù sser oha a, nia io ro si ooto si in Siria: Ankara vuole annettersi a breve scadenza il Sangiaccato di Alcssandretta, ormai ribattezzato in Repubblica di Hatay, e vuole poi almeno almeno Aleppo. Il negozio è stato concluso alle spalle dei francesi, che bene o male in Siria ci sono ancora, e questo spiega la freddezza dell'accoglienza fatta In Francia all'accordo turco-inglese e la notizia che « un trattato franco-turco seguirà non appena saranno eliminate le difficoltà, di natura delicatissima, tuttora esistenti nella quesiione siriana ». Un altro paese mediterraneo fortemente « lavorato » dall'Inghilterra è la Grecia: gli argomenti sono gli stossi dei quali la diplomazia britannica s'è servita ad Ankara fin dai tempi di Kemal Ataturk e con particolare successo nel periodo delle sanzioni. Che la Grecia non sia insensibile a simili argomenti è presumibile: ma al tempo stesso la Grecia si sente molto più vicina della Turchia alle basnavali e aeree ita'iane e se guarda verso la sua frontiera albanese vi vede sventolare il tricolore. Il Governo fascista, dopo l'occupazione dellAlbania. ha dato al Governo greco assicurazioni cosi formali di garanzia dello statu quoche il Presidente del Consiglio Metaxas, intervistato da un giornalista francese in ansia per le sortdell'Eliade, ha dichiarato non sen e- aiuto nella difesa dei suoi airuuno|ha aggiunto il signor^etaxas.^macieu r.imuc, m». ui^N,u'»™ . (i„i ,„o nnese minacciato datirsi il suo paese mina nessuno. « La .Grecia rmgraz ai >~ • ~,i i^o-hiuoi-m riplln loroal- Francia ed ingnnterra ™1B'°"r-ispontanea promessa ai "m™ 'I I . . _-„. JS.-^r. Ho, c,o, dirittiràj appunto a.motivo di questa loro tti [ generosa promessa 1 due Stati debe- j bono augurarsi che il caso non ab■ „ „„.ifinaroi fnmp nntrphar;bla mai a verificarsi. Come potret)hi, be la Grecia, in queste condizioninon essere altrettanto grata all Italia delle sue assicurazioni forma di a nes a li? Della parola di Roma non puòdubitare nessuno». Abbiamo, riassumendo, nell'Europa orientale, una situazione la quale dimostra che soltanto la Polonia ha per ora legato i suoi destini a quelli dell'Inghilterra e del la Francia; la Turchia, legatasi !con l'Inghilterra, vuole giocare la.Francia; Romenia e Grecia riflet-l tono su pericoli e vantaggi delle Sr&eoiPr^T\eS3t d'aÌUÌ° an-| glo-francesi; 1 Ungheria è con 1 Asse; Jugoslavia e Bulgaria gra-|vitano fatalmente verso l'Asse. |Italo Zingarelli

Persone citate: Aleppo, Constantinescu, Csaky, Dalia Vistola, Gafencu, Kemal Ataturk, Re Carol, Romania