Il sistema delle garanzie comincia a far acqua di Leo Rea

Il sistema delle garanzie comincia a far acqua Il sistema delle garanzie comincia a far acqua JL imbarazzo al Londra (ti fronte a - fJ . • * MOSCa che pretende la reciprocità ' Le parole pronunciate da Mussolini al popolo di Torino e di tutto il Piemonte, hanno costituito l'argomento principale delle cronache e dei commenti editoriali della stampa britannica questa mattina. In questo Paese, dove la divisione di tutte le attività pubbliche e private viene scandita, anche più che altrove, in ritmi settimanali, si ritiene senz'altro che questa settimana politica resterà letteralmente dominata dalla eco del discorso del Duce. Tanto i maggiori organi conservatori, quanto la stampa di opposizione hanno raccolto con molto zelo la sfida contenuta nel discorso di Torino, diretta ai polemisti delle democrazie; gli uni e gli altri, pur accettando come un dato di fatto la volontà di pace contenuta nell'affermazione che non vi sono oggi motivi seri di guerra in Europa, si sforzano di porre su uno stesso piano l'alleanza italotedesca e la catena di garanzie che tanto faticosamente Londra sta fabbricando a perpetuazione dello statuto di Versaglia. Questo è forse lo spunto polemico più insistentemente affacciato dalla stampa inglese: così come voi proclamate — dicono qui — gli intenti pacifici dell'Asse, così noi proclamiamo che la politica delle garanzie è anch'essa volta unicamente a scopi pacifici. prcdztiratacAimctonaleaScsDatandlaztladntranvLSarebbe molto facile dimostrare aVartificioso e facile dilettantismo gdì un siffatto parallelo: nè ci sarebbe bisogno di controbatterlo con argomenti nuovi o con interpretazioni fasciste della storia recente. Basterebbe prendere la collezione dei discorsi degli uomini di Stato inglesi in genere e la collezione di quelli del Primo Ministro in particolare, da Monaco in poi; Un blc.cco senza cemento Ma gli avvenimenti odierni ci dispensano dall'insistere maggiormente in argomentazioni polemiche: come se un furioso destino avesse voluto rispondere direttamente alle elucubrazioni degli editorialisti democratici, è arrivata oggi al Foreign Office la nuova risposta di Mosca. Essa dimostra a sufficienza tutta l'artificialità della costruenda catena di garanzie; dimostra quale spaventosa differenza intercorra fra il blocco politico-militare italo-tedesco, dove la comunanza di interessi non è che un riflesso della comunanza di idee e dello stesso bisogno umano e politico di giustizia, e l'eterogeneo complesso divergente sotto tutti i punti di vista, che si vorrebbe gettare dall'un margine all'altro dell'Europa, a soddisfazione dei neowilsoniani e dei neosocietari. Alla Camera dei Comuni, interrogato sulla Russia, secondo quella che è ormai divenuta una consuetudine, Chamberlain ha risposto con i soliti argomenti evasivi, ripetendo che « discussioni costantemente aventi luogo in pubblico, circa trattative diplomatiche, non gli sembrano destinate ad agevolare il corso delle trattative scesse ». Analogamente il Primo Ministro sì è rifiutato di dire ciò che Polonia e Romania pensino circa un eventuale accordo anglo-sovietico. Senonchè, sì è venuti a sapere poco dopo a Londra che l'ambasciatore britannico a Mosca, sir William Seeds, era stato trattenuto a colloquio per circa mezz'ora da Molotof. Il nuovo commissario agli Esteri aveva rimesso al diplomatico inglese un <• memorandum » contenente nuovi punti e nuove controproposte sovietiche alle previe proposte inglesi. Per mezzo del sottosegretario Potemkin, che faceva da interprete, Seeds aveva domandato a Molotof parecchie delucidazioni sul conte nuto del documento. Benché sia stato comunicato che il colloquio ha avuto un tono cordiale, non altrettanto cordiali, nella sostanza sembrano i dubbi messi innanzi da Mosca. La risposta russa La nota russa, mentre alcuni ottimisticamente la considerano come un leggero passo innanzi per venire incontro alle difficoltà di fronte alle quali si era trovata la diplomazia britannica, d'altra parte ribadisce le differenza sostanziali che esistevano e che perciò esistono tuttora, tra il punto di vista della WhitehaU e quello del Cremlino. A proposito del contenuto della nota, gli ambienti ufficiali britannici si sono chiusi in uno strettoriserbo; ma, con lo stesso stile in- IesncqmtcstcettgmPsdcsdtbtctsdtnv pubblicare, circa le materie inte- : vressanti direttamente il paese,'acontemporaneamente ed i silenzi !'fdel proprio governo e le indiscre zioni straniere dei sospirati alleati. Mosca sostanzialmente, dichiara di non essere affatto soddisfatta dal punto di vista inglese: esso chiederebbe molto e darebbe poco. Ancora l'Inghilterra non si vuole impegnare a garantire l'Unione; contro eventuali minacce al terri-j torio sovietico. Ma i russi chiedono di più: perchè le conversazioni arrivino in porto essi vogliono che le garanzie non si estendano solo agli attacchi diretti contro l'U. R. S. S., ma anche agli attacchi in¬ coltà a garantire due delle poten-lidisnonente adottato la settimanadisponente adottato la settimana i scorsa clan Agenzia luss 0n am- Dienti sovietici sia a Mosca che,ffia Londra stessa, hanno rivelato ''^ta. Cosicché la. stampa britannica annrnm una vnira é rnstrpHa a ic"a ai Fdiretti. Si e notato a Mosca che dla Gran Bretagna non ha diffi-j pze confinanti col territorio sovie-|ctico; la Polonia e la Romania e[rla potenza che detiene le chiavi ;pdel Mar Nero, la Turchia. Ma ciò, non basta; nel sistema delle fron tiere sovietiche restano ancora pa orecchi intervalli aperti. Perchè,, avrebbe chiesto Stalin, gli inglesi I Snon si impegnano analogamente; verso la Finlandia, la Lituania, la ELettonia? Perchè non estendono b al Baltico un trattamento analo go a quello dedicato al Mar Nero? Insomma, con la formula degli eventuali «attacchi indiretti », Mosca rimette sul tappeto la questione di un patto collettivo, assai più comprensivo e preciso che non quello degli accordi bilaterali cui mostra di restare tenacemente attaccata a Londra. Si prevedeva stasera in alcuni circoli londinesi il maturare di un singolare compromesso fra le due tesi: con la scusa della garanzia contro gli e. attacchi indiretti » il esse rischiano cioè di venir garantite loro malgrado, senza fra l'altro riscuotere le sonanti provvigioni che hanno riscosso la Romania, la Grecia, la Turchia e 'a Polonia. ssistema, secondo il punto di vista j di Mosca, verrebbe esteso ad un certo numero di nazioni nuove; secondo il punto di vista di Lon-1 dra, quello per intendersi « bi'.a- j terale », tali nazioni non dovreb-1 bero esser chiamate in causa, ed j . . i. ii w :I grattacapi di Halifax \jII testo moscovita ha fatto mol-i ta impressione su Lord Halifax che, secondo il redattore diploma- : tico del Daily Telegraph si è mes-!so subito a studiare la risposta da ; dare. Il ministro degli esteri bri-Itannico si prepara molto intensa-!mente, al colloquio che avrà a Gi- ì nevra, con il rappresentante so-ivietico, probabilmente Potemkin. Lo stesso giornalista ritieni-quasi sicuro che, in viaggio per il Lemano, Halifax si fermerà a j Parigi incontrandosi con Daladiersabato prossimo. A Ginevra poi i! ministro britannico si terrà in con-tatto con Bonnet. La Francia ih-fatti sombra premere con tutta'aforza su Londra al fine di indurla a desistere da tutte le pregiudi-ziali che ostacolano un accordocon la Russia. Questo sarebbe il motivo per cui Stalin non intende vecchio pezzo di carta che era la alleanza fra Parigi e Mosca, al'ean?\ ch<; 81 V? Piuttosto raffreddata dopo Monaco e che la recedere dai punti di vista prò- spettati e per cui egli mostra pre- ferire cento volte un fallimento delle conversazioni anziché lascia-re all'Inghilterra la libertà di gio- ng] ^ d( eventuale confìitto cedere II ffiSKff*^^^'0 dT ,m^am anglo-sovietica sia condizione rie- cessarla per lustrare a nuovo quel ut_ r— .„ ? cacciata di Litvinof non ha certo rafforzato. Parigi ha una forte carta inmano per imporre la sua volontà a Londra. Il Sangiaccato di Ales-sandretta. la moneta che gli in-glesi hanno promesso ai turchi, in barba a tutti i diritti di autodeci sione, ed in barba al pietismo di altri tempi per i massacri degliarmeni. Se Londra non cederà a Mosca, Parigi non cederà a An- kara. Se Ankara non avrà il San-giaccàto, anche la garanzia anglo- turca diventerà lettera morta, Ecco quale è il ginepraio diplo matico che le democrazie stannok^ al mondo, ginepraio anche peggiore, se fosse possibile, ^l^MJ^ff S,*^ questo ginepiaio che 1 polemis.idemocratici tentano di paragonarela granitica mole dell'Asse RomaBerlino! Leo Rea Il Duca assist* alla superba rassegna della Milizia in piazza Castello: I Battaglioni sono schierati di fronte al podio sul quale sta Mussolini

Persone citate: Bonnet, Chamberlain, Duce, Mussolini, Stalin, William Seeds