"MaestrI"e "campioni

"MaestrI"e "campioni "MaestrI"e "campioni venze del corpo nello scatto, medesimo controllo dell'equilibrio de. corpo nella corsa. Tanto simili ap-1 paiono l'uno all'altro questi arti-, sii del pallone, che il loro conte-] gno quasi fornisce da solo una qiustificazione al fatto che appare strano al pubblico nostro, quella numerazione sulla schiena. Artisti del pallone ■ Tatticamente, la disposizione degli uomini in campo, il modo di inscenare gli attacchi ed il piano per bloccare quello dell'avversare, hanno certamente costituito, per coloro che prima d'ora ancora non avevano visto all'opera i calciatori d'oltre Manica, la cosa più interessante. Lo sportivo italiano, certo, non ha mai visto come oggi il medio centro giuocare da terzino, fare il poliziotto al centrattacco e dar cos'i libertà d'azione ai terzini perchè vadano sulle ali. Non ha mai visto la formazione del quadrilatero centrale, composto dalle due mezze ali e dai due mediani laterali, quadrilatero in cui si fa tutto il lavoro d'inizio, di approccio, di costruzione iniziale. Di fronte a questa inusitata disposizione, gli « azzurri » si trovarono, ad un certo punto, come sbalestrati. Non trovavano l'avversario da marcare, non vedevano svolgersi l'attività avversaria secondo la linea a cui hanno fatto l'abitudine. Questo stato di cose ha costituito per la squadra nostra l'insegnamento più prezioso che si possa immaginare. E' stato una specie d'obbligo, di costrizione a pensare, a lavorare di cervello contro piani insoliti, contro disposizioni di battaglia che costituisco no sorpresa. Il disorientamento che prese gli « azzurri », di fronte a queste difficoltà che, ripetiamo, erano pure state loro segnalate e descritte, è uno stato d'animo che rassomiglia al timor reverenziale. Alla fine del primo tempo la squadra nostra guardava un po' l'avversario dì sotto in su, come colpita, impressionata. Quello che avvenne alla ripresa torna a tanto maggior merito loro. Non è da tutti il risollevarsi, il riprendersi, l'ingigantirsi dopo essersi rimpiccioliti tanto. L'anno scorso la Germania, contrapposta ud una simile impresa, non si sollevò più. subì un tracollo, la stessa cosa è avvenuta ripetutamente alla Francia ed alle rappresentative di altri Paesi. Di solito, ci si riprende il gipmo dopo, ci si riprenderebbe in un'ultra occasione, se essa ci venisse fornita. Nel corso di uno stesso incontro gli « azzurri » sono, invece, riusciti, dopo di aver subito la lezione, a dimostrare di averla imparata e di poter parlare sullo stesso tono di colui che l'aveva insegnata. Nel corso dello stesso incontro, senza attendere altre occasioni, con immediatezza, con prontezza di riflessione e di conseguenze. Bisogna credere in questi nostri ragazzi, che hanno muscoli sodi, polmoni d'acciaio, volontà di ferro e intelligenza- sveglia quunt'altrì mai. Essi hanno vissuto oggi su quell'ampliato Stadio di San Siro che l'avvenimento ha dimostrato come già sorpassato nelle dimensioni e nella capacità, il loro piccolo dramma. Si soh trovati a un dato 'tanto sconcertati come mai nella loro carriera, han vitto la nera sconfitta guardar loro negli occhi, in casa lóro, di fronte al loro pubblico. Han taciuto, han pensato, sono tornati in campo ed hun parlato come parla colui che ha capito. E' quando han preso a parlare essi, allora subito la voce dell'avversario si è fatta più piccina. Quando l'Italia ha preso a giuocare anche essa, l'Inghilterra subito non ha più giuocato nello stesso modo, ha perso il suo tono fluido, non ha più sfoggiato sicurezza nè irruenza nè facilità di azioni, si è trovata in difficoltà. Il fatto che l'incontro abbia potuto svolgersi senza dare luogo al minimo incidente, senza scorrettezza alcuna, in atmosfera, anzi, di piena e assoluta cordialità, ha fatto un grande bene alla causa dello sport dei due Paesi, ed avrà riflessi che dovrebbero andare al di là di quello che è campo sportivo puro e proprio. Vittorio Pozzo tst)ii»i«)inai»i)iiiiitiaiit>iitt»*iit J)tii»»«EtBtiiiiii(tif Milano, 13 maggio. un-avvenimento che ha tenuto fede alle promesse. Sotto l'aspetto spettacolare e sotto quello del contenuto tecnico. Un grande avvenimento. Un pubblico da un milione a duecentomila lire, ■— ogni primato per spettacoli sportivi, in Italia, superato di gran lunga — il clima, che dopo di aver attiva. mente avversato tutto quello che si riferisce alla manifestazione, finalmente si arrende e concede una tregua; una squadra inglese che giucca come si giuoco in cielo, fino a far apparire piccina la pur grande rappresentanza calcistica nostra; una squadra italiana che nella ripresa si risolleva di colpe, si risolleva fino ad ingigantirsi, fino a parlar da pari a pari con l'avversario, fino a pareggiare, fino a passare in vantaggio; il pubblico che vive trepidando il piccolo dramma della squadra del suo cuore, e la vede negli istanti finali perdere il vantaggio, e per ultimo, un risultato che, detto sinceramente, è la cosa più giusta e la più equa clic si possa immaginare. Equità di risultato Soffermiamoci su questo risultato. Il primo tempo si è chiuso col vantaggio della squadra ospite, per 1 punto a 0. Il punto stesso è stato ottenuto non in azione manovrata, ma su calcio d'angolo e col contributo di circostanze eccezionali. Due uomini nostri che, vedendo giungere la palla, dal tiro d'angolo, sul centro attacco avversario Lawton e potendolo ambedue marcare, rimangono tutti e due impantanati e non si muovono; Lawton che, rovesciandosi tutto all'indietro, sfiora la palla di testa; Andreolo che nell'allungarsi per intercettarla scivola e cade; Olivieri che, vedendo scattare Andreolo, si ferma e perde il tempo dell'intervento; la palla che finisce con assoluta precisione nell'angolo lontano. Circostanze eccezionali. Ma la squadra inglese, in questi primi quarantacinque minuti di giuoco, è stata grande. Pareva fosse una impresa impossibile, ai nostri, di tenere a freno quell'at, tacco, che, quando si scatenava e si rovesciava sulle nostre linee difensive, pareva nutrito ed integrato dall'intera compagine. Quello era il giuoco inglese, coinè lo si giucca in Inghilterra. La completezza dei quadri lo permetteva, le condizioni del terreno e del clima 10 favorivano, quella specie di stato di smarrimento in cui si trovavano gli uomini nostri lo facilitava. Lasciamo sture il modo col quale è stato ottenuto il punto che ha portato l'Inghilterra in vantaggio nel primo tèmpo. Esso fu casuale, fortuito, tutto quello che si vuole, ma, di trovarsi in vantaggio u metà tempo, gli ospiti se lo meritavano. Il maggior numero e la miglior qualità delle occasioni da rete erano stati di loro marca. Avevano giuocato meglio. Giunge la ripresa. Gli «azzurri» che al segnale di chiusura del primo tempo erano scomparsi nel sottopassaggio, preoccupati e cogitabondi, escondo dui medesimo in ben altro atteggiamento. Lo si vede subito. Lo si vede a mezzo di un punto di Biavati, che dà loro il pareggio e che è opera tecnica chiara nitida limpida. Trasfigurazione azzurra Dal pareggio al vantaggio il pusso pare persili breve, tanta è fa foga con cui gli « azzurri » si sono gettati nella lotta, ora che hanno capito quale è la strada da battere. Due a uno è il risultato alla metà del secondo tempo, ma le occasioni che gli italiani mancano sono superiori a quelle che essi hanno sfruttato. Essenzial mente queste occasioni sono migliori, sono più convincenti di quelle che l'avversario ha fatto maturare nella prima parte dell'incontro. Giunge il pareggio da parte dei/li ospiti, a pochi minuti dal termine. Pare una disdetta, pare una cosa che faccia male al cuore. Al senso sportivo, al senso di giustizia, invece, esso non fa male alcuno. Il secondo tempo, col superbo ritorno deqli italiani, non fa che ristabilire quell'equilibrio che la superiorità inglese del primo tempo ed il complessivo miglior giuoco defili ospiti aveva fatto pendere tutto da una parte. Si aveva la vittoria in mano, essa ci è sfug gita. . , Si poteva vincere, ma non lamentiamo. Siamo sportivi al cospetto d'un avversario sportivo e al cospetto della coscienza nostra. 11 risultato è giusto. Grande, abbiamo detto, la squa' (fra inglese che ha operato a San Siro. Grande tecnicamente, tatticamente, sportivamente. Tecnicamente, gli ospiti hanno detto una parola convincente su quello che è lo stile moderno inglese in fatto di controllo della palla, in fatto di particolarità nel modo di correre, saltare, smarcarsi, fare con assoluta immediatezSO, quello che si è deciso di fare. Se qualcuno dovesse chiedere quale dei giuocatori della squadra ospite si è portato meglio a questo riguardo, ci si troverebbe in imbarazza per dare una risposta definitiva. Questi giuocatori britànnici paiono tutti colati da una Stessa forvi", fabbricati a serie su uno stese:) disegno: stesso modo d>, fermare la palla, identiche mo-'

Persone citate: Andreolo, Biavati, Lawton, Olivieri, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Milano