Al Valentino di Ugo Pavia

Al Valentino Al Valentino a i o e l a o , W n a . . o r i o o 8 a r> è ai r- TI parco del Valentino è tutta una festa di colore, poicfiè il sole dopo aver alquanto indugiato splende magnifico. Fra le masse verdi degli alberi, cui fa da sfondo la collina che un velo azzurrognolo allontana, spicca il palazzo della Moda, tutto bianco, e in primo piano alle variopinte aiuole fiorite fanno riscontro stagliandosi nel cielo, sull'alto dei pennoni, le bandiere e le fiamme. Il tricolore si sposa col nero dei vessilli che recano in oro il Fascio Lattario. Il palazzo, dove per iniziativa del Federale è stata allestita la Rassegna « Torino e l'Autarchia », attende il Duce nel Cui nome la Rassegna è stala creata. Lo attendono con fervido entusiasmo autorità e personalità, i camerati, le camerate, t giovani della Gii dei Gruppi Lucio Bazzani e Cesare Odone schierati lungo il fronte del palazzo, insieme a gruppi di Reduci d'Africa e di Spagna e a numerosi squadristi. Si allineano a fianco dell'ingresso i militi della Legione « Ferrea » in armi che prestano servizio d'onore insieme alla Banda. Giungono i Moschettieri del Duce e si schierano di fronte lasciando un corridoio che conduce alla porta principale. Sul controviale si ammassa una folla imponente, festosa. Gli sguardi di tutti si affissano ansiosi verso le estremità del corso Massimo d'Azeglio. Tutti nella mattinata hanno già fervidamente acclamato il Duce partecipando alla storica adunata di piazza Vittorio Veneto dove la grande famiglia del Fascismo torinese, i lavoratori di ogni categoria e il iIddp■tbclSDffangdtzPsppopolo Gli ha espresso la calda, '■appassionata devozione e ricono- !scenza, ma tutti sentono irrefre- [nabile il desiderio di rivederLo ^per nuovamente dimostrarGli la !fede inalienabile della città fede-1lissima. Il grido che compendia in un sol nome, il Suo, tutta la piena dei senimenti ed affetti prorompe ad un tratto potentissimo da tutti ì petti: Duce! Duce! Dal fondo del viale si avvicinano velocissime le macchine. Le bandiere che si agitano al vento ìiel viale sembrano anch'esse salutarLo al passaggio. Gli squilli echeggiano: le musiche suonano gli inni della Patria, verso il cielo si elevano fusi in una sola armonia, acclamazioni ed inni. L'attentissima visita TI Duce è in piedi sull'automobile, sorride compiaciuto alla spontanea grandiosa manifestazione. Dalla folla sembra si siano sprigionate migliaia e migliuia di bianche farfalle: sono fazzoletti che le donne agitano febbrilmente in segno di giubilo. Nell'automobile del Duce sono S. E. il Segretario del Partito: S. E. il Prefetto e il Federale. Nelle macchine seguenti sono le Loro Eccellenze i Ministri Alfieri, Bottai, Cobolli Gigli, Di Revel, i Sottosegretari, il Capo ai S. M. della Milizia S. E. Russo, il vice-Segretario del Partito Gar. dini, i presidenti confedrali Cianetti e Molfino, il direttore generale dellla stampa italiana Casini, alti magistrati, il comandante generale dei RR. CC„ tutte le autorità cittadine e un foltissimo gruppo di personalità rendono omaggio al Duce. I moschettieri, col pugnale sguainato, i militi della « Ferrea » col fucile a «presentatami» rendono l'onore delle armi. Un attimo il Duce sosta, ad abbracciare con uno sguardo il vasto imponente maestoso quadro che Isa circonda. Le parole che il Federale ha fatto scrivere sul grande portale d'ingresso attraggono per un istante la Sua attenzione: ■ Il Fascismo torinese documenta con questa Rassegna il contributo portato dalla nostra Provincia all'autonomia economica della Nazione ». Poi, avendo ai lati S. E. il Prefetto, il Federale e il Delegato Federale alla Rassegna fascista Giani e seguito dal gran fiotto delle autorità, varca la soalia del Palazzo. La prima sosta è nel padiglione della Razza, dove fotografie di grandi uomini, di poeti, di santi, di guerrieri, scienziati ed indomiti lavoratori, esponenti della razza italiana, sentinella alpina in Piemonte, comprovano la purezza della razza che tocumenii scientifici riconfermano. Il Duce passa nella contigua sala storica. ■■■ Autonomia economica, indipin■lenza politica, potenza della Nazione », sono le parole che dominano. Il Duce si interessa agi' editti dei Principi Sabaudi, ai provvedimenti adottati in tema d< autarchia, alle frasi del Batterò riportare sulle pareti e che si ilférisconó alla «sufficienza economica » sinonimo di potenza politica, o all'* abbondanza di popò, lo » e lungamente sì trattiene a considerare quelle carte ingiallite che parlano delle aspirazioni autarchiche del Piccolo Piemonte. Dalla Mistica alla Fiat Nel padiglione successivo il Federate presenta al Duce il « A'stmero Unico » della Rassegna ed '■ un astuccio contenente le meda ! glie coniate per la storica manv [f estazione. Poi il Duce entra nel ^padiglione della Mistica. Il Sia ! sguardo si sofferma un istante 1«""'<* Sua immagine che spicco. cooddtEtzpadptqcnso : . e i , . , o e » n o nel primo degli affreschi, rifritta in atto di impartire al popolo il verbo della Mistica dell'Autarchia e percorre poi tutti i succe, siri quadri in cui la Sua parola si fa azione e culmina in un'apoteosi in cui trionfano i simboli del Littorio avendo per sfondo una immensa bandiera tricolore Entrando nel Padiglione il Duce ha riconosciuto il facsimile di quel Suo messaggio inviato al Ministro Segretario del Partito, dopo l'inaugurazione della prima Rassegna, per dare a Torino il più alto riconoscimento designandola antesignana e pioniera nella battaglia autarchica. Dovunque il Duce volga lo sguardo sono i Suoi comandamenti, le Sue parole, che ritrova, e questi Egli troverà successivamente in tutte le Sale della Russegna che è stata creata nel Suo nome rievocando quei Comandamenti che regolano la battaglia economica e che hanno potenziato le forze, spronate le energie, le intelligenze e la volontà di tutti i produttori di Torino e provincia per dimostrarsi degni della fiducia che il Duce ha avuto in loro. La visita continua: il Duce si sofferma nel padiglione dell'Istituto di coltura fascista che tanto contributo dà alla diffusione del la Mistica autarchica, poi passa in quello della Propaganda e qui è la Sua voce che ode ripetere quei comandamenti ch'Egli ha già dato alle diverse categorie di produttori. La Radio, i quotidiani La Stampa e la Gazzetta del Popolo contribuiscono insieme alla Federazione dei Fasci ed alle sue organizzazioni a portare dovunque l'idea autarchica, a formare la coscienza di tutti. E tutti que sti potenti mezzi di propaganda, compresa la Radio rurale, il Duce osserva compiaciuto in questa originalissima sala. I laboratori dell'Università, del Politecnico, dell'Istituto Galileo Ferraris, Lo trattengono in particolar modo. Egli si informa dai singoli direttori delle scoperte, delle esperienze che si svolgono, dell'apporto preziosissimo che la scienza dà all'autarchia. L'altissimo premio Ed eccoLo nel grande salone della Fiat, che è diviso in due reparti. Qui la visita del Duce è attentissima. Non vi è settore di questa nostra grande industria che non richiami la Sua attenzione. Le domande ch'Egli rivolge al capo sala camerata Camerana sono chiare, precise, concise. Ad osservare un motore a gasogeno di legna di carbone, un altro policarburante, la riutilizzazione dei trwcioli di tornitura e tutto quanto si riferisce ai ricuperi, il Duce si sofferma con vivo interesse; come si interessa alla introduzione dei principi autarchici nella produzione di automobìli, velivoli; al reparto siderurgico cui la riattivata miniera di Travedila ha dato nuovo impulso, poi il Duce prosegue la Sua visita. Nel Padiglione della lotta contro gli sprechi trova nuovo motivo di grarde vivissimo interesse poicìiè qui, con i ricuperi, il problema dell'autarchia trova molte soluzioni, e via via prosegue nel Salone dell'Economia Corporativa, poi in tutti, i padiglioni delle 22 Corporazioni, Non vi è padiglione in cui non trovi materia dì vivo interesse: nel Reparto delle industrie estrattive, in quello dello spettacolo dove il camerata Poletti dà particolari chiarimenti sull'organizzazione di tale organismo; nell'ai, tro della Moda, nelle due fattorie e particolarmente nel Padiglione della Bonifica e della Casa dove il camerata D'Emarese dice dell'opera delle Massaie rurali e infine nel padiglione dove è comprovato il contributo dato da Torino alla valorizzazione delle terre dell'Impero, il Duce si sofferma interessandosi di tutto, chie¬ de chiarimenti, parla con grandi famigliari con i capi-sala. Prima di lasciare la Mostra, il Duce esprime al Federale e al suoi collaboratori il più vivo elogio per il modo con cui la Mostra stessa è stata realizzata dal punto di vista tecnico, artistico e propagandistico e comunica che, in riconoscimento di tali benemerenze, viene oggi istituita la « Mostra biennale nazionale dell'autarchia » che avrà luogo a partire dall'anno 1941, La dimostrazione di giubilo prorompe. Gli echi dal palazzo ripetono il grido di « Duce! Duce! ». E questo grido è ripreso dalla, folla che attende sul viale, in forma sempre più imponente e accompagna u Duce quando passando dinanzi ai moschettieri e ai militi che presentano le armi, sale sull'automobile e in piedi riceve ancora l'omaggio prorompente della folla entusiasta, o.tre due ore w Duce si è trattenuto alla Rassegna. Ugo Pavia

Luoghi citati: Africa, Emarese, Piemonte, Spagna, Torino