Acclamato discorso del Ministro della Cultura Popolare

Acclamato discorso del Ministro della Cultura Popolare La bilancia commerciale migliorata di quasi tre miliardi dal 1937 Le nostre direttive: aprire il nostro mercato a chi compra da noi Acclamato discorso del Ministro della Cultura Popolare Roma, 12 maggio. ■Nella riunione odierna, dopo aver ascoltato i discorsi dei Ministri Guarneri e Alfieri, la Camera dei Fasci e delle Corporazioni ha approvato i bilanci dei Ministeri degli Scambi e Valute e della Cultura Popolare. La riunione è aperta alle 16 dal Presidente S. E. Ciano. IV aula è affollatissima; molto pubblico nelle tribune. Le tre tribune riservate alla stampa sono gremite di giornalisti romani e di alti funzionari del Ministero della Cultura Popolare. Al banco del Governo sono presenti i Ministri Bottai, Guarneri, Rossoni, Alfieri, CobolliGigli e i Sottosegretari De Marsanich e Tassinari. Il Ministro degli Scambi Il verbale della riunione di ieri è approvato dopo brevi dichiarazioni del consigliere Boccadifuoco. Si riprende poi la discussione del bilancio del Ministero degli Scambi e Valute fra vivissimi applausi dell'assemblea sale alla tribuna il Ministro Guarneri. GUARNERI. - La situazione economica mondiale, nel periodo dall'inizio dello scorso anno ad oggi, è stata nettamente dominata dalla situazione politica. A partire dal giugno delio scorso anno si manifesta un movimento discendente che assume particolare accentuazione negli Stati Uniti d'America e attraverso alterne vicende si etsende ai principali mercati d'Europa. La generale depressione dei mercati si rispecchia: nell'indice dei prezzi oggi in ribasso del 15 per cento rispetto al gennaio del 1938, con una punta del 39 per cento per i cereali; nella progressiva formazione delle scorte, di cui l'indice globale mondiale registra un aumento medio del 19 per cento con punte assai maggiori per il cotone, il frumento, fi caucciù e taluni metalli pregiati; nel corso delle azioni che segna una depressione di circa il 10 per cento rispetto alla media del 1937; e si rispecchia sopratutto nell'andamento dei traffici internazionali che nel corso del 1938 subiscono una riduzione media in valore oro del 13 per cento rispetto al 1937. Come conseguenza di questa situazione le direttive della politica commerciale e valutaria degli Staiti Uniti sono state orientate verso una più severa tutela del mercato interno con ulteriori restrizioni dirette o indirette ai traffici d'importazione e al regime delle valute. Tradizioni che cadono La Gran Bretagna abbandonando definitivamente la sua tradizione di sedicente liberalismo economico, interviene con atti legislativi o di governo a promovere la riorganizzazione di interi settori della sua economia industriale. La [Francia, che in passato aveva cercato di arginare il rapido aumento del deficit della sua bilancia commerciale essenzialmente con misure di contingentamento e di ordine doganale e monetario, ha recentemente posto a base del suo programma di ricostruzione economico-finanziaria tra gli altri capisaldi quello del potenziamento delle esportazioni. La Germania sta sviluppando una vasta e sistematica penetrazione commerciale ovunque, ma specialmente nei Paesi a economia complementare con ila propria. La politica commerciale nei rapporti internazionali sta sempre più scostandosi dalle forme tradizionali'dei trattati a tariffa a lunga scadenza e va sempre più assumendo l'aspetto e la forma di una diretta azione dello Stato. Ini; queste condizioni la politica commerciale del Governo fascista ha ancora più tenacemente puntato verso taluni obiettivi di fondo che, particolarmente dalle sanzioni in poi, sono diventati il nostro ere do: raggiungere il pareggio nella bilancia dei pagamenti, drasticamente riducendo lo squilibrio nel la bilancia commerciale attraver so la riduzione delle importazioni non necessarie, ma soprattutto at traverso il potenziamento delle esportazioni; fiancheggiare gli sforzi intesi ad assicurare alla Nazione il massimo di indipendenza economica; assicurare i rifornimenti di materie prime e di mez zi strumentali indispensabili alla vita e alla difesa del Paese, al po tenziamento delle risorse del ter ritorio nazionale e dell'Impero; at tivare sul terreno della collaborazione economica la politica delle relazioni internazionali dell'Italia fascista. All'interno nostra massima cura è stata quella di spingere al massimo la formazione nel seno delle categorie di organi unitari di importazione e di distribuzione di prodotti alimentari e di materie prime nei settori industriale, commerciale e agricolo. La ripartizione delle importazioni, attuata nella prima fase attraverso il regime della cosidetta e. bolletta > gradatamente sostituito da quello della i licenza », ha avuto per conseguenza di sbriciolare al limite la nostra organizzazione di acquisto all'estero, tradizionalmente già fin troppo sminuzzata. Di qui la formazione di un ceto di specialisti della cosidetta pratica dell'importazione, sedicenti intermediari tra le aziende di provincia e le Federazioni o il Ministero, quasi sempre venditori di fumo (vivi appi.). Questa situazione doveva venire stroncata e non poteva esserlo che in due mo vctdcl1lmlshmdsdsm1cplirrs tabinispmzialsatoInptinbsiMzavvovGtecqdtbmvttttmndecSdd11trglsiidi: o col ritorno al regime della.libertà delie importazioni, ritorno |le stesse ragioni profonde che ave vano spinto il Governo a imporre in questo settore un regime di disciplina, ovvero colla formazione di un'organizzazione unitaria del- escluso a priori e per sempre dal- " le importazioni. Abbiamo sceltoquesta seconda strada che abbia- mo percorsa e.stiamo P«co«e"^ con la necessaria prudenza, ma con ferma decisione, In ^tatn P l'ÌnÌ7ÌatÌVa DTÌVata LO MarO e I irilZIalIVd (invaia !. Dal periodo delle sanzioni in poi e con la dura ma istruttiva espe-rienza che ne abbiamo fatto, Tarn jninistrazione che il Duce ha creato per regolare in forma totalitaria i, rapporti economici con l'estero ha tenacemente perseguito fin dall'inizio e nelle sue succespive trasformazioni, da Sovraintendenza alle Valute a Sottosegre- n e i ni; a o , n a r i e i a a e a l o i i e a a aidi ie il ri ae o ROMA, 12 maggio. Nel 1938 si è avuto un disa- j vanzo nella bilancia commer- J ciale di 2958-milioni di lire con-' tro i 5739 milioni del '37: quindi un minore onere nella bilancia dei pagamenti di 2781 mi-; lioni. Il primo quadrimestre del, 1939 registra un disavanzo nel-; la bilancia commerciale di 548' milioni di lire, contro un miliardo e 471 milioni nel corrispondente periodo del 1938. Si ha quindi un beneficio di 923 milioni di lire. Nel 1938, con 3 miliardi di disavanzo commerciale, la riserva aurea subì una riduzione di soli 202 milioni, per il 1939 si prevede un disavanzo di 2 miliardi di lire attuali (circa 150 milioni al mese) che può considerarsi una posizione di primato nella storia della bilancia commerciale dal 1900 in poi. La necessità dell'ora: ridurre ulteriormente le spese estere non strettamente necessarie, spingere le esportazioni. ■ ■■■■mitili i iiimiih ut tariato e a Ministero per gli Scambi e le Valute, durante quattro anni densi di eventi, la direttiva di spingere le categorie verso la formazione di una salda organizzazione commerciale per gli acquisti all'estero. In taluni settori si è reso necessario l'intervento diretto dello Stato, ma nella gran parte dei casi la Iniziativa è rimasta all'attività privata. Il movimento è stato particolarmente celere nell'ultimo anno ed ha investito settori che sembravano istituzionalmente preclusi ad una disciplina unitaria. Mentre altrove si stanno organizzando sotto l'incalzare degli avvenimenti Ministeri per gli approvigionamenti o altri mastodontici organismi di acquisti all'estero in vista di emergenze supreme, il Governo Fascista ha gradatamente affrontato e risolto il problema con una formula venuta fuori quasi per generazione spontanea dalla stessa costituzione corporativa dello Stato (vivis. appi). Nel campo dell'esportazione abbiamo operato per vie molteplici ma convergenti. Al camerata Gervasio, che con la competenza che tutti gli riconoscono ha richiamato in modo particolare la sua attenzione sul problema dell'esportazione vinicola, dichiara che esaminerà, le proposte da lui preannunziate col maggiore interesse L'azione di intervento diretto dello tSato è stata fiancheggiata e integrata dalla cosidetta politi ca contrattuale, con la quale lo Stato tende a regolare i rapporti di scambio e di pagamento con i diversi Stati. Anche nel corso del 1938 e in questi primi mesi del 1939 la nostra attività contrattuale, che si è svolta sotto la direttiva politica del Ministero de gli Affari Esteri in perfetta collaborazione con tutte le amministrazioni interessate dello Stato e in proficuo continuo contatto con le rappresentanze sindacali degli interessi economici nazionali, è stata assai intensa. Le nostre direttive sono: aprire il nostro mercato a chi comperà da noi e nella misura in cui compera da noi, orientare i nostri traffici internazionali in funzione della nostra politica autarchica, che non significa isolamento sul terreno eco nomico e consente di attivare lar fhe correnti di scambi con quei aesi che sono disposti ad accettare i nostri prodotti in pagamen to dei loro; favorire una sempre più stretta collaborazione econo mica con tutti i Paesi che concepiscono il lavoro non soltanto co me fonte di ricchezza, ma anche con Paesi coi quali l'Italia coltiva più stretti rapporti di amicizia, in primo luogo la Germania (viviss applausi). La bilancia commerciale H saldo passivo della bilancia commerciale da 5.739 milioni nel 1937 si è ridotto nel 1938 a 2.958, con un minore onere per la bilancia dei pagamenti di 2.781 milioni (vivi appi.). Particolare rilievo merita l'aumento, sia pure modesto, realizzato nelle esportazioni, in quanto altri Paesi hanno subito falcidie notevoli sulle posizioni raggiunte. La Gran Bretagna ha perduto rispetto al 1937 la Germania il 9'/c, la Francia l'8%, gli Stati Uniti il 7%, il Giappone il 15%. Nei primi tre mesi del 1939 le importazioni scendono a due miliardi e 337 milioni con una riduzione di 735 milioni, le esportazioni passano ad un miliardo e 860 milioni. Il saldo passivo si riduce a 476 milioni di lire, con un minor onere per la bilancia dei pagamenti di 682 milioni (vivi appi.) Per il mese di aprile scorso i dati provvisori fornitigli dal benemerito Istituto centrale di statistica e non ancora di pubblico dominio, presentano i seguenti risultati: importazioni 807 milioni di lire, contro 958 milioni nel 1938: esportazioni 734 milioni, contro 646 milioni nel 1938 (viviss. appi.); saldo passivo 72 milioni di lire contro 312 milioni nel ta vistuprintmedaviapemsute (acoasmstrSadio e arte na. 1938 (viviss. appi.), o | Dimodoché nel complesso 11 pri pilaPococodeganecoCmrisocoedscmsistmalgluspiltevstcilbD!.tsmssdttplndptnmdlafrgdsustErsplpe e ie l- l- mo quadrimestre del" 1939 règi-1 stra Un disavanzo nella bilancia1 commerciale di 548 milioni di lire contro un miliardo 471 milioni nel corrispondente periodo del " 1938, e un beneficio quindi di lire oj923 milioni (viviss. prol. appl.iJ a- Deve però dire con rude franchez-' ^ za che lo sforzo compiuto non è n sufficiente e che bisogna andare oltre. ,,| a .. Un .^avanzo di 2 miliardi di, a Ure attuali può considerarsi unaIoi | posizione di primato nella storia | e-1H rn aaeto sne- della bilancia commerciale italia-!na dal 1900 in poi. E' però suo do-. vere dire alla Camera e al Paese j che questa non è ora di facili ot-.timismi. La bilancia è il fattore jprimo e di gran lunga più impor- ;tante della nostra bilancia del pa-lgamenti, ma non è il solo. Accan-ito alle merci in entrata e in usci-1 ta funzionano i cosidetti fattori in-1 chvisibili che per l'Italia sono costi- ì al tuiti: al passivo, dalle spese prò prie dello Stato, dal pagamento di interessi e di quote di ammortamento di prestiti esteri, dai noli e dalle assicurazioni, da spese per viaggi che si compiono all'estero per ragioni di lavoro e di studio, ma anche e in misura di molto superiore a quella che comunemente si ritiene per scopi turistici (appi.); all'attivo sono sopratutto costituiti dal turismo, da noli e assicurazioni, da rimesse degli emigranti, da interessi attivi. E' necessario, conclude il Ministro, che tutti gli Italiani sentano prdure e scpiedivorissprachdazaga che questo che 11 Duce ha affidato al suo Ministero è ancora e sera- pre dopo quattro anni settore di dura battaglia che bisogna vincere a qualunque costo, perchè è qui e su questo terreno che l'antifascismo internazionale conta di piegarci (la Camera «orge in piedi, viviss. prol. appi.). Naturalmente sarà ancora una volta deluso! Il popolo italiano, se dispone di riserve auree assai modeste, dispone però di un'altra riserva veramente imponente ed inesauribile che è costituita dalla sua sobrietà, dalla sua disciplina, dalla sua forza di lavoro, riserva non catalogabile e non suscettibile di valuta- zioni statistiche, ma che nelle ma- ni di un grande Capo costituisce una forza che non può essere domata (nuovamente la Camera scatta in piedi al grido di Duce! Duce! Le entusiastiche acclamazioni, alle quali si associa il pubblico delle tribune, si prolungano per gualche minuto. Poi il Presidente orditia il «Saluto al Duce!»). Il bilancio dei Ministero degli Scambi e Valute è poi approvato dall'assemblea, ancora in piedi, fra vivissimi e prolungati applausi Viene quindi ripresa la discussionedel bilancio del Ministero della Cultura Popolare ed hanno la pa-rola i Consiglieri nazionali Cravino, Locurcio, Bonelli e Chiodelli.