Ritorno di Legionari

Ritorno di Legionari Ritorno di Legionari Il viaggio cameratesco e lo sbarco nel porto di Genova Una nuova flottiglia di sottomarini entrata in linea in Germania per la difesa costiera. Genova, 10 maggio. Abbiamo ieri sera concluso, con l'arrivo a Genova, il nostro viaggio in compagnia di duecento legionari reduci dalla Spagna. Abbiamo vissuto sette indi?nenricabiii giornate a contatto di gente che pregustava, di ora in ora, il ritorno alle proprie case, e ai propri figli col cuore e la coscienza di chi sa di avere adempiuto tutto intero il proprio dovere verso il Fascismo e verso la Patrio. La prima variante al nostro programma l'abbiamo avuta quando il centurione Cannata, che non fa che discutere con i suoi delegati per gli alloggiamenti e per le partenze, ci ha annunziato che era consigliabile una nostra partenza col piroscafo «Firenze » diretto a Genova il giorno 4 mattina e che portava un « carico » di legionari. L'idea ci è piaciuta anche perchè eravamo certi che avremmo incontrato qualche vecchia conoscenza fra questi eroici pionieri della civiltà mussoliniana. Bisogna immaginare che fra questi legionari, rappresentanti il primo scaglione di quelle schiere che rientreranno fra giorni, difficilmente se ne trovano due della stessa città o della stessa regione. Eppure quanta comunanza di spiriti. Quanta amicizia fra questa gente che si è incontrata e reicontrata sui vari fronti della guerra! Un pensiero ha dominato lo spi a - - a - o a rito di questi soldati durante le lunghe conversazioni al chiaro di\luna mentre la nave solcava u\Mediterraneo: la gioia di rivedere] le proprie donne, il sacrificio dilqueste compaqne di soldati da essi\con tanta nobiltà paragonato alÌloro stesso sacrifizio. Poi si rac-\contavano le imprese guerresche,]si ricordavano nomi di compagni]caduti, si rievocavano episodi vis-]siiti in comune; di tanto in tanto, si sentiva una esclamazione in ca-' stigliano a conclusione di un discorso. Qualcuno aveì:a con sè la propria moglie, venuta in piena guerra a raggiungere il marito sola attraverso la Francia e i Pirenei o per via di mare traendo seco come compagni una fede e un amore incommensurabili. Qualche altro si è sposato in Spagna e si è portata ora, nell'Italia bella e luminosa, la propria sposa. Per le ragazze di Spagna era un gran sogno sposare un « Chico » italiano. Altri ancora, di quelli che erano in Spagna da 2.) mesi, sono ritornati addirittura con la sposa e con un bimbo al , collo, una sposa che sa già par\ lare l'italiano e un bimbo che domani, arrivati al paese, sarà « fi- o o i questi "duecento legionari, 9S - s"»n ufficiali di tutti i gradi, di i ; '«"e le specialità, ma ognuni, di -1 essi ha un nome, una buttaglia o r un'azione da ricordare, perchè in irsvàana in onesta gloriosa guerra. i o - Spugna in questa gloriosa guerra che ha redento una nazione tormentata dal comunismo, e ha assicurato il dominio del Fascismo -1 nel Mediterraneo ci sono state gio¬ -'''lc e sacrifizio per tulli. E' stuta, - j insomma, una guerra dura e C'è, fra questi duecento legionao'ri, chi ha fatto l'Ebro, il Levante i ' e /„ Catalogna che sono le azioni . pin dllie e c,é cM ha fl„to solo le t **™ *»«« ^ta di ponte di To- c - - "e . facce nuove o sco e\nosciute: sono vecchi guerrieri [noti e arcinoti, sono combattenti ledo e la marcia su Madrid. Ci sono, infine, coloro che sono stati nel| le retrovie, ma nessuno di essi ci a è andato volontariamente - Ora che la guerra è finita, rimn patriano ■ tutti. Ma non è a dire ;.,g,testì dj so,dllli nhbiflno i ■ j .. "programmi di riposo o di sosia, della grande guerra, squadristi indomiti della Rivoluzione e dei giovani delle leve fasciste. Sono, insomma, la vera aristocrazia del Fascismo, le riserve auree sulle quali il Fascismo e la Patria contano. Costoro, che sono rientrati, serbano nel cuore una speranza: che il Duce li chiami ancora prestissimo a raccolta per il trionfo sempre maggiore del Littorio e del tricolore. Fra una chiacchierata e una partita alle carte, non ho sentito che rievocare vicende piene di fascino, avventure di soldati, speranze, non ho udito che canti di vittoria. A me doveva essere riservata una grande gioia: quella di incontrare un vecchio umico pesarese Giuseppe Lombrassa, giornalista anch'egli, che nella guerra di Spagna ha compiuto imprese cosi meravigliose da renderlo noto fra tutti i vecchi legionari e che, col suo comportamento, ha dimostrato principalmente ancora una volta quanto lo squadrismo sia proteso con lo spirito di ieri verso le conquiste future agli ordini del Duce. Lombrassa, tre volte ferito in tre combattimenti diversi e cruentissimi, è più volte decorato al valore. Nel suo racconto rivivevano l'eroico Tortini e tanti altri meravigliosi tenenti caduti col nome di Mussolini sulle labbra pcr- c/iè nella guerra di Spagna ha \vinto la nostra fede. I soldati ani\vavano nuovi al reparto e dopo po] elle ore, a contatto col nemico, l«embravano veterani della guerra, \tanta era'la disinvoltura con la ÌQuale maneggiavano le armi e le \ bombe a mano, ] Altri incontri abbiamo fatto e ]tutti con gente in gamba: Pippo ] Avenali, nostro compagno al fron , ' te, i maggiori Frateschi e Puccini, valorosi delle « Frecce » azzurre e nere, il capitano Mutarelli, pure vecchia conoscenza. Ora, questi legionari, si sono già dispersi. Ognuno fra poche ore sarà fra le mura della propria casa, trarrà dalla cassetta .militare i doni portati alla sposa. Roi domani il grammofono di casa suonerà un nuovo disco: « Volveran Banderas victoriosas »... Carlo Albanese ■un mimili iiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiii m

Persone citate: Banderas, Carlo Albanese, Duce, Mussolini, Mutarelli, Puccini